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FlatOut 4: Total Insanity
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Recensione - FlatOut 4: Total InsanityXbox OneGame

Dopo 10 anni di attesa (faremo finta che il deludente terzo capitolo fatto da Team6 non sia mai esistito), il racer distruttivo per eccellenza ritorna con FlatOut 4: Total Insanity. Per questo revival i francesi Kylotonn hanno puntato sulle caratteristiche base della serie, con un approccio molto "fisico" e distruttivo: sarà finalmente la volta buona?

Il Gioco

Quando uscirono i primi capitoli di FlatOut, il mondo dei giochi di corse era fondamentalmente suddiviso in due categorie. I giochi di guida più "seri", a partire dai più accessibili Forza Motorsport fino ai più estremi rFactor, dove si puntava tutto su guida, fisica e feeling realistici. L'altra tipologia erano i giochi di guida arcade alla Need for Speed e Burnout: piste esaltanti, velocità folli, sportellate a volontà, distruzione massima con una facilità di guida impressionante. Ma FlatOut di BugBear si proponeva come un'alternativa totalmente differente: la guida arcade fu accompagnata da macchine molto pesanti, le piste erano tortuose con salti e dislivelli mettendo a dura prova le sospensioni, ma soprattutto ogni arena era piena di oggetti distruttibili o che comunque soggetti ad una realistica simulazione fisica. Parliamo di pneumatici, pali, vetrine, tronchi di legno, tutti elementi che se urtati avrebbero reagito realisticamente saltando, rotolando ed invadendo il circuito diventando un ostacolo per gli altri piloti. Era addirittura possibile distruggere staccionate o recinti per aprirsi nuove scorciatoie, per non parlare degli schianti che prevedevano addirittura il rischio per il pilota di volare fuori dal parabrezza.

Kylotonn sembra avere la consapevolezza di cosa rese FlatOut una piccola gemma unica nel suo genere, e questo risulta evidente sin dalle prime gare "classiche" che possiamo fare in FlatOut 4: Total Insanity, con vecchi bolidi arrugginiti e potenziati in piste tortuose tra foreste, deserti, laghi ghiacciati o zone urbane e rigorosamente piene di ostacoli. Il modello di guida ricorda moltissimo il secondo capitolo della saga e Ultimate Carnage: la base arcade si unisce a delle macchine dalla forte massa che sentono molto i dislivelli dell'asfalto, rischiando a ogni curva di ribaltarsi se si entra troppo forti. E buttate il fair play fuori dalla finestra: la strategia migliore per battere gli avversari è schiantarli, speronarli, guidarli contro un muro. Funziona, garantito!

Magari starete pensando: basta essere bravi e veloci, guidare pulito e si va a vincere facilmente, no? In FlatOut non è mai stato così. C'è infatti un sistema di nitro che premia la guida rischiosa visto che per guadagnarlo dobbiamo urtare gli avversari o distruggere lo scenario, e guidare senza di esso senza è un modo perfetto per farsi superare facilmente, vista la differenza di velocità che può dare. Ovviamente prendersi questi rischi può comportare dei fuoripista, dei ribaltamenti o enormi perdite di tempo: dovrete essere aggressivi ma non farvi prendere dalla foga, perché basta prendere un cordolo con troppa veemenza per volare fuori dal percorso e perdere tempo prezioso.

MX Video - FlatOut 4: Total Insanity

Procedendo nella modalità primaria di FlatOut, la Carriera, sono distribuiti dei premi in denaro alla fine di ogni coppa (consistente in gruppi di 3-6 gare); per ogni gara inoltre vengono dati premi aggiuntivi per il giro più veloce, il pilota più rissoso, chi ha maggiormente distrutto lo scenario e così via, nonché un ulteriore premio in denaro per ogni scontro con un altro pilota in base all'intensità. Accumulare soldi serve per potenziare la propria macchina in ogni area, dal cambio alla scocca, nonché comprare vetture più potenti per farcela nelle sfide più ostiche. Se nelle gare classiche solitamente può bastare l'abilità, nelle sfide speciali che si sbloccano arrivando sul podio nelle coppe serve ben altro.

Qui dobbiamo infatti affrontare sfide a tempo senza nitro e dove spesso il margine di errore è ridottissimo, quindi oltre a guidare con abilità serve avere anche un bolide ben potenziato, oppure dei veri e propri destruction derby dove oltre ad arrivare vivi alla fine conta anche distruggere più avversari possibile, o ancora delle gare classiche con la variante power-up, dove possiamo usare armi come dinamite magnetica, onda d'urto o mine esplosive. Anche queste sfide fanno guadagnare denaro, ma sono opzionali ai fini della Carriera: vedetele come delle prove per i più esperti, visto che qui spesso la difficoltà si alza molto.

