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Layers of Fear (2016)

Layers of Fear - provato in Game Preview

Gli appassionati dei videogiochi horror hanno avuto non poche soddisfazioni in questi anni. L'agghiacciante Outlast, il sorprendente P.T. di Kojima e Del Toro, il fenomeno indie Five Nights at Freddy's e molto altro ancora hanno mostrato lati diversi della paura e del terrore, unendo misteri affascinanti a spaventi micidiali. Layers of Fear (2016), da poco disponibile in Game Preview su Xbox One, vuole alzare l'asticella mettendo il giocatore nei panni di un pittore che sta impazzendo in seguito a delle tragedie personali, con la sua immensa casa che diventa un vero e proprio teatro degli orrori dove il giocatore riscoprirà man mano cosa l'ha spinto fino a questo punto; scopriamo insieme cosa ci offre questa versione d'anteprima del titolo.
Layers of Fear (2016) si presenta fin da subito come un titolo immersivo. Si gioca in prima persona con una visuale che non rimane mai ferma grazie al leggero ma costante movimento della testa del protagonista (disattivabile nelle impostazioni, per chi non gradisce questa particolarità). Si è soli dentro la sua casa, al buio, e ci si ritrova ad esplorare ogni angolo della casa. E' buio, ma ci sono interruttori della luce ad illuminare la casa che sembra risalire al diciannovesimo secolo, con tanto di mobili d'epoca, lampadari antichi e molto altro ancora. Il titolo sembra essere ambientato nei primi anni del '900, ma non ci sono troppi riferimenti al riguardo. Una particolarità che si nota subito è la grandissima interattività degli scenari: pressoché ogni armadio, cassetto o mobile può essere aperto ed ispezionato, con tanti oggetti osservabili più da vicino (grazie a una comoda visualizzazione 3D dei modelli è possibile ruotarli in qualunque modo). Si incontrano una marea di stanze o cassetti che non contengono nulla, ma l'esplorazione la fa comunque da padrona perché non si sa mai dove possa celarsi qualcosa di utile, sia ai fini dell'avanzamento nella storia sia qualcosa di opzionale, come lettere o ritagli di giornale.

Buona parte della trama infatti viene raccontata attraverso queste informazioni, spesso non facili da trovare in mezzo alla mole di mobili e oggetti, ma sono vitali per capire cos'ha portato il protagonista a perdere il senno tra tragedie, litigi, fallimenti e molto altro ancora. E all'inizio tutto pare discretamente normale: il buon utilizzo del motore grafico Unity, l'ottimo stile artistico e la splendida immersione della visuale in soggettiva molto naturale offrono un'atmosfera intrigante in questa casa d'altri tempi, che con una luce mai eccessiva, quadri spesso e volentieri inquietanti e rumori molesti di una tempesta violenta già così rischiano di far venire attacchi d'ansia ai deboli di cuore. Inizia con queste premesse l'avventura vera e propria, con il protagonista che deve trovare le chiavi per il suo studio spingendo il giocatore ad esplorare a fondo la casa. Fin da subito si vanno a notare temi ricorrenti: i quadri inquietanti, gli specchi rotti o appannati che non permettono di vedere il proprio aspetto (uno dei tanti collegamenti a Il Ritratto di Dorian Gray, libro a cui Layers of Fear (2016) si ispira particolarmente), un'abbondanza di bottiglie di alcool... lo scenario che si materializza davanti ai nostri occhi inizia ad avere un senso, ma ancora per poco.

Ben presto, infatti, la situazione inizia a sfuggire di mano al protagonista. Con trucchi simili a P.T. e The Stanley Parable, infatti, il gioco inizia a creare situazioni materialmente impossibili che faranno dubitare della sanità mentale del personaggio, nonché del videogiocatore stesso. Oggetti o muri che si spostano o cambiano mentre il giocatore non sta guardando, porte che in un momento racchiudono una stanza e il momento dopo qualcosa di totalmente diverso, apparizioni misteriose... più volte ci si chiederà se ciò che si ha davanti ai propri occhi fosse lì già da prima o se sia apparso successivamente. Il gioco presenta anche qualche jumpscare (gli eventi improvvisi pensati per spaventare violentemente lo spettatore) minore, ma non è questo il metodo principale di Layers of Fear (2016) per creare terrore. Esso è diffuso con l'ambientazione, i cambiamenti dello scenario, nonché con l'utilizzo sapiente dei temi chiave del titolo: i quadri del pittore impazzito.

Come già menzionato, i quadri da subito si mostrano inquietanti e possono creare un forte senso di disagio, ma più volte il loro contenuto muta in base agli eventi, spesso addirittura facendo materializzare i loro contenuti all'interno di qualche zona della casa. L'edificio stesso sembra seguire regole tutte sue: la sua forma può cambiare, la disposizione delle stanze stavolgersi e quando ci si ritrova in posti già incontrati non è mai niente com'era l'ultima volta. Il punto centrale è comunque lo studio del pittore, dove c'è la tela di un lavoro incompiuto, nonché modelli di ogni tipo (bambole soprattutto), attrezzi da lavoro e molto altro ancora. Questa stanza è dove ci si ritroverà più spesso nel corso dell'avventura, e la spirale di pazzia in cui il protagonista si va ad infilare la si può osservare benissimo in questo luogo, vedendo come ogni passaggio lì sia più cupo, bizzarro e inquietante del precedente.

E' molto difficile descrivere al meglio un gioco come Layers of Fear (2016), perché rivelarli vorrebbe dire rovinare le sorprese ai giocatori; il titolo comunque in quasi tutte le fasi prende la mano del giocatore e lo porta dove vuole, modellando la casa per creare un percorso senza il rischio di smarrirsi. E' possibile esplorare e scoprire segreti, ma complessivamente il design del titolo offre una progressione lineare, dove spesso ci si trova a chiedersi cosa stia succedendo ma difficilmente bloccandosi in enigmi complessi o labirinti. L'esplorazione e i puzzle sono limitati e bilanciati, offrendo comunque un costante senso di progresso ai giocatori, ma la sicurezza non è mai tanta, perché lo spavento può arrivare anche quando ci si crede al sicuro da tutto.

Layers of Fear (2016) è ancora in Game Preview e infatti pare sia circa al 70% del completamento; acquistandolo vi garantite comunque il diritto di ricevere la versione finale, quando uscirà, senza alcun costo aggiuntivo. La community è chiamata ad offrire le proprie opinioni su quanto visto perché gli sviluppatori possano migliorare l'esperienza di gioco, per rifinire al meglio ambientazione, atmosfera, trama e gameplay. Anche la trama risulta ancora incompleta: a circa due terzi del gioco infatti il tutto si interrompe piuttosto bruscamente, ed è un vero peccato, perché quanto si è visto è inquietante, intrigante e affascinante. Soffre ancora di un po' di problemi tecnici, come per esempio un frame-rate ballerino dato dal gran numero di elementi a schermo, ed inoltre il gioco è interamente in inglese - altro aspetto che possiamo sperare subisca un cambiamento per quando uscirà la versione completa. In ogni caso, già per quello che offre adesso, Layers of Fear (2016) è uno dei titoli horror più sorprendenti, paurosi, atmosferici e immersivi degli ultimi anni, e non vediamo l'ora di saperne di più nei prossimi mesi!

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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