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img Halo: The Master Chief Collection
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Recensione - Halo: The Master Chief CollectionXbox OneGame

Nel novembre del 2004, con l’arrivo di Halo 2 nei negozi, il mondo videoludico cadde preda di una nuova, piccola, rivoluzione. Il franchise Microsoft portava, forse per la prima volta, un gioco hardcore alla ribalta mondiale arrivando ad esplodere come vero e proprio fenomeno culturale. In occasione del decimo anniversario dal lancio del gioco, 343 Industries porta su Xbox One non solo una versione rimasterizzata del secondo capitolo, ma tutta l’epopea dello Spartan più famoso di sempre. Non vi è stato alcun indugio, da parte nostra, nel catapultarci nuovamente sugli anelli, protagonisti di una battaglia su scala galattica.

Il Gioco

Non vedreste certo un moto di sorpresa se mi diceste che il mantra più diffuso durante i primi mesi di vita di 343 Industries era “Coraggio!”. Al di là di ogni possibile considerazione sul loro operato, il solo fatto di aver raccolto l'eredità di Bungie è da considerarsi un gesto di non poco ardire. Trovarsi fra le mani un nome come Halo deve aver tolto il sonno a più di un dipendente del nuovo studio voluto da Microsoft, eppure in questi anni 343 Industries ha dimostrato non solo di potersi muovere con disinvoltura nell’universo di Halo facendolo proprio, ma ha anche avuto l’audacia di rimettere mano alla monolitica opera fatta dai loro predecessori, dando luce ad una delle opere di remake più profonde mai viste negli ultimi anni. Ancor prima di mostrare al mondo la loro visione dell’universo Halo, 343 Industries ha sfidato (si fa per dire) i fan con Halo Combat Evolved Anniversary. Un’operazione coronata dal successo che ha permesso alla software house di superare una prima prova di forza necessaria a guadagnarsi la fiducia degli appassionati di tutto il mondo. L’uscita di Halo 4 ha infine messo le cose in chiaro: 343 Industries non ha alcuna remora a solcare nuove rotte senza rimanere schiacciata dal peso del passato. Ciononostante il rispetto per quelle che sono di fatto le fondamenta sulle quali hanno basato il loro nuovo corso non è mai venuto meno, e l’arrivo su Xbox One di Halo: The Master Chief Collection è lo stendardo più fulgido che potessero creare. Non si tratta di una semplice opera di remake del secondo capitolo inserita in una raccolta di tutti gli altri giochi: Halo: The Master Chief Collection è una summa, un punto della situazione, una pietra miliare che raccoglie il passato, lo porta al presente e lo unisce al futuro per dare omogeneità al progetto messo in moto da 343 Industries. Allo stesso modo, però, è anche una dichiarazione d’intenti su quali siano gli aspetti della saga tenuti in maggior considerazione in questo nuovo corso. La scelta di dedicare l’opera a Master Chief non è solamente un omaggio al vero protagonista dell’epopea, che ultimamente è più fuori dalla scena che sul palco, ma anche un’indicazione del fatto che storie quali Halo Wars, Halo 3: ODST e Halo: Reach, con tutta probabilità, andranno via via a spegnersi nel ricordo, rimanendo ai margini dell’idea che 343 Industries ha di Halo.

Entrando nel dettaglio, Halo: The Master Chief Collection raccoglie i quattro capitoli che hanno John-117 come protagonista, con i primi due rinnovati dal trattamento Anniversary fatto in onore dei loro dieci anni dal lancio. Se Halo: Combat Evolved aveva già mostrato i risultati di tale operazione nel 2011, uscendo in solitaria su Xbox 360, Halo 2 si mostra con la nuova pelle, creata appositamente per sfruttare le potenzialità di Xbox One, per la prima volta. Tutti e quattro i capitoli, infine, hanno tratto beneficio dalle maggiori possibilità tecniche di questa generazione vedendosi portare il frame-rate a 60 fps e la risoluzione a piena potenza.

