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Remothered: Tormented Fathers

Recensione - Remothered: Tormented FathersXbox One DigitalGame

A qualche mese di distanza dalla pubblicazione su PC, il primo capitolo della trilogia thriller scritta da Chris Darril e sviluppata dagli italiani di Stormind Games, Remothered: Tormented Fathers, approda finalmente anche su console. Siete pronti per affrontare gli orrori che si celano dentro la villa dei coniugi Felton? Noi lo abbiamo fatto e queste sono le nostre impressioni.

Il Gioco

Remothered: Tormented Fathers è un survival horror in terza persona basato sui ricordi di Rosemary “Rose” Reed, un’anziana signora nota anche come Madame Svenska per via di una permanenza in Svezia durata oltre 30 anni. Dopo essere tornata in Italia, la protagonista riceve la visita di un misterioso giornalista, il sig. Manni, che sta indagando su una non meglio specificata patologia in grado di incrementare le capacità rigenerative di coloro che la contraggono. La protagonista però sembra non saperne molto e anzi, sembra non ricordare nemmeno il motivo della sua partenza o del suo improvviso ritorno in Italia. L’età, si sa, può fare brutti scherzi e spesso si dimenticano anche cose che ci si era ripromessi di non dimenticare. Rosemary ricorda però dove tutto è cominciato, la residenza dei Felton, ed un preciso avvenimento, la scomparsa della loro figlia Celeste, avvenuta alla fine del 1971. La protagonista inizia quindi a raccontare al giornalista di quando si recò nella residenza di Richard Felton, un ex-notaio afflitto da una patologia incurabile contratta durante un viaggio in Egitto, per indagare personalmente sulla scomparsa della figlia Celeste presentandosi come una delle dottoresse dell’istituto Santa Margherita, la clinica dove era stato tenuto in cura il proprietario della villa.

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L’ex notaio, dopo aver constatato l’inutilità delle cure ricevute presso l’istituto ed aver affrontato le conseguenze emotive legate alla scomparsa della figlia, decise però di tornare a casa e di isolarsi completamente dal mondo insieme alla moglie, affidandosi esclusivamente alle attenzioni della sua infermiera personale Gloria. Date le circostanze a Rosemary non restò quindi che andare di persona a casa del Sig. Felton per fargli qualche domanda, ma le cose non andarono come previsto. Quando la protagonista iniziò a parlare di Celeste ed a suggerire la possibilità che la stessa non fosse veramente morta l’ex-notaio andò su tutte le furie e la cacciò di casa. Rosemary però non si diede per vinta e decise di intrufolarsi nella casa durante la notte, quando gli abitanti dormivano e Gloria non era in servizio. Quello che la donna però non sapeva è che così facendo si sarebbe andata ad infilare in un lungo e morboso incubo fatto di raccapriccianti orrori, rivelazioni inquietanti e continui colpi di scena.

Sono queste le solide premesse narrative con le quali si apre Remothered: Tormented Fathers, un titolo survival a tinte stealth che, tramite un lungo flashback e numerose sequenze video, ripercorre le vicissitudini di una giovane Rosemary Reed impegnata a sopravvivere nella residenza Felton mentre indaga sulla scomparsa della giovane Celeste e sui misteri che ruotano attorno alla storia della famiglia. Che fine ha fatto la figlia dei coniugi Felton? Quali sono le origini della malattia di Richard? Chi è Jennifer? Quali sono le vere motivazioni che spingono la protagonista ad indagare? Sono queste alcune delle domande alle quali il giocatore, nei panni di Rose, deve tentare di dare risposta mentre esplora la residenza, risolve semplici enigmi e cerca di sfuggire ai sadici aguzzini che via via si alterneranno nel corso dell’avventura. A differenza di altri titoli simili, il gioco di Stormind Games non prevede infatti la presenza contemporanea nella casa di numerose minacce ma quella di singoli nemici, definiti “stalker”, dotati però di sensi estremamente affinati e di una velocità di movimento superiore alla media. Queste due caratteristiche consentono al cattivo di turno di individuare con facilità la protagonista, anche quando non si trova nelle vicinanze o sullo stesso piano, e di raggiungerla in brevissimo tempo con esiti quasi sempre fatali.

