Recensione - The Alters

Il Gioco
La vita di ognuno di noi è tassellata di ricordi indelebili e scelte coraggiose, a volte sconsiderate, ma che negli anni hanno modellato le persone che siamo oggi. Siamo definiti dalla nostra tragedia, direbbe qualcuno, e le nostre scelte ci rendono ciò che siamo. Ma se potessimo tornare indietro nel passato e cambiare anche un solo evento della nostra vita, il nostro io del presente sarebbe la stessa persona? Intorno a questo per nulla semplice concetto si basa The Alters, la nuova opera creata da 11 Bit Studios, conosciuti per la loro abilità nel mescolare un gameplay solido a scelte morali significative, capaci di mettere in risalto storie umane complesse. E qui, con questa avventura ambientata anni luce dalla Terra, dimostrano di poter ancora una volta stupire.Jan Dolski è un uomo che ha sofferto, nella cui vita ha perso affetti e amori per un motivo o per l’altro. Ora è alla ricerca di un modo per potersi riscattare. Quando alla sua attenzione arriva un annuncio di lavoro dell’Ally Corporation, decide di unirsi ad una spedizione mineraria su un pianeta remoto e lontano. Qui inizia la nostra avventura, con Jan che si risveglia nella sua capsula dopo il violento atterraggio nel corpo celeste. Confuso e spaesato, l’uomo scoprirà ben presto di essere l’unico sopravvissuto della sua squadra. In preda alla disperazione mentre avanza tra le rocciose distese desolanti del pianeta, scorge perfettamente integra la Wheel, base mobile a forma circolare che lui e la sua squadra dovevano raggiungere una volta atterrati sul pianeta.
MX Video - The Alters
La base mobile è apparentemente intatta, ma con carenza di risorse e soprattutto, non è una struttura gestibile da un solo membro dell’equipaggio. Con le comunicazioni verso la Terra disturbate e con l’avvicinarsi di un’alba, la cui potenza della stella può vaporizzare sia Jan che la Base, il protagonista si ritrova costretto a creare gli Alters, copie di se stesso ma non perfettamente identiche, con cui cooperare per tenere la Base operativa e in movimento, cercando di fuggire dai minacciosi raggi del sole.
Con questa premessa il gioco ci mette fin da subito in contatto con una delle caratteristiche più affascinanti dell’opera, creare gli Alters. Per farlo Jan deve accedere al Computer Quantico della Base, dove è registrata tutta la sua memoria genetica e attraverso un sistema chiamato Branch, che gli permette di creare varianti di se stesso, modificando un ricordo specifico. Per esempio cosa sarebbe successo se invece di studiare meccanica avesse studiato medicina? Come sarebbe la sua vita se invece di scappare di casa avesse affrontato il padr? O se avesse aiutato quella persona in difficoltà scorta in un vicolo malfamato? Oppure se avesse accettato un lavoro in un luogo invece di un altro? Tutte queste possibilità, che ruotano attorno al concetto di “What if”, permettono di plasmare versioni diverse di Jan, chiamate con la professione che alla fine questa variante ha scelto. C’è quindi lo Jan Meccanico, Jan Scienziato, Jan Botanico, e via discorrendo.

Una volta creati questi Alters e risvegliati, si dovrà spiegare loro cosa sta succedendo e la gravità della situazione. Ma state attenti, perché per ognuno di loro il rispettivo ultimo ricordo sarà quello di essersi imbarcati per la spedizione mineraria della Ally Corporation. Quindi, per ogni Alters, la vita che hanno vissuto è reale nella loro mente, tutto è accaduto. Spiegare agli Alters (attraverso un ottimo sistema di dialogo a scelta multipla) che la loro vita è una menzogna, che sono delle copie e che nel giro di qualche giorno una stella li carbonizzerà tutti, non sarà un’impresa facile. La cosa affascinante è che ognuna di queste varianti incarna esperienze e personalità diverse, costringendo Jan a confrontarsi con molteplici aspetti di sé. La narrazione si snoda quindi tra dialoghi intensi, scelte morali significative e riflessioni intime su paure, speranze e amori forse mai vissuti.
Creare gli Alters non sarà facile, occorrono risorse e una pianificazione attenta. L’opera quindi presenta un gameplay che si basa su tre pilastri principali: rapporti con gli Alters, gestione della Base Mobile ed esplorazione del pianeta alla ricerca di risorse.
L’interazione con gli Alters avviene attraverso un sistema a dialoghi a scelta multipla, che permette di conoscerli meglio e accettare missioni secondarie per soddisfare alcune loro esigenza. Inoltre bisogna affidare ad ogni Alters un incarico, in modo che ognuno faccia la sua parte. Per esempio si può chiedere a uno di loro di occuparsi nella preparazione di pasti in cucina (occhio a non rimanere senza cibo), effettuare riparazioni nella base, estrarre risorse dai giacimenti nel pianeta, produrre strumentazione, ecc. Tenete a mente che ogni Alters presenta dei tratti e privilegi che li rendono più adatti a svolgere determinati compiti.

Per esempio Jan Raffinatore dovrebbe occuparsi di raffinare i materiali, mentre lo Jan Botanico di occuparsi della serra, ecc. Inoltre è opportuno controllare periodicamente il loro livello di stress, motivazione e rabbia. Avere in team un Alters che si rifiuta di lavorare o peggio, potrebbe compromettere la sopravvivenza di tutti. Costruire quindi stanze come Area Relax o Dormitori più confortevoli aiutano parecchio nel tenere il loro umore sotto controllo. Attenzione, perchè costruire questi moduli vi chiede diverse risorse e spazio occupato nella Base Mobile. Parlare con loro del passato che avete in comune o di cose che a loro piacerebbe avere nella Base (magari costruendole e regalandogliele) è un altro ottimo modo per renderli importanti alleati e perché no, magari anche amici.
Un altro pilastro su cui si basa il gameplay è la gestione della Base. La struttura va mantenuta e ampliata, aumentando la capienza del magazzino, costruendo ascensori, stanze e moduli importanti come la cucina, il laboratorio di ricerca, dormitori, ecc. Il saper sfruttare ogni spazio della griglia, dell’ottimo sistema di costruzione, è importante per non incappare in guai seri durante le emergenze. Senza fare spoiler, potrebbero esserci momenti in cui si deve raggiungere determinate aree della base per sistemare guasti piuttosto urgenti. Aver distribuito al meglio corridoi, ascensori e stanze è un elemento fondamentale per muoversi rapidamente per la struttura. Inoltre molte stanze vanno prima progettate nel Laboratorio di Ricerca impegnando lo Jan Scienziato, prima di poterle effettivamente costruire. Creare stanze e moduli richiede la spesa risorse importanti, e queste ultime si trovano solamente esplorando l’ostile e desolato pianeta.

Ultimo aspetto del gameplay è quindi l’esplorazione vera e propria, dove il gioco lascia le vesti da gestionale per assumere l’aspetto di un action-adventure in terza persona. Una volta usciti dalla base ci si trova a camminare per gli scenari alla ricerca di risorse da estrarre, come metalli, minerali, