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Watch Dogs: Legion
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Recensione - Watch Dogs: LegionXbox Series X | S Xbox OneGame

Dopo essere stato posticipato da marzo a questo autunno, l'attesa per Watch Dogs: Legion è finalmente finita: ci siamo addentrati in una battaglia per liberare una Londra futuribile e distopica da una vera e propria dittatura, e lo abbiamo fatto nei panni di… chiunque! Ecco com'è andata.

Il Gioco

La Brexit è stato uno degli eventi chiave degli ultimi anni, e l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea rende lo scenario di Watch Dogs: Legion ancora più verosimile e inquietante. Nella visione di Ubisoft, infatti, in un futuro non troppo lontano Londra sarà una città moderna e tecnologica dove però non è tutto oro ciò che luccica: l'affidamento eccessivo alle macchine ha portato l’economia al collasso, con la popolazione sempre più priva di lavoro e sostituita da droni e robot, una tematica che anche nella realtà è sempre più discussa e temuta. Come se non bastasse, un gruppo chiamato Zero Day ha organizzato un attentato terroristico facendo esplodere diversi siti importanti di Londra e causando migliaia di vittime, per far cadere poi la colpa sul DedSec, il gruppo di hacker protagonista della saga. Per garantire la sicurezza ed eliminare i membri di DedSec, Londra si affida quindi ad Albion, un’organizzazione paramilitare che instaura un regime di polizia controllando costantemente la popolazione e facendo “sparire” eventuali dissidenti che non vedono di buon occhio i nuovi padroni della città. Non tutto è perduto tuttavia: infatti Sabine Brandt, una dei pochi sopravvissuti alla “purga” del DedSec, organizza una controffensiva per liberare la città, ma per riuscirci il primo passo è ricreare il gruppo partendo dalle basi… e quali migliori reclute degli oppressi cittadini?

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La caratteristica principale di Watch Dogs: Legion, infatti, è quella di non avere un protagonista fisso, permettendoci di impersonare qualunque cittadino di londra, sfruttandone le peculiarità ed abilità specifiche. Una volta scelto il primo “attivista”, basterà girare liberamente per la città e tirare fuori l’immancabile cellulare per avviare una profilazione di ogni singola persona nel nostro campo visivo: una meccanica già vista nei precedenti capitoli, che allora si limitava ad essere un “extra” per i più curiosi, mentre qui diventa l’elemento cardine dell’intera esperienza di gioco. Analizzando i profili dei cittadini, infatti, oltre ad avere una loro breve biografia e background si può notare anche l’opinione che questi hanno del DedSec: non tutti infatti credono che gli hacker siano i veri responsabili degli attentati, mentre altri semplicemente non accettano il dominio di Albion e sono desiderosi di ribellarsi. All'inizio del gioco la possibilità di reclutare altre persone è abbastanza bassa perché molti sono diffidenti, ma avanzando nella storia o “liberando” i quartieri con una serie di attività come il sabotaggio della propaganda di Albion o l'affissione di "murales digitali", possiamo cambiare l’opinione pubblica fino a rendere possibile il reclutamente di chiunque.

