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img D4: Dark Dreams Don't Die

Recensione - D4: Dark Dreams Don't DieXbox One Digital KinectGame

Annunciato all'E3 prima del lancio di Xbox One, D4: Dark Dreams Don't Die sembrava completamente sparito dai radar fino a pochi giorni fa, quando è uscito a sorpresa in occasione del Tokyo Game Show. E' quindi giunto il momento di tirare le somme sulla nuova avventura di Access Games e del controverso autore nipponico Swery: ecco cosa ne pensiamo.

Il Gioco

David Young è un ex detective della polizia di Boston, il quale una notte riceve la visita di un misterioso assassino che gli lascia un proiettile nel cranio ed uccide la fidanzata, Peggy. David sopravvive all'attentato e riesce a stringere tra le sue braccia l'amata la quale, con il suo ultimo respiro, gli sussurra "cerca D". Un indizio sull'assassino probabilmente, magari l'iniziale del suo nome? E' da quest'unico elemento che David inizia la ricerca del responsabile, lasciando la polizia e diventando un investigatore privato. E lo fa grazie ad un importante aiuto: quella drammatica notte non l'ha privato solo di una persona cara, ma gli ha fornito anche un dono incredibile. Il proiettile nel cranio l'ha infatti dotato del potere di viaggiare indietro nel tempo semplicemente toccando determinati oggetti, chiamati "Mementum", grazie ai quali può "tuffarsi" in eventi passati legati a quegli stessi oggetti. David inizia così la sua caccia al misterioso D, interessandosi di tutti i casi più strani nei quali è coinvolto qualcuno il cui nome inizia per quella lettera, passatigli dall'amico ed ex partner di polizia Forrest.

E fin qui nulla di strano: la storia sembrerebbe un classico dramma investigativo con una componente paranormale. Le cose iniziano però a farsi maggiormente surreali quando scopriamo che David abita in compagnia di una ragazza, chiamata Amanda, la quale ha lo stesso nome della gattina di Peggy e si crede un gatto, comportandosi come tale. Tant'è che il nostro primo incontro con lei… ci vede prendere un topo in bocca dopo che lei ce l'aveva portato con tanto amore! E le stranezze del gioco non si fermano qui, visto che nel corso della storia incontriamo diversi personaggi che definire singolari sarebbe un eufemismo. Insomma, non aspettatevi una seriosa avventura investigativa, perché grazie alla verve visionaria di Hidetaka "Swery" Suehiro, D4: Dark Dreams Don't Die ha molto più da offrire, in tutti i sensi.

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Il gioco è un'avventura episodica scaricabile, e questo primo download include il prologo più i primi due episodi per un totale complessivo di circa 3-5 ore di gioco, a seconda di quanto frettolosamente lo giocherete e di quanto andrete alla ricerca di collezionabili e missioni secondarie. Il gameplay è quello del più classico genere punta e clicca, tanto che non è possibile neanche muoversi liberamente per l'ambiente ma bisogna "cliccare" su determinate icone rappresentanti dei passi per spostarsi da una posizione all'altra delle location; in ogni momento possiamo guardarci intorno per analizzare l'ambiente, spostarci in un'altra posizione o interagire con oggetti e persone. Ogni volta che si compie un'azione, poi, viene consumato un po' di Vigore, una sorta di energia che va reintegrata mangiando cibo reperibile in giro per gli ambienti o acquistabile presso una gattina, la vera Amanda, che spunta fuori nei posti più inattesi: il relativo indicatore va sempre tenuto d'occhio, perché qualora esaurissimo il Vigore saremmo costretti ad uscire dalla missione in corso oppure a spendere 1000 crediti (una valuta che si ottiene come premio per l'esplorazione degli ambienti) per poter continuare. Qualora ci serva un aiuto per sapere quali sono gli elementi con i quali interagire, possiamo poi attivare una speciale modalità Visione che rende tutto monocromatico ed evidenzia oggetti e persone sui quali concentrarci: anche questa consuma un apposito indicatore, che va ripristinato bevendo liquidi.