Halo: The Master Chief Collection, proponendosi come punto di raccolta definitivo per i fan della serie (e anche per i nuovi arrivati), raccoglie anche il comparto multiplayer di tutti e quattro i titoli, in una commistione mai tentata prima. L’idea è quella di raccogliere in un unico contesto tutta l’esperienza online degli ultimi 13 anni. Halo: The Master Chief Collection contiene infatti tutte le mappe multiplayer dei quattro capitoli, comprese quelle apparse esclusivamente sulle versioni per PC, oltre alle varianti più famose e ad alcune armi (come il lanciafiamme di Halo: Combat Evolved) visto solo su Windows. Le playlist messe a disposizione si dividono sia per gioco, è possibile infatti giocare solamente al multiplayer di Halo 3 per esempio, sia per tipologia di partita. Nel secondo caso le mappe prese in considerazione possono abbracciare più capitoli della saga, fino a comprenderne tutte le incarnazioni. La decisione finale spetta ai giocatori, chiamati a votare fra tre mappe prima dell’inizio della partita. Tutto questo può essere replicato in ambiti più intimi, con le partite personalizzate. Durante la fase di preparazione è possibile scegliere mappa, modalità di combattimento (vi è un considerevole quantitativo di varianti già pronte all’uso, alcune del tutto inedite per la serie) e, infine, modificare ogni opzione per creare il match preferito.

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Tornando al lato single player Halo 2 Anniversary, come già fatto per Halo CE, ci viene proposto come remake che mantiene inalterato il cuore pulsante del gioco, ricevendo una completa rivisitazione solamente dal punto di vista estetico e sonoro. Tanto che in ogni momento è possibile passare al motore originale, godendoci il titolo così come lo vivemmo 10 anni fa e paragonandolo con la nuova veste; insomma, un’operazione che ha toccato la pelle ma non gli organi. L’impatto di tale rivisitazione è visibile fin dai primissimi secondi di gioco, che mettono in mostra il nuovo filmato introduttivo. A differenza del precedente progetto Anniversary, Halo 2 non ripropone gli stessi filmati con il nuovo motore grafico ma delle cut-scenes nuove di zecca create da Blur Studio, una realtà che ha già dato prova di bravura lavorando a trailer e filmati di titoli quali Batman: Arkham City, Dark Souls 2, Bioshock Infinite e molti altri, ma soprattutto realizzando i bellissimi filmati in CG visti in Halo Wars. I nuovi filmati sono stati ripensati quasi completamente, offrendo gli stessi dialoghi ma all’interno di scene differenti. Anche per questi è possibile passare dal lavoro fatto da Blur ai filmati originali, permettendoci di gustare appieno il lavoro svolto e dando qualcosa di veramente nuovo anche ai fan più sfegatati che negli anni hanno imparato a memoria i video della saga.

Se Blur Studio ha avuto l’onere di ripensare le scene d’intermezzo, 343 Industries si è fatta carico di un lavoro ancora più profondo, portando in Halo 2 Anniversary un nuovo motore grafico e un'incredibile rimasterizzazione dell’audio. Ogni singolo suono è stato ripensato, ricreato per offrire un’esperienza surround migliore. A differenza di Halo CE Anniversary, che offriva la possibilità di scegliere uno dei due impianti sonori solamente all’inizio della partita, Halo 2 Anniversary cambia i suoni al cambiare del motore scelto, senza soluzione di continuità. Il pacchetto finale proposto nella Halo: The Master Chief Collection, quindi, offre due chiavi di lettura, una delle quali decisamente inaspettata. Da un lato non si può rimanere insensibili di fronte al lavoro fatto da 343 Industries, dall’altro ci si trova a confrontare l’opera originale di Bungie con i canoni di dieci anni dopo, scoprendo che già all’epoca Halo 2 offriva delle scelte tecniche, stilistiche e di gameplay che non hanno perso smalto dopo due lustri, arrivando, addirittura, nel 2014 a sfidare e superare rivali più recenti. Riassunto in poche parole: giocare oggi ad Halo 2 è ancora divertente come dieci anni fa e più divertente di giochi che dieci anni fa non c’erano.