FlatOut è sempre stato noto anche per i minigiochi, e questo capitolo della saga non è certo da meno. Anche qui troviamo delle macchine "da circo" che devono affrontare numerosi giochi all'interno di un'arena piena di spettatori. Qui lo scopo non è guidare bene o sconfiggere i nemici, ma far volare il pilota angolando il "tiro" in base all'obbiettivo datoci: far volare il pilota più in alto possibile, abbattere un castello fatto di giganteschi blocchi di legno stile Angry Birds e molto altro ancora. Qui oltre a puntare ai punteggi più alti per le ricompense maggiori potrete vedere anche gli sfidanti di tutto il mondo per capire quanto potete ancora migliorare.

Questi minigiochi arricchiscono la seconda modalità principale del gioco per quel che riguarda il single player, che si chiama, in maniera molto poco fantasiosa, FlatOut. Qui invece di gare classiche dobbiamo affrontare una serie di eventi con lo scopo di superare determinati punteggi. OItre ai folli minigiochi già menzionati troviamo qui anche dei destruction derby con l'aggiunta di power-up o delle gare dove si fanno punti distruggendo gli altri piloti o lo scenario. Qui non conta più battere gli avversari ma solo i punti, che vanno poi a determinare la medaglia ottenuta.

Naturalmente è tutto più divertente giocando contro amici e nemici in giro per il globo, e FlatOut 4: Total Insanity offre numerose opzioni per quel che riguarda il multiplayer. E' possibile affrontare ogni modalità, ogni pista, e modificare numerose opzioni per personalizzare l'esperienza - come ad esempio cambiare il livello di danni o aumentare il nitro, nonché cambiare il numero di giri o abilitare solo macchine specifiche. Manca purtroppo lo split screen per giocare in locale, ma per chi ha amici in casa è possibile giocare a turno ai numerosi minigiochi, dove ci si alterna con un controller singolo alla ricerca dei punteggi più alti.

Graficamente FlatOut 4: Total Insanity risulta abbastanza datato, assomigliando più ai titoli della scorsa generazione che questa, ma per contro il framerate risulta molto stabile anche quando la distruzione si fa notevole, con l'unico vero "pugno nell'occhio" rappresentato da un eccessivo aliasing eccessivo sugli oggetti in lontananza. Degna di nota anche la colonna sonora, che anche questa volta propone brani rock, punk e metal abbastanza potenti ed orecchiabili, memorabili e soprattutto atmosferici che ben si intonano con la distruzione di FlatOut. Sono presenti anche diverse band emergenti molto promettenti come i Beartooth e i Five Knives. Infine, capitolo localizzazione: FlatOut 4: Total Insanity è interamente tradotto in italiano, e gode di una traduzione di livello egregio.

Amore

Un FlatOut duro e puro

- FlatOut 4: Total Insanity rimane fedele ai concetti di base della serie, e non si direbbe che alla guida di questo progetto non ci siano più i finlandesi Bugbear ma i francesi Kylotonn. Il team parigino ha azzeccato alla perfezione il feeling di guida, la distruzione, gli scenari, le collisioni, i minigiochi e ricreato fedelmente ogni elemento che fece diventare i primi due FlatOut dei veri e propri cult dello scorso decennio. Quando una saga viene affidata ad un nuovo sviluppatore è difficile che rimanga fedele a sé stessa, ma qui il verdetto è chiaro: questo è innegabilmente FlatOut.

Un racer alternativo

- Di giochi di guida arcade ce ne sono, ma ciò che ha sempre contraddistinto FlatOut è il suo approccio originale con auto dalla forte massa che rendono estremamente tangibile ogni urto e dislivello della pista, con sospensioni molleggianti che rendono ogni dislivello, salto e ostacolo un vero pericolo. E' un feeling molto piacevole e unico che tiene sempre il giocatore sul filo del rasoio quasi fosse un titolo di rally.

Distruzione tattica

- Le piste di FlatOut 4: Total Insanity non risultano piene di oggetti sparsi per i livelli come nei vecchi capitoli, ma la distruzione resta comunque folle: ogni elemento ha comportamenti realistici e tutti gli oggetti rimangono in pista fino alla fine della gara. Abbattete un muro di gomme? Le troverete ancora sparse a fare da ostacolo. Volete aprirvi una nuova strada? Magari quei recinti nascondono una scorciatoia, ma inevitabilmente quelli dietro di voi lo vedranno bene. La già citata fisica "tosta" del titolo rende rischioso andare a mille contro tutti questi ostacoli, perché si rischia di perdere più tempo di quanto si guadagna, ma è anche vero che questi urti ci permettono di guadagnare nitro, quindi bisogna essere abili a sfruttare al meglio tutte le possibilità offerte dalle piste.

