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Prince of Persia
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Prince of Persia - hands-on

Anche la serie di Prince of Persia si appresta a fare il suo debutto in questa generazione videoludica, e lo fa con un episodio che si lascia alle spalle quanto realizzato finora, sia narrativamente che stilisticamente. In vista dell'uscita prevista per i primi di dicembre, Ubisoft ci ha fornito una versione preliminare del titolo per saggiarne le potenzilità: eccovi le nostre impressioni.

Prince of Persia - hands-on


Sono passati ormai tre anni dall'ultima incarnazione del Principe videoludico per eccellenza, ed al tempo lo si giocava ancora sulla prima Xbox: la prima trilogia di titoli, sviluppatasi molto velocemente nell'arco di soli due anni, ci aveva stupito con il primo bellissimo Sands of Time per poi perdere progressivamente mordente negli episodi successivi, sempre più orientati all'azione e meno alla parte platform/puzzle che aveva contraddistinto il primo episodio. Abbiamo quindi avviato con molto interesse la versione preview di questo nuovo titolo, chiamato semplicemente Prince of Persia, perchè sapevamo che stavolta l'ago della bilancia si sarebbe spostato nuovamente verso la componente platform.

L'impatto visivo col gioco è sicuramente positivo: il nuovo stile grafico, ottenuto grazie alla tecnica del cel-shading, lo fa assomigliare ad un cartone animato acquarellato, molto bello a vedersi, e alcune scelte stilistiche ci hanno ricordato memorabili titoli orientali per PS2 come ICO e Shadow of the Colossus. La storia inizia presentandoci i due protagonisti: la principessa Elika, che non controlliamo direttamente, ed un guerriero senza nome controllato dal giocatore, che - sorpresa - non è affatto un principe. Forse il titolo avrebbe dovuto essere Princess of Persia, a meno che la trama non presenti sorprese più avanti nel gioco. In soldoni, i due assistono alla liberazione di Ahriman, un antico dio malvagio, il quale corrompe tutte le terre del regno ricoprendole di oscurità. Lo scopo del gioco è esplorare una dopo l'altra le circa 20 terre, chiamate "Suoli fertili", per raggiungere dei nessi energetici presso i quali Elika può dissolvere con i suoi poteri l'oscurità e rendere di nuovo vivo il terreno. Questo è peraltro reso con un effetto visivo spettacolare, in cui vediamo tutte le superfici del livello "fiorire" ricoprendosi di erba e fiori, progressivamente e radialmente dal punto in cui è la principessa.

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La struttura del gioco è piuttosto semplice: tutte le location da "salvare" sono inizialmente bloccate e irraggiungibili, e ogni volta che ne avremo ripristinato una dovremo raccogliere delle sfere di energia che appariranno sparse nella stessa, e che ci permetteranno di sbloccarne di ulteriori. Ogni missione, o almeno quelle che abbiamo provato finora, sono composte da due parti: la prima consiste nel percorrere una strada, fatta di salti, arrampicate, scivolate e altre acrobazie, che ci condurrà fino al "nesso energetico" in cui Elika potrà rinverdire la landa. Lì però ci aspetta un boss, un nemico molto più potente di quelli che incontriamo durante il percorso, che dovremo sconfiggere prima di poter procedere oltre.

Il ruolo di Elika è evidente in entrambe le fasi delle missioni: il suo intervento è sempre legato alla pressione del tasto Y, e cambia a seconda del contesto. Richiamandola durante un salto ci permetterà di compiere balzi più lunghi e quindi raggiungere piattaforme distanti, mentre durante l'esplorazione a piedi potremo attivarla per farle emettere una traccia luminosa che ci indichi la via da seguire. Durante i combattimenti, invece, richiamandola ci permetterà di compiere mosse combinate sui nemici o potrà venirci in aiuto in momenti di difficoltà. Oltre a questo, funziona anche da sistema di checkpoint automatico, visto che ogni volta che falliamo un salto o siamo in procinto di morire, lei afferra il protagonista riportandolo indietro all'ultima posizione sicura: in Prince of Persia di fatto non si muore. Potremo poi parlarle in ogni momento per farci chiarire il nostro obiettivo o approfondire dettagli sulla trama: tutti i dialoghi sono peraltro doppiati in italiano, come ormai Ubisoft ci ha abituato da anni.

Le missioni scorrono bene e senza intoppi, forse anche troppo: la nostra maggiore preoccupazione è infatti quella che alla lunga il meccanismo "segui la strada, combatti il boss" possa diventare ripetitivo. Sicuramente il ritorno ad un gameplay principalmente platform è molto gradito, però le sezioni esplorative ci sono sembrate troppo facili, visto anche che Elika è pronta in ogni momento a indicarci la strada da intraprendere. Ogni tanto incontriamo delle ombre sulle superfici che dovremo evitare, oppure nemici che ci sbarrano la strada con i quali combattere, ma si riesce a procedere fino al boss finale senza particolari problemi, premesso di avere un buon tempismo sul pulsante di salto. Ci sarebbe piaciuto vedere una gestione del platforming maggiormente orientata alla risoluzione di puzzle, come accadeva nel bellissimo Sands of Time, ma per quel che abbiamo visto (abbiamo però giocato un 30% del titolo, quindi c'è ancora molto da scoprire), gli enigmi sono tutti piuttosto semplici, e consistono sempre nel raggiungere e tirare delle leve.

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In definitiva, Prince of Persia stupisce per ora soprattutto relativamente all'aspetto visivo ed artistico, con scenari letteralmente da favola che non mancheranno di incantarvi. Il gameplay c'è tutto per quanto riguarda la semplicità ed accessibilità dei meccanismi di gioco, ma il rischio ripetitività ci sembra piuttosto alto. Sapremo dirvi in fase di recensione, tra un paio di settimane, se gli sviluppatori di Ubisoft Montreal saranno riusciti a scongiurarlo.

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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