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Assassin's Creed Mirage
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Assassin's Creed Mirage - anteprima hands-on

Ubisoft ci ha recentemente invitati a provare in anteprima l’atteso Assassin's Creed Mirage con una lunga demo giocabile. Eccovi quindi il nostro resoconto completo e tutte le nostre impressioni sul nuovo capitolo di questa longeva saga.
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Con una data di uscita fissata per l’ormai prossimo 5 ottobre, Assassin's Creed Mirage rappresenta allo stesso tempo un passo in avanti per l’iconica serie di avventure stealth sviluppate da Ubisoft, ma anche un quanto mai importante ritorno alle origini. Con questo nuovo capitolo, lo studio di Bordeaux e gli altri team che stanno contribuendo alla produzione, vogliono omaggiare il franchise in occasione del 15° anniversario di una delle loro IP di maggior successo e, allo stesso tempo, celebrare nel migliore dei modi i primi capitoli della saga, che hanno contribuito a lasciare un segno indelebile nei giocatori sin dal lontano 2007. Non è quindi un caso se Assassin's Creed Mirage sarà ambientato a Bagdad nel 9° secolo A.D, una location che ha davvero molto in comune con la Gerusalemme vista nel capitolo originale. Anche in questo caso troviamo infatti una città fiorente e viva, dove culture, religioni ed etnie si incontrano e si fondono in un amalgama di lingue, stili ed iconografia che il team di sviluppo mira a riprodurre in modo estremamente fedele. Nella realtà del gioco, sotto questa patina ammaliante si cela però un intreccio di crimini e corruzione perpetrati dal misterioso Ordine degli Antichi, che con i suoi emissari controlla l’intera regione con la strategia del terrore.

MX Video - Assassin's Creed Mirage

Un palcoscenico perfetto non solo per le gesta degli Occulti, il Credo a cui si affilierierà il protagonista e da cui nascerà poi la confraternita degli Assassini, ma anche per restituire al giocatore il “feeling” urbano che è un po' mancato negli ultimi capitoli della saga. Nel gioco, come già ampiamente discusso, indosseremo i panni di Basim Ibn Is’haq, un comune ladro di strada che, per una serie di coincidenze non del tutto fortuite, finirà per incrociare il cammino degli Occulti e diventare una pedina importante nella lunga lotta contro l’Ordine degli Antichi, come sicuramente si ricorda chi ha giocato il più recente capitolo della saga. Assassin's Creed Mirage ci farà vivere in prima persona questo percorso di crescita, con una narrazione che coprirà un arco di tempo abbastanza ampio e un progressivo ampliamento delle possibilità a disposizione del giocatore. La demo confezionata da Ubisoft per l’evento permetteva proprio di dare un rapido sguardo alle fasi iniziali dell’avventura, durante le quali Basim entra per la prima volta in contatto con gli Occulti, per poi passare ad un intermezzo ambientato nel periodo di addestramento presso la fortezza di Alamut, una delle location più iconiche della saga, e concludere la prova con un’intera missione principale tra le strade e i tetti di Bagdad.

Un Assassino a Bagdad

La prima parte della prova era ambientata proprio all’inizio del gioco. Basim non è ancora diventato un Assassino e si guadagna da vivere per le strade di Bagdad con piccoli furti e altre attività “diversamente” legali in compagnia della sua amica Nehal. E’ lei a farmi da guida nei i minuti iniziali, durante i quali mi vengono spiegati i controlli di base e alcune meccaniche fondamentali. Da questo punto di vista, Assassin's Creed Mirage non si discosta quasi per nulla dagli ultimi capitoli, riproponendo praticamente lo stesso sistema di controllo per quanto riguarda i movimenti. La maggior parte delle azioni di parkour è affidata, anche in questo caso, alla cosiddetta “free-run”, che permette di eseguire in maniera semiautomatica una vasta selezione di mosse contestuali, come salti, scalate e altre acrobazie, semplicemente tenendo premuto il tasto A. Le uniche novità di rilievo sono rappresentate da alcuni gesti extra a disposizione di Basim, che nel nuovo capitolo potrà sfruttare insegne ed elementi mobili per compiere balzi con traiettorie curve, far cadere dei pali pericolanti per aprire nuovi percorsi, sfruttarli come pertiche o utilizzare a proprio vantaggio le corde agganciate alle carrucole per eseguire delle risalite rapide.

