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Hitman - Episodio 6: Hokkaido

La prima stagione della serie Hitman guadagna finalmente il traguardo dell'ultimo episodio, e per i ragazzi di IO Interactive è tempo di prendersi una meritata vacanza, ma anche di guardare al futuro e delineare il destino videoludico dell'inossidabile Agente 47. Nel frattempo, cosa ci riserva quest’ultimo episodio della saga? Saranno finalmente arrivate le tanto attese risposte agli interrogativi sollevati dalla trama? Scopritelo nella nostra recensione di Episodio 6: Hokkaido.
SPOILER WARNING: Hitman è una serie episodica, quindi questo articolo parla di eventi accaduti sia in questo che nei precedenti episodi. Ne consigliamo quindi la lettura solo qualora non vogliate rovinarvi la sorpresa o abbiate già giocato gli altri capitoli.

Navigando su Tripadvisor in cerca delle maggiori attrazioni da visitare sull'isola giapponese di Hokkaido, spiccano il museo d'arte moderna Hakodate, il parco nazionale Takino Suzuran e il santuario Fushimi Inari. Non c'è traccia invece del centro medico GAMA, ma la cosa in fondo non sorprende, perché non si tratta di un comune ospedale bensì di un rifugio di miliardari e facoltose personalità legate alla criminalità organizzata che si rintanano lì per usufruire di speciali trattamenti medici o sparire dalla circolazione per un po'. Il centro GAMA è infatti situato in una remota e impenetrabile zona montagnosa della magnifica isola di Hokkaido, e gode di un panorama mozzafiato. Nel listino del GAMA figura ogni tipo di trattamento: dalle lezioni di yoga alle cure termali, passando per la chirurgia estetica e correttiva, con interventi anche molto complessi. E la nostra avventura nei panni (o per meglio dire nella vestaglia) dell'Agente 47 comincia in un modo del tutto differente dalle altre: distesi sul letto in uno degli alloggi da centomila dollari a notte del GAMA.

Dopo le rivelazioni ottenute alla fine del precedente capitolo, 47 e l'infaticabile Diana Burnwood hanno fatto luce sulle oscure figure del gruppo chiamato Providence, che hanno più volte tentato di ostacolare l'operato dell'Agenzia mettendone seriamente a rischio l'immagine, per quanto, entrambi i gruppi sembrano essere stati vittima di una terza figura ancora avvolta nel mistero. Il comune denominatore dei legami tra l'agenzia e Providence è Erich Soders, un tempo ex agente operativo di spicco della ICA che adesso si trova ricoverato al centro GAMA in attesa di un delicato trapianto di cuore. A vegliare su di lui c'è la sua avvocatessa, Yuki Yamazaki, che da anni tesse legami professionali sia con Providence che con la Yakuza.


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Neanche a dirlo, Soders e il suo legale sono proprio i due nomi sul taccuino di morte di 47, che si è infiltrato come paziente nel tecnologico centro medico sotto falso nome grazie all'operato dell'Agenzia. Una volta usciti dalla nostra stanza muniti soltanto di vestaglia e ciabattine, possiamo cominciare la ricognizione del GAMA, che da una prima occhiata non sembra un posto particolarmente grande. In parte questo è anche vero, specie se paragoniamo la mappa di gioco a quella di altri capitoli come Sapienza o Marrakech, ma ci accorgeremo presto che il centro medico nasconde ben più di un asso nella manica in quanto a luoghi da esplorare, tutti inaccessibili sulle prime battute di gioco. Infatti il centro è controllato da un sofisticato rilevatore di accessi che preclude l'ingresso determinate zone ai visitatori sprovvisti delle necessarie credenziali. Oltre alle numerose sale relax, al giardino d'inverno innevato, all'esclusivo sushi bar e ai bagni termali che si affacciano sulla sontuosa vista di Sapporo, il centro GAMA si snoda attraverso asettici corridoi sotterranei che conducono all'avanzatissimo ospedale e ai laboratori di analisi, dove è sorvegliato a vista Erich Soders, privo di sensi e in attesa del suo cuore nuovo.

