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Resident Evil 6
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Resident Evil 6 - provato alla GC

La serie di Resident Evil è stata senza dubbio uno dei capisaldi del genere survival-horror, ma già dal precedente capitolo si era notato un certo declino per quanto riguarda il livello di tensione e paura offerto dal gioco. Con Resident Evil 6 Capcom cercherà di accontentare sia i fan puristi che quelli meno avvezzi ai titoli horror: sarà riuscita nel suo intento? Alla GamesCom abbiamo provato per oltre un'ora il gioco e queste sono le nostre impressioni.
Di cosa si tratta
La trama di Resident Evil 6 è ambientata 15 anni dopo il famoso incidente di Raccoon City ed ha inizio quando il presidente degli Stati Uniti si prepara per una conferenza stampa, deciso a rivelare al mondo che cosa è avvenuto realmente in passato. Al suo fianco c'è l'agente governativo superstite Leon S. Kennedy, che si trova ben presto nel mezzo di un nuovo incubo: la Casa Bianca viene colpita da un attacco bioterroristico con il nuovo e temibile Virus-C, che trasforma lo stesso presidente in uno zombie. Nel frattempo il capitano della forza anti-bioterroristica BSAA, Chris Redfield, si trova in una situazione analoga a Lanshiang, in Cina, dove un'epidemia sta trasformando le persone in mostri deformi. Le strade dei due agenti si incroceranno più volte, ma non saranno gli unici protagonisti del gioco.

Capcom ha infatti inserito ben cinque campagne separate: oltre ai già citati Leon e Chris, avremo modo di impersonare e seguire le vicende di Jake Muller e Ada Wong, ed infine avremo accesso ad una quinta storia, chiamata “Prologo”, di cui non si conosce ancora nulla. Oltre ad allungare di molto la longevità del titolo, le diverse campagne hanno permesso a Capcom di creare esperienze di gioco distinte: con Leon avremo un survival horror vecchio stile, con Chris un puro sparatutto in terza persona, Jake invece potrà contare su un ampio arsenale di armi e attacchi fisici, mentre la bella Ada Wong preferisce usare l'intelligenza, infatti saranno presenti molti più enigmi ambientali rispetto alle altre campagne.

L'offerta è indubbiamente ampia, e durante la mia prova ho avuto modo di testare una parte della storia del personaggio che più mi interessava, Leon, oltre a quelle di Chris e Jake.

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Cosa abbiamo visto
La missione di Leon iniziava con una rocambolesca fuga dalla Casa Bianca ormai completamente infettata, in cui dovevo farmi strada tra orde di zombie fino all'uscita. Gli scenari erano quelli tipici dei survival horror, con corridoi bui e poche luci che proiettavono le ombre dei non-morti sulle pareti. In alcuni casi la scena si spostava in ambienti molto più aperti come il giardino, con zombie che vagavano in ogni angolo e attaccavano appena mi avvicinavo troppo. Il livello si è svolto in maniera piuttosto lineare, senza particolari scelte per quanto riguarda l'approccio e le strade da utilizzare. L'unico punto “insolito” è stato quando la strada principale era bloccata da una porta di sicurezza, per cui sono dovuto uscire in giardino, entrare in un'altra parte della struttura, recuperare una chiave d'accesso (anche qui il percorso era abbastanza guidato e ho trovato subito ciò che cercavo) e proseguire il mio cammino fino all'uscita, dove ho trovato una macchina della polizia abbandonata che mi ha permesso di fuggire.

L'aspetto che ho apprezzato maggiormente è stato il ritorno dei classici zombie che attaccano in massa e senza paura, e a dispetto delle apparenze la loro intelligenza artificiale si è rivelata piuttosto buona: in alcune situazioni mi sono ritrovato accerchiato perchè non mi ero accorto che alcuni nemici fossero strisciati dietro di me mentre ero impegnato ad abbattere i loro compagni, e in alcuni casi gli avversari non hanno esitato ad usare qualunque elemento delle scenario come arma, come ad esempio bastoni, bottiglie o estintori. Gli zombie sono quindi più intelligenti e veloci rispetto a quelli a cui eravamo abituati, ma anche le capacità di Leon si sono evolute: dimenticatevi i tempi in cui per sparare bisognava necessariamente fermarsi e la legnosità generale dei movimenti, perchè qui potremo tranquillamente muoverci mentre miriamo ed esibirci in capriole e mosse evasive, oltre ad attacchi fisici spesso più efficaci delle pistole. Questo elemento, seppur conferisca agli scontri un maggiore realismo (chi non si è mai domandato “Perchè diamine rimani fermo mentre miri, incapace!”), toglie quel senso di impotenza e vulnerabilità che era dato proprio dal fatto di dover rimanere immobili ed esposti per sparare.

Le musiche creavano la giusta dose d'atmosfera, tuttavia la tensione non è mai stata molto elevata per due motivi.
Per prima cosa, non ci sono state situazioni particolarmente sorprendenti, anzi, sembrava tutta roba già vista e che sfruttava grandi clichè del genere, ma questa è una sensazione molto personale vista la mia esperienza con il genere horror, poiché vedevo altre persone che provavano il gioco molto più tese di me. In secondo luogo (e questo è un aspetto molto più oggettivo) ad assisterci nella nostra avventura avremo anche una compagna, che si rivelerà fondamentale per superare determinati ostacoli in cui bisogna necessariamente essere in due, ma soprattutto ci riporterà in vita ogni volta che gli infetti avranno la meglio su di noi. E questo è stato uno degli aspetti che mi ha maggiormente fatto storcere il naso: la paura di morire è praticamente inesistente, tanto in caso di sconfitta basterà attendere qualche secondo e la nostra amica correrà immediatamente a rianimarci, annullando quel senso di paura che si dovrebbe avere affrontando orde di non morti. Più di una volta la situazione sembrava disperata e non sapevo come uscirne, ma una volta capito che tanto non avrei comunque visto la scritta “Game Over” ho iniziato a caricare i nemici a testa bassa, cosa che normalmente dovrebbe portare alla morte e ricominciare da un checkpoint. Non si tratta certo di una novità, tuttavia avrei preferito che quantomeno la barra che indica il tempo rimasto prima di morire definitivamente scorresse più velocemente, mentre per quanto è lenta è praticamente impossibile che la nostra amica non ci rianimi in tempo.

Nella seconda prova ho usato Jake Muller, il figlio di Albert Wesker, e la sua storia è incentrata sulla fuga da un mostro invincibile chiamato Ustanak. Ad accompagnarlo nella lotta per la sopravvivenza ci sarà Sherry Birkin, ovvero la figlia di William Birkin visto in Resident Evil 2. Il livello iniziava con i due protagonisti che respingono ondate di infetti lungo le strade di un mercato all'aperto, e qui ho fatto la conoscenza dei mutanti J'avo. Questi sono più intelligenti e organizzati degli zombie affrontati da Leon, usano mitragliette e pistole, ma soprattutto una volta uccisi si racchiudono in un bozzolo e rinascono come mostri deformi ancora più pericolosi, come ad esempio esseri con un braccio gigante che usavano per afferrarmi e sbattermi a terra. Per fortuna Jake dispone di un vasto arsenale di armi e anche le munizioni abbondano, inoltre le sue abilità nel corpo a corpo sono degne del miglior wrestler della WWE. Anche la bella Sherry, che in RE2 era solo una bambina, è diventata una combattente esperta, e come nel caso di Leon, oltre a decimare zombie avrà la funzione di medico tuttofare. Una volta eliminati gli avversari dovevo scalare un palazzo e scendere dalla parte opposta per continuare, e i due protagonisti si sono separati temporaneamente. Anche in questo caso gli scontri non si sono rivelati molto ostici, e anche se non avevo la mia compagna a rianimarmi in caso di emergenza potevo sempre contare su una nutrita scorta di erbe medicinali e munizioni. Dopo qualche minuto è tornata anche Sherry, ma a quel punto la demo s'è interrotta: ho deciso così di passare a Chris Redfield.