Qualche piccola novità anche per quanto riguarda le meccaniche legate al borseggio. Anche in Assassin's Creed Mirage, Basim potrà sfruttare la “Vista dell’Aquila” per individuare gli NPC da derubare e, una volta fatto, basterà avvicinarsi alla vittima senza farsi vedere e premere il tasto dedicato, che darà il via a un breve QTE nel quale dovremo premere con il giusto tempismo il medesimo tasto per completare il furto senza essere scoperti. Il vero obiettivo della giornata è però quello di completare un incarico su commissione per un tale Dervis, che a sua volta sembra aver ricevuto la richiesta direttamente dagli Occulti. L’ordine è interessato ad un libro mastro custodito nel vicino porto e sarà compito di Basim riuscire a trafugare il prezioso documento, possibilmente senza dare nell’occhio e portando a casa la pelle. Si tratta di una missione basilare, pensata principalmente per introdurre il giocatore alle meccaniche stealth essenziali presenti nel gioco. Come nei capitoli precedenti, anche in Assassin's Creed Mirage potremo sfruttare la vegetazione per celarci alla vista dei nemici, attirarli con degli stratagemmi e metterli fuori combattimento in maniera silenziosa occultando poi il corpo se lo riteniamo opportuno.

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Una volta arrivato nell’area del porto le cose si complicano un po’. Nonostante si tratti di un incarico accessibile, il numero di guardie presenti nell’area è abbastanza elevato e questo mi costringe fin da subito ad abbandonare la strada principale per salire sui tetti. Da qui posso valutare la situazione in maniera più chiara, anche sfruttando la vista dell'Aquila per evidenziare a schermo nemici, refurtiva e punti di interesse. Tra questi ultimi figurano anche le porte chiuse, come quella che separa Basim dal tanto agognato libro mastro. Per raggiungerlo è necessario recuperare una chiave che, ovviamente, è custodita gelosamente da una delle guardie. La raggiungo, mettendo fuori combattimento un paio di avversari lungo il percorso, e recupero la chiave optando per la soluzione meno “cordiale”, ovvero un colpo da k.o. ben assestato alle spalle. Volendo avrei potuto semplicemente rubare la chiave usando il borseggio, il che garantisce il consueto margine di manovra in queste situazioni. Fatto ciò non mi resta che aprire la porta, prendere il libro mastro e riportarlo a Dervis, così da concludere la missione e anche la prima parte della prova.

La fortezza di Alamut

La seconda parte della prova era invece ambientata nella fortezza di Alamut, due mesi dopo gli eventi appena descritti. Basim è riuscito a farsi accettare come “apprendista” dagli Occulti e sta proseguendo il suo addestramento sotto la sapiente guida della Maestra Roshan. E’ lei a raccogliere il protagonista seminudo sulle sponde di un piccolo bacino all’inizio della sequenza di gioco. Non sappiamo cosa sia successo prima in quanto non ci è stato rivelato, ma è evidente che qualcosa sia andato storto durante una delle mille prove ed esercizi a cui si deve sottoporre Basim durante le sue giornate nella fortezza. Anche in questo caso si tratta di espediente narrativo utile per far avvicinare il giocatore ad alcune meccaniche più avanzate, come le scalate e i salti della fede, sui quali Basim però deve ancora lavorare un po’ prima della sua iniziazione.