Nell’ottica di offrire tutto il divertimento possibile all’interno dell’ecosistema Halo, la Halo: The Master Chief Collection permette al giocatore di scegliere liberamente quale missione completare, senza l’obbligo di procedere in modo cronologico fra i diversi episodi o fra le missioni del singolo episodio. Allo stesso modo tutti i modificatori di missione, così come i celeberrimi teschi, sono attivabili fin dalla prima partita. Al fine di rendere più varia l’esperienza sono state create anche delle playlists divise per gioco o per tematica. Un esempio: è possibile, accettando una delle offerte all’interno della sezione multi-gioco, ripercorrere tutte le missioni che prevedono l’utilizzo di un carrarmato Scorpion, passando attraverso i diversi Halo senza mai interrompersi.

Se il mantra della neonata 343 Industries doveva essere “coraggio”, quello della Halo: The Master Chief Collection è sicuramente “tutto di tutto”. Oltre alle quattro campagne, alle diverse playlist, al multiplayer che racchiude l’essenza di tutti e quattro i titoli, la raccolta offre tutte le opzioni di personalizzazione viste nei diversi Halo. Tutti gli stemmi di Halo 2, Halo 3, Halo 4, i colori, gli avatar, le targhe e le medaglie sono stati raccolti e inseriti all’interno dell’opera omnia. A conti fatti si potrebbe risparmiare tempo descrivendo cosa non è presente nella Collection, visto che pure la Fucina (in una versione riveduta e potenziata per Halo 2) e il Cinema sono presenti all’appello.

Amore

Kamasutra audio

- Per quanto riguarda Halo 2 Anniversary, quanto fatto in termini di audio ha dell’incredibile. Spesso i giocatori tendono a sopravvalutare l’impianto grafico dimenticando che la fortuna di molti giochi l’ha fatta il sistema audio (un Dead Space qualsiasi, ad esempio). 343 Industries compiuto un piccolo miracolo dedicato alle nostre orecchie, che, in alcuni casi, si accompagna ad un impatto visivo oltremodo appagante. Basta far esplodere una granata al plasma per capire di cosa si sta parlando.

Vecchi ricordi sopiti, piacevoli riscoperte

- Nonostante non possa dire di essermi trovato di fronte a cose totalmente nuove, esclusi i video, Halo: The Master Chief Collection ha risvegliato molti ricordi sopiti, offrendomi allo stesso tempo una panoramica dell’evoluzione del gameplay nel corso degli anni. Rivedere lo Scudo a cupola, l’arsenale Brute, il tracciamento del bersaglio sul lanciarazzi, ricordarsi di far esplodere i Phantom, i Flood mutati di Halo 3 e via dicendo è stato malinconico e bellissimo allo stesso tempo. Per dire: in tutta sincerità mi ero dimenticato quanto fosse grandiosa l’intelligenza artificiale dei Covenant di Halo 2, e di quanto fosse epica la missione dello Scarab. Spesso, per apprezzare alcune cose nel migliore dei modi, bisogna nasconderle alla vista per qualche tempo. Halo: The Master Chief Collection compie esattamente questo lavoro: ricordare al giocatore quanti momenti di puro divertimento ha offerto negli anni questo franchise.

Opera Omnia

- L’operazione Halo: The Master Chief Collection può dirsi vincente anche solo per il fatto di raccogliere in un’unica realtà il grosso dell’universo Halo, compiendo allo stesso tempo un’opera di omogeneizzazione che riesce comunque a non deturpare il passato. Un appassionato di Halo deve temere l’arrivo di questo pacchetto per il tempo che andrà a rubargli, mentre un nuovo arrivato… possa il Manto avere pietà della sua anima perché Halo non l’avrà per il suo tempo su questa terra.

Restyling grafico

- Due parole sul remake grafico di Halo 2 sono obbligatorie. 343 Industries e Saber Interactive avevano già dato un’ottima prova delle loro capacità in occasione dei festeggiamenti per il primo Halo. Con Halo 2, a mio avviso, si sono spinte ancora oltre. Citando ancora una volta il lavoro fatto sull’audio, anche l’occhio si alza da tavola satollo al limite dell’ingordigia. Il nuovo palco sul quale si muove Master Chief è curato in ogni dettaglio, nulla è lasciato al caso (o al passato), alcune aggiunte inoltre migliorano ulteriormente un’esperienza vecchia di dieci anni, offrendo anche ai più navigati nuovi scorci e nuovi motivi per guardarsi intorno con la bocca aperta. Inutile dire che vi sono stati dei punti che mi è quasi preso il mal di mare nel passaggio compulsivo da un motore grafico all’altro. A tal proposito vi invito a prestare particolare attenzione all’attraversata sottomarina nel livello Rimorso.

Premio alla carriera ad Halo 3

- Mi sono avvicinato alla Halo: The Master Chief Collection temendo che Halo 3 avesse il ruolo del brutto anatroccolo, unico di quattro episodi a non godere di un motore grafico “nuovo”. I due predecessori grazie al progetto Anniversary sfoggiano un motore grafico ripensato, mentre Halo 4 ha poco più di due anni, in un momento storico in cui l’evoluzione grafica non ha compiuto salti da gigante. Un tale timore è sparito non appena ho dato il via alla campagna di Halo 3. Non vi sono altre frasi per descrivere quello che posso dire con un semplice: il terzo capitolo è invecchiato in modo eccellente. I 60 fps e l’alta risoluzione, poi, prendono il posto della proverbiale ciliegina sulla torta facendo sì che tornare sul titolo del 2007 risulti divertente e appagante anche ai più sensibili al passaggio del tempo in ambito videoludico.

Oltre ogni immaginazione

- Non bisogna affatto sottovalutare il potere che features come Fucina e Cinema hanno avuto nel plasmare e rafforzare la community di Halo. Un concetto che ha trovato terreno fertile all’interno di 343 Industries, pronta a riproporre questi due giganteschi extra all’interno della Halo: The Master Chief Collection sia nei titoli che già li prevedevano (Halo 3 è sicuramente il più sfavillante) sia nel remake di Halo 2. In occasione dell’Anniversary la fucina può essere utilizzata nelle mappe rimasterizzate offrendo un livello di personalizzazione mai raggiunto prima dalla saga. Se il multiplayer ha già di per sé le potenzialità per offrire intrattenimento per un tempo indefinito, Fucina espande tale orizzonte oltre i limiti del visibile. Il passato d’altronde ha già dimostrato che un fan appassionato può dar vita ad una mappa, una modalità, uno stile in grado di stregare tutti i giocatori del mondo.

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Odio

Dov’è Blow Me away?

- L'operazione di restauro ricevuta da Halo 2 ha, purtroppo, sortito un paio di effetti collaterali. La colonna sonora ne ha pagato maggiormente le conseguenze. Pronto ad esaltarmi durante l’inseguimento dell’heretic o nella battaglia del Mausoleo dell’Arbiter, capirete la mia amara sorpresa nello scoprire che le due celebri canzoni facenti sfondo all’azione si sentono solamente passando all’edizione del gioco del 2004. La perdita di Follow e Blow Me away è un duro colpo per tutti i fan della serie, un’occasione sprecata per poter pompare nelle casse uno dei momenti musicali più esaltanti della storia dell’industria. Bacchettata sulle mani, 343, bacchettata...

Un cantiere aperto...

- Pur non andando ad influire sulla valutazione qualitativa di Halo: The Master Chief Collection, devo segnalare che molto dell’offerta Microsoft e 343 Industries è arrivata quando ormai era il momento di mandare online questo pezzo. Ciò significa che alcuni elementi utili ad avere un quadro completo dell’esperienza (per citarne uno: i terminali di Halo 2) non erano presenti all’appello. Una mancanza che i giocatori non noteranno il prossimo 11 novembre, in quanto il pacchetto con i materiali aggiuntivi è divenuto disponibile nella giornata di ieri. Però voglio lasciare una domanda in sospeso: chi volesse giocare la campagna di Halo per scoprire un nuovo mondo o per assaporare vecchie gioie, per poi fare qualche partita in system link con gli amici, un paio di mappe fucina e vedersi qualche momento epico nella modalità Cinema, come farebbe se fosse sprovvisto di connessione alla rete per recuperare i 15 giga mancanti?

...ed un cantiere problematico

- Nel completare la recensione di Halo: The Master Chief Collection in occasione dell’aggiunta del multiplayer e di tutte le altre funzioni mancanti ho deciso di mantenere il paragrafo precedente per dare un’idea di come si sia evoluta la situazione. Allo stato attuale, circa cinque giorni dopo la sua uscita sugli scaffali, Halo: The Master Chief Collection non è ancora in grado di offrire un’esperienza stabile in ambito multigiocatore. Le problematiche sono gravi e molteplici e, nonostante il team di sviluppo stia lavorando intensamente per risolverle nel più breve tempo possibile, non è facile nascondere la perplessità di fronte ad un’apparente impreparazione di tale portata. Il gioco ha richiesto prima del lancio il download di un update di circa 15gb per inserire tutto quello che non era presente nella versione venduta nei negozi, un'aggiunta che avrebbe dovuto dare a Halo: The Master Chief Collection la completezza necessaria per considerarlo un titolo finito e pronto per il grande pubblico. Così non è stato. Nel momento in cui scrivo, il 15 novembre, il matchmaking non è minimamente attrattivo. Per trovare una partita sono necessari dei tempi inaccettabili (spesso declinabili all’infinito) e, una volta tra i fortunati pronti ad iniziare, non bisogna abbassare la guardia. Disconnessioni, game over senza motivo, problemi di rete sono sempre presenti. Tutto questo risulta ancor più doloroso se si pensa che quando il gioco decide di dare il meglio di sé, riesce ad offrire delle partite che urlano al mondo quanto sia bello giocare su server. La latenza sembra un ricordo del passato e tutto il match appare veloce, divertente e solido. Ma ripeto, quando funziona; se 343 riuscirà a risolvere i problemi attuali, ci troveremo di fronte ad un formidabile titolo multigiocatore. Per ora, però, ve n'è solo la promessa.

Un canale invadente

- Non condivido la scelta di portare il giocatore su un’applicazione esterna, Halo Channel, per poter usufruire di alcuni contenuti del gioco, come i terminali di Halo 2. Al momento l’applicazione sembra soffrire di riflesso degli stessi problemi che affliggono buona parte del titolo nella sua componente online, e questo spezza l’esperienza di gioco inserendo nelle sue spaccature delle funzioni non ancora in grado di operare al meglio, rendendosi più spesso causa di frustrazione per il giocatore. Non si può che sperare per un futuro migliore.

Tiriamo le somme

È già stato detto: Halo: The Master Chief Collection non è una semplice riedizione di vecchi capitoli della saga. È un’opera omnia posta a fondamenta del futuro del brand, un passaggio obbligatorio per chi volesse continuare a vivere al meglio la saga pensata da 343 Industries. Purtroppo tale opera risulta funestata da un inizio tutt’altro che brillante nel comparto multigiocatore, un'esperienza nuova nel contesto di un brand che non ha mai sofferto di problemi simili. Si potrebbe rimproverare bonariamente a 343 Industries una svista del genere, sicuri del fatto che sarà risolta nei prossimi tempi, ma rimane il fatto che il giocatore medio opera un investimento notevole di denaro (e tempo) nel momento in cui decide di porre la sua fiducia nelle mani di un titolo preciso, e negli ultimi tempi non sembra esserci lo stesso rispetto da parte di chi riceve tali attenzioni. Halo, nel modernizzarsi per entrare sulla nuova generazione, ha portato molti aspetti positivi sulla console Microsoft, ma sembra essere rimasto vittima di un modo di gestire le cose che da evento isolato si sta pericolosamente trasformando in un aspetto quasi scontato, un brutto riconoscimento per tutta l’industria. Nella speranza che i problemi venuti alla luce siano risolti in modo ottimale e nei tempi più brevi possibili rimango disposto a credere che Halo: The Master Chief Collection dimostrerà ancora una volta perché bisogna abbassare la testa in segno di rispetto quando passa il Re.
8.0

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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