MX Video - Resident Evil 6


Il livello della campagna di Chris ricordava già dal prima impatto Gears Of War: il forzuto agente si trovava infatti ad attraversare con un convoglio militare una Lianshiang devastata che offriva diverse macerie come punti di copertura, infatti qui il gioco ha assunto delle meccaniche quasi identiche a quelle del titolo Epic. Non c'era posto per la tensione o la paura di cosa si trovi dietro l'angolo, poiché lo scenario all'aperto era ben illuminato e i nemici infetti non ricordavano nemmeno lontanamente i classici zombie: questa nuova tipologia di infetti era decisamente più intelligente e aggressiva, ma soprattutto munita di armi da fuoco di vario genere, come mitragliette, lanciarazzi e fucili da cecchino, oltre ad armature che li proteggevano dai danni al corpo e alla testa. Chris doveva quindi fare uso di tutte le sue abilità e fare affidamento sui numerosi soldati ai suoi ordini, oltre ai carri armati e mezzi pesanti che lo accompagnavano in questa missione. Una volta presa confidenza con i comandi è stato un tripudio di esplosioni e sparatorie, con i nemici che sfoggiavano nuovamente una IA abbastanza buona e cecchini piuttosto precisi. Ad un certo punto è sbucato un mostro gigantesco che ricordava veramente troppo i Brumak di Gears Of War, ma senza i cannoni sulla schiena. Una volta capito che il punto debole era una protuberanza tra il collo e la testa, ho iniziato a tempestarla di colpi nascondendomi tra gli edifici, tuttavia le normali armi sembravano solo infastidirlo e infatti dopo poco gli altri soldati mi hanno detto di sopravvivere e tenerlo occupato mentre i mezzi pesanti arrivavano per eliminarlo.

E per la prima volta mi sono trovato in difficoltà: il mostro attaccava con brutalità costringendomi a spostarmi spesso, il che non sarebbe stato un grande problema se non avessi dovuto tenere a bada anche altre orde di nemici armati. Infatti dopo un po' mi sono ritrovato con le spalle al muro e scoperto, finché il gigantesco infetto non mi ha schiacciato con una pedata, uccidendomi all'istante e senza dare la possibilità ai compagni di rianimarmi. Purtroppo il tempo a mia disposizione era finito, e non ho avuto modo di fare un secondo tentativo.

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Tiriamo le somme
Quello che ho visto mi ha lasciato piuttosto perplesso. Da una parte abbiamo un gioco indubbiamente valido, con una longevità elevata, tecnicamente ottimo e che sicuramente vale i soldi spesi, ma dall'altra se speravate un ritorno ai vecchi Resident Evil potreste rimanere delusi. La storia di Leon riesce solo in parte a tornare ai vecchi fasti, con ambientazioni buone e un livello di tensione molto più alto rispetto alle altre campagne dove il gioco diventa un classico shooter con qualche elemento horror, ma anche questa non riesce minimamente a spaventare o creare ansia. C'è da considerare comunque che la prova è avvenuta in compagnia di altre persone e in una stanza ben illuminata, cosa che personalmente credo annullerebbe gli effetti anche del miglior horror: per un giudizio migliore bisognerebbe giocare il titolo da soli, al buio e con delle cuffie che ci isolino dal resto del mondo. Solo allora Resident Evil 6 potrebbe mostrare le sue vere qualità. Sia chiaro, da quello che ho visto non aspettatevi che la campagna di Chris diventi improvvisamente paurosa, ma quantomento quella di Leon e forse quella di Jake hanno del potenziale che potrà essere esaminato complessivamente solo nella recensione finale.

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L'autore

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I videogame lo intrigano fin da piccolo nonostante il disappunto della nazi-mamma, che alla fine è costretta a cedere e sopporta anche la sua mania per i Comics, i Manga e il collezionismo di Limited Edition. Spera di farsi strada nel mondo del giornalismo videoludico iniziando nel dicembre 2011 a collaborare per MX, inoltre studia psicologia per cercare di capire il comportamento dei fanboy.

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