La porzione di demo messa a disposizione per la prova, oltre ad approfondire alcuni elementi della trama come gli equilibri politici della regione e l’attuale situazione di Bagdad, forniva inoltre preziose indicazioni riguardo alla gestione degli incarichi secondari, come la raccolta delle risorse necessarie per il crafting e il miglioramento dell’equipaggiamento. Entrambe le meccaniche, così come l’interfaccia dei menù, derivano direttamente da quanto proposto da Ubisoft negli ultimi capitoli, con un classico “gear-system” che permette al giocatore non solo di equipaggiare progressivamente parti o accessori più performanti o più utili per via di potenziamenti specifici, ma anche di migliorare quelli di cui è già in possesso o costruirne di nuovi consumando materie prime presso specifici NPC. Nel corso della mia permanenza ad Alamut ho poi potuto impratichirmi con un nuovo letale strumento, ovvero i coltelli da lancio, e approcciarmi finalmente al sistema di combattimento presente nel gioco con ben due scontri, uno di addestramento contro la Maestra Roshan e uno “reale” durante una missione di ronda nei dintorni nella fortezza, nel quale ho dovuto mettere in pratica buona parte delle nozioni apprese fino a quel momento.

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Il combat system, almeno per quanto abbiamo potuto provare, è praticamente lo stesso che abbiamo imparato a conoscere, ed i molti casi ad apprezzare, negli ultimi capitoli. La gestione degli attacchi leggeri/pesanti è affidata di default al dorsale destro, mentre quello sinistro è deputato alle parate che, come ormai tradizione, se eseguite con il giusto tempismo permettono di indebolire progressivamente la guardia nemica. Inoltre, in Assassin's Creed Mirage, ogni parata perfetta permette di recuperare un po’ di stamina, necessaria per eseguire tutte le azioni, incluse le schivate. Queste ultime permettono di evitare gli attacchi speciali che non possono essere parati e risultano fondamentali non solo negli scontri con i nemici più forti, ma anche con i gruppi più numerosi. Superata questa fase, che si conclude con la cerimonia di iniziazione e l’ingresso ufficiale di Basim tra le fila degli Occulti, l’azione si sposta nuovamente a Bagdad per l’ultima parte della prova.

Dopo un breve caricamento ci troviamo nel quartiere di Karkh, nel quale ci muoveremo per quasi tutte le due ore successive partendo da un punto sopraelevato. Qui possiamo attivare la tradizionale “sincronizzazione” e ottenere preziose informazioni sull’area che ci circonda, inclusa la posizione di molti elementi come quest secondarie, collezionabili, siti storici da visitare e molto altro ancora. La tentazione di partire ed esplorare liberamente la zona è davvero forte, ma lo scopo principale della prova è un altro, ovvero quello di completare tutti gli step che mi porteranno ad individuare e abbattere un misterioso bersaglio. Per farlo devo prima raccogliere le informazioni necessarie per scoprire non solo chi colpire, ma anche dove, come e quando. Il tutto prende il via con una missione all’apparenza semplice, affidata a Basim dal suo vecchio amico Kong. Quest’ultimo potrebbe avere delle informazioni utili per il protagonista, ma gliele confiderà solo in cambio di un favore: il recupero di alcune casse ricolme di pregiate foglie di thé confiscate dall’autorità della città al momento del loro arrivo e custodite in un magazzino poco distante.

Mi dirigo subito verso la struttura, che ovviamente è presidiata da alcune guardie. Tutti gli accessi sono sorvegliati e l’unica opportunità di accedere, a patto di non voler affrontare uno scontro frontale, sembra essere quella di passare da un ingresso secondario posto al piano superiore. Peccato però che l’unica porta disponibile sia sbarrata dall’interno, il che rende le cose decisamente più complesse. Dopo un paio di minuti passati ad analizzare la situazione, anche sfruttando la vista dell’aquila, mi accorgo che vicino a uno dei muri del piano superiore è posizionato un contenitore ricolmo di liquido infiammabile. Senza pensarci troppo, estraggo un coltello dal lancio e lo scaglio verso il vaso, con conseguente esplosione e comparsa di un nuovo varco. Il rumore però allerta tutte le guardie di sorveglianza, le quali iniziano subito a indagare sull’accaduto. Mentre cerco di capire come raggiungere il nuovo “ingresso”, una delle guardie nota la mia presenza e dà l’allarme prima che io possa metterla a tacere. Non resta che darsi alla fuga, prima tra la folla e poi sui tetti degli edifici circostanti, il che mi consente anche di mettere per la prima volta davvero alla prova la I.A.