MX Video - Watch Dogs: Legion

Ma perché DedSec dovrebbe far entrare il primo che capita tra i propri ranghi? La risposta logica sarebbe “boh”, ma accettando con grande sospensione dell’incredulità che anche una simpatica vecchietta con un po’ di addestramento possa imparare l’arte dell’hacking, il tutto ha un senso a livello ludico: ogni personaggio infatti possiede abilità e caratteristiche uniche, dando vita così ad un’enorme varietà nel gameplay. Alcuni cittadini possono magari semplicemente avere una macchina o moto di proprietà da richiamare in qualsiasi momento oppure una tessera fedeltà con cui acquistare abbigliamento e attrezzatura scontata, ma altri come operai, poliziotti, medici, avvocati, e altri ancora possono rendere le missioni molto più semplici in base alla situazione. Se ad esempio una missione si svolge in un cantiere, un operaio può passare praticamente inosservato se non si avvicina troppo alle guardie, oltre ad avere armi e attrezzature uniche come la pistola sparachiodi o il drone per i trasporti pesanti. In caso di missione fallita, inoltre, il personaggio scelto potrebbe essere arrestato e rimanere inutilizzabile per diverso tempo, ma se reclutiamo degli avvocati la pena da scontare sarà minore e potremo riottenerlo in un tempo minore. Ancora: un lottatore di boxe clandestina può stendere i nemici con pochi colpi e incassarne molti, e perfino una vecchietta può essere utile non destando particolari sospetti nei nemici… ma ovviamente il rovescio della medaglia è una mobilità non proprio rapida e una certa fragilità in caso la situazione degeneri. Come detto, la possibilità di reclutare persone dipende anche dall'opinione che queste hanno del DedSec, e oltre alla liberazione dei quartieri ogni persona richiede alcuni “favori personali” (ovvero missioni) da soddisfare prima di unirsi alla ribellione. Se l’opinione dell'individuo che abbiamo scelto è alta, di solito basta una missione abbastanza rapida, mentre reclute specializzate con magari più abilità o gadget richiedono invece missioni molto più lunghe e articolate.

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Gran parte dell'esperienza di Watch Dogs: Legion ruota quindi attorno a questa meccanica, ma il gioco naturalmente offre molto altro. La struttura di base è rimasta sostanzialmente quella a cui siamo abituati: la città di Londra è letteralmente un “parco giochi” dove girare liberamente e dare sfogo alla nostra abilità di hacker, ad esempio controllando con un semplice click le barriere per bloccare il traffico o direttamente i veicoli vicini, funzione molto utile soprattutto durante gli inseguimenti: far sbandare un furgone dietro di noi per farlo andare dritto contro una macchina di Albion che ci sta alle costole regala grandi soddisfazioni. Si nota anche la struttura degli open world ormai diventata un marchio di fabbrica di Ubisoft, cone la suddivisione della mappa in quartieri, fortezze nemiche da espugnare, punti di controllo da liberare per rivelare aree di interesse e così via. La componente RPG non va ad intaccare i singoli personaggi impersonati visto che cambiano continuamente, ma completando le missioni o esplorando la città otteniamo dei Punti Tecnologia con cui acquistare e potenziare nuovi giocattoli come droni e Spiderbot (mini robot a forma di ragno utilissimi per le infiltrazioni attraverso condotti di ventilazione e simili) o acquisire nuove tecniche comuni per tutti gli attivisti come la possibilità di far inceppare le armi dei nemici per qualche secondo. Degna di nota inoltre la Morte Permanente: questa funzione opzionale rende l’esperienza ancora più immersiva costringendoci a pianificare bene l’azione, infatti in caso di morte il nostro attivista sarà perso per sempre, e alcuni di loro non sono proprio facili da rimpiazzare. Il doppiaggio del gioco, come da prassi Ubisoft, è completamente in italiano.

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Amore

Noi siamo Legione

- Per quanto la struttura base sia sostanzialmente identica ai vecchi capitoli, il fatto di poter reclutare ed utilizzare qualsiasi personaggio incontrato è ciò che rende Watch Dogs: Legion meritevole di essere giocato. Si tratta a tutti gli effetti di una novità che non si era mai vista prima, e potrebbe essere la base su cui costruire i prossimi capitoli o perfino diventare una base a cui altre software house si ispireranno. Raramente mi è capitato di incontrare due persone identiche o simili nell’aspetto (le voci ogni tanto si sono ripetute), e ognuna aveva una propria storia più o meno articolata che ne determinava il carattere e le abilità. Una caratteristica interessante ma che si porta dietro alcune problematiche, di cui parlerò tra poco.

