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Call of Duty: World at War
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Call of Duty: World at War - Eyes-on

Dopo l'incredibile successo di Call of Duty 4, è ovvio come Activision punti sul prossimo episodio della serie per tentare di dominare ancora le vendite natalizie, anche se stavolta al timone troviamo i ragazzi di Treyarch invece degli autori del precedente successo, Infinity Ward. Abbiamo avuto il privilegio di vedere il gioco in azione, mostratoci dagli sviluppatori stessi: eccovi le nostre prime impressioni su Call of Duty: World at War.

Call of Duty: World at War - Eyes-on

La serie di Call Of Duty è ormai diventata una delle più importanti nel panorama videoludico, tanto da arrivare a rappresentare un appuntamento costante con i videogiocatori, che ogni anno (o quasi) possono divertirsi con un nuovo episodio del titolo: per potersi permettere ritmi di produzione così serrati e mantenere al contempo un alto livello qualitativo, Activision ha affiancato durante la scorsa generazione un secondo team ad Infinity Ward: Treyarch, gli autori del prossimo Call of Duty: World at War.

E lo sviluppatore non è l'unico elemento che differenzia questo nuovo COD dal suo famosissimo predecessore: dopo una parentesi moderna, si è infatti deciso di ritornare alle ambientazioni della ormai sfruttatissima Seconda Guerra Mondiale, questa volta però esplorando la parte orientale del guerra, ovvero quella combattuta sulle isole del pacifico contro l’esercito giapponese. Questo ha fatto storcere il naso a molti giocatori, reazione comprensibile visto l’ottimo lavoro di ammodernamento che era stato fatto sul quarto capitolo della serie, tuttavia dopo una attenta, seppur breve, analisi del gioco non possiamo che tranquillizzarvi: nonostante il ritorno al passato, difficilmente rimarrete delusi dalla qualità finale del titolo, che si è mostrato ai nostri occhi come altamente spettacolare sia dal punto di vista dell'intensità delle azioni che da quello puramente visuale.

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Il primo livello che ci viene mostrato è ambiento sulla spiaggia di una isoletta del pacifico, siamo legati e un ufficiale giapponese sta torturando un nostro compagno: quando sembra che la stessa sorte stia per toccare anche a noi, ecco un gruppo di salvataggio che ci fa scampare il peggio. Qui inizia il gioco vero e proprio, ci troveremo ad attraversare la spiaggia circondati da spari ed esplosioni. Fin dai primi istanti di gioco, il feeling è pressoché identico ai predecessori, i comandi sono sempre gli stessi ed i nemici su schermo sono anche più di quelli visti in passato, dandoci ancor più la sensazione di essere immersi in una vera battaglia, da sempre prerogativa principale della serie. Durante la nostra fuga dal campo giapponese dovremo saltare, passare in mezzo al fuoco, e saremo anche protagonisti indiretti di alcune scene preregistrate altamente cinematografiche. Riusciti a scampare dal campo giapponese, ci ritroveremo in mezzo alla giungla con i nostri commilitoni: ma quando la situazione sembra finalmente essersi stabilizzata, ecco un razzo partire nel cielo e illuminare la nostra posizione, il tempo di riportare lo sguardo sulla terra ferma e una ventina di giapponesi con baionetta sguainata arrivano contro il nostro piccolo avamposto, e qui purtroppo la dimostrazione si interrompe.

Nonostante i pochi minuti mostratici, possiamo già fare alcune considerazioni: la prima è che si è deciso di alzare il ritmo del gioco inserendo tra una sparatoria e l’altra queste cut-scene che servono a tenere alta la tensione del giocatore. La presenza di soldati nemici e amici sullo schermo è sicuramente aumentata, e sia graficamente che dal punto di vista del sonoro il titolo si attesta sui livelli del suo predecessore, tuttavia ci riserviamo un commento più approfondito in sede di recensione data la versione molto incompleta che ci è stata mostrata.

Il Pacifico non sarà comunque l’unica area in cui combatteremo: avremo modo nel corso dell’avventura di impersonare anche un soldato dell’esercito russo. A tal proposito ci è stata mostrata una missione durante la campagna di Russia che ci vedrà impersonare un cecchino: fin dai primi istanti ci è sembrato di vivere all’interno di un film di qualche anno fa, Il Nemico alla Porte. Come la bellissima vista a Chernobyl in COD 4, anche questa missione è principalmente stealth, e ci vedrà cercare di raggiungere insieme al nostro comandante un posto sicuro attraversando le linee nemiche, per poter uccidere da lontano alcuni ufficiali del terzo reich. Anche questo livello è ricco di sequenze di intermezzo che alzeranno la tensione di gioco, molto bello inoltre il “duello” tra cecchini che ci troveremo a vivere ad un certo punto, con il nostro comandante che si sposterà da un punto ad un altro della stanza per cercare di farci scoprire la finestra dalla quale il cecchino nemico sta sparando.

Call of Duty: World at War presenta anche alcune innovazioni mai viste nella saga: quello che ci ha impressionato maggiormente è stato il lanciafiamme, nuova arma che cambierà radicalmente, ci viene spiegato da uno degli sviluppatori, il modo di approcciare le missioni. Questo perché, avendo una potenziale bomba sulle spalle, buttarsi alla cieca nel conflitto sarà estremamente rischioso, dovremo piuttosto cercare copertura e attaccare con la potenza devastante della nostra arma al momento opportuno. Scontrandoci contro l’esercito giapponese, poi, combatteremo un nemico molto diverso dai "soliti" tedeschi, capace di attuare tattiche terrificanti riprodotte minuziosamente grazie alla collaborazione di 15 veterani di guerra che hanno spiegato per filo e per segno tutto quello che avveniva realmente durante quelle battaglie.

Non mancherà ovviamente la componente multiplayer: grande novità è la possbilità di giocare la campagna in cooperativa fino a 4 giocatori sia online che offline a schermo condiviso. Le modalità competitive saranno invece molto simili al già collaudato Call of Duty 4, con l’aggiunta di veicoli, carri armati e la possibilità di nuotare ed arrampicarsi (feature interessante per tutti gli infiltratori e cecchini del Live).

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Insomma, pur avendo potuto vedere molto poco del titolo, ci siamo già fatti un’idea di come potrà essere una volta terminato, e nonostante fossimo inizialmente scettici riguardo la scelta di ritornare alla Seconda Guerra Mondiale, conclusa questa breve presentazione possiamo ritenerci sicuramente soddisfatti del lavoro svolto da Treyarch. Appuntamento a novembre quindi, per capire se Call of Duty: World at War potrà essere il degno seguito del pluriosannato Modern Warfare. Ma non lasciateci ancora: di seguito vi proponiamo una interessante intervista fatta agli sviluppatori dopo la dimostrazione.


Intervista a Treyarch

Dopo la presentazione di Call of Duty: World at War abbiamo potuto intervistare per pochi minuti gli sviluppatori del gioco: ecco il resoconto della nostra breve chiacchierata.

MX: La cosa che più salta all’occhio vedendo il vostro titolo è come sia facile ricordare scene viste in molti film tipo “Salvate il Soldato Ryan” o “Il Nemico alle Porte”. E' una cosa voluta? Avete fatto delle ricerche?
Treyarch: Si, è stata la componente, insieme a quella delle tattiche, su cui più abbiamo lavorato: siamo tutti molto appassionati di film a tema militare, tuttavia quello che abbiamo cercato di fare è di rendere il più verosimile possibile il mondo all’interno del quale il videogiocatore si muove. Abbiamo cercato di rendere il tutto più reale, questo anche grazie al supporto costante dei veterani che abbiamo avuto modo di conoscere ed intervistare.


MX: A proposito di realismo, il gioco è sicuramente molto piu cupo, piu dark. Possiamo affermare, come si è gia vociferato, che questo sarà il COD più violento mai realizzato?
Treyarch: Ritengo che più che la parola “violento”, la più idonea sia “aggressivo”. Questo perché tutti sanno, basta che leggano un libro di storia, che la Seconda Guerra Mondale è stato il periodo più drammatico che l’uomo abbiamo vissuto nel ventesimo secolo: quello che il nuovo COD vuole mostrare al giocatore è quanto sia stata aggressiva, soprattutto quando si parla dei soldati giapponesi, che basando completamente la loro filosofia sull’onore, compivano alle volte anche gesti sconsiderati.


MX: Nel precedente episodio della serie, il principale tallone d'Achille è stata la relativa brevità della campagna in single player. Avete rimediato in questo capitolo? Sarà piu lunga?
Treyarch: Purtoppo non abbiamo ancora completato la campagna principale, di conseguenza non è ancora stato testato completamente e non sappiamo ancora dirvi quanto durerà la campagna in single player.


MX: Ci potete spiegare meglio le nuove caratteristiche del multiplayer? Ve ne saranno altre oltre a quelle menzionate?
Treyarch: Oltre a quelle che vi abbiamo spiegato, possiamo dirvi che le armi saranno in totale 15, ma ci saranno anche delle caratteristiche segrete di cui non possiamo ancora parlarvi, dovrete avere pazienza.


MX: Produrrete in futuro contenuti aggiuntivi per il gioco?
Treyarch: Sicuramente sfrutteremo la feature dei contenuti aggiuntivi, con mezzi, armi, mappe e qualcosa d’altro, ma è ancora troppo presto per parlarne.


MX: Grazie per il tempo che ci avete concesso!
Treyarch: Grazie a voi!

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