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Da quanto visto, le routine di gestione sono rimaste praticamente invariate rispetto al passato. I nemici ci inseguono in modo abbastanza agguerrito fintanto che rimaniamo visibili, per poi perdere progressivamente interesse una volta che Basim riesce a sfuggire alla loro vista lasciando dietro di sè la consueta “ombra” che indica l’ultimo avvistamento. Se non riescono a trovarci, il livello di allerta si abbassa progressivamente, il che obbliga a mantenere un profilo ancora più cauto nelle fasi successive se non si vuole attendere troppo. Una volta tornato al magazzino, mi basta studiare per qualche secondo la posizione delle guardie per capire come accedere al piano superiore e recuperare la cassa di thé. Fiero delle mie gesta, torno da Kong solo per scoprire di non poter consegnare l’oggetto fino a quando lo status di allerta non rientra del tutto. Sono così costretto ad attendere un paio di minuti senza fare nulla prima di poter concludere la missione e ricevere le tanto agognate informazioni. Devo trovare il modo di partecipare al Da’irat Al-mal, una grande asta che si terrà in città a breve e durante la quale verranno offerti ai facoltosi partecipanti degli oggetti unici.

Lo step successivo mi porta in un altro magazzino, decisamente più ampio del precedente, dove devo recuperare altri beni di Kong confiscati dalle truppe cittadine all’interno di un’operazione di “rastrellamento” mirata, con tutta probabilità, ad individuare lo stesso oggetto cercato da Basim. I minuti successivi, di fatto, si sviluppano in modo simile all’incarico precedente, ma in un contesto decisamente più ampio. Per recuperare gli oggetti devo infatti intrufolarmi in un’area sorvegliata composta da vari edifici e cercare 3 diversi documenti utili a scoprire chi coordina le operazioni di confisca nella zona. A conti fatti si è trattata della fase più complessa della demo, nella quale la poca confidenza con le meccaniche del gioco e le piccole grandi differenze con gli ultimi episodi si sono fatte davvero sentire. Mentre tentavo di infiltrarmi nella zona, ho attirato più volte l’attenzione delle guardie finendo per doverle affrontare frontalmente. In queste fasi, il gioco ha messo in mostra una differenza netta con gli ultimi capitoli e un deciso ritorno agli episodi originali, almeno per quanto riguarda la gestione degli scontri.

Anche se il sistema di controllo non è cambiato, i combattimenti di Assassin's Creed Mirage mi sono sembrati decisamente più complessi rispetto ai titoli più recenti. Basim, pur essendo un combattente addestrato, non ha la stessa incisività vista nei protagonisti dell’ultima trilogia, in primis Valhalla, ed è facile trovarsi in difficoltà quando più nemici attaccano contemporaneamente mentre altri bersagliano dalla distanza. In queste condizioni, trovare il tempo giusto per effettuare delle parate, che possono davvero cambiare il corso degli scontri, è stato molto difficile, per non dire quasi impossibile. In soccorso del giocatore arrivano comunque dei nuovi gadget, come le bombe fumogene e le trappole acustiche, che permettono rispettivamente di creare un diversivo in grado di celare per qualche istante la nostra sagoma agli avversari o di provocare un rumore molto forte in grado di attirare rapidamente in zona un gruppo di curiosi tra cui mimetizzarsi per tornare nell’ombra. Sfruttando tutti questi stratagemmi, dopo qualche tentativo sono finalmente riuscito a raccogliere tutti gli indizi e scoprire la posizione del supervisore a capo delle operazioni.

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Mi metto sulle sue tracce e dopo un paio di minuti passati a camminare tra le vie del quartiere raggiungo il porto. Non appena arrivo nei pressi dell’edificio dove si dovrebbe trovare il bersaglio, accade però qualcosa. Alcuni passanti notano la mia presenza e attirano l’attenzione di un gruppo di guardie presenti in zona, che mi riconoscono e iniziano a darmi la caccia costringendomi a una rocambolesca fuga sui tetti. Una volta seminati gli inseguitori e fatte calmare le acque torno a livello della strada, ma la cosa si ripete. Stavolta a essere messo in allerta è un gruppo di soldati d’elite che non mi lascia scampo. Mentre ricarico l’ultimo salvataggio, la guida fornitami da Ubisoft per la prova mi fa notare un particolare indicatore nella parte bassa dell’HUD, dal quale dipende la mia notorietà attuale. Dato che ho fatto scattare più volte gli allarmi nelle varie zone, le guardie hanno tappezzato la città di manifesti con il mio identikit. L’unica soluzione è quella di individuarli utilizzando la mappa e andare a strapparli, così da rendere via via sempre più difficile la mia identificazione in condizioni standard.

