MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Mandragora: Whispers of the Witch Tree

Recensione - Mandragora: Whispers of the Witch TreeXbox Series X | S DigitalGame

A poco più di tre anni dall’annuncio ufficiale, durante i quali il nome del gioco si è arricchito di un lungo sottotitolo, il nuovo ambizioso progetto di Primal Game Studio Mandragora: Whispers of the Witch Tree è finalmente approdato sulle nostre console. Riuscirà questo promettente ibrido tra metroidvania e souls-like a ritagliarsi uno spazio nell’affollato panorama attuale dei titoli d’azione? Scopriamolo nella nostra recensione.
img

Il Gioco

Mandragora: Whispers of the Witch Tree è un action-RPG a scorrimento in 2D che miscela elementi provenienti da vari generi, in primis quello dei metroidvania e quello dei souls-like. Nel gioco vestiamo i panni di un Inquisitore al soldo del temuto Re Sacerdote, attuale governante della Città Scarlatta. Dopo che il nostro alter-ego uccide una strega che il leader stava deliberatamente torturando di fronte alla folla per estorcere delle informazioni ritenute fondamentali, il regnante gli affida la pericolosa missione di andare in caccia di un’altra strega, avvistata recentemente nei dintorni della città di Wickham. L’inquisitore non ha altra scelta che accettare l’incarico, ma appena esce dal palazzo una voce misteriosa inizia a sussurrargli nella mente frasi poco comprensibili. Ben presto, scopriamo che la voce è in qualche modo collegata a una misteriosa energia trasferitasi dalla strega al protagonista proprio quando quest’ultimo ha inferto il colpo mortale, e che il Re Sacerdote non ha messo il proprio sottoposto a conoscenza delle vere motivazioni alla base della caccia alle streghe.

MX Video - Mandragora: Whispers of the Witch Tree

Inizia così il lungo viaggio dell’Inquisitore nel mondo di Mandragora: Whispers of the Witch Tree, che nelle circa 35/40 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda, vede il protagonista esplorare varie regioni e località dell’universo di gioco, dapprima in cerca della strega e poi di una verità che viene rivelata progressivamente al giocatore attraverso una trama lineare ma ben scritta, in grado di risultare interessante per tutta la durata dell’avventura e raccontata tramite varie scene di intermezzo, numerosi dialoghi e anche qualche elemento di contorno presente nelle ambientazioni. Alla base di tutto troviamo un sistema di controllo tradizionale, che permette di esplorare con buona libertà un mondo di gioco inaspettatamente esteso e interconnesso. Inizialmente non potremo infatti accedere a tutte le aree o raggiungere tutti i luoghi, ai quali dovremo tornare in un secondo momento. In molti casi saremo infatti limitati dalla trama, mentre in altri sarà necessario trovare l’interruttore corretto per attivare un meccanismo, acquisire la giusta abilità, come quella di eseguire un doppio salto o sfondare alcuni pavimenti, o un accessorio, come il rampino.

Nel corso dell’avventura, l’Inquisitore si trova ad attraversare città, palazzi, sotterranei, prigioni, rovine, foreste, paludi e molte altre zone, tutte però accomunate dagli effetti nefasti causati dall’Entropia. L’Entropia è un’energia oscura proveniente da un’altra dimensione e che, in seguito a un evento catastrofico avvenuto molti anni prima rispetto alle vicende narrate in Mandragora: Whispers of the Witch Tree, ha iniziato a fluire nel mondo del gioco attraverso delle brecce. L’Entropia infetta tutti gli esseri viventi trasformandoli in creature pericolose ed assetate di sangue, dando vita a un ampio ventaglio di creature da affrontare nel corso dell’avventura, alle quali si sommano poi banditi, fuorilegge e altre figure che incrociano il proprio destino con quello del protagonista durante il suo viaggio. Per sopravvivere, l’Inquisitore deve fare affidamento sulle sue abilità, che dipendono per la stragrande maggioranza dalla classe selezionata prima di avviare il titolo. Al momento in Mandragora: Whispers of the Witch Tree sono presenti 6 classi differenti, ovvero Avanguardia, specializzata nei combattimenti all’arma bianca, Tessifiamma, rinomati per la padronanza del fuoco, Ammaliatore, addestrati nell’uso delle reliquie del Caos, Ombra Notturna, assassini spietati in grado di utilizzare due lame contemporaneamente, Guardiano Selvatico, un particolare gruppo di guerrieri in grado di sfruttare le forze naturali a loro vantaggio e Giudicatore, individui capaci di brandire le speciali reliquie astrali. Ognuna di queste classi predilige un certo tipo di approccio e, a seconda della situazione, potrebbe o meno avere accesso ad armi o parti di equipaggiamento specifiche.

