Recensione - Iron Man
di
Valentina Carparelli
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Iron Man è un action game in terza persona, e comincia con una breve sequenza introduttiva che ci coinvolge positivamente grazie ad una rappresentazione grafica inizialmente di pregevole fattura. Nell'avventura impersoneremo Tony Stark, un ragazzo prodigio che dopo la morte dei genitori eredita la potente società del padre, la Stark Industries. Dopo essere stato rapito ed imprigionato da uno dei concorrenti del padre, Tony sviluppa la prima armatura di Iron Man, una sorta di "carro armato da indossare". Nel gioco, nei panni del protagonista, controlleremo sia questa che altre armature più potenti ed evolute tecnologicamente, seguendo le origini del fumetto ed in parte la pellicola cinematografica con una storia narrata tramite cut-scene inserite alla fine di ogni stage. Purtroppo, però, i contenuti della storia risultano mediocri ed appena accennati, senza essere in grado di illustrare bene le vicende dell’eroe, e chi, come molti, non ha cognizioni della vita di Iron Man, con il videogioco certo non ne approfondirà la conoscenza.
Un'armatura in evoluzione
La particolarità che subito riesce a stimolare la nostra attenzione è la possibilità di personalizzare l’armatura di Iron Man in ogni sua componente. Infatti, chi conosce questo personaggio della Marvel sa che si tratta di un elemento in continuo aggiornamento, migliorato e modificato in base alle necessità di Tony Stark. All’inizio di ogni livello assisteremo ad un briefing degli incarichi che dovremo portare a termine, seguito dall'apertura di un sub-menù che ci permetterà di assemblare l'armatura con vari componenti. Questi ultimi, oltre a modificare l'aspetto dell'armatura, ne influenzeranno anche le prestazioni in vari modi: la resistenza al fuoco nemico, la velocità di esecuzione di determinati attacchi, e la precisione di fuoco di specifiche armi. Tutti gli accessori upgradabili saranno acquistabili con il denaro guadagnato in ogni missione e spazieranno in caschi, video comunicatori, guanti con raggi laser, mitragliatrici laser inserite nei polsi, razzi da installare alla punta degli stivali, nuovi busti generatori di scudi e campi di forza, o robusti schienali con propulsori e lancia missili. Le armature sono armi incredibili in grado di arrecare danni impressionanti e di resistere ad attacchi potenti; tuttavia, per funzionare, esse richiederanno una potente energia estratta dal cuore di Tony. L’energia ci sarà rappresentata da una barra situata a sinistra dello schermo, e diminuirà progressivamente con gli attacchi lanciati dal protagonista; per rigenerare questa barra, sarà necessario allontanare per alcuni secondi il nostro eroe dalla battaglia e lasciarlo riposare. Ma dato che, durante i combattimenti, si subiranno danni in rapida successione per la presenza di un elevato numero di nemici, il sistema di rigenerazione non sarà quasi mai in grado di tenere il passo e quei secondi risulteranno fatali: provocheranno, il più delle volte, una morte prematura del paladino ed una facile irritabilità nel videogiocatore che si troverà a ripetere diverse volte la stessa missione.
Un gameplay di “ferro”... arrugginito
Un altro problema importante che affligge il titolo è la realizzazione delle missioni e le ambientazioni che faranno da scenario ad esse. Iron Man è un gioco complesso, difficile da padroneggiare, e possiede un grandissimo numero di funzioni da imparare, ma se i produttori avessero dotato il titolo di una giocabilità buona associata a missioni appassionanti e ad una dignitosa resa degli ambienti, con certezza avremmo avuto tra le mani un prodotto completo e di buona fattura. Ma i ragazzi della Secret Level, purtroppo, non sono riusciti ad amalgamare bene tutti gli elementi succitati. La prima cosa che colpisce è la complessità dei controlli, che non permettono di manovrare il protagonista con naturalezza, come al contrario dovrebbe accadere in questa tipologia di gioco: premere i tasti per un attacco, mentre con i due stick analogici ci spostiamo per evitare gli attacchi ed al contempo cerchiamo di mantenere nel mirino l’obbiettivo da distruggere, non è affatto cosa semplice. Metteteci poi che nel contempo dobbiamo anche porre attenzione a non far esaurire subito la barra di energia dell’armatura e del surriscaldamento delle armi, e capirete come sia praticamente impossibile sentirsi padroni della situazione. Questo titolo sembra praticamente ignorare tutti i progressi nel gameplay, gestione della telecamera ed interfaccia utente fatti nelle ultime due generazioni videoludiche.