MX Video - Remothered: Tormented Fathers

Rosemary, suo malgrado, non è un soldato e gli strumenti di difesa presenti nel gioco sono quelli che ci si aspetterebbe di trovare in una casa “normale”, come coltelli e forbici, il che la rende una preda facile in caso di scontro diretto. Ne deriva quindi che il giocatore, per sopravvivere nei panni della giovane donna, deve affidarsi quasi completamente alla sua astuzia ed alla sua capacità di nascondersi agli occhi, e soprattutto alle orecchie, degli abitanti della casa. Per farlo, oltre a muoversi con circospezione, può sfruttare i nascondigli presenti ed i numerosi oggetti sparsi nell’abitazione, che possono essere utilizzati per creare dei diversivi, per bloccare temporaneamente alcune porte o per tentare di difendersi in maniera rudimentale dalle aggressioni dei nemici, rallentandoli o ferendoli lievemente per guadagnare qualche secondo di vantaggio e trovare un nuovo nascondiglio. Gli avversari infatti non possono essere uccisi durante le normali sequenze di gioco, il che si traduce in un'unica possibilità di salvezza quando si viene scoperti: la fuga. Se si riesce a seminare il proprio inseguitore ed a trovare riparo in uno dei nascondigli si affronta un breve minigioco direttamente collegato allo stato di ansia della protagonista, superato il quale le cose tornano alla normalità.

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Il gameplay di Remothered: Tormented Fathers non si limita però alle fasi stealth. Il gioco di Stormind Games include anche sezioni puramente esplorative, durante le quali il giocatore può dedicarsi alla raccolta di oggetti e collezionabili, una lunga serie di enigmi, basati sul ritrovamento di particolari oggetti o sull’individuare la giusta via di fuga da una situazione, e numerose sequenze di gioco scriptate durante le quali la sopravvivenza di Rosemary viene affidata al completamento di classici QTE legati alla pressione dei tasti con il giusto tempismo. A rimarcare ulteriormente la natura tradizionale del titolo ci pensa infine il sistema di salvataggio, che obbliga chi impugna il pad a raggiungere alcuni punti specifici della casa per poter registrare i propri progressi se non vuole ripetere lunghe fasi di gioco dopo una morte imprevista. L’insieme di tutti questi elementi dà vita ad un’avventura capace di tenere impegnati i giocatori per almeno 6/8 ore, durante le quali molti degli interrogativi iniziali troveranno finalmente risposta. Alcune delle domande rimarranno però in sospeso e altre si faranno strada nel corso della vicenda, gettando di fatto basi estremamente interessanti per i successivi episodi della trilogia.

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Per dare vita a Remothered: Tormented Fathers gli sviluppatori sono affidati al motore grafico Unreal Engine, capace di gestire senza particolari difficoltà le varie ambientazioni presenti nel gioco, mantenendo sempre un buon livello di dettaglio e con pieno supporto alla tecnologia HDR dove disponibile. Più che buona la gestione del comparto audio, un elemento essenziale che permette al giocatore di percepire la presenza e la posizione degli aggressori durante tutte le fasi di gioco e che si accompagna ad una colonna sonora originale di grande impatto emotivo composta da Noboku Toda. Ottimo anche il doppiaggio, al momento purtroppo disponibile soltanto in lingua inglese, che si affianca ad una completa localizzazione italiana delle parti scritte, sottotitoli inclusi.

Amore

Trama

- Remothered: Tormented Fathers è un titolo che, sin dalle fasi iniziali, mette in primo piano la narrazione e lo fa nel migliore dei modi possibili. La criptica sequenza di apertura stimola la curiosità del giocatore ed instilla in lui il classico seme del dubbio, che cresce in maniera esponenziale mentre Rose attraversa per la prima volta le stanze scarsamente illuminate della dimora dei Felton. Chi impugna il pad infatti sa che qualcosa non quadra. Sa che la casa, così come i suoi abitanti, nasconde dei segreti e che la stessa Sig.ra Reed non è davvero chi dice di essere. Per scoprire la verità però è necessario mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle che affonda le sue radici nel passato della famiglia e, per farlo, Rosemary deve affrontare un viaggio negli abissi più morbosi della psiche umana. Un viaggio folle e raccapricciante che però appare sempre coerente perché ognuno dei protagonisti ha una propria storia, credibile e ben strutturata. Tutte queste vicende si intrecciano poi in modo perfetto, andando a tratteggiare una storia drammatica e ricca di sfumature capace di catturare l’attenzione del giocatore fino ai titoli di coda. Da questo punto di vista il titolo di Stormind Games non solo crea ottimi presupposti per i futuri episodi della trilogia ma rappresenta una delle vette più alte raggiunte da una produzione indipendente italiana.

Tensione costante

- Uno degli aspetti più riusciti di Remothered: Tormented Fathers è sicuramente quello legato all’atmosfera. Musiche, inquadrature, suoni, I.A, interfaccia, colonna sonora. Ogni componente del gioco è studiata per generare nel giocatore la sensazione di essere braccato da una creatura desiderosa di tinteggiare le pareti della casa con il sangue della protagonista. L’interfaccia a schermo è praticamente nulla, così da non dare punti di riferimento, e si abbina ad una visuale in terza persona che illude il giocatore facendogli credere di poter tenere sott’occhio il proprio antagonista mentre quest’ultimo si sposta da una stanza all’altra inveendo contro Rose, canticchiando ipnotiche litanie o sussurrando frasi senza senso. Per lo stesso identico motivo quando Rose si nasconde dentro ad un armadio o sotto ad un divano la visuale passa in prima persona, così da mettere il giocatore faccia a faccia con il proprio inseguitore, mentre quando veniamo scoperti le urla di rabbia si mescolano ai gemiti disperati della protagonista, che attraversa di corsa tutte le stanze in cerca di un nascondiglio senza mai voltarsi indietro. A fare da contorno ad entrambe le situazioni ci pensano poi l’ottima colonna sonora, che sottolinea in maniera puntuale gli eventi, la scarsa illuminazione presente nella villa, capace di minare anche le poche certezze rimaste nei giocatori, e i tanti eventi scriptati che contribuiscono a rendere ancora più ansiogene le situazioni. La cura riposta dagli sviluppatori nel riprodurre tutti questi elementi si somma poi all’impossibilità di ferire in maniera sensibile e definitiva gli avversari dando vita ad una sensazione quasi claustrofobica, che non abbandona mai del tutto il giocatore e che viene ulteriormente enfatizzata dalla meticolosa trasposizione degli interni cupi e tenebrosi della residenza. Un risultato davvero notevole che sono sicuro saprà accontentare anche i palati più raffinati.

Esplorazione

- Pochi giochi recenti riescono a dare la giusta importanza alle fasi di esplorazione e Remothered: Tormented Fathers è uno di questi. La necessità di sfruttare costantemente l’ambiente per sopravvivere spinge il giocatore a memorizzare nel più breve tempo possibile la piantina della villa, la disposizione dei nascondigli e gli eventuali punti sicuri dove rifugiarsi quando si viene scoperti. Sapere cosa si cela dietro una porta o dove sbuca un corridoio può davvero fare la differenza per Rosemary, consentendole per esempio di evitare l’ennesimo colpo di falcetto in mezzo agli occhi, e questo già da solo basterebbe per ridare importanza ad un aspetto spesso relegato a semplice riempitivo per i gamer più appassionati. A rendere l’esplorazione ancora più interessante ci pensano poi i collezionabili che, essendo direttamente collegati alle vicende narrate, rivestono un ruolo decisamente più centrale rispetto a quanto accade nella maggioranza dei titoli. Perderne uno ovviamente non compromette la possibilità di comprendere la vicenda ma si rischia comunque di lasciare indietro qualche dettaglio o qualche sfumatura utile per ricostruire gli eventi. L’insieme di tutti questi elementi fa si che esplorare diventi una necessità “piacevole” per il giocatore e contribuisce ad aumentare per quanto possibile la longevità del titolo.

Citazioni… citazioni ovunque [.cit]

- Sin dal primo annuncio, le menti che hanno dato vita a Remothered: Tormented Fathers hanno sottolineato che il loro titolo si sarebbe ispirato a grandi opere del passato, sia per quanto riguarda la giocabilità che per quanto riguarda i protagonisti e le tematiche trattate. Ed effettivamente così è stato. Se avete superato i trenta e siete appassionati di videogiochi, cinema e cose simili non tarderete quindi ad accorgervi di quanto le atmosfere richiamino grandi classici del genere come l’indimenticato Clock Tower, della profonda somiglianza tra la protagonista e la Jodie Foster de “Il Silenzio degli Innocenti”, ulteriormente rimarcata dalla presenza costante di coleotteri nel gioco, e dalla presenza di continui richiami a pietre miliari quali “Rosemary’s Baby” (il nome della protagonista vi dice niente?) e Shining. Questi sono solo alcuni esempi delle tantissime citazioni presenti nel titolo che, grazie ad un approccio rispettoso che si lascia ispirare senza mai scadere nel mero plagio, contribuiscono indubbiamente ad incrementare il tasso qualitativo dell’opera.

