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The Escapists: The Walking Dead

Recensione - The Escapists: The Walking DeadXbox One DigitalGame

Con l’imminente uscita novembrina su Fox della sesta stagione di The Walking Dead, Mouldy Toof Studios ci propone un’ennesima rivisitazione del simulatore d'evasione The Escapists, divagando stavolta sul tanto inflazionato filone zombesco. Che gli appassionati di zombie abbiano finalmente trovato cervel… ehm... pane per i loro denti? Scopritelo nella nostra recensione di The Escapists: The Walking Dead.

Il Gioco

Rieccoci a parlare di The Escapists, l’ultima fatica videoludica di Mouldy Toof Studios che, dopo le due espansioni Alcatraz e Escape Team con The Escapists: The Walking Dead torna in una veste inedita e in formato stand-alone, mettendoci stavolta nei sudaticci panni dello sceriffo Rick Grimes, il leader del gruppo di sopravvissuti di The Walking Dead. Questa nuova avventura ci vede infatti rivivere le peripezie del manipolo di disgraziati, capeggiati da Rick, alla costante ricerca di un luogo sicuro in cui sopravvivere. Il titolo è basato sul fumetto che ha dato vita alla famosa serie TV, ed alza il sipario proprio all’inizio della storia in cui il povero protagonista si risveglia in un ospedale deserto dopo anni di coma.

Come avrete intuito, le meccaniche del gioco stavolta non si basano sull’evasione ma sulla sopravvivenza: fatta eccezione per il breve prologo che ci vede impegnati a fuggire dall’ospedale infestato di zombie, The Escapists: The Walking Dead pone subito l’accento sulle dinamiche che diverranno i pilasti del gameplay come il teamwork e il crafting. Una volta giunti al secondo livello, ambientato nella fattoria dei Greene, inizia il vero calvario del giocatore che lo accompagnerà per il resto dell’avventura. In qualità di leader, Rick dovrà svolgere tutta una serie di attività alla base della vita sociale del gruppo: dovrà svegliarsi al mattino ed effettuare un briefing alla comunità, presenziare ai pasti comandati e portare a termine i compiti a lui assegnati come ad esempio curare l’orto, lavare i panni sporchi o procurare materie prime utili. I singoli membri del gruppo potranno sottoporgli anche delle piccole missioni secondarie che lo vedranno impegnato nella ricerca di oggetti smarriti oppure nella fabbricazione di armi o utensili, mediante l’apposito editor già visto in The Escapists. Ogni area delle cinque presenti nel gioco (quattro a dire il vero, se si esclude l’ospedale del prologo) propone una missione principale da portare a termine con comodo, che permette di passare al livello successivo. Questo escamotage ci terrà impegnati a lungo durante le 6-8 ore necessarie a completare il titolo.

Ad esempio nella fattoria di Hershel Greene avremo il compito di ripulire il granaio e l’intera area circostante dalla minaccia degli zombie. Per farlo, però, dovremo armarci di tutta la pazienza e la perseveranza possibili, perché in The Escapists: The Walking Dead la fretta è cattiva consigliera e conduce a morte sicura. Per sopravvivere e portare a termine i propri incarichi, Rick e il suo gruppo avranno bisogno di armi, tante armi, e per procurarsele è necessario rovistare ovunque alla ricerca di oggetti utili da combinare per crearne di nuove. Sparsi nei vasti scenari di gioco troveremo zaini abbandonati, scrivanie, cassettiere e armadi da saccheggiare a piacimento, a patto di tenere sempre occhi e orecchie ben aperti per evitare spiacevoli incontri con non-morti. Nella migliore delle ipotesi, le nostre ricerche potranno portarci a racimolare un’arma da fuoco e qualche proiettile, mentre nella peggiore troveremo solo cianfrusaglie. Talvolta ci imbatteremo anche in alcune note che ci daranno la possibilità di creare nuovi oggetti o armi assemblando quelli in nostro possesso, fattore che rappresenta un’altra meccanica imprescindibile del gioco. Ad esempio, mettendo assieme un ciocco di legno, una corda e una roncola potremo creare un arpione, utile per difenderci. Ci sono un’infinità di oggetti e armi da creare, il limite è solo la vostra fantasia.

