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PGA Tour 2K25

PGA Tour 2K25 - anteprima hands-on

A poco meno di un mese dal lancio di PGA Tour 2K25, il nuovo capitolo della propria serie di titoli sportivi dedicati al golf, 2K ci ha permesso di provare una versione praticamente definitiva del gioco presso i suoi uffici londinesi, così da poter dare un primo sguardo alle novità e ai miglioramenti introdotti. Eccovi il nostro resoconto completo.
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Dopo essersi presa un anno “sabbatico”, la serie PGA Tour sviluppata da HB Studios è pronta a tornare sui campi da gioco di tutto il mondo, portando ovviamente con sé una serie di migliorie e aggiunte pensate per rendere l’esperienza ancora più completa, appagante e, perché no, più accessibile anche da chi vorrebbe provare il titolo per semplice curiosità o senza doversi impegnare troppo.

La prima cosa sul quale ci siamo soffermati durante la presentazione organizzata presso la splendida Take Two House di Londra è infatti il nuovo sistema di controllo EvoSwing, che “suddivide” ogni colpo in 4 differenti elementi, come il punto di contatto con la pallina, la precisione dello swing, il ritmo e la fluidità del movimento. Ogni volta che effettuiamo un colpo, il sistema valuta la nostra abilità e la nostra precisione in ognuno di questi ambiti, che si traducono in una traiettoria più o meno in linea con le nostre aspettative. La nuova edizione porterà inoltre con sé anche nuove tipologie di colpi, una fisica migliorata per quanto riguarda sia le traiettorie in volo delle palline sia il loro comportamento sul terreno e alcuni miglioramenti grafici.

MX Video - PGA Tour 2K25

In PGA Tour 2K25 farà inoltre il proprio debutto l’opzione Perfect Swing, che di fatto non è altro che un livello di difficoltà e simulazione estremamente accessibile che, oltre ad abilitare tutte le opzioni di assistenza presenti nel gioco, riduce al minimo e/o elimina l’impatto dei fattori esterni, tra cui il vento, sui colpi. Questa opzione è pensata specificamente per far avvicinare al gioco chi è in cerca di un’esperienza quanto più semplice e immediata possibile, nonché per permettere ai giocatori più esperti di potersi comunque concedere delle sessioni di gioco più rilassate. Parallelamente a questa nuova opzione, l’edizione 2025 della serie PGA Tour di HB Studios offre 6 preset di difficoltà e una lunga serie di impostazioni specifiche, che possono essere abilitate e disabilitate facilmente dal menu principale per adattare al meglio il gameplay alle proprie esigenze ed abilità.

La seconda grande novità riguarda i miglioramenti introdotti nella creazione del proprio alter-ego tramite l’editor MyPLAYER e le modifiche apportate alla modalità carriera. Per quanto riguarda la creazione del personaggio, PGA Tour 2K25 metterà a disposizione dei giocatori un editor più profondo rispetto al passato, con nuovi modelli predefiniti e un numero maggiore di elementi personalizzabili nel dettaglio, così da garantire una maggiore varietà. Nel nuovo capitolo faranno inoltre ritorno i cosiddetti “Archetipi”, ovvero delle tipologie di golfista ispirate a quelle dei giocatori reali. Nello specifico, in fase di creazione del personaggio si potrà scegliere tra 5 differenti tipi di giocatore, differenziati l’uno dall’altro dalla distribuzione dei punti abilità in 12 attributi, la cui somma andrà a definire punti di forza e debolezze del nostro alter-ego. La scelta dell’archetipo è definitiva, ma nel corso della carriera sarà comunque possibile migliorare le proprie abilità iniziali per smussare alcune delle debolezze o migliorare ulteriormente i propri punti di forza.