Minigiochi sempre più folli

- Un'altra peculiarità della saga di FlatOut sono i minigiochi: qui il giocatore deve far volare il pilota dall'abitacolo in sfide di ogni genere in sfide come il salto in alto, o versioni "umane" di bowling, golf, beer pong e biliardo. Il tutto affrontabile anche in modalità party, dove tanti giocatori in locale possono passarsi il controller mano per tentare di battere i punteggi degli altri. Una modalità decisamente pazza e spassosa.

Riparti subito

- Sembrerà una piccolezza, ma fin troppi giochi di guida offrono caricamenti anche abbastanza lunghi qualora si decida di ricominciare una gara. Non è il caso di FlatOut 4: Total Insanity, dove è possibile ritornare istantaneamente alla griglia di partenza con il circuito completamente resettato, senza caricamenti o attese. Persino la canzone in corso procede come se niente fosse, a differenza di molti altri titoli. E vista le difficoltà date dal sistema di guida e dalla fisica, questa è una feature molto comodo per ricominciare quando vediamo che le cose non stanno andando come desiderato.

Contenuti a volontà

- Nel titolo di Kylotonn i contenuti non mancano. Se le piste e le macchine non sono tantissime, le loro varianti offrono comunque una buona diversità. Ma soprattutto parliamo delle modalità di gioco, davvero tantissime: gare classiche, coi power-up, i destruction derby, le gare speciali con regole alternative, i numerosi minigiochi... tutto (o quasi) affrontabile anche online, con i minigiochi che offrono anche un'ottima alternativa in multiplayer locale. Come se non bastasse, per le partite online è possibile modificare ogni parametro aumentando per esempio il nitro o diminuendo la resistenza delle macchine, rendendo così le gare ancora più distruttive e caotiche. Per chi apprezza questo tipo di giochi, FlatOut 4: Total Insanity potrebbe diventare un titolo da giocare per mesi.

Odio

Poca fantasia

- Come già detto e ribadito, i ragazzi di Kylotonn hanno saputo replicare perfettamente il feeling dei primi FlatOut, forse anche troppo. La guidabilità e la fisica sono praticamente identici a prima, gli scenari tutti ispirati a cose già viste, molti i minigiochi sono uguali o simili a quelli vecchi, c'è il ritorno di diverse piste classiche... si fa fatica a trovare elementi davvero nuovi. Le poche modifiche nel gameplay non sono particolarmente rilevanti e le modalità nuove sono per lo più meno riuscite di quelle vecchie, come le gare coi power-up che non sono così divertenti come suonano. Si sarebbe potuto osare di più.

Reperto del passato

- Chiudiamo un'occhio su una grafica non all'avanguardia, ma è innegabile che i giochi di guida arcade si siano evoluti dall'uscita del primo FlatOut. E le coppe da poche gare dove fare il punteggio più alto, i tracciati brevi, e l'assenza di sistemi "moderni" come il rewind, lo split screen o la visuale dall'abitacolo fanno sembrare FlatOut 4: Total Insanity fin troppo ancorato al passato. Una manna dal cielo per i nostalgici, ma non certo al passo coi tempi.

Tornano anche i difetti

- Nel ricalcare tutti gli elementi principali dei titoli classici, FlatOut 4: Total Insanity si porta dietro anche ogni difetto dei vecchi episodi, come la ripetitività delle piste che tornano più volte nelle varie coppe e la troppa similitudine alla guida tra una macchina e l'altra. Per non parlare della fisica: molto curata, per carità, ma con tutti i dislivelli e gli oggetti sparsi per la pista basta sfiorare un paletto ad alta velocità per finire fuori pista perdendo la gara.

Tiriamo le somme

FlatOut 4: Total Insanity, nel bene e nel male, è ciò che sarebbe dovuto essere FlatOut 3, ricalcando in maniera molto riuscita, ciò che ha funzionato nei primi due capitoli della saga. Distruzione a non finire, sportellate violente, una guidabilità pesante, un'attitudine rock, minigiochi pazzi e molto altro risuciranno a divertire sia i fan della saga che i nuovi arrivi. Peccato solo che questo si porti dietro anche alcuni dei punti deboli della saga ed una grafica non proprio al passo coi tempi; ma se come me avete atteso per un decennio il vero ritorno di FlatOut ne sarete ampiamente soddisfatti. Ed anche se non avete mai giocato ad un titolo della serie, potreste rimanere molto sorpresi dall'approccio "alternativo" che il titolo propone agli amanti di racing arcade.
8.0

c Commenti (3)

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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