Un grosso ostacolo è la telecamera, incapace di inquadrare Iron Man in modo funzionale, e non vi nascondiamo di aver avuto notevoli problemi di visuale in tutti gli scontri in volo. Anche il livello di difficoltà è mal calibrato, l’avventura inizia con un paio di missioni veramente semplici per poi subito passare a livelli molto difficili. Per sgominare gli avversari, il gioco offrirebbe in teoria tantissime combinazioni da eseguire tramite armi da fuoco e combattimenti a mani nude, ma per i motivi sopramenzionati ci siamo ritrovati in pratica a pigiare continuamente il tasto B del pad, prediligendo lo scontro diretto contro il malcapitato di turno ed evitando l’uso delle armi a lunga distanza. Questa tecnica è stata la sola ed unica veramente efficace dall’inizio alla fine del gioco, boss di fine livello compresi. Se questo in un primo momento ci è risultato divertente, dopo un paio di combattimenti ci siamo domandati a cosa sia servito inserire tante armi da fuoco, dato che quasi mai le nostre scelte sono ricadute su esse. Un vero peccato, perché il reparto armamenti è molto ricco e comprende armi da fuoco tra le più devastanti, come mitragliatori, lanciamissili, granate, fucili a lunga distanza e laser di ogni tipo: un arsenale che farebbe invidia a Rambo ma inutile ai fini del gioco.
Aggiungiamo a questo la ripetitività delle missioni (continui voli per gli scenari, qualche salvataggio di civili, inseguimenti interminabili dei cattivi, attacchi a roccaforti militari e distruzioni di elicotteri) ed un sistema di salvataggio frustrante: i progressi vengono salvati automaticamente al momento del completamento di ciascuna missione, e se ci si troverà malauguratamente a fronteggiare un boss di fine livello ad un passo dalla morte per un'energia ridotta al minimo, dietro l’angolo ci sarà il pericolo di ricominciare tutta la quest dal principio. L’intelligenza artificiale dei nemici non è tra le più brillanti viste nella storia del videogame, ma tutto sommato, fra i problemi descritti, non è tra le pecche peggiori rilevate.
Buona invece la navigazione nei vasti spazi del gioco: durante i combattimenti e l’esplorazione della mappa, ci si può orientare grazie ad una bussola riposta in basso a destra dello schermo, che indica sempre in maniera efficace la direzione da seguire e i vari punti di estrazione. Se poi in una di queste ambientazioni si intravedrà un nemico che si nasconde dietro un edificio per tenderci un’imboscata, basterà attivare una sorta di “lock-on” su di lui e la bussola ne evidenzierà ogni spostamento, permettendoci aggirarlo e attaccarlo senza concedergli alcuna possibilità di salvezza.
Se siete, in ogni modo, decisi come noi a vedere la conclusione del gioco ed i titoli di coda dopo aver trascorso circa dodici ore di imprecazioni contro i comandi ed esservi infuriati per la difficoltà inadeguata, sappiate che gli extra in palio sono davvero tantissimi: filmati che ripercorrono momenti salienti della vita del protagonista, centinaia di immagini, artworks, colori diversi di armatura ed altre sorprese. Se poi siete veri appassionati dell'Uomo d'Acciaio, n una missione avrete anche la possibilità di sbloccare la Hulkbuster, una delle più potenti armature della serie a fumetti, utilizzata per fronteggiare il potentissimo Hulk. I problemi della giocabilità superano però questi bonus, che potrebbero rendere l'acquisto giustificabile solo dai più accaniti "marvel-zombies" fan di Iron Man.
