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Tom Clancy's EndWar
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Tom Clancy's EndWar - Hands-on

Ubisoft si appresta ad espandere il mondo Tom Clancy's con una nuova serie che ci offre una visione globale dei futuristici conflitti dipinti nel franchise, tentando al contempo di innovare il genere dei titoli strategici per console con delle inedite meccaniche di gioco. Abbiamo provato a fondo una versione preliminare di Tom Clancy's EndWar: eccovi le nostre prime impressioni.

Tom Clancy's EndWar - Hands-on


Nei due ultimi appuntamenti con la Games Convention di Lipsia, quelli del 2007 e del 2008, abbiamo assistito ad altrettante dimostrazioni di gioco di Tom Clancy's EndWar, entrambe focalizzate sul sistema di controllo vocale del gioco, che secondo gli sviluppatori avrebbe reagito senza problemi ai nostri comandi qualunque fosse la lingua utilizzata. Effettivamente gli incaricati alle dimostrazioni impartivano comandi in inglese con una facilità disarmante, ma viste le fallimentari esperienze con precedenti titoli dotati di riconoscimento vocale, siamo sempre rimasti scettici sulle effettive possibilità di un sistema del genere, soprattutto quando portato in lingue differenti da quella originale.

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Avendo finalmente a disposizione il gioco da provare con calma, la nostra curiosità primaria era quindi proprio quella di verificare la qualità del sistema di comandi vocali. Avviamo la campagna, e la prima cosa che ci viene proposta è proprio un breve allenamento al sistema di controllo vocale. Una voce femminile in italiano ci illustra prima i concetti base per la formazione degli ordini, riassumibili nella concatenazione di parole che esprimono il "chi", il "cosa", ed il "dove". Alcuni esempi di questo sono comandi come "unità 1, attacca nemico 2", oppure "unità 3, vai a Alpha". Dopo di questo il gioco ha effettuato una calibratura vocale chiedendoci di impartire una serie di ordini mostrati a schermo scandendo bene le varie parole, e già qui siamo rimasti molto impressionati di come ogni parola venisse compresa senza problemi. Lo stupore maggiore è stato però quando la voce femminile ha spiegato che quegli ordini potevano essere tranquillamente impartiti senza scandire le parole, velocemente e tutto di un fiato: abbiamo provato ed effettivamente il gioco comprendeva tutto anche in questo modo!

Durante il gioco questo si traduce in una lunga serie di ordini vocali espressi con naturalezza come se fossimo realmente un generale che impartisce comandi alle sue truppe, e se inizialmente bisognerà familiarizzare con tutti i comandi possibili in ogni situazione (ci sono molte combinazioni possibili che vengono mostrate a schermo in una sorta di menu a tendina man mano che parliamo), dopo un pò il tutto diventa automatico e l'immersione nelle battaglie aumenta notevolmente. Possiamo affermare che il riconoscimento vocale ha finalmente trovato con Tom Clancy's EndWar una sua reale utilità nel mondo dei videogiochi, senza essere d'intralcio al giocatore costringendolo a ripetere più volte le stesse parole, come accadeva finora.

Venendo al gioco in sè, il titolo è ambientato prima e durante la Terza Guerra Mondiale: le prime missioni ci illustrano gli avvenimenti che hanno portato al conflitto, facendoci giocare ogni volta al comando delle truppe di una diversa fazione (Russia, Stati Uniti ed Europa). Questa fase serve per permetterci di capire forze e debolezze dei vari eserciti, perchè allo scoppiare del conflitto vero e proprio ci viene poi chiesto di schierarci con una delle tre fazioni per portarla alla vittoria finale. Nonostante sia considerato un RTS, uno strategico in tempo reale, la nostra esperienza di gioco ci ha fatto capire che in realtà potremmo definire Tom Clancy's EndWar un gioco tattico su larga scala. Manca infatti la componente di pianificazione tipica di un titolo strategico, con la costruzione di basi ed unità, e manca anche una vera visuale strategica che ci permetta di tenere sotto controllo tutto ciò che avviene sul campo di battaglia. In ogni missione veniamo catapultati sul terreno con un set predefinito di unità e con la possibilità di ricevere rinforzi durante la missione, quindi non possiamo scegliere quali truppe schierare inizialmente. Da qui in poi, tutto viene condotto dal punto di vista delle varie unità: non esiste infatti una telecamera libera di muoversi sul terreno di gioco zoomando più o meno a seconda delle esigenze, ma possiamo posizionare la visuale alle spalle di ogni unità semplicemente con un comando tipo "unità 1, inquadra". La visibilità che abbiamo è quindi la stessa delle nostre truppe sul campo, eccezion fatta per una mappa strategica posizionata in un angolo dello schermo, che però non aiuta moltissimo visto che è di dimensioni ridotte, non è modificabile il livello di zoom e non la si può usare per ordinare attacchi o spostamenti delle nostre truppe.