Come accennavo prima, oltre al crafting compulsivo, una delle meccaniche alla base dell’esperienza di The Escapists: The Walking Dead è il gioco di squadra. Infatti, a differenza del titolo principale in cui impersonavamo un anonimo carcerato solitario, qui avremo bisogno del supporto quasi costante del nostro team e per questo motivo, oltre a vendere cara la nostra pelle, dovremo provvedere anche ai bisogni di tutta la comunità, fornendo ai nostri amici armi e munizioni, badando bene che nessuno resti ferito o ucciso pena il game over. Le missioni principali di tutte le aree presenti nel titolo hanno come comune denominatore l’assalto di una determinata area e l’eliminazione delle minacce presenti, obiettivi che potremo portare a termine solo dopo esserci armati ed equipaggiati a dovere, questo vale sia per Rick che per il suo gruppo. Ogni personaggio presente in The Escapists: The Walking Dead ha a disposizione delle statistiche di forza fisica, velocità e intelligenza, tutti parametri che possono essere modificati mediante lo svolgimento di attività secondarie. Ad esempio per migliorare la nostra intelligenza potremo leggere libri, mentre per diventare più forti e veloci, potremo dedicarci a sessioni di workout in palestra. L’accrescimento dei parametri ci renderanno degli obiettivi più difficili da inseguire e da buttare giù, mentre una maggiore intelligenza ci permetterà di creare oggetti e armi sempre nuovi.

Amore

Crafting che passione!

- The Escapists: The Walking Dead, proprio come il suo predecessore, propone delle meccaniche di raccolta di oggetti a tratti compulsiva. Queste dinamiche di crafting ci permettono non solo di sviluppare nuove armi e oggetti utili alla difesa del protagonista e del suo gruppo, ma ci spingeranno anche all’esplorazione degli ampi scenari di gioco. Passeremo moltissimo tempo a raccogliere oggetti e materie prime per nostro conto o per i nostri amici, al fine di creare l’equipaggiamento indispensabile a portare a termine la missione principale presente in ogni area in cui si svolge il gioco.

Si vive insieme, si muore da soli

- Altra meccanica alla base dell’esperienza del titolo è il gioco di squadra. Sebbene la raccolta e lo sviluppo di oggetti prediliga l’esplorazione solitaria impreziosita da una minima dose di stealth, la vera forza di The Escapists: The Walking Dead risiede nella cooperazione col gruppo di sopravvissuti. In qualità di leader del team sarà nostro compito supportare i comprimari tanto in battaglia quanto nelle piccole attività quotidiane, e presenziando ai pasti comandati. Il tutto viene scandito dall’orologio di Rick visibile in alto sullo schermo, che lo ragguaglierà costantemente sugli incarichi da portare a termine per tenere vivo lo spirito di squadra.

Odio

Una trasposizione forzata

- Per quanto abbia apprezzato lo sforzo degli sviluppatori di trasporre l'opera di Kirkman in una veste videoludica tanto ricca di cose da fare, ho trovato questa rivisitazione piuttosto forzata. Purtroppo il gioco non pone minimamente l’accento sulla trama o i suoi personaggi, dando per scontato che il giocatore già le conosca, raccontando in modo sbrigativo le vicende della serie TC attraverso delle vignette poste all’inizio e alla fine di ogni capitolo e riproponendo le stesse meccaniche già viste in The Escapists del quale sembra essere, senza troppi mezzi termini, una sorta di copia/incolla. Infatti, nonostante le nuove dinamiche di gioco di squadra e la presenza inedita degli zombie, il titolo è identico ai suoi predecessori (compresa la noia e la frustrazione che ben presto fanno la loro comparsa) e non offre nulla di davvero nuovo.

Tiriamo le somme

The Escapists: The Walking Dead è un titolo dal sapore atipico. Se lo si considera solo come lo spin-off della saga di The Escapists, si potrebbe anche arrivare ad apprezzarne le novità introdotte in quanto a meccaniche di gameplay e alla presenza - finalmente - della localizzazione italiana dei testi. Se invece lo si guarda più in dettaglio con gli occhi di un fan di The Walking Dead, si resta piuttosto delusi da una trasposizione videoludica appena abbozzata e con evidenti forzature narrative, che a tratti sa anche essere soporifera e frustrante, per di più venduta ad un prezzo elevato. A meno che non siate inguaribili appassionati del fumetto o della serie TV, passate oltre.
7.0

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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