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Lies of P
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Recensione - Lies of PXbox Series X | SGame

Dopo un lunga attesa, l’intrigante souls-like ispirato a Pinocchio Lies of P, sviluppato da Neowiz Games con il supporto di Round 8 Studio, è finalmente approdato su Xbox e Game Pass. Scopriamone insieme pregi e difetti nella nostra nuova recensione.
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Il Gioco

Lies of P è un action-RPG in terza persona liberamente ispirato al romanzo “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi, nel quale il giocatore indossa i panni dell’omonimo burattino ma in un contesto profondamente diverso da quello dell’opera originale. Il gioco, sviluppato a quattro mani (si fa per dire) dai sudcoreani di Neowiz Games e Round 8 Studio, è infatti ambientato tra i quartieri e nei dintorni della città di Krat, un piccolo agglomerato urbano che ha conosciuto una rapida e quasi imprevista espansione dopo la scoperta di un particolare minerale, conosciuto come Ergo. L’Ergo, se utilizzato correttamente, permette infatti di “infondere” la vita in burattini e automi, che possono così essere sfruttati per le attività lavorative, per i servizi essenziali della città e anche per aiutare la popolazione nel quotidiano. A guidare quella che potremmo definire come una “rivoluzione” troviamo Geppetto, che nella visione dei team di sviluppo non è un falegname ma bensì il miglior ingegnere in circolazione, impegnato a perfezionare costantemente le sue creazioni e ad assicurarsi che ogni burattino (o automa) rispetti il “Grande Patto”, ovvero una serie di regole fondamentali che gli impediscono, in buona sostanza, di fare male agli umani e di mentire.

MX Video - Lies of P

Un giorno però le cose iniziano ad andare storte. Per una ragione sconosciuta, i burattini si ribellano al Grande Patto e iniziano a trucidare gli abitanti della città di Krat mentre un morbo oscuro si diffonde per le strade, trasformando in pietra i pochi sopravvissuti alla mattanza. E’ in questo contesto che entra in gioco Pinocchio, il protagonista principale del gioco nonché il nostro alter ego per tutta la durata dell’avventura. Pinocchio è il miglior burattino mai creato da Geppetto, a tratti quasi indistinguibile da un essere umano vero. Ha un aspetto che richiama quello di un adolescente, movenze realistiche e, soprattutto, è in grado di mentire. L’unico elemento che lascia trapelare la sua vera natura è un braccio spiccatamente artificiale, sul quale ci soffermeremo meglio tra poco. La trama di Lies of P prende il via con l’arrivo di Pinocchio a Krat. Il protagonista si sveglia all’interno di un treno fermo nella stazione della città. Non ricorda cosa sia successo prima, ma subito una voce lo invita a raggiungere un hotel situato nella piazza centrale.

Si tratta di Sophia, uno dei tanti NPC presenti nel gioco, tutti ispirati a quelli presenti nel romanzo originale. In questo caso è impossibile non notare il rimando alla fata turchina, che anche stavolta affida Pinocchio alle cure di un consigliere, ovvero Gemini, una versione robotica nel grillo parlante che lo accompagnerà per tutto il viaggio fornendo consigli e opinioni. Da qui prende il via la sceneggiatura di Lies of P, che nelle oltre 25 ore necessarie per raggiungere i titoli di coda vedrà dapprima il protagonista impegnato a salvare Geppetto, per poi ricostruire progressivamente gli eventi che hanno portato alla caduta di Krat e affrontarne i responsabili in un intreccio raccontato non solo attraverso dialoghi e scene di intermezzo, ma anche con l’ausilio di documenti e delle descrizioni dei vari oggetti raccolti dal protagonista, in perfetto stile souls-like. L’action RPG di Neowiz Games e Round 8 Studio è infatti un titolo dichiaratamente ispirato alle grandi produzioni di From Software, in primis l’originale Dark Souls, Bloodborne e il più recente Sekiro: Shadows Die Twice.

