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Thief - provato all'E3

Nonostante il bailamme di luci, suoni e colori dell’E3, siamo riusciti a ricavarci un po’ di relax nell’area VIP di Square Enix dove, tra un caffè e una fetta di torta, abbiamo potuto provare a porte chiuse il reboot della saga di Thief attualmente in sviluppo presso Eidos Montreal e in uscita nel 2014 sia sulle console di attuali che su quelle di prossima generazione. Curiosi di saperne di più? Leggete la nostra anteprima!
Il proverbio cita: “l’occasione fa l’uomo ladro” e in effetti così mi sono sentito quando gli sviluppatori, dopo una già esaustiva presentazione del gioco, ci hanno accolti nella saletta privata dove abbiamo potuto testare le potenzialità del titolo con tutta calma. Thief è il reboot di una delle saghe storiche del genere stealth, nata su PC nel 1998. Il protagonista è Garrett, un ladro scaltro in cerca di vendetta che si troverà a fronteggiare un sovrano senza scrupoli che ha reso poveri e affamati i cittadini del suo paese natale. Iniziamo la nostra prova proprio all’interno delle mura del castello del malvagio barone con la missione di raggiungere una camera segreta per rubare un gioiello chiamato Cuore di Leone. Ci troviamo quindi avvolti dalle tenebre di una notte fredda e nebbiosa, ben nascosti dagli sguardi vigili delle guardie che perlustrano la zona e da quelle che chiacchierano pigramente al calore dei focolai. Come in un perfido gioco a nascondino, ci facciamo silenziosamente strada arrampicandoci sulle colonne di pietra e raggiungiamo una guardia che passeggia da sola fischiettando. La mettiamo a nanna in men che non si dica saltandogli addosso da un pilone e tramortendola con un pugno ben assestato al volto, dopodiché ne occultiamo il corpo privo di sensi nell’oscurità delle fronde del giardino. Guadagniamo terreno verso le porte della magione sfruttando l’abilità di scatto di Garrett che gli permette anche da accovacciato di passare dinamicamente tra un anfratto buio e l’altro, minimizzando la possibilità di essere individuato.

Ogni riparo oscuro è buono per nascondersi dalle guardie, ma a volte è necessario ricorrere all’inseparabile arco del protagonista per creare dei diversivi. Garrett infatti è munito di frecce su cui è possibile applicare delle punte dalle molteplici funzionalità: nell’arsenale del protagonista infatti troviamo frecce classiche, infuocate per appiccare incendi, cariche d’acqua per spegnere torce o fiaccole, e frecce dalla punta piatta per fare rumore e distrarre o addirittura tramortire i nemici. Da ladro esperto, Garrett dispone anche dell’abilità focus che permette non solo di evidenziare i nemici ed eventuali trappole, appigli o oggetti utili su schermo, ma anche di assisterci in battaglia al fine di realizzare delle uccisioni istantanee sia con l’arco che all’arma bianca. E proprio parlando di cappa e spada bisogna puntualizzare che Thief, pur avendo una struttura di gameplay piuttosto versatile, premia soprattutto i giocatori che lo approcciano in maniera stealth, completando le missioni senza farsi mai scoprire e ricorrendo solo ad attacchi non letali. Questo perché Garrett - così puntualizzano i ragazzi di Eidos - a differenza dei suoi lontani cugini incappucciati made in Ubisoft, non è un assassino bensì un ladro e non dispone della resistenza fisica o di un arsenale tali da fronteggiare e sbudellare agilmente orde di soldati nemici armati fino ai denti. Questo non significa che i combattimenti dovranno essere evitati, al contrario! Risultano anche piuttosto appaganti, complice soprattutto la modalità focus che permette di individuare i punti deboli del nemico e di realizzare kill istantanee molto spettacolari. I suddetti punti deboli appariranno solo dopo che il protagonista avrà parato con successo un colpo avversario: a questo punto il tempo rallenterà automaticamente in stile bullet time e vedremo apparire dei cerchi in prossimità della testa, del collo e dei principali organi vitali del nostro nemico. Avremo poco tempo per selezionare con il mirino uno di questi cerchi che si restringeranno più o meno velocemente e far fuori così il malcapitato con un’uccisione coreografica.