In conseguenza all'interazione con gli altri personaggi, possono intervenire due diverse meccaniche: in molti casi partono dei dialoghi a scelta multipla durante i quali possiamo approfondire la storia o scoprire nuovi indizi per la nostra indagine, ed in alcuni casi ci vengono anche affidate delle piccole missioni secondarie che vanno dal cercare un oggetto al partecipare a semplici mini-giochi. In momenti particolari della trama si dà inoltre il via a sequenze d'azione - combattimenti, fughe o altro - a base di Quick Time Events che ci richiedono di compiere determinate azioni in breve tempo, pena la perdita di salute o il fallimento dell'intera sequenza.

E visto che siamo arrivati a parlare di interazioni e QTE, è il momento di accennare al sistema di controllo. D4: Dark Dreams Don't Die è giocabile indistintamente utilizzando i controlli gestuali tramite Kinect, che funzionano perfettamente anche da seduti, o il classico controller. In realtà il gioco disporrebbe anche della possibilità di utilizzare i controlli vocali, se non fosse che questi non sono supportati per la lingua italiana e per usarli bisognerebbe impostare tutto il gioco in inglese (di default ha il parlato in inglese e sottotitoli in italiano) nel menu delle opzioni. Entrambi i sistemi di controllo funzionano molto bene: ogni interazione con oggetti e persone può avvenire "afferrando" o spingendo il nostro obiettivo, ed è tutto indicato da delle icone a schermo. Nel caso del Kinect quindi basta posare la mano sull'icona relativa e chiudere il pugno per afferrare oppure proiettare il palmo in avanti per spingere, mentre tramite controller basta spostare con lo stick sinistro il cursore sull'icona e premere poi il tasto A o B. Idem per le altre azioni, tutte completabili facilmente in entrambi i modi. Per quanto riguarda i QTE invece, questi si differenziano per forza di cose: con Kinect ci viene chiesto di mimare azioni più simili a quanto avviene sullo schermo, mentre con il controller si limita il tutto a determinate mosse degli stick e pressione di pulsanti e grilletti.

Le prime due missioni della storia presenti nel gioco si svolgono allo stesso modo: iniziano entrambe nella casa di David a Boston, dove troviamo sia Amanda che il suo amico investigatore Forrest, e già qui abbiamo la possibilità di esaminare numerosi oggetti, visitare le varie stanze ed interagire con i due personaggi. Peraltro Amanda funge anche da negozio di vestiti ed accessori, che una volta acquistati possiamo usare per vestire a nostro gusto i personaggi principali della storia, David compreso. Una volta che David viene in possesso di un Memento, possiamo quindi decidere di recarci nel suo bagno dove effettuerà il tuffo nel passato ritrovandosi nel luogo dell'indagine. Nell'Episodio 1 si tratta dell'aereo già visto in trailer e gameplay passati, mentre preferisco non rivelarvi l'ambiente del secondo episodio. Al termine di un episodio ci vengono mostrate delle statistiche estensive su quanto fatto, arrivando addirittura a dirci quante volte abbiamo spinto un oggetto o dettagliando le interazioni Kinect avute; sono presenti anche delle classifiche che ci permettono di mettere a confronto i nostri risultati con quelli di tutto il mondo o dei soli nostri amici, ed infine sarà possibile riprovare in ogni monento un determinato episodio per scalare le classifiche o trovare magari collezionabili e svolgere missioni secondarie.

Amore

Storia e regia

- La storia è senza dubio il maggior pregio di D4: Dark Dreams Don't Die: in alcuni momenti ricorda le trame complesse del Nolan di Memento o Inception, e dopo aver finito entrambi gli episodi ancora mi chiedo quanto di quello che ho vissuto sia reale o semplice frutto di una distorsione nella percezione del mondo da parte di David, magari a causa del proiettile che gli ha perforato la testa. La ragazza-gatto Amanda è davvero una ragazza, o è David che la vede così? E i suoi tuffi nel tempo sono veri o è semplicemente la sua mente che va in black-out ricostruendo gli eventi a partire da indizi elaborati inconsciamente? Tutto questo mette una voglia incredibile di continuare l'avventura, e non vedo l'ora che escano i successivi episodi. Il tutto è anche narrato molto bene dal punto di vista della regia, con una gran cura nei dettagli, scene molto ben rappresentate ed un buon uso delle inquadrature multiple simili a quelle viste nei titoli di Quantic Dreams, Fahrenheit in primis. Molto bello anche l'approccio da serie TV, con la sigla iniziale degli episodi che mostra i vari personaggi ed una musichetta di sottofondo che fa tanto serial anni 80.

Un cast demenziale

- I personaggi assolutamente strampalati e demenziali che incontriamo di tanto in tanto non rovinano affatto la trama più seria e drammatica che si svolge in sottofondo, anzi rendono il tutto ancor più interessante. Ho adorato alcuni dialoghi fuori di testa, le reazioni esagerate di certi personaggi e la loro splendida caratterizzazione. Anche in questo caso, non vedo l'ora di scoprire quali altri comprimari Swery introdurrà nei prossimi episodi della serie.

Mondo tangibile e dettagliato

- E' evidente come i ragazzi di Access Games si siano impegnati per rendere le ambientazioni di D4: Dark Dreams Don't Die assolutamente coerenti e tangibili seppur sia tutto renderizzato in stile "disegnato" (non è un vero cel shading), soprattutto la casa di David, così ricca di particolari sul suo passato ed oggetti con i quali interagire che talvolta danno vita anche a dei flashback con Peggy. Tutti gli ambienti ed i personaggi stanno lì per un motivo, e spesso analizzandoli semplicemente muovendovi il cursore sopra emergono dettagli molto interessanti che ci aiutano a comprendere meglio la storia in generale. Un lavoro davvero appassionato, che mostra con quanta cura gli sviluppatori si siano dedicati alla fattura del gioco.

Kinect o pad, la soddisfazione è assicurata

- Ottimo il sistema di controllo, indipendentemente dal fatto che si usi Kinect o pad: nel primo caso non si tratta affatto di un'esperienza stancante visto che è giocabile da seduti e non richiede di stare costantemente con le braccia alzate davanti a noi, ma anche la trasposizione per controller è molto ben congegnata e non fa sentire al mancanza del motion control, anche se quest'ultimo aiuta ad immergersi ancor più nella storia. Ottima anche la possibilità di passare in ogni momento ad uno dei due sistemi di controllo, semplicemente alzando un braccio oppure premendo un tasto sul controller.

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Odio

Una grafica imperfetta

- Pur non avendo pretese di fotorealismo grazie alla grafica disegnata, D4: Dark Dreams Don't Die non riesce a sfruttare al meglio l'hardware proponendoci textures generalmente in qualità medio-bassa ed un aliasing troppo marcato. Si tratta di un progetto quasi di stampo indipendente realizzato da un team molto piccolo, ma il publisher è Microsoft e quindi ci si aspettava un po' più d'attenzione sul fronte tecnico. Fortunatamente l'ottimo comparto artistico oscura qualsiasi lamentela possa esserci al riguardo.

Localizzazione incompleta

- Passi per la mancanza del parlato in italiano: i sottotitoli sono ben leggibili e comunque il doppiaggio originale è estremamente valido. Peccato però per l'assenza dei controlli vocali nella nostra lingua, una cosa che avrebbe potuto arricchire l'esperienza complessiva.

Qualche problemino

- Durante il gioco ho notato qualche problema non gestito al meglio: se metto in stand-by la console e poi la riaccendo, il gioco dice che è cambiato il profilo utente e mi riporta al menu. Se però poi provo a riprendere la partita, mi dice di scegliere un profilo anche se ce l'ho già selezionato. Questo mi è accaduto un paio di volte, e la soluzione è sempre stata di chiudere completamente il gioco e riavviarlo. Ho avuto inoltre dei problemi quando mio figlio era in stanza mentre io giocavo con controller: per qualche motivo il gioco pensava che lui fosse il giocatore principale, switchando ai controlli via Kinect anche se nessuno aveva alzato il braccio per farlo, e costringendomi a ripassare manualmente a quelli per controller. Fortunatamente si tratta di piccolezze.

Tiriamo le somme

D4: Dark Dreams Don't Die si è rivelato essere una bella sorpresa, soprattutto per quanto riguarda la trama che rivela avere molta più sostanza di quello che sembrerebbe ad un primo sguardo. Per 14,99 Euro merita sicuramente l'acquisto se amate le avventure punta e clicca e le trame misteriose, indipendentemente dal sistema di controllo che intendete usare. L'unica incognita sta unicamente in quanto dovremo attendere per i prossimi episodi, e quanti saranno in tutto: speriamo che Swery non ci tenga troppo col fiato sospeso.
8.7

Recensione realizzata grazie al supporto di Xbox.


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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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Commenti

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