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Il sistema di sviluppo dei golfisti creati dal giocatore passa inoltre attraverso 6 skill-tree specifici per ognuno degli aspetti principali, ognuno dei quali formato da nodi principali in grado di sbloccare nuove abilità, siano esse tipologie di colpi o capacità passive, sia da nodi secondari, con i quali è possibile migliorare in modo più specifico le singole abilità sbloccate. Entrambi i sistemi di sviluppo, ovvero quello legato alle statistiche base del nostro golfista e quello dedicato alla crescita delle sue abilità, prevedono di spendere particolari Punti, che possono essere ottenuti giocando con il proprio alter-ego in praticamente tutte le modalità disponibili nel gioco, non solo la carriera. In aggiunta a questa meccanica di sviluppo del proprio atleta, HB Studios ha inserito nel suo nuovo gioco anche un sistema di crescita delle attrezzature a disposizione, tra cui mazze da golf, palline, ecc. Così come il giocatore, anche le attrezzature raccolgono punti esperienza dopo ogni utilizzo, che contribuiscono a farne aumentare il livello complessivo e, soprattutto, a sbloccare nuovi slot dove è possibile inserire delle particolari “gemme” in grado di modificare non solo l’aspetto dell’oggetto ma anche le sue caratteristiche base.

Per rendere l’intera meccanica più flessibile possibile, in 2K25 è possibile creare fino a 4 borse differenti per il proprio giocatore, ognuna delle quali contiene uno specifico set di attrezzature con relativi miglioramenti. Si tratta di un sistema particolarmente profondo e potenzialmente molto interessante, che dovrà però essere valutato in maniera dettagliata in sede di recensione per appurarne al meglio il bilanciamento e l’impatto generale sul gameplay. A completare l’offerta, almeno per quanto riguarda la personalizzazione del proprio avatar, ci pensano poi uno shop dedicato ad abbigliamento e accessori, con elementi in parte sbloccabili in gioco e in parte acquistabili, e le Stagioni, che offriranno ai giocatori un classico sistema di sblocco progressivo degli oggetti suddiviso su livelli, alcuni disponibili gratuitamente e altri accessibili solo acquistando il relativo pass stagionale.

Anche la modalità Carriera ha subito un profondo restyling in PGA Tour 2K25, specie per quanto riguarda la gestione dei contratti di sponsorizzazione, che ora propongono al giocatore una serie di sfide specifiche, e la gestione del rapporto con il pubblico o la stampa. Una volta creato il proprio alter-ego si può decidere da quale evento iniziare la propria carriera, sulla base delle proprie abilità o delle proprie aspirazioni. Questa scelta impatta sul primo torneo a cui prenderemo parte e, soprattutto, sul calendario della nostra stagione, che alternerà gli impegni ufficiali a sessioni di allenamento durante le quali potremo cimentarci in brevi minigiochi pensati per migliorare le nostre abilità in specifici ambiti. Ogni evento ufficiale è normalmente suddiviso in più fasi, che il giocatore ora può decidere di disputare interamente, di simulare, andando tra l’altro a impostare il livello di abilità della IA quando non saremo noi a controllare il nostro alter-ego, o di giocare a fasi alterne, decidendo la percentuale di buche da affrontare in prima persona e quante simularne.

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Proseguendo con la Carriera sarà poi possibile ottenere dei contratti di sponsorizzazione con marchi più o meno noti, che una volta siglati garantiranno l’accesso a accessori e premi speciali, molti dei quali vincolati però al completamente di sfide o a particolari condizioni legate al livello di fama del nostro giocatore. La reputazione del giocatore nei confronti del pubblico rivestirà un ruolo fondamentale anche al di fuori delle sponsorizzazioni e sarà legata a doppio filo al suo comportamento durante le conferenze stampa o fuori dal campo. In molte occasioni ci verrà infatti proposto dal nostro manager di rispondere alle domande ricevute dai cronisti o di prendere parte a particolari iniziative pubbliche. Le nostre risposte in queste situazioni modificheranno in maniera dinamica la personalità del nostro golfista, il che avrà un impatto diretto sul numero di seguaci e sulle opportunità disponibili durante la stagione. Non manca poi la possibilità di selezionare un “rivale” principale durante la stagione, così da ottenere un bonus in esperienza e crediti ottenuti in caso di vittoria.

L’introduzione di nuovi contenuti in PGA Tour 2K25 riguarda anche tracciati e golfisti utilizzabili. La nuova edizione può infatti contare su 27 percorsi differenti, tra cui alcuni inediti come gli U.S. Open 2025 che si disputeranno presso l’Oakmont Country Club, e alcune versioni migliorate di quanto già presente nella scorsa edizione. Allo stesso modo, il nuovo episodio potrà contare su 11 golfisti modellati su controparti reali, tra cui trovano spazio nomi molto noti come Tiger Woods, Brooke Henderson e Max Homa. Alla nutrita selezione di percorsi si affianca poi una versione migliorata dell’editor presente nel precedente capitolo, con cui tutti gli appassionati potranno creare i propri scenari e condividerli facilmente con il resto della community. Immancabile infine una modalità multigiocatore, che permetterà agli aspiranti golfisti di tutto il mondo di sfidarsi con modalità di gioco che vanno dalla gara singola al torneo, passando per altre attività specifiche, sia in lobby private sia tramite il classico matchmaking.