Lo faccio e, forte della ritrovata privacy, mi avvicino nuovamente all’edificio nella zona portuale. Provo a richiamare Enkidu, l’aquila ammaestrata che mi è stata affidata durante l’addestramento, per sfruttare la sua vista e farmi un’idea di cosa mi aspetta, ma dopo pochi istanti sono costretto a richiamarla a causa delle presenza di un falconiere e a ragionare su una nuova strategia. Volendo potrei provare ad assoldare un gruppo di mercenari che staziona a poca distanza per attirare l’attenzione delle guardie, ma vista la situazione decido di puntare su un approccio quanto più possibile furtivo. Gli ingressi sono presidiati, ma con un paio di abili mosse (e un po’ di fortuna), riesco ad infiltrarmi e a raggiungere il tetto. Da qui riesco finalmente a individuare il bersaglio, che passeggia serenamente su una terrazza a poca distanza da me circondato da due soldati. Mi faccio largo tra i tetti, elimino un paio di sentinelle, tra cui il falconiere, e trovo un punto d’osservazione privilegiato proprio sopra la testa del Supervisore. Improvvisamente mi ricordo di una nuova abilità, che consente di marcare bersagli multipli (il totale dipende da quanto la svilupperemo nel gioco) e ucciderli in sequenza, tutto tramite la pressione della levetta direzionale destra. Lo faccio e, in men che non si dica, le due guardie e il bersaglio finiscono al tappeto. Torno da Kong, il quale mi consegna il tanto agognato invito per l’asta. Prima di potermi recare al bazaar devo però incontrarmi con gli altri Occulti presenti in città per aggiornarli sulla situazione e decidere come procedere.

Da questo punto in avanti ha inizio la fase di investigazione, tutta ambientata all’interno del bazaar di Bagdad. L’obiettivo ora è quello di scoprire finalmente l’identità del misterioso bersaglio, capire cosa vuole acquistare all’asta, il perché l’oggetto è così importante e, ovviamente, ucciderlo. In questa area non è possibile utilizzare apertamente le armi e il gameplay ruota tutto attorno alla ricerca di indizi, che possono essere ottenuti in vario modo. Durante la prova ho dovuto aiutare nuovamente Kong a recuperare un oggetto sottrattogli da un concorrente, ho origliato a una conversazione tra due dame scoprendo l’ingrediente “segreto” del profumo amato dal mio bersaglio e, cosa ben più importante, ho finalmente scoperto quale oggetto vuole assolutamente acquistare. Si tratta di un fermaglio molto antico, sul quale però non ci sono molte altre informazioni. A Basin però basta questa informazione per presentarsi all’asta e tentare sabotare l’acquisto.

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Durante l’evento mi viene infatti data la possibilità di rilanciare le offerte, ma non avendo soldi a disposizione sono costretto a desistere rapidamente. Ad accaparrarsi il fermaglio però è un altro acquirente, che tenta poi di usarlo per ottenere un’udienza con il bersaglio. L’impressione è che, presentandosi con le tasche un po’ più piene, si possa modificare leggermente il corso della missione, ma questo non mi è stato confermato durante la prova. Anche in questo caso non mi restano molte soluzioni: parlando con uno dei membri della scorta del bersaglio scopro che, per sperare in un’udienza, bisogna presentarsi con un oggetto interessante e con un accessorio che dimostri l’appartenenza a una specifica gilda di mercanti. Ispeziono il Bazaar con la concentrazione, individuo i due obiettivi e in pochi minuti li recupero entrambi senza spargimenti di sangue e senza attirare l’attenzione. Questo mi permette finalmente di arrivare al cospetto del mio bersaglio che, dopo una lunga sequenza di intermezzo, è costretto a capitolare in seguito a un letale colpo della mia lama celata. La sua morte scatena però il putiferio. Tutte le guardie vanno in allerta e iniziano ad inseguirmi, mentre io mi faccio largo tra le persone che affollano le vie del mercato lanciando bombe fumogene fino a quando non riesco a seminare definitivamente i miei inseguitori e tornare alla base, dove si conclude la demo.

