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Just Cause (360)
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Recensione - Just Cause (360)Xbox 360Game

Già stanchi di aver ripreso la normale vita di tutti i giorni? Siete tra quelli che vorrebbero che l’estate non finisse mai? Bene! Eidos vi offre la possibilità di allungare la vostra vacanza su una bella isola tropicale in rivolta, una vacanza molto particolare...


Piccolo preambolo: in occasione del lancio di Just Cause, Leader ed Eidos hanno organizzato un party in un locale milanese chiamato "Ondanomala": MondoXbox era presente con il sottoscritto ed il buon Shadowlord. La scelta del locale non poteva essere più azzeccata, infatti ricostruiva località esotiche che ricalcanti quelle del gioco, con un buffet piuttosto ricco soprattutto di cibi tipici dei paesi caraibici e con una musica cubana che faceva da sfondo ad una serata piuttosto piacevole. Alcune postazioni montate per l’occasione ci davano la possibilità di provare il titolo, insomma una piacevole serata passata in compagnia e con il gentile dono da parte della produzione di sigari cubani. Al termine della serata ci è stata inoltre gentilmente offerta una copia del gioco, che una volta a casa ho provveduto ad sviscerare per bene: ecccovi di seguito il mio giudizio sul titolo.

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Sole, mare e pallottole
Just Cause ci cala nei panni di Rico Rodriguez, agente speciale sotto copertura. La trama ci porterà ad essere paracadutati col nostro alter ego sull’isola di San Esperito, dove una dittatura minaccia la libertà dei cittadini; inoltre il governo americano è convinto che dietro a tutto questo ci sia un accumulo di armi di distruzione di massa. Sull’isola però non saremo soli, infatti oltre ad altri 2 agenti sotto copertura, un uomo sulla mezza età piuttosto sarcastico di nome Sheldon e una pupa tutta curve di nome Kate, troveremo appoggio in 2 gruppi rivoluzionari che tenteranno, grazie anche al nostro aiuto, di sovvertire il regime dell’isola. Il primo gruppo di rivoluzionari con cui verremo a contatto si fa chiamare "Guerriglia", successivamente entreremo poi in contatto anche con il "Cartello Rioja". È in questo che si svilupperà la trama del gioco.


Verso l’infinito e oltre
Personalmente penso che non ci sia frase migliore che possa rendere l’idea della vastità dell’isola che ci troveremo davanti un volta atterrati su di essa. Davanti ai nostri occhi si stagliano oltre 1000 km quadrati di suggestivi paesaggi costituiti da spiagge tropicali, coste assolate lambite da mare cristallino, montagne, città, giungle, vulcani e villaggi di pescatori, tutti completamente esplorabili via terra, aria o mare con qualsiasi degli 80 e più mezzi che il gioco ci metterà a disposizione. Nel corso dell’avventura avremo modo di provare i più disparati mezzi meccanici: dalle moto ai camioncini, dagli yacht alle barche di pescatori, da un piccolo elicottero da turismo ad uno militarmente molto più sofisticato. Se a tutto questo aggiungiamo una realizzazione grafica del titolo, per quel che riguarda l’isola, di tutto rispetto, avrete sicuramente capito che l’impatto con il gioco sarà sicuramente positivo.

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Innovazione e delusione
Per quanto l’impatto visivo del gioco sia più che positivo, non si può dire lo stesso sulla struttura della trama e su quella del gameplay. Ogni missione principale ci verrà affidata nel nostro campo base, all’interno del quale potremo anche salvare il gioco, ricaricarci di munizioni ed energia vitale e, nel caso lo possedessimo, mettere in garage uno dei veicoli precedentemente "presi in prestito" dalla popolazione locale. Oltre a completare trama principale potremo anche avventurarci all’interno di missioni secondarie e compiere dei favori per i guerriglieri piuttosto che per il cartello, favori che consisteranno nel conquistare qualche avamposto nemico, uccidere qualche persona scomoda piuttosto che recuperare della droga o pacchi segreti; più missioni porteremo a termine e più punti ci verranno assegnati, punti che serviranno per farci salire di grado all’interno della gerarchia dei due gruppi e a sbloccare nuovi mezzi o nuove armi. C’è anche la possibilità di partecipare a delle corse clandestine, oppure di portare a termine delle missioni per cosi dire "terziarie" che sono indicate sulla mappa con dei puntini blu. Di variazioni sull’obbiettivo principale ce ne sono eccome, il problema principale è che paradossalmente queste variazioni non si avvertono, in quanto gli obbiettivi, siano essi principali o secondari, sono sempre molto simili tra di loro: alla lunga si finisce per compiere missioni che hanno un retrogusto di già visto e già fatto. Insomma, nonostante la vastità delle ambientazioni, il gioco soffre di scarsa varietà nelle missioni: pecca non di poco conto.


Stuntman si nasce
Puntiamo ora il mirino sulla parte sicuramente più interessante ed innovativa del titolo Eidos, ovvero il gameplay: quest’ultimo infatti, a differenza di alti giochi del genere, si differenzia soprattutto perché il nostro alter ego potrà compiere delle azioni da vero e proprio stuntman quali saltare da una macchina in movimento ad un’altra, lanciarsi da elicotteri con il paracadute e così via. Il tutto avviene in maniera piuttosto semplicistica, ci sono dei tasti azione che si illumineranno a schermo nel momento in cui l’azione potrà essere compiuta. Ma se da un certo punto di vista il titolo risulta piuttosto innovativo, dall’altra si denotano delle lacune piuttosto imbarazzanti per un gioco di nuova generazione: i movimenti di Rico sono piuttosto innaturali, il sistema di puntamento è abbastanza primitivo e l’intelligenza artitificiale dei nemici è decisamente migliorabile: difficilmente nel corso della vostra avventura rischierete di morire.


Tecnicamente parlando
Come detto anche precedentemente, la realizzazione dell’isola è più che buona, l’alternanza del giorno e della notte è sicuramente una cosa in più che fa piacere; anche la realizzazione dei veicoli è ottima con una buona varietà tra di essi, e con una caratterizzazione quasi caricaturale, non so se voluta o meno. I personaggi sono sufficienti anche se come ripetuto altre volte e anche in altri sedi, da una console di nuova generazione ci si aspetta ben altro. L’unico punto debole sotto questo aspetto è la fisica del mondo di gioco: l’interazione con l’ambiente circostante è molto bassa, inoltre se vi capiterà di andare a sbattere con un qualsiasi mezzo contro una roccia o altro ostacolo, rimarrete inverosimilmente bloccati contro di esso quasi fosse un muro di cemento armato. L'audio si attesta su buoni livelli, con musichette tipiche della zona caraibica e rumori che rispecchiano la loro controparte reale. Purtroppo assente qualsiasi tipo di utilizzo di Xbox Live.

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Concludendo
Opera incompiuta? Non esattamente, ma Just Cause perde il confronto diretto con un altro rivale uscito sul mercato nello stesso periodo, ovvero l’ottimo Saints Row, a causa di lacune alquanto banali da parte degli sviluppatori, soprattutto sotto il profilo del gameplay: delle missioni più varie e un gameplay leggermente più complesso avrebbero sicuramente portato alla ribalta un titolo che tutto sommato rimane piacevolmente giocabile e godibile.
7.4

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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