I love London

- Quando si tratta di ricostruzione di città Ubisoft ha fatto scuola, e la sua esperienza si vede tutta in Watch Dogs: Legion. Nonostante si tratti di una versione futuristica di Londra, i monumenti e punti di interesse principali come il Big Ben, Buckingham Palace, Scotland Yard, Piccadilly Circus ecc. sono tutti presenti, e se avete visitato la vera Londra non faticherete a riconoscere strade e scorci. Ubisoft ha riposto grande cura nella realizzazione della città e dei quartieri rendendoli tutti facilmente distinguibili anche tramite le diverse classi sociali che li popolano, passando da bassifondi malandati a quartieri ricchi di negozi e lusso. Oltre alle attività principali non mancano ovviamente tante opzioni secondarie di svago, come ad esempio palleggiare con un pallone da calcio il più possibile in pieno freestyle.

La creatività al primo posto

- La libertà non è solo la tematica principale della storia di Watch Dogs: Legion, ma anche la base del gameplay. Ogni missione può essere affrontata di vari modi, e a seconda dell’attivista che utilizziamo l’approccio può cambiare totalmente. Nulla ci vieta di irrompere in un'area interdetta ad armi spianate, ma possiamo anche optare per la furtività utilizzando uno Spiderbot per esplorare la zona e magari mettere K.O. le guardie facendo andare in cortocircuito i generatori rilasciando scariche elettriche… oppure possiamo chiamare un drone trasportatore, salirci sopra e volare fino ad un'entrata altrimenti irraggiungibile per introdurci nell’area. E questi sono solo alcuni dei tanti esempi che potremmo fare.

Odio

Uno, nessuno, centomila

- Come detto, la possibilità di poter impersonare chiunque è uno dei maggiori pregi di Watch Dogs: Legion, ma presenta anche un rovescio della medaglia importante sul fronte della narrazione. L’assenza di un protagonista fisso si sente molto, e personalmente ho avuto zero empatia verso i vari personaggi visto il loro continuo ricambio. Se penso a Watch Dogs il collegamento ad Aiden Pearce è automatico, mentre ripensando a Legion non c’è praticamente nessun personaggio a cui sentirmi veramente legato. Il gioco cerca di rimediare con altri personaggi più o meno carismatici come Sabine o Bagley, una irriverente IA dalla battuta e sarcasmo sempre pronto, ma non è certamente la stessa cosa.

Comparto tecnico (per ora?)

- Questo punto è piuttosto controverso per diversi motivi. Innanzitutto specifico che ho provato Watch Dogs: Legion su Xbox One S, per cui non so se la situazione su One X sia migliore ma me lo auguro, perché al momento non è proprio rassicurante. Il gioco in alcuni momenti risulta anche piacevole visivamente, ma in troppe occasioni ho notato un effetto blur pesante, aliasing a non finire e texture in bassa risoluzione che sembravano letteralmente appiccicate sui modelli dei personaggi, con effetti a volte al limite del grottesco. Il fatto di dover generare una quantità enorme di volti poi non ha di certo aiutato, e a volte il risultato non riesce a convincere anche per quanto riguarda le animazioni facciali.
Lascio tuttavia il beneficio del dubbio ad una eventuale patch che possa risollevare la situazione, magari insieme alla già annunciata patch per l’upgrade next-gen che dovrebbe portare importanti miglioramenti. La speranza è che, almeno sulle nuove console, il gioco riesca finalmente a dare il meglio di sé, ma se giocate sulle attuali piattaforme potreste non rimanere del tutto soddisfatti.

Tiriamo le somme

Watch Dogs: Legion è un titolo da una parte conservativo nell'aderenza alle meccaniche di base della serie, ma al tempo stesso rivoluzionario con una meccanica che permette di impersonare chiunque. Nonostante l’assenza di un protagonista fisso ben caratterizzato si senta a livello narrativo, per quanto riguarda invece il lato puramente ludico si tratta di una trovata interessante e che spero venga approfondita nei prossimi capitoli, che già da sola potrebbe essere un motivo sufficiente quantomeno per provare il gioco. Peccato per un comparto tecnico che sulle attuali console fatica fin troppo, per cui il consiglio forse è aspettare le console next-gen, ma se non volete aspettare Watch Dogs: Legion può comunque garantire ore di divertimento grazie alla grande libertà di azione e i molti approcci possibili alle missioni.
8.0

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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