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The Berlin Apartment

The Berlin Apartment - provato alla gamescom

I videogiochi non devono sempre essere azione ed adrenalina; a volte possiamo cercare momenti di calma e riflessione, ed è proprio per questo che The Berlin Apartment ci ha colpito fin dal suo annuncio dell'anno scorso. Non abbiamo quindi perso l’occasione per andarlo a provare durante la gamescom: eccovi le nostre impressioni!
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Prima di iniziare a parlare del gioco, una piccola premessa: la prova di The Berlin Apartment è stata l’unica della gamescom di quest’anno che mi ha portato nel padiglione dedicato agli sviluppatori indipendenti, un’area che ho trovato letteralmente traboccante di progetti, idee e giochi da mostrare. Fa veramente piacere, in una fase in cui tra i grandi publisher non si può dire che fiocchino le idee innovative, vedere che c’è un “sottobosco” (ma attenzione, dai numeri non certo irrilevanti, anche dal punto di vista economico) dove in tanti lavorano con creatività ed entusiasmo: sappiamo bene che molti di questi progetti trovano la loro “casa” naturale nel contesto PC e non arriveranno sulle nostre Xbox, nondimeno si tratta di un terreno fertile che da sempre ha regalato anche al mondo console delle autentiche gemme.

MX Video - The Berlin Apartment

Una piccola gemma potrebbe essere anche questo The Berlin Apartment, che ci racconta le vicende di un insolito protagonista: appunto l’appartamento berlinese che dà il nome al gioco. E’ questo luogo, infatti, a fare da filo conduttore tra cinque vicende che si svolgono nel corso di più di un secolo, 120 anni per l'esattezza. L’epoca presente (il 2020) è quella in cui il gioco è ambientato e da cui prende le mosse la narrazione: un uomo accompagnato dalla propria bambina sta mettendo mano alla ristrutturazione completa di un appartamento, e da ciò prende ben presto vita un’intricata serie di ricordi, racconti e flashback, che ci porterà a viaggiare avanti e indietro tra le epoche, impersonando di volta in volta i protagonisti delle diverse vicende ma sempre all'interno di questo appartamento, attraverso la prospettiva in prima persona usata dal gioco. La narrazione sapientemente intreccia il vissuto personale dei protagonisti con il contesto sociale e storico dell’epoca, e Berlino da questo punto di vista costituisce un setting ideale, ricco di spunti e suggestioni: ci troveremo infatti calati nella Germania nazista, attraverseremo gli anni della guerra fredda e del Muro per arrivare poi alla problematica riunificazione di Est e Ovest e alla spesso dura realtà dei nostri giorni.

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Non è chiaro se ci sia un legame forte tra tutti i protagonisti, se siano eventualmente generazioni diverse di una stessa famiglia che si susseguono nell’abitare l’appartamento, oppure senza alcun legame tra di loro, se non appunto quello di trovarsi a vivere nel corso dei decenni nella stessa casa... potrebbe benissimo essere un insieme di entrambe le cose, come peraltro accade spesso nella realtà! Di certo il design del gioco non perde occasione di creare collegamenti e rimandi, enfatizzando la sensazione di continuità che è alla base dello spunto narrativo di The Berlin Apartment. L’appartamento rimane in sostanza sempre lo stesso, ma assume un aspetto diverso nelle varie epoche, in base a ristrutturazioni e arredi diversi, stanze destinate nel tempo a diverse funzioni, così come anche il mondo esterno, che si scorge dalle ampie finestre dell’appartamento, cambia sotto i nostri occhi. Il gioco riesce quindi a rendere egregiamente la sensazione ambivalente tra familiarità ed estraneità che credo tutti noi possiamo aver provato nel visitare una casa in cui abbiamo abitato in precedenza, o comunque tornando in un certo luogo dopo parecchi anni. Gli oggetti e gli arredi della casa sono spesso sfruttati come filo conduttore, rafforzando la continuità della narrazione, con numerosi piccoli “tocchi di classe”: ad esempio il gioco mi ha portato a scattare una foto all’interno dell’appartamento, scegliendo soggetto ed inquadratura con la massima libertà, usando il mirino della macchina fotografica, salvo poi farmi ritrovare quella stessa foto stampata in un episodio collocato parecchi decenni dopo.

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In termini di gameplay, The Berlin Apartment è sostanzialmente un’avventura narrativa, che punta a calarci le vicende narrate e gustare la ricostruzione delle epoche in cui ci fa trovare, senza richiedere un eccessivo impegno da parte nostra, ma non mancano però le cose da fare! Che fossero “fetch quest” che ci impongono di recuperare oggetti disseminati chissà dove nell’appartamento (ad esempio, all’inizio di uno degli episodi provati ho dovuto preparare una valigia, il che ha richiesto non solo trovare tutti gli oggetti di una lista ma anche organizzarli dentro la valigia in modo che ci stessero tutti) oppure piccoli “skill game” come quello di riuscire a far atterrare un aeroplanino di carta sul davanzale di un appartamento situato dall’altra parte del Muro, la demo ci ha tenuti costantemente occupati fino allo scadere del tempo a nostra disposizione. Inoltre, in ogni livello sono nascosti alcuni oggetti collezionabili che aggiungono nuove informazioni e rivelazioni alla vicenda narrata e che possono rappresentare una bella sfida, anche perché l’appartamento è abbastanza grande per celare un buon numero di segreti e zone nascoste (peraltro nella versione usata per la prova, l’appartamento non era completamente esplorabile, con alcune porte che volutamente era impossibile aprire).

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Il gioco colpisce in positivo anche per il comparto artistico, con una rappresentazione del mondo di gioco semplice ma curatissima, che va a connotare di volta in volta in modo diverso le varie epoche, con cambiamenti nella palette cromatica, nell’illuminazione e nello stile grafico. Inoltre, e non è certamente poco per una produzione di questo tipo, il gioco si avvale di un voice acting di qualità che sicuramente contribuisce non poco al coinvolgimento di chi gioca (l’audio sarà disponibile solo in inglese e tedesco, ma sono per fortuna confermati i sottotitoli anche nella nostra lingua).

The Berlin Apartment è in arrivo il 17 novembre e personalmente sono davvero curioso di poter scoprire tutte le storie che per adesso ho solo potuto intuire. Certo, com’è giusto per un progetto indie, si tratta di un titolo particolare che potrebbe non riuscire a catturare l’attenzione di molti. Mi verrebbe da dire, un candidato ideale per una inclusione nel Game Pass, che potrebbe dare a questo gioco la visibilità che credo meriti. Xbox ci farà questa bella sorpresa? Non resta che aspettare ancora un paio di mesi per scoprirlo!

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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