img
La classe influisce inoltre sulle statistiche iniziali e, soprattutto, sullo skill-tree di crescita al quale può accedere il personaggio. Ogni classe dispone infatti di un proprio percorso di crescita suddiviso in classici nodi da sbloccare utilizzando punti abilità, che si ottengono a ogni aumento di livello. La maggior parte dei nodi corrisponde a un incremento di una specifica statistica, che poi si ripercuote sulle varie caratteristiche, mentre in alcuni casi i nodi permettono di sbloccare nuove abilità, attive o passive. Per salire di livello, proprio come accade nei titoli souls-like, bisogna recarsi presso specifici punti, chiamati Pietre della Strega, e consumare l’essenza accumulata fino a quel momento uccidendo nemici e completando missioni.

Fino al livello 25, la progressione è limitata allo skill-tree corrispondente alla classe scelta, mentre dopo questa soglia è possibile spendere punti anche nelle altre classi, così da creare sottoclassi o build ibride. La maggior parte delle abilità attive può poi essere migliorata o modificata, generalmente aggiungendo effetti secondari, consumando una particolare risorsa, conosciuta come Essenza Entropica. Questa risorsa si ottiene principalmente esplorando le brecce entropiche, ovvero delle piccole porzioni di realtà parallela alle quali è possibile accedere da veri e propri squarci presenti nelle ambientazioni. Ognuna di queste brecce offre una sfida diversa che va dallo sconfiggere serie di nemici ad affrontare boss unici, passando per corse contro il tempo o per la “semplice” ricerca del percorso giusto per uscirne. Ad accomunare l’esperienza all’interno delle brecce è la necessità di possedere una speciale lanterna, che ci verrà donata da un NPC a un certo punto del gioco e che permette di sopravvivere per un breve lasso di tempo nella dimensione parallela. Esaurito questo tempo, il protagonista inizia a subire danni sempre più ingenti, che nella maggior parte dei casi lo fanno finire al tappeto con conseguente rinascita davanti all’ingresso della breccia.

img
La stessa lampada può essere poi potenziata utilizzando l’essenza e le radici di Mandragora che si trovano sparse per il mondo di gioco, così da aumentare il tempo di permanenza all’interno delle brecce, diminuire i danni subiti e così via. In aggiunta a tutto questo, il giocatore può poi contare sul supporto di 6 diversi NPC, che nel corso dell’avventura si uniranno alla sua carovana presso il leggendario Albero della Strega, dando vita a un vero e proprio hub centrale. Ogni NPC è infatti specializzato in uno specifico ambito: c’è il fabbro, l’alchimista, il gioielliere, il cuoco, ecc. Ognuno di questi personaggi non solo vende delle merci specifiche ma offre dei servizi extra, tipicamente legati alla creazione di materiali o parti di equipaggiamento. Tutte queste attività sono direttamente vincolate al livello raggiunto dai singoli NPC, che accumulano esperienza ogni qualvolta acquistiamo qualcosa da loro, sia esso un prodotto o un servizio, e grazie a specifici schemi che è possibile raccogliere durante l’esplorazione.

Esplorando e sconfiggendo i nemici si raccolgono poi una grande quantità di materiali differenti, che possono poi essere consumati per chiedere ai vari artigiani di creare pozioni di vario tipo, piatti in grado di garantire bonus per periodi prolungati, parti di equipaggiamento, consumabili vari e molto altro. Tra i vari NPC ne troviamo poi uno in grado di decifrare i frammenti di mappa trovati durante l’esplorazione, così da rendere più chiara e dettagliata la mappa del mondo di gioco, e uno in grado di incantare armi ed armature grazie all’ausilio di particolari rune. Una volta accolto nel gruppo l’alchimista, si ottiene poi la possibilità di coltivare varie tipologie di piante in una sorta di orto virtuale. Oltre alla missione principale, il gioco mette inoltre davanti al giocatore una lunga serie di incarichi opzionali e alcune taglie, tramite cui si possono ottenere oggetti bonus, equipaggiamento unico, essenza extra e anche qualche credito da spendere presso i vari venditori.

img
Non fatevi però trarre in inganno da tutti questi elementi. Mandragora: Whispers of the Witch Tree è un titolo action nel quale si combatte tanto e nel quale ogni scontro può trasformarsi in un incubo se approcciato troppo alla leggera. In perfetto stile souls-like, il nuovo titolo di Primal Game Studio propone, sin dalle battute iniziali, un livello di sfida abbastanza elevato e che richiede una certa padronanza di tutte le possibilità a disposizione. Ogni classe dispone infatti di 3 slot per attacchi base da gestire come meglio si crede in base alle abilità disponibili, a cui si somma un attacco speciale, il salto e la possibilità di schivare/rotolare per eludere gli attacchi nemici. Ognuna di queste azioni consuma resistenza in quantità variabile in base alle caratteristiche del nostro personaggio, dell’equipaggiamento in uso e del peso totale indossato. Rimanere a corto di resistenza significa non poter effettuare nessuna azione, il che generalmente si traduce in una sconfitta visto che bastano pochi colpi ben assestati, specie se con l’aggiunta di qualche malus, per finire al tappeto. In questi casi, come da tradizione del genere, l’essenza accumulata fino a quel momento viene lasciata sul terreno e per recuperarla è necessario tornare nuovamente in quel punto, ovviamente senza morire una seconda volta.