Una volta entrati all’interno della magione del barone, stando ben attenti a non destare i cani da guardia che riposano nelle gabbie sparse qua e là nel cortile del castello, scegliamo deliberatamente di risparmiare alcune guardie di ronda nei corridoi, ma di certo non riserviamo lo stesso trattamento di favore ai loro borselli: infatti tra le abilità di ladro di Garrett c’è ovviamente quella del borseggio che gli permette non solo di sfilare denaro e preziosi alle sue ignare vittime, ma anche di procurarsi chiavi o oggetti speciali per proseguire nel gioco o raggiungere zone altrimenti inaccessibili. All’interno delle stanze del barone, arredate in pomposo stile barocco, ci cimentiamo in un’altra delle abilità di Garrett: lo scassinamento. Durante il gioco ci troveremo ad aprire parecchie porte o finestre chiuse, e per farlo potremo scegliere di forzarle con il nostro piede di porco, rimedio veloce ma piuttosto rumoroso, oppure potremo optare per una maggior discrezione mettendo mano al nostro kit da scassinatori. Per aprire una porta è necessario far scattare tre o più meccanismi all’interno del tamburo della serratura, facendo ruotare lentamente gli stick analogici. A guidarci nell’impresa c’è la vibrazione del pad che ci suggerisce quanto siamo vicini ai meccanismi da sbloccare. E’ possibile anche scassinare una serratura avvalendosi dell’abilità focus: così facendo il nostro occhio mentale viene proiettato direttamente all’interno della serratura, svelandoci la sezione di tamburo in cui dobbiamo forzare i singoli meccanismi per aprire la porta.

Una volta all’interno della camera chiusa a chiave, Garrett realizza di essere vicino alla camera in cui è custodito il Cuore di Leone, a quel punto ci basta utilizzare il focus per renderci conto di essere effettivamente in prossimità di una porta celata da un meccanismo segreto. Per scovare questo meccanismo posizioniamo le mani del protagonista sul quadro attaccato alla parete sospetta e le lasciamo scivolare lungo la cornice, fino a trovare un pulsante che ci apre la porta celata. Davanti ai nostri occhi si palesa una cripta di modeste dimensioni contenente un grosso scrigno di pietra. Il suddetto scrigno è l’unico ostacolo che ci divide dal Cuore di Leone, ma per compiere la nostra missione bisogna trovare il modo di violarlo. Analizziamo per bene il pesante involucro di pietra e notiamo la presenza di meccanismi cilindrici posti alle sue estremità. Non avendo ulteriori indizi in merito, ci affidiamo alla funzione focus che ci proietta all’interno dello scrigno attraverso delle crepe in prossimità dei cilindri. In questo modo comprendiamo il funzionamento delle due serrature dello scrigno, sbloccabili facendo passare un flusso di luce attraverso dei fori scolpiti sui cilindri da ruotare. Una volta risolto il puzzle, lo scrigno si schiude rivelandoci finalmente il suo contenuto: il Cuore di Leone. Intascato l’agognato bottino, scocchiamo una delle nostre frecce speciali munite di corda verso il lucernaio della cripta e ci dileguiamo nel silenzio della notte.

Le mie aspettative su Thief erano ben riposte: il titolo è molto valido e restituisce molto bene l’emozione di essere un predatore nascosto nel buio. E’ stato appagante celarsi nelle tenebre e neutralizzare i soldati nemici uno ad uno creando diversivi a volte piuttosto fantasiosi per distrarli e metterli KO. Anche la sensazione di libertà d'azione è molto evidente, infatti il team di sviluppo ci ha confermato che ogni missione potrà essere portata a termine intraprendendo percorsi più o meno pericolosi e sorvegliati e in cui verranno proposti puzzle ambientali differenti. Sebbene apparentemente il titolo non sia munito di un comparto tecnico da far gridare al miracolo o che valorizzi particolarmente il passaggio generazionale di hardware, alcuni momenti del gioco offrono un impatto davvero incredibile. Ad esempio durante la sessione giocata dagli sviluppatori ho assistito alla fuga rocambolesca di Garrett da un castello in fiamme ed era impressionate vedere come alcune strutture collassassero credibilmente in mille pezzi a pochi metri da lui o addirittura sotto i suoi piedi, inducendolo di volta in volta a cercare vie di fuga alternative per non rimanere schiacciato dalle macerie.

Parlando del gameplay, durante la mia prova i comandi si sono rivelati tutti puntuali e relativamente intuitivi anche se sarà necessaria un po’ di pratica e forse contemplare anche qualche “game over” prima di padroneggiare con dovizia la generosa quantità di abilità di Garrett, specie se non si è pratici del genere stealth.

Quanto visto e provato di Thief riesce in definitiva a convincere, presentandosi come un'ottima avventura per gli amanti del genere stealth: speriamo di avere ulteriori occasioni per darvi altre impressioni sul gioco, prima dell'inevitabile recensione quando il titolo uscirà l'anno prossimo.

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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