Recensione - Bleeding Edge
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Bleeding Edge è un gioco di combattimenti in terza persona, giocabile esclusivamente online e che vede contrapposte due squadre formate da 4 combattenti, tutti controllati da giocatori reali. Alcuni lo definirebbero un MOBA, altri come un “brawler” e altri ancora come una sorta di Overwatch “epurato” di quasi tutte le caratteristiche da FPS. La realtà è che il nuovo progetto di Ninja Theory, una delle 15 software house che operano sotto l’egida degli Xbox Games Studios, non ricade completamente in nessuna di queste definizioni per via della sua particolare natura. Le basi narrative sulle quali si poggia l’intera esperienza sono abbastanza semplici: in un futuro alternativo, le biomodifiche hanno consentito agli esseri umani di superare i loro limiti e di sopperire a problemi fisici divenendo quasi di uso comune. Tutto sembra funzionare bene, almeno fino a quando il database della Human Augment Systems, la società che controlla le biomodifiche, viene hackerato. Molte tecnologie cibernetiche vengono trafugate e finiscono per essere rivendute nei canali illegali, dove personaggi dalla morale molto, e sottolineo molto, discutibile possono trasformare in realtà tutte le loro deliranti fantasie modificando in modo radicale, nonché irreversibile, i propri corpi. La voglia di combattere sfruttando le bio-modifiche ottenute illegalmente spinge un gruppo di malviventi a creare una sorta di “Fight Club” nel quale individui con impianti cibernetici si sfidano senza esclusione di colpi. Uno spettacolo tanto sanguinoso quanto entusiasmante, che richiama rapidamente attorno a sé una schiera di spettatori sempre più vasta finendo per dare vita a una vera e propria disciplina.E’ da questi avvenimenti che nasce Bleeding Edge, il nuovo action in terza persona firmato dalla software house inglese già nota al grande pubblico per titoli basati su combattimenti quali Heavenly Sword, DmC e Hellblade: Senua’s Sacrifice. Nella loro ultima opera gli sviluppatori hanno però deciso di mettere temporaneamente in secondo piano la trama, che comunque permea l’intera esperienza di gioco, e di concentrarsi sui combattimenti a squadre all’interno di 5 arene ben delimitate ambientate in altrettante zone cittadine. Al momento il titolo offre due modalità di sfida differente: Controllo Obiettivo, una sorta di conquista nella quale i giocatori devono prendere e mantenere il controllo di zone specifiche delle arene, che si attivano e disattivano nel tempo, e Raccolta Unità Energetiche, nella quale le squadre devono prima raccogliere o rubare agli avversari le celle di energia che appaiono sulla mappa e poi consegnarle nei punti di raccolta attivi. In entrambe le modalità, vince la squadra che raggiunge per prima il limite di punti previsto e non ci sono limiti di respawn. Ogni giocatore rientra in partita nella propria base dopo essere stato abbattuto, ovviamente dopo qualche secondo di attesa, e può decidere di cambiare in corsa il proprio alter-ego o le sue abilità.
MX Video - Bleeding Edge
Ogni team, come detto in apertura, è infatti composto da 4 combattenti, scelti tra un catalogo che attualmente offre 11 diversi personaggi, suddivisi tra Assalto, Supporto e Tank. Queste 3 classi definiscono, come da tradizione del genere, il tipo di approccio dei combattenti al campo di battaglia. I personaggi di classe Assalto sono ovviamente focalizzati sul danneggiare gli avversari, i Tank sanno “incassare” come pochi altri mentre i personaggi di supporto possono fornire cure o altri vantaggi ai propri compagni di squadra. Definizioni chiare, ma che riescono a dare un’idea solo a livello macroscopico delle caratteristiche dei vari combattenti. Si perché in Bleeding Edge ogni personaggio, anche all’interno della stessa classe, è unico, sia per quanto riguarda il design sia per quanto riguarda attacchi, abilità e caratteristiche base quali velocità di movimento e salute.
Ogni personaggio dispone infatti di un attacco base, che può essere corpo a corpo, con armi bianche, con armi da fuoco o con altri strumenti particolari, di tre abilità speciali, che possono essere difensive o offensive, e di una abilità Super, che può sempre avere una connotazione offensiva o difensiva. Tutte le abilità, sia quelle standard sia quelle speciali, hanno un tempo di ricarica variabile e, in base alla loro natura, possono prevedere un utilizzo su sé stessi, su un compagno di squadra, su uno o più nemici o ad area. Le differenze tra i vari personaggi però non finiscono qui. Alcuni lottatori possono infatti eseguire delle Combo con il loro attacchi primari mentre altri beneficiano di bonus passivi unici o sono in grado di eseguire schivate e/o parate più o meno efficaci. A questa varietà si aggiunge poi la possibilità di scegliere quali “mod” far equipaggiare al proprio personaggio e quale abilità Super, tra le due disponibili, utilizzare durante la partita. Per muoversi più sul campo di battaglia, i protagonisti possono poi sfruttare degli hoverboard o dei mezzi di trasporto “propri”, come nel caso di Maeve, che si sposta utilizzando un calderone da strega, o di Buttercup, che sfrutta gli pneumatici installati al posto di mani e piedi per trasformarsi in una “moto” umana. Nelle aree sono inoltre presenti power-up temporanei e curativi, che permettono ai giocatori di incrementare per un breve periodo alcune caratteristiche o di recuperare preziosi punti salute.
L’insieme di tutti questi elementi, come facilmente intuibile, da vita ad un ventaglio di personaggi molto diversi tra di loro che va da Daemon, il letale ninja dotato di grande velocità e indubbie doti stealth, a El Bastardo, un tank molto aggressivo armato con due enormi machete, passando per improbabili rockstar che impugnano un’arma ibrida a metà tra una chitarra e un’ascia, hacker capaci di curare le ferite a distanza e di evocare muri di protezione e una sorta di “donna-gallina” in grado di infliggere pesanti danni grazie ai suoi dardi piumati. Ogni combattente di Bleeding Edge però non solo è unico, ma può anche cambiare radicalmente approccio in base alle “mod” utilizzate. Ogni personaggio dispone infatti di tre slot nei quali possono essere inseriti altrettanti chip di modifica, che vanno ad attivare effetti aggiuntivi per gli attacchi o le abilità, a modificare la quantità di salute iniziale, a incrementare il tempo di ricarica o di durata delle abilità, e così via. Ogni lottatore dispone di un proprio set di modifiche, che vengono sbloccate salendo di livello grazie all’esperienza accumulata giocando o spendendo i punti ottenuti al termine di ogni scontro.
Il percorso di crescita, così come le valute presenti nel gioco, è suddiviso in due. C’è un livello legato al profilo, che aumenta per ogni partita giocata, e un livello legato ai singoli personaggi, che aumenta solo quando si disputano match utilizzando quello specifico combattente. Le due valute presenti, che si ottengono esclusivamente giocando, permettono rispettivamente di acquistare nuove mod o di sbloccare skin e elementi estetici con i quali personalizzare i personaggi e il loro hoverboard. La valuta necessaria per acquistare le mod può anche essere guadagnata smantellando quelle che non utilizziamo nell’Officina, che può essere raggiunta, così come il Dojo di allenamento, dal menù iniziale. Nell’Officina è possibile passare in rassegna i vari combattenti, personalizzarli esteticamente e, soprattutto, organizzare le mod preparando fino a un massimo di 3 preset di modifiche tra i quali selezionare, prima di ogni partita o dopo un respawn, quello che si desidera utilizzare. Nel Dojo è invece possibile fare pratica con le tecniche dei vari combattenti, modificando i parametri della I.A. e le condizioni se necessario, o rigiocare i tutorial iniziali nel caso se ne sentisse il bisogno. In Bleeding Edge è infine presente la Zona di Osservazione, un hub attraverso cui è possibile visualizzare alcuni filmati selezionati o assistere come spettatore ad alcuni incontri tra altri giocatori proposti in modo automatico dal sistema.
Dopo gli ottimi risultati ottenuti con il primo capitolo di Hellblade, Ninja Theory ha deciso di affidarsi nuovamente alle capacità dell’Unreal Engine 4 anche per Bleeding Edge, con pieno supporto alla tecnologia HDR dove disponibile. Il comparto sonoro può contare su una soundtrack originale, che comprende una selezione di brani elettronici composti da David Garcia Diaz, e su un doppiaggio in lingua inglese accompagnato dalla completa localizzazione in lingua italiana di tutte parti scritte. Il gioco supporta inoltre il cross-play tra tutte le versioni disponibili attualmente (Xbox, PC e Steam).
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