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Ognuno di questi giochi ha evidentemente influenzato i team di sviluppo, che hanno integrato nel loro titolo molti elementi presi in prestito dai giochi citati e li hanno mescolati con alcune meccaniche originali, il tutto con l’intento di donare al gioco una propria personalità. Il combat system alla base di Lies of P è quello tradizionale del genere, con colpi leggeri e pesanti, schivate, parate e contrattacchi. All’inizio dell’avventura è possibile selezionare lo stile di gioco di partenza tra 3 diversi preset, uno leggero, uno pesante e uno bilanciato, che vanno a influire sulle statistiche di partenza e sull’arma in dotazione. Non sono previsti scudi in quanto, proprio come accade ai protagonisti di Bloodborne e Sekiro, anche Pinocchio non può utilizzarlo per proteggersi, ma può comunque parare e deviare gli attacchi nemici con l’arma in dotazione, ottenendo vari bonus se l’azione viene effettuata con il giusto tempismo. Parare permette infatti di ridurre i danni subiti, a discapito però della stamina del protagonista che, anche in questa declinazione del genere, è fondamentale per compiere praticamente qualunque azione.

Eseguire una parata perfetta, un parry come si dice in gergo, permette invece di assorbire interamente sia i danni sia il consumo di stamina, riducendo contestualmente quella del nemico così da arrivare più rapidamente a uno stordimento, che lascia aperta una finestra per eseguire attacchi critici in grado di infliggere ingenti danni. Per combattere, il protagonista può utilizzare un’ampia gamma di armi tra cui spade, sciabole, mazze, martelli e altri strumenti. Ogni arma è composta da due parti, un’elsa e una lama, ognuna delle quali ha le proprie caratteristiche e le proprie unicità, tra cui abilità difensive e offensive che possono essere utilizzate dopo aver riempito uno specifico indicatore durante gli scontri. Pinocchio può inoltre contare sul proprio braccio artificiale, anche detto Braccio di Legione, sul quale possono essere installate varie estremità dotate di attacchi o utilizzi unici, come un rampino, un lanciafiamme, uno piccolo scudo e così via. A completare il ventaglio di possibilità a disposizione del giocatore troviamo poi il salto, gestito tramite la pressione di una delle due levette analogiche come nei primi Dark Souls, e un inventario, nel quale vengono immagazzinati tutti gli oggetti a disposizione del protagonista, gestibili in questo caso attraverso ben 12 slot di utilizzo rapido a cui è possibile accedere senza entrare nel menù di gioco.

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Una parte fondamentale del gameplay di Lies of P ruota attorno al sistema di crescita e personalizzazione presenti nel gioco. Uccidendo i nemici è possibile ottenere frammenti di Ergo, come come da tradizione riveste il ruolo di risorsa necessaria per salire di livello e valuta da spendere presso vari NPC per acquistare oggetti, consumabili e altri materiali. La crescita del protagonista dipende da 6 caratteristiche base, che possono essere migliorate di un’unità ad ogni passaggio di livello, così da incrementare una o più statistiche del personaggio come il danno inflitto, la resistenza ai vari elementi, la capacità di carico e così via. Nel corso dell’avventura Pinocchio ha poi l’opportunità di raccogliere dei pezzi di Quarzo, che può essere utilizzato per migliorare il cosiddetto “Organo-P” con l’aiuto di Geppetto attraverso uno skill-tree suddiviso in nodi da sbloccare progressivamente, ognuno dei quali si compone di 4 slot da sfruttare per attivare/migliorare specifiche abilità passive, incrementare gli usi delle celle a impulso, necessarie per recuperare la vita, e così via.

Molte le peculiarità invece per quanto riguarda la gestione dell’equipaggiamento. Come già detto, quasi ogni arma presente nel gioco si compone di due parti, elsa e lama, e può essere potenziata presso specifici NPC utilizzando risorse e Ergo. Nel corso dell’avventura è poi possibile raccogliere varie parti con cui modificare le caratteristiche base dell’arma, così da variare come queste ultime si rapportano alle statistiche del protagonista (in gergo, come “scalano”). In Lies of P è inoltre possibile costruire nuove armi combinando parti provenienti da diverse, così da creare nuovi strumenti ibridi dotati delle abilità specifiche delle singole parti e potenziabili come le versioni base. Da questo processo rimangono escluse solo alcune armi speciali, che non possono essere combinate con quelle standard. Anche le varie tipologie di braccio prostetico possono essere potenziate, in questo caso consumando appositi materiali presso un macchinario costruito dal signor Venigni, uno dei tanti NPC che incontreremo nel gioco.

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Per quanto riguarda il resto dell’equipaggiamento, Lies of P permette al giocatore di variare il costume del protagonista o indossare una maschera, il che però non influisce direttamente sulle sue capacità, e cambiare alcune parti da burattino, che invece vanno a modificare in modo diretto le statistiche senza però la possibilità di aumentarne il livello in modo simile a quanto accade con le armi. Come consuetudine nei giochi di questo tipo troviamo poi una lunga serie di consumabili in grado di incrementare o modificare temporaneamente le capacità del protagonista, le sue resistenze o di infondere effetti aggiuntivi alle armi in uso. Da sottolineare inoltre la presenza di varie tipologie di mole, che consentono di ripristinare l’efficacia della lama in uso tra un combattimento e l’altro e, in alcuni casi, applicare un effetto aggiuntivo.

Lo sviluppo del gameplay, come da tradizione del genere souls-like, ruota principalmente attorno all’esplorazione delle varie aree di cui si compone il gioco e agli scontri coi nemici . Sotto questo punto di vista, Lies of P propone una struttura suddivisa in capitoli, 11 in totale, ognuno ambientato in una zona differente nel quale trovano spazio nemici standard, vari avversari unici e un classico boss finale, che può essere affrontato da soli o con l’aiuto di un alleato controllato dalla I.A. che è possibile evocare interagendo con appositi bacini posizionati poco prima degli scontri chiave. Il design dei livelli è abbastanza lineare, specie se paragonato alle ultime produzioni di From Software, ma propone comunque un discreto numero di percorsi alternativi, che spesso portano a oggetti speciali o ricompense uniche, e scorciatoie, generalmente posizionate per facilitare il raggiungimento degli Stargazer, ovvero i checkpoint dai quali si riparte dopo una sconfitta per andare a recuperare l’Ergo lasciato sul terreno al momento della morte e presso i quali è possibile riposare, con conseguente respawn di tutti i nemici standard.. Nel nuovo gioco di Neowiz Games e Round 8 Studio gli Stargazer rivestono però anche il ruolo di punti di rotta per il viaggio rapido, disponibile sin dalle primissime fasi iniziali, e come luogo dove modificare l’equipaggiamento, mentre per salire di livello è sempre necessario recarsi all’Hotel Krat e parlare con Sophia.

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L’albergo, di fatto, assolve al compito di hub centrale dal quale si dipanano la maggior parte dei percorsi ambientati nella città, ma soprattutto di luogo di ritrovo per la maggior parte degli NPC che incontreremo nel gioco, molti dei quali offriranno al protagonista aiuti preziosi, merci speciali o, in alcuni casi, degli incarichi extra. Anche in Lies of P sono infatti presenti delle quest secondarie, generalmente affidate al protagonista da NPC specifici o da comuni cittadini, che comunicano con noi da dietro le finestre come accadeva in Bloodborne. Si tratta ovviamente di missioni opzionali, attraverso le quali è però possibile approfondire la lore e/o ottenere ricompense potenzialmente molto utili per proseguire. Nel gioco trovano poi spazio una manciata di collezionabili, alcuni boss segreti e una serie di indovinelli, che vengono proposti al giocatore dal misterioso Arlecchino attraverso le cabine telefoniche sparse nel mondo di gioco. Rispondendo correttamente agli enigmi si ottengono le “chiavi della Trinità”, con le quali è possibile sbloccare delle stanze segrete al cui interno sono generalmente custodite parti di equipaggiamento rare. A completare l’offerta ci pensano tre finali differenti, ai quali si giunge in base alla sincerità con cui si decide di rispondere ad alcune domande che ci vengono poste nel corso dell’avventura, e l’ormai immancabile modalità Nuova Partita +, che seppur con un nome diverso anche in questo caso permette di ricominciare il gioco dopo aver raggiunto l’epilogo portando con sé livelli, armi e progressi ottenuti.

