Recensione - Il Signore degli Anelli: La Conquista
Il Gioco
Il Signore degli Anelli: La Conquista non nasconde la sua natura di titolo multiplayer, proponendo al giocatore una campagna che funge più come addestramento alle tecniche di combattimento e memorizzazione delle mappe che come rivisitazione della Guerra dell'Anello, tanto da far apparire il single player come un contentino per i più appassionati. I quali, va detto, dovranno essere disposti a chiudere un occhio su qualche "libera reinterpretazione" della trama mentre si troveranno a procedere tra Moria, il Fosso di Helm e la caduta di Osgiliath, giusto per citarne alcuni: non vogliamo rovinarvi la sorpresa, ma aspettatevi parti di storia molto diverse da come Tolkien o anche Jackson le hanno narrate, arrivando fino ad assurdi come un hobbit che da solo riesce ad abbatte un paio di troll. Insomma, gli sviluppatori si sono concessi licenze in ogni livello, in ogni frase, movimento e scontro: sembra di essere tornati ai primi Harry Potter, con una storia totalmente diversa tra libri e film. Un peccato, visto che anche questo ramo della produzione videoludica sembrava aver preso una buona piega.Di per sé il gioco è semplice: si combatte contro orde di Goblin, o, nella campagna del male, di soldati, nei panni di un guerriero, un arciere, un mago, un esploratore. Per i livelli sono stati sparsi dei "capitelli" presso i quali possiamo cambiare in ogni momento la classe di guerriero da impersonare, in base alle esigenze tattiche del momento, e lo stesso vale per il multiplayer.
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