Pad alla mano, PGA Tour 2K25 si è rivelato tanto accessibile e divertente da giocare quanto sfidante e profondo nel momento in cui si decide di alzare un po’ l’asticella della difficoltà. Il sistema di controllo è rimasto praticamente invariato e permette di scegliere in qualunque momento se affidare la qualità degli stick alle proprie abilità con una delle due levette analogiche o se cimentarsi con il sistema a tre pressioni dei pulsanti frontali. Il primo prevede un movimento dall’alto verso il basso dello stick prescelto, che in base alle opzioni di difficoltà prescelte dovrà soddisfare più o meno requisiti di direzione, precisione e tempismo dei movimenti, mentre il secondo prevede la pressione prolungata per caricare il colpo, seguita da vari “tap” per perfezionare punto di impatto, ritmo e così via. Si tratta di due sistemi di input molto diversi, sia in termini di esecuzione sia per quanto riguarda le sensazioni trasmesse. Durante la mia prova li ho testati entrambi, finendo per preferire quello basato sull’uso della levetta analogica, a mio parere più difficile da padroneggiare ma anche più soddisfacente. In ogni momento è poi possibile passare alla modalità di mira libera, tramite cui è possibile selezionare con precisione il punto di impatto sulla pallina per eseguire colpi particolari o imprimere alla stessa un effetto.

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In modo analogo, sfruttando il più possibile il tempo a disposizione durante l’evento, ho messo alla prova i vari livelli di difficoltà e le varie opzioni disponibili. L’impressione è che il gioco offra un ventaglio di possibilità in grado davvero di soddisfare la più ampia fetta di pubblico possibile passando dall’estrema accessibilità offerta dal nuovo sistema Perfect Shot, che permette di entrare nel vivo del gioco e divertirsi in pochi minuti, a quello più simulativo, nel quale gli indicatori a schermo sono quasi del tutto assenti e dove ogni minimo gesto deve essere calcolato ed eseguito alla perfezione per ottenere i risultati sperati. Tra i due estremi, come detto, troviamo una serie di opzioni intermedie e tanti singoli parametri che possono essere personalizzati, così da adattare al meglio il gameplay. A rendere il tutto ancora più accessibile troviamo poi una serie abbastanza nutrita di tutorial, che spiegano in modo chiaro e comprensibile tutte le meccaniche principali.

È difficile dire ora se si tratta di una soluzione adatta a tutti i palati, ma l’impressione è proprio quella di trovarsi tra le mani un sistema ben concepito e, soprattutto, facilmente configurabile. Lo stesso discorso si può poi estendere all’impatto degli elementi esterni, tra cui il vento o la configurazione del terreno, e alla bravura della CPU, anch’essi personalizzabili sotto più punti di vista. Per quanto mi riguarda, ho iniziato la prova con il livello di difficoltà più basso, alzando progressivamente il livello di sfida da un preset all’altro, attivando o disattivando nel caso delle opzioni specifiche se qualcosa non era di mio gradimento. Così facendo, l’esperienza di gioco è sempre stata appagante e divertente, con molte situazioni in cui mi sono trovato a gioire per una giocata ben riuscita o a disperarmi per un improvviso cambio di traiettoria della pallina appena prima dell’ingresso in buca.

Il green è stato inoltre uno dei punti più adatti per valutare i miglioramenti introdotti nella gestione della fisica della pallina al suolo, che nella maggior parte delle situazioni mi è sembrata coerente e realistica. Quale situazione strana mi è capitata, ma complessivamente la sensazione da questo punto di vista è stata molto buona. Lo stesso si può dire del comportamento della pallina in volo, specie quando ho provato a imprimere effetti particolari, ma qui è sicuramente necessaria una prova più approfondita per capire bene come si comporta il motore fisico al cambio delle condizioni metereologiche.

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Sul fronte delle modalità di gioco, devo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito dalla Carriera sia per quanto riguarda l’equilibrio generale tra le varie fasi di gioco sia per la possibilità di poter decidere in totale autonomia e senza particolari vincoli come e quanto partecipare in prima persona ai vari eventi. Personalmente ho adorato il fatto di non dover giocare per ogni round l’intero elenco di buche previste ma solo una parte, così da alleggerire notevolmente l’esperienza. Molto interessate anche tutta la componente di gestione degli sponsor e di potenziamento degli equipaggiamenti, anche se qui preferisco non sbilanciarmi troppo. Il primo impatto è stato molto positivo, ma è necessario passare qualche ora in più in questa modalità per accertarsi che il sistema sia ben strutturato e che non diventi troppo complesso da padroneggiare più si procedere nella Carriera. Resta poi da valutare l’impatto del Pass Stagionale all’interno di questo elemento del gameplay e quanto i vari potenziamenti possano in qualche modo influenzare lo sviluppo del giocatore rendendolo troppo poco realistico.

Durante la prova ho anche avuto modo di sfidare uno dei membri del team QA di 2K in un appassionante 1 vs 1 online, vinta come prevedibile dal mio avversario. Il match, oltre a permettermi di valutare una delle modalità online e le piccole differenze di gameplay presenti rispetto alle modalità in singolo, è servito come banco di prova per il sistema di matchmaking, che ha funzionato senza particolari difficoltà o ritardi. Ovviamente, in questo momento, i server sono praticamente vuoti ed è quindi impossibile capire come si comporterà il gioco dopo l’uscita, ma anche qui l’impressione è che il team di sviluppo abbia lavorato per migliorare e consolidare quanto già visto in passato.

Sul fronte visivo, PGA Tour 2K25 mi è parso nel bene o nel male in linea con il capitolo precedente, seppur con qualche apprezzabile miglioramento per quanto riguarda i modelli poligonali e la cura riposta nel riprodurre le ambientazioni e le location più famose. Ottima anche la resa delle varie tipologie di superfici nelle quali ci si trova a giocare, con una menzione particolare per i bunker di sabbia e l’erba alta. Rimane purtroppo ancora presente uno stacco netto tra ciò che è dentro al campo e ciò che resta al di fuori, come la vegetazione e i terreni che circondano i percorsi. Anche gli alberi non mi hanno stupito particolarmente, anche se la situazione sembra comunque essere migliorata rispetto al capitolo precedente. È però doveroso segnalare che l’intera prova è avvenuta sulla versione PC del gioco, che potrebbe in qualche modo differire da quella che arriverà su console.

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In conclusione, possiamo quindi affermare che PGA Tour 2K25 sembra avere tutte le carte in regola per soddisfare non solo gli appassionati di questo sport o della saga, ma anche i semplici curiosi o chi vorrebbe cimentarsi con un gioco di golf senza troppi pensieri. Al netto dei limiti dovuti alla natura del titolo e alla necessità di valutare l’impatto generale delle microtransazioni, la presenza di tante opzioni in grado di modificare l’esperienza di gioco e un ventaglio di modalità più ampio rispetto al passato dovrebbe infatti garantire una maggiore accessibilità e un’appetibilità, così come le tante novità introdotte per quanto riguarda la personalizzazione del proprio avatar e nella modalità Carriera dovrebbero garantire una longevità adeguata a tutte le tipologie di giocatori.

Chiaramente non è un titolo in grado di far piacere questo sport (o la sua trasposizione videoludica) a chi non riesce proprio a digerirlo, ma potrebbe sicuramente risultare interessante per chi ha sempre trovato troppo ostiche o poco coinvolgenti altre produzioni simili. Per scoprire se queste impressioni saranno confermate in sede di recensione e valutare la versione console del gioco non dovremo però attendere ancora molto. L’uscita del titolo è infatti fissata per il 28 febbraio, con ben 7 giorni di accesso anticipato per tutti coloro che decideranno di acquistare l’edizione Deluxe o Legend. Inoltre, proprio nel momento in cui state leggendo questo articolo, sullo Store Xbox dovrebbe essere apparsa una demo con cui provare in prima persona alcune delle modalità di gioco e creare il proprio golfista, che potrà poi essere importato nel gioco completo al lancio.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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