Le Pietre delle Strega ricoprono anche il ruolo di punti di rotta per il viaggio rapido, nonché di punto dove ripristinare la scorta di fialette di cura a disposizione dell’Inquisitore. Sotto questo aspetto, Mandragora: Whispers of the Witch Tree propone infatti un approccio ibrido: sin dall’inizio il giocatore dispone di una particolare ampolla curativa il cui numero di utilizzi può essere incrementato progressivamente durante l’avventura. Ogni volta che si muore o ci si riposa presso una delle Pietre, la scorta viene ripristinata. Questo vale però solo per le fiaschette curative, a cui si affianca poi un vastissimo numero di consumabili, tra cui anche delle pozioni di cura, che è possibile raccogliere nelle ambientazioni, acquistare presso gli NPC o craftare utilizzando varie materie prime. Tornare alle Pietre della Strega o riposare, in perfetto stile souls-like, ha però anche un secondo effetto, ovvero quello di far rinascere tutti i nemici, ovviamente ad esclusione dei boss già sconfitti.

img
L’intera esperienza di gioco di Mandragora: Whispers of the Witch Tree si affida alla quarta edizione del motore grafico Unreal di Epic, che data la natura bidimensionale del gioco non fatica a raggiungere la massima risoluzione disponibile su Series S e Series X garantendo comunque i 60fps in ogni situazione. Per quanto riguarda il comparto audio, il nuovo action-RPG di Primal Game Studio può contare su una colonna sonora originale di ottima qualità e su un doppiaggio in lingua inglese più che adeguato. Il titolo non è quindi doppiato nel nostro idioma, ma può comunque contare sulla completa localizzazione in italiano di testi e sottotitoli.

Amore

Sistema di combattimento

- Uno dei punti di forza di Mandragora: Whispers of the Witch Tree risiede senza ombra di dubbio nel sistema di combattimento messo a punto da Primal Game Studio, che dietro ad un'apparente semplicità nasconde una profondità davvero sorprendente Nonostante la presenza di pochi comandi, ogni scontro presente nel gioco risulta divertente e appassionante per via di un livello di difficoltà tanto sfidante quanto ben bilanciato, a patto di saper sfruttare a dovere i punti di forza del proprio personaggio e i punti deboli degli avversari. Questa considerazione trova poi ancora più spazio quando ci si trova ad affrontare un boss. Il tempismo delle schivate, la capacità di gestire al meglio la propria resistenza e l’uso ragionato delle abilità a disposizione rivestono un ruolo fondamentale negli scontri con gli avversari più potenti, il che permette al gameplay di non annoiare nemmeno dopo parecchie ore di gioco.

Esplorazione

- Il secondo elemento distintivo di Mandragora: Whispers of the Witch Tree è la sua spiccata componente metroidvania, resa ancora più coinvolgente dalle dimensioni della mappa, da un level design ispirato e da un livello di interconnessione tra le varie aree molto più profondo di quanto sarebbe lecito aspettarsi da una produzione di questo calibro. Personalmente ho adorato esplorare fino in fondo ogni area in cerca di segreti, forzieri da aprire e boss secondari, il tutto senza mai trovare fastidioso il backtracking o la necessità di dover tornare più volte in aree già visitate dopo aver appreso una nuova abilità.

Progressione

- Molto del fascino di Mandragora: Whispers of the Witch Tree risiede in un sistema di personalizzazione incredibilmente ampio. Ogni classe ha la propria configurazione base, che può però essere modificata in ogni istante andando a variare le abilità attive assegnate a ogni comando. L’enorme ramificazione degli skill-tree, sommata alla possibilità di accedere anche a quelli delle classi diverse da quella selezionata dopo il livello 25, garantisce poi un’estrema libertà di approccio a ogni tipo di giocatore, che può facilmente trovare la combinazione di attacchi e abilità più adatta al suo stile di gioco. Si tratta di un elemento fondamentale sia per quanto riguarda l’accessibilità del gioco sia per quanto riguarda la longevità del titolo, che per molti giocatori potrà facilmente andare oltre le 35/40 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda la prima volta.