Comparto grafico: missione incompiuta
L’aspetto grafico e tecnico di Iron Man è quello forse più discutibile: sovente si ha l’impressione di giocare a due versioni del titolo, una di nuova generazione e l’altra di generazione passata. Se da un lato il protagonista e la sua ultra-tecnologica armatura sono realizzati in maniera ineccepibile, con un numero elevato di poligoni ed ottime texture, dall’altro non si può fare a meno di notare una cura altalenante dei vari panorami, luoghi e sfondi che faranno da cornice all’avventura. Mentre in poche locazioni, come un livello sulla neve, o nei deserti, possiamo osservare grandi costruzioni poligonali ben disegnate con una buona pulizia dell’immagine, al contrario è possibile notare in tutte le altre ambienti poveri, scarni e con texture decisamente inadeguate. La sensazione finale è che gli sviluppatori non abbiano completato la loro opera; come se, ad un certo punto, siano stati obbligati a velocizzare la produzione del gioco per poterlo rilasciare in contemporanea della controparte cinematografica, trascurando interamente tutti quei fattori che al contrario oggi ne avrebbero decretato il successo. Il sistema di illuminazione per certi versi è buono perché avvolge il nostro eroe ed i personaggi di contorno, quali mech nemici, robot giganteschi oppure carri armati e caccia da combattimento con effetti che riescono a risaltare le loro corazze, per altri è scadente a causa di zone d’ombra che risultano troppo scure, quasi a voler nascondere le numerose magagne del titolo. Passabili gli effetti abbaglianti generati dalle armi laser, dall’uso del booster alle esplosioni dei mezzi corazzati ed alcune mutazioni atmosferiche, come tempeste di neve o di sabbia o fonti di calore che distorcono l’immagine.
Il motore fisico Havok è stato enfatizzato un po’ troppo ed alcuni oggetti hanno una massa poco credibile, generando effetti improbabili: ad esempio una torretta militare esplosa vicino ad un palazzo ne provoca la semidistruzione, o un trasportatore cingolato a volte rimbalza come una palla per centinaia di metri prima di fermarsi procurando sconquasso ovunque si vada a posare. Il tutto gira quasi sempre con cali di frame-rate anche nelle azioni meno affollate e non è raro imbattersi in fenomeni di compenetrazioni tra poligoni; aggiungete un forte aliasing ed avrete il quadro generale della situazione.
Il comparto sonoro si attesta su un discreto livello qualitativo, con dei buoni effetti generati dalle esplosioni che accompagnano bene le battaglie, e danno il meglio attivando l’opzione surround e collegando un impianto 5.1. Qualche dubbio invece sulla colonna sonora, che intervalla pezzi discreti a brani faticosamente ispirati; sinceramente ad un terzo del gioco, abbiamo disattivato queste musiche anche perché soffocavano un po’ i dialoghi, tutti tradotti in italiano ma con una recitazione di tutti i personaggi, compreso il protagonista, molto discutibile.
Conclusione
Purtroppo il nuovo titolo SEGA non ha molto da offrire: si tratta di un action game limitato, ripetitivo e programmato male. Una trama raccontata miseramente, un gameplay ripetitivo con comandi ostici da padroneggiare, una telecamera pessima, una grafica passabile in pochi punti ma veramente scadente in tutti gli altri, ed infine una totale assenza di multiplayer, fanno di Iron Man un progetto malriuscito che finisce nell'affollato calderone delle licenze cinematografiche mal sfruttate. Speravamo in una realizzazione non certo sa capolavoro, ma come minimo in un episodio accettabile per i fan del fumetto. Ma per i tanti motivi descritti, anche per gli appassionati di Tony Stark, rimane un videogioco da evitare. 5.0
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