Odio

Gameplay grezzo

- Onestamente non sono rimasto particolarmente soddisfatto dalle meccaniche di gioco presenti in Remothered: Tormented Fathers. Sfuggire agli stalker regala grandi emozioni e si possono adottare differenti strategie per farlo, ma non si sente mai la necessità di sfruttare davvero i diversivi per poter sopravvivere. Durante la mia prova ho ovviamente cercato di usare ogni tipologia di oggetto, ma solo per farmi un’idea delle dinamiche ad essi collegate mentre tentavo di superare le primissime fasi dell’avventura. Una volta presa confidenza con le meccaniche stealth del gioco però tutto è diventato più facile ed ho capito che non avevo più bisogno di raccoglierli ed utilizzarli, fatta eccezione per gli ultimi minuti del gioco,durante i quali non è materialmente impossibile farne a meno. Discorso simile per quanto riguarda gli enigmi, fin troppo basilari e prevedibili. La quasi totalità delle situazioni ruota attorno al ritrovamento di uno specifico oggetto e al suo utilizzo, due fasi rese fin troppo semplici dalla presenza di chiari indicatori a schermo e dal fatto che raramente ci si trova ad avere più di uno o due oggetti nell’inventario. Una maggiore attenzione al bilanciamento degli oggetti ed una profondità di gioco adeguata avrebbero sicuramente giovato ad un titolo di questo tipo.

I.A.

- Per quanto io abbia apprezzato il lavoro svolto nel dotare gli stalker di sensi estremamente affinati, così da permettergli di individuare il giocatore anche quando si trova in aree lontane o su piani differenti, devo ammettere di essere rimasto molto deluso nello scoprire che gli stessi si limitano a pattugliare in modo abbastanza ottuso le aree della casa, con poche variazioni di percorso e senza fare caso a dettagli quali porte lasciate spalancate, cassetti aperti e via dicendo. Anche durante le fasi di inseguimento l’I.A. non brilla particolarmente per intraprendenza tanto che spesso basta svoltare un paio di angoli ed accucciarsi dietro ad una poltrona per far perdere le proprie tracce. Due pecche non proprio trascurabili che, alla lunga, fanno diventare il gioco fin troppo semplice. Una volta capiti i punti deboli degli avversari la difficoltà si abbassa notevolmente e solo nelle fasi finali ci si trova ad affrontare nuovamente una minaccia degna di questo nome.

Tecnicamente migliorabile

- Remothered: Tormented Fathers è un titolo indie e pertanto non mi aspettavo una realizzazione tecnica allo stato dell’arte. Il comparto grafico del titolo non fa gridare al miracolo, ma questo non è assolutamente un problema dato che tutti gli altri aspetti, in primis la storia e le sensazione di tensione costante, riescono a catturare l’attenzione facendo passare in secondo piano la mera componente visiva. Quello che però non sono riuscito a digerire sono i numerosi difetti minori presenti, come le animazioni poco curate, la poca precisione dell’interfaccia di utilizzo degli oggetti , le tante compenetrazioni ed i fastidiosi micro-freeze che anticipano o seguono le numerose sequenze di intermezzo. Piccoli difetti risolvibili tramite patch ma che, allo stato attuale, si fanno notare andando ad intaccare l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori nel ricreare la giusta atmosfera nel titolo.

Tiriamo le somme

Remothered: Tormented Fathers è un survival horror di buona qualità, che fa delle narrazione e dell’atmosfera i suoi punti di forza. L’ottima storia ideata da Chris Darril si mescola con le atmosfere claustrofobiche messe in piedi da Stormind Games per trasportare il giocatore in un incubo capace di lasciare il segno in tutti coloro che avranno il coraggio di affrontarlo. Peccato solo per una realizzazione tecnica non sempre all’altezza e per alcune incertezze del gameplay, che impediscono al titolo di distinguersi come dovrebbe. Gli amanti del genere in cerca di una novità in grado di allietare le afose serate estive dovrebbero comunque dare una chance a questo gioco, che pone solide basi sulle quali speriamo gli sviluppatori continuino a costruire in vista dei capitoli successivi.
7.7

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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