Per dare vita a Lies of P, i due team sudcoreani si sono affidati alla quarta versione del motore grafico Unreal Engine di Epic. Il gioco è disponibile sia per le piattaforme di ultima generazione sia per quelle della precedente, con ovvie differenze in termini di prestazioni e resa finale. Su Series X e Series S, le piattaforme di test principali utilizzate per questa recensione, il gioco offre 3 modalità grafiche differenti. In modalità Qualità, il gioco raggiunge rispettivamente i 4K e i 1440p upscalati partendo da una risoluzione inferiore, ovvero 1440p su X e 900p su S, a 30 fps. In modalità Performance il framerate raddoppia su entrambe le console, la risoluzione finale resta invariata ma diminuisce la risoluzione di partenza, che si attesta sui 720p su Series S e sui 1080p su Series X. Infine il gioco dispone anche di una modalità Qualità ad alto frame rate, che consente di innalzare il framerate massimo da 30 a 40 fps sui monitor adatti. Sulle console di scorsa generazione il gioco offre invece una sola modalità grafica a 30fps. Il comparto audio è affidato a una colonna sonora originale di ottima qualità e a un doppiaggio in lingua inglese di buona fattura, accompagnato dalla completa localizzazione in lingua italiana di menu, testi e sottotitoli.

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Amore

Combat system coinvolgente

- Pur senza rivoluzionare il genere, Lies of P propone un sistema di combattimento in grado di regalare grandi soddisfazioni e nel quale il tempismo nelle parate ricopre un ruolo fondamentale. In modo analogo a quanto accadeva in Sekiro: Shadows Die Twice, che personalmente considero come il punto più alto raggiunto da From Software in termini di combattimento, gli scontri contro i nemici più coriacei e i Boss obbligano il giocatore a studiare ogni mossa, le tempistiche degli attacchi e le finestre utili per effettuare un contrattacco in una sorta di “danza” tanto impegnativa quanto avvincente.

Ambientazione

- La città di Krat non ha nulla a che vedere con i luoghi e i paesaggi decantati da Collodi nell’opera a cui il gioco si ispira, ma questo non ha comunque impedito ai designer di dare vita a un mondo ben caratterizzato e capace di lasciare il segno nella memoria dei giocatori. Lo stile vagamente steampunk adottato per il titolo e il modo in cui gli sviluppatori hanno adattato le vicende originali alla loro idea, condendo il tutto anche con un po’ di elementi presi in prestito dalle opere di Asimov, si traduce in un mix di stili, personaggi e location che, seppur con qualche lieve calo di tono, permette al titolo di risultare ancora più intrigante per gli amanti del genere.

Progresso & Sviluppo

- Uno degli elementi di forza di Lies of P risiede senza ombra di dubbio nel suo sistema di progressione e sviluppo. E non parlo solo delle opzioni a disposizione del personaggio, che uniscono la classica crescita dei souls-like con uno skill-tree in grado di espandere sensibilmente la varietà delle build, ma anche di tutte le possibilità legate alle armi e al braccio artificiale del protagonista. Padroneggiare al meglio questi aspetti e sfruttarli costantemente durante l’avventura per adattare lo stile di gioco alle varie situazioni permette infatti di rendere l’esperienza meno frustrante e, allo stesso tempo, di esprimere al meglio il proprio stile di gioco.