Stile grafico e colonna sonora

- Mandragora: Whispers of the Witch Tree non è chiaramente un titolo in grado di settare nuovi standard sotto il profilo tecnico, ma questo non ha impedito a Primal Game Studio di donare al gioco un aspetto grafico in bilico tra il fiabesco e l’oscuro e di impreziosire il tutto con tanti piccoli tocchi di qualità, come gli effetti di illuminazione, i tanti particellari o la presenza di riflessi su specchi e altre superfici. Personalmente ho letteralmente adorato la componente visiva del gioco e, analogamente, anche la colonna sonora originale, che può contare su una lunga selezione di brani epici ed estremamente evocativi in grado di incorniciare al meglio ogni fase dell’avventura.

Odio

Qualche bug di troppo, specie al lancio

- Mandragora: Whispers of the Witch Tree, come ormai troppo spesso accade, è arrivato sulle varie piattaforme con più di qualche difetto. Nel caso della versione Xbox, al lancio il gioco non permetteva di selezionare la lingua italiana, seppur presente, e spesso capitava che il gioco smettesse di salvare i progressi senza motivo, il che ha fatto buttare al vento più di qualche ora di esplorazione a parecchi giocatori. Il bilanciamento di alcune sezioni e di alcuni elementi di gioco risultava poi poco convincente, così come la quantità di consumabili che era possibile raccogliere o craftare. Per fortuna, sin dal lancio, il team di sviluppo si è prodigato attivamente per rilasciare varie patch che hanno risolto tutti i problemi più gravi e la maggior parte di quelli minori. Nonostante tutto qualcosa da sistemare c’è ancora e non si può non sottolineare come una maggiore attenzione (e forse anche un po’ di tempo extra) avrebbero sicuramente permesso al gioco di arrivare sulle varie piattaforme in una forma più rifinita.

Boss secondari ripetitivi

- Mandragora: Whispers of the Witch Tree include 34 boss, di cui 15 principali e 19 secondari. Si tratta di un numero estremamente elevato per una produzione di questo calibro, ma è evidente che per raggiungere questo risultato gli sviluppatori abbiano deciso di “sfruttare” più volte alcune tipologie di boss secondari, modificando solo qualche piccolo elemento. Si tratta di una scelta in parte comprensibile ma che, inevitabilmente, rende meno affascinante e vario il gioco, specie se si considera che sarebbe bastato provare a diversificare un po’ di più i vari incontri con i boss secondari per rendere meno ripetitive queste sezioni.

Niente NG+

- Nel momento in cui parliamo Mandragora: Whispers of the Witch Tree non dispone di una modalità NG+ che permetta di rigiocare l’intera avventura mantenendo una parte dei progressi ottenuti nella run precedente. Si tratta di una lacuna abbastanza importante per un gioco di questo tipo e che potrebbe far perdere rapidamente di interesse a una fetta di giocatori. Da quanto sappiamo, l’aggiunta di questa opzione è già in lavorazione da parte del team di sviluppo, che ha però comprensibilmente deciso di accantonare temporaneamente l’introduzione di novità per concentrarsi sulla risoluzione dei problemi più gravi riscontrati dai giocatori e sul bilanciamento generale. La speranza è dunque che questa funzionalità possa comunque arrivare in tempi ragionevoli, così da dare ai giocatori un motivo in più per tornare a combattere.

Tiriamo le somme

Mandragora: Whispers of the Witch Tree è un action-RPG di ottima qualità che unisce in modo estremamente convincente gli elementi più iconici dei generi a cui si ispira, ovvero i metroidvania e i souls-like. L’esplorazione scandita dalla progressiva acquisizione di nuove abilità permette al gioco di risultare interessante anche dopo parecchie ore ed è resa ancora più varia dalla presenza di tante aree nascoste, dalle varie quest secondarie e dalla presenza di numerosi boss opzionali, seppur alla lunga alcuni possano risultare un po’ ripetitivi Allo stesso modo, il sistema di combattimento, la progressione ramificata, le meccaniche di morte/rinascita e il livello di difficoltà medio-alto presi in prestito dal genere souls-like permettono al titolo di distaccarsi quanto basta da altri titoli simili e proporre un’idea dotata della propria personalità, resa ancora più evidente da una presentazione grafica e da una colonna sonora in grado di fare breccia nel cuore dei giocatori . Dalla somma di tutti questi elementi fuoriesce un gioco chiaramente non perfetto e che sicuramente avrebbe beneficiato di una maggiore pulizia al momento del lancio, ma che ha tutte le carte per regalare tante ore di divertimento non solo agli amanti del genere, ma anche a chi cerca un’esperienza metroidvania diversa dal solito e con un briciolo di sfida extra.
8.0

c Commenti (11)

copertina

L'autore

autore

Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
caricamento Caricamento commenti...