Anche stavolta abbiamo totale facoltà di scegliere come far fuori i nostri obiettivi, ma partiamo purtroppo sprovvisti di qualsiasi tipo di arma, compreso il nostro inseparabile laccio con cui soffocare le nostre vittime, divenuto negli anni indispensabile strumento di morte dell'Agente 47. In Episodio 6: Hokkaido la parola d’ordine è improvvisazione e senso di adattamento, un po' come se ci trovassimo di fronte ad un esame finale in cui dover dimostrare di aver appreso al meglio le nozioni studiate finora. Per avvicinare i nostri due obiettivi è inoltre necessario approntare tattiche diametralmente opposte, calcolando che Soders si trova privo di sensi nell'ala medica interdetta al pubblico, sorvegliato a vista da un copioso staff medico e da innumerevoli guardie del corpo, mentre la Yamazaki passeggia liberamente scortata dai suoi scagnozzi per il centro, borbottando infastidita e inveendo su qualsiasi cosa non sia di suo gradimento.

Proprio come per gli altri capitoli, le Opportunità presenti in Episodio 6: Hokkaido ci sono utili per pianificare tattiche di avvicinamento e ghermire i due obiettivi. Ad esempio, durante l’esplorazione veniamo a conoscenza del fatto che la Yamazaki ha una sfrenata passione per lo yoga e di tanto in tanto fa delle visite alla sauna e al centro benessere, in trepidante attesa del suo istruttore di yoga personale. Non solo: pedinando l'avvocatessa scopriremo anche la sua predilezione per il sushi, in particolar modo per il Fugu, pietanza deliziosa a base di pesce palla che se mal preparato può diventare un veleno che provoca morte istantanea. L'occasione è ghiotta anche in questo caso.

E che dire invece di Soders? Anche nel suo caso abbiamo svariate Opportunità da seguire, scegliendo di esporci in prima persona per guadagnare terreno verso la super sorvegliata sala operatoria in cui giace incosciente, travestendoci magari da medico o tecnico di laboratorio per manomettere le macchine a cui è collegato. O magari possiamo decidere di agire in modo differente, senza neppure dover arrivare fisicamente fino a Soders ma approntando un omicidio molto particolare che per la prima volta nella saga di Hitman non contempla il doverci sporcare le mani di sangue, né la morte istantanea dell’obiettivo. Ma non vi svelo altro per non rovinarvi la sorpresa.

Ad ogni modo, qualsiasi approccio sceglieremo di adottare, dovremo fare inevitabilmente i conti con una mappa di dimensioni più limitate delle precedenti, che contempla soprattutto meno accessi utili e posti in cui nascondersi o occultare i corpi, e per di più contiene numerosi personaggi, tra staff medico e la moltitudine di pazienti in cura presso il centro, che dovremo tentare di non coinvolgere nei nostri loschi piani. Non per questo Episodio 6: Hokkaido è un episodio meno divertente degli altri, anzi è l’esatto contrario: tutte queste caratteristiche del capitolo aumentano la difficoltà dell’infiltrazione e il livello di sfida generale, che sul precedente episodio ambientato in Colorado aveva già subito un’impennata rispetto agli altri episodi della serie.

Purtroppo, cari lettori, se sono le risposte quelle che state cercando sappiate che queste non arriveranno neppure al termine di quest’ultimo capitolo del pelatone barcodato, che a quanto sembra si è fatto più nemici che mai durante il suo pellegrinaggio omicida mondiale diviso in sei tappe. Ma se tanti interrogativi permangono, alcune certezze le abbiamo: la seconda stagione di Hitman è già stata annunciata dai ragazzi di IO-Interactive. A conti fatti, il team ha dato vita a una saga ricca di spunti interessanti e votata al gameplay nel modo più completo si possa immaginare, venendo purtroppo meno ai doveri della trama che, al termine dell’esperienza generale, si dimostra l’aspetto più dimenticabile e meno raffinato. Peccato per la presenza di alcune magagne tecniche piuttosto fastidiose, tra glitch grafici e instabilità della connessione ai server di Square Enix, che hanno afflitto il titolo sui capitoli iniziali e che hanno reso l’esperienza di gioco a tratti frustrante, ma che fortunatamente sono state brillantemente archiviate a suon di patch rilasciate con costanza tra un capitolo e l’altro.

Al netto delle suddette incertezze e alcuni alti e bassi, il team IO-Interactive ha lavorato bene, proponendo una chiave di lettura differente di una licenza importante come quella di Hitman, abbracciando la tanto discussa formula episodica che però nel caso specifico ha funzionato alla grande, soprattutto perché costantemente foraggiata da spunti di gameplay e arricchita di nuovi contratti da portare a termine che assicurano ore e ore di puro gioco. Il giudizio complessivo sulla serie Hitman, conclusa ottimamente con quest’ultimo episodio, si dimostra molto positivo e per questo ripongo la mia fiducia nella prossima stagione.

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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