Storia

- La sceneggiatura di Lies of P, pur senza particolari punti di eccellenza, mi ha lasciato piacevolmente stupito per via di una scrittura di buona qualità e per un intreccio capace di tenere vivo l’interesse dall’inizio alla fine dell’avventura. Questo risultato è in buona parte da imputare all’universo creato dal team di sviluppo, che sin dalle prime ore di gioco avvolge il giocatore con tanti piccoli dettagli e nel quale i personaggi del romanzo originale trovano una nuova collocazione senza particolari difficoltà

Odio

Boss ripetitivi

- Dopo aver passato davvero tante ore nel mondo di Lies of P, la maggior parte delle quali ad affrontare i boss, non posso che indicare come uno dei difetti principali del gioco risiede proprio nella poca varietà degli stessi. Se si escludono alcune interessanti eccezioni, Pinocchio si trova quasi sempre ad affrontare nemici giganteschi, non particolarmente veloci e dotati di un ventaglio di attacchi abbastanza limitato. La buona caratterizzazione degli stessi aiuta a tenere lontana la monotonia, ma una maggiore varietà e cura anche per quanto riguarda il loro impatto sul gameplay avrebbe sicuramente giovato al gioco.

Difficoltà artificiale

- Le boss fight, oltre non essere particolarmente varie, in molte occasioni sembrano proporre un livello di sfida volutamente fuori scala, con combinazioni alle quali è impossibile rispondere, attacchi che arrivano senza preavviso e altre situazioni che, alla lunga, possono far storcere il naso. Questo accade soprattutto quando si evocano gli alleati controllati dalla IA prima di uno scontro, ma non è raro incappare in queste situazioni anche giocando in solitaria. In parte il difetto è stato corretto con le patch uscite negli ultimi giorni, ma anche con il gioco aggiornato è facile trovarsi al cospetto di situazioni davvero poco convincenti da questo punto di vista. A questo si somma poi un numero estremamente elevato di nemici nascosti dietro angoli o pareti, che non solo non rendono l’esplorazione più avvincente ma, anzi, infastidiscono il giocatore con attacchi che possono essere evitati solo in modo fortuito o solo dopo aver già affrontato una sezione.

Telecamera

- Questo è un problema comune a molti titoli che appartengono al genere degli action-RPG in terza persona e Lies of P, purtroppo, non fa eccezione. Durante i combattimenti negli spazi stretti o vicino alle pareti si deve sempre sconfiggere un avversario extra, ovvero la telecamera, che spesso rimane bloccata in posizioni che non permettono al giocatore di avere una visione chiara di quello che sta accadendo. Questo, nella maggior parte delle occasioni, si traduce in danni che altrimenti si sarebbero potuti evitare o, peggio, in una vera e propria sconfitta, con conseguente rischio di frustrazione da parte di chi impugna il pad.

Tiriamo le somme

Lies of P è un ottimo action-RPG in terza persona, nonché il miglior souls-like non From Software pubblicato negli ultimi anni. Un titolo non particolarmente originale, ma comunque capace di tenere incollato il giocatore allo schermo grazie a un sistema di combattimento di altissima qualità e a un sistema di crescita ben strutturato. A rendere l’intera esperienza ancora più coinvolgente ci pensano i continui rimandi al romanzo di Collodi, declinato in maniera magistrale per dare vita a un modo di gioco estremamente sfaccettato, e una realizzazione tecnica di ottima qualità, impreziosita da uno stile simil-steampunk che si adatta alla perfezione al titolo. I difetti ovviamente ci sono, specie quando si analizza la curva di difficoltà e ci si sofferma su alcuni escamotage introdotti per aumentare in modo artificiale il livello di sfida, così come i limiti della produzione, particolarmente evidenti se si confrontano l’estensione della aree, la complessità del level-design e il numero di armi con i titoli di From Software, ma si tratta comunque di piccole imperfezioni, che ridimensionano solo in minima parte il valore di un titolo che tutti gli amanti dei titoli d’azione dovrebbero provare almeno una volta, magari approfittando della sua presenza nel catalogo Xbox Game Pass.
8.5

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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