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Tiriamo le somme

Prima di passare al resoconto finale è importante sottolineare alcuni elementi notati durante la prova e che, seppur non sia stato possibile approfondire, possono dare un’idea più completa del gameplay. Come ho accennato, sulla mappa della zona erano riportati tanti punti di interesse come missioni secondarie, collezionabili, oggetti da rubare, ecc. Inoltre, mentre giravo per il quartiere, mi sono imbattuto in più occasioni in NPC che volevano assegnarmi missioni extra e anche in un vera a propria bacheca dove gli Occulti pubblicano tutti gli incarichi opzionali che il giocatore, nei panni di Basim, può accettare. Le ricompense ottenibili sono davvero tante e vanno da risorse a nuove parti di equipaggiamento, passando per alcuni “token” specifici che è possibile spendere presso venditori ed NPC per ottenere sconti extra, per sbloccare nuove possibilità o, nel caso delle missioni, per evitare completamente una parte di quest. L’impressione, almeno dopo questa prova, è che il gioco offra una mole di contenuti tale da non far rimpiangere gli ultimi capitoli, ma all’interno di un’ambientazione più contenuta e più “densa” in termini di contenuti.

Sotto il profilo tecnico, la demo in versione PC che abbiamo potuto testare durante l’evento si è comportata egregiamente sia per quanto riguarda la solidità sia per quanto riguarda il colpo d’occhio, davvero molto convincente. Il livello di dettaglio messo in mostra da questa build è già molto alto, con ambientazioni estremamente curate, modelli dei personaggi rifiniti, animazioni fluide e volti al limite della perfezione. Qualche sbavatura c’è, così come è difficile non notare alcuni difetti “storici” del motore grafico utilizzato da Ubisoft per dare vita alla saga, ma nulla che possa davvero impensierire se si considera che manca ancora un po' di tempo al lancio. Molto buona la componente audio, resa ancora più coinvolgente dalla presenza della completa localizzazione in lingua italiana di tutti i dialoghi.Sotto il profilo della gestione della I.A. forse era lecito aspettarsi qualcosa di più, specie quando i nemici sono sulle tracce di Basim, ma anche in questo caso è opportuno attendere la versione finale e testare in maniera approfondita questo aspetto prima di esprimere un giudizio definitivo.

A conti fatti, Assassin's Creed Mirage mi è parso come un interessante mix tra il gameplay dei capitoli originali, nei quali le soluzioni stealth erano sempre da preferire allo scontro diretto, e le tecniche più moderne introdotte con gli ultimi capitoli, come il sistema di controllo, lo sviluppo dell’equipaggiamento, il crafting e la raccolta di risorse. Anche sotto il profilo open-world il nuovo capitolo sembra voler far proprie le meccaniche più apprezzate introdotte negli ultimi anni, accantonando almeno in questa occasione le aree estremamente vaste in favore di un ambientazione urbana che sono sicuro farà la gioia degli estimatori dei capitoli originali. Un ruolo importante da questo punto di vista lo giocherà la trama, da sempre elemento cardine della saga e vero volano del gameplay.. In questa anteprima abbiamo volutamente evitato ogni tipo di spoiler, ma la sensazione è che gli sceneggiatori abbiano trovato il giusto equilibrio tra i vari elementi messi in campo nel corso di questi 15 anni con l’intento di dare ai giocatori un capitolo capace di fare da “collante” tra il vecchio e il nuovo corso. Per scoprire se tutte queste impressioni troveranno riscontro nel gioco reale dovremo però attendere ancora qualche settimana visto che l’uscita del gioco è fissata per il prossimo 5 ottobre. Nel frattempo, voi continuate ovviamente a seguirci per rimanere costantemente aggiornati sul gioco e su tutto quello che riguarda l’universo Xbox.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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