Tutto questo per dire che non si tratta di un gioco strategico classico, ma non si tratta necessariamente di un difetto: EndWar è un gioco a sè, e proprio grazie a queste scelte fatte dagli sviluppatori, l'azione su campo è molto più immediata ed adrenalinica. Il tempo per pensare ad ogni mossa è pochissimo, bisogna agire velocemente a fronte di ogni minaccia, e farlo nel modo giusto per evitare perdite. Il concetto principale nelle battaglie è un pò quello della morra cinese (tanto che, durante le prime missioni, abbiamo sbloccato un obiettivo chiamato proprio così): ogni tipo di unità ha una corrispondente unità nemica alla quale è vulnerabile, ed una per la quale è estremamente letale. Prendiamo ad esempio i genieri, delle truppe a piedi dotate di bazooka e granate: questi sono letali per i carri armati, ma inermi agli attacchi di elicotteri. Il nostro compito è quindi valutare attentamente le forze sul campo per contrastare ogni unità con quella più appropriata, evitando al contempo di esporre le nostre forze ad attacchi ai quali sono troppo vulnerabili. Anche il territorio di gioco svolge un ruolo importante, visto che le varie mappe, per lo più urbane, sono disseminate di impedimenti per i veicoli oppure di ripari per le truppe a piedi, e dobbiamo fare di tutto per avere il maggior vantaggio tattico sui nostri nemici. In generale ogni missione ci chiederà di occupare o difendere una serie di punti strategici, combattendo e resistendo contro più ondate di nemici.

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Il livello di difficoltà è sicuramente alto, e basta compiere un paio di scelte sbagliate per compromettere tutta la missione. Questo, unito all'immediatezza dei controlli vocali, ci mette addosso un senso di urgenza e pericolo come raramente accade in giochi simili: vi troverete a impartire comandi a raffica spostando continuamente la telecamera da una unità all'altra per verificare lo stato delle truppe, e spuntarla alla fine di una battaglia particolarmente intensa può dare grandi soddisfazioni. L'unico problema, ma questo è soggettivo, è che dopo un pò di missioni di fila ci si stanca di usare la voce, ma fortunatamente il gioco permette di impartire gli stessi comandi usando il joypad, selezionandoli dallo stesso menu a tendina che appare quando si parla, quindi alla lunga si finisce per usare un misto di comandi vocali e da controller.


In conclusione, da quel che abbiamo visto Tom Clancy's EndWar potrebbe risultare molto soddisfacente sia per gli amanti della tattica militare che per quelli che non sono mai riusciti ad avvicinarsi ai titoli strategici per via della loro complessità di controlli e gestione. E' un titolo immediato ed adrenalinico, che sa ricompensare chi lo affronta con impegno ma sicuramente non è adatto a chi è abituato a titoli più facili e permissivi. Non abbiamo purtroppo potuto provare la componente multiplayer, altra novità molto promettente che ci permetterà di prender parte a una vera guerra mondiale persistente online, ma per questo vi rimandiamo alla nostra recensione. Non ci resta che attendere il 7 novembre, data di arrivo del titolo nei negozi.

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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