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X-Men Origins: Wolverine
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X-Men Origins: Wolverine - Hands-on

A poco meno di quindici giorni dall’uscita nelle sale cinematografiche mondiali del film dedicato interamente a Logan alias Wolverine, Activision ci ha invitati a provare con mano l'immancabile spin off videoludico, X-Men Origins: Wolverine. Eccovi le nostre impressioni aggiornate sul gioco.

X-Men Origins: Wolverine - Hands-on


Come già saprete se avete letto la nostra precedente anteprima sul gioco, X-Men Origins: Wolverine ripercorre le gesta del famoso mutante Marvel dagli albori, ossia dal progetto Arma X. Il titolo, sviluppato da Raven Software, si presenta come un classico degli action game con alcuni elementi RPG per quanto riguarda la personalizzazione del personaggio. Il primo livello che ci è stato possibile provare si svolgeva all’interno di un tunnel dei laboratori dove Wolvie è diventato quello che tutti conosciamo, a seguito di un esperimento militare. Nonostante avessimo saltato il tutorial, prendere confidenza con i comandi non è stato difficile: con i tasti X e Y si eseguono i vari attacchi pesanti e leggeri, e combinati tra loro daranno vita a violentissime combo. Con il tasto B effettuiamo delle prese che ci permetteranno di lanciare il nostro nemico contro un qualsiasi oggetto dello scenario, oppure tramite la pressione al momento giusto di Y potremo eseguire delle quick kills – uccisioni veloci e decisamente violente. Il tasto A è adibito al salto e servirà anche per aggrapparci alle sporgenze.

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Il pulsante dorsale sinistro è invece adibito completamente al “lunge”, una specialità di wolverine ci permetterà, una volta mirato il nostro obiettivo, di spiccare un salto enorme e proiettarci addosso al malcapitato ad artigli spianati: questa tecnica si rivela particolarmente utile in più livelli per prendere di sorpresa un gruppo di nemici o più semplicemente per annientare dei mini-boss di fine livello. Con i due grilletti avremo infine modo di attivare il “feral sense”, una sorta di visione potenziata di Logan che colorerà gli oggetti sensibili dello scenario e anche la strada da seguire per proseguire l'avventura, e di scegliere tra alcune mosse speciali da usare soprattutto contro gruppi di nemici, disponibili solo quando il nostro eroe sarà cresciuto di esperienza. Durante la nostra prova abbiamo avuto modo di vedere Wolvie salire più volte di livello, ogni volta sbloccando nuove abilità o potenziando quelle già disponibili.

IL livello del tunnel si è rivelato particolarmente cinematografico e adrenalinico: dovevamo fuggire senza farci investire da un’ondata d’acqua che ci avrebbe travolti e uccisi. Questo è uno dei livelli in cui il “lunge” è utilissimo, infatti dovevamo saltare da un camion all’altro che uccidendone velocemente passeggeri e guidatori. Un altro livello che ci ha favorevolmente impressionato era ambientato nella giungla, e a differenza degli altri questo era ricco di enigmi in pieno stile Tomb Raider che richiedevano qualche minuto per essere risolti. Scopo della missione era distruggere un ricevitore satellitare posto su un’altissima torre di pietra. A differenza degli altri stage, questo è sviluppato tutto in verticale, ed avremo così modo di alternare fasi action a classici momenti platform dove, grazie ai nostri artigli, dovremo saltare da una piattaforma all’altra evitando di cadere nel vuoto.

Abbiamo anche avuto modo di scontrarci con due mini boss, ognuno dei quali richiedeva una precisa strategia per essere ucciso. Il primo era una specie di golem di pietra, mentre il secondo, decisamente più potente, era un uomo geneticamente modificato dalle sembianze di un gigante. Interessante ci è sembrata ancora una volta l’implementazione del lunge all’interno degli scontri, che li ha resi più tattici e profondi. L’ultimo livello che abbiamo potuto era anche quello tecnicamente più convincente, ambientato in una foresta completamente innevata in piena notte: qui più di una volta abbiamo scelto la tattica silenziosa di prendere i nemici di sorpresa usando i nostri poteri speciali. Ci sarebbe piaciuta l’implementazione di un metodo di uccisione silenziosa, ma forse data la natura del titolo e del personaggio stesso, avrebbe stonato.

Tecnicamente il titolo ci è sembrato abbastanza valido con texture definite e una buona profondità di campo. Durante la prova si è manifestato qualche problema di collisione tra poligoni e bad clipping, in particolare più di una volta ci è sembrato che il personaggio fosse leggermente staccato dal terreno. Ma trattandosi di una versione preliminare, siamo fiduciosi che il tutto venga sistemato prima dell’uscita nei negozi. Dal punto di vista audio invece poco da dire, la campionatura dei suoni ci è sembrata ottima compreso il suono della carne lacerata dagli artigli di Wolvie. La versione mostrataci era completamente in inglese, ma Activision ci ha assicurato che il gioco sarà completamente localizzato in Italiano.

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Insomma, X-Men Origins: Wolverine si lascia giocare piacevolmente: chiaramente non è materiale da gioco di primo piano, ma per essere uno spin off è realizzato in maniera decisamente convincente, e se siete amanti del mutante più famoso del mondo potrebbe sicuramente essere un ottimo acquisto premesso che riesca ad offrire una longevità decente. Appuntamento comunque alla nostra recensione per un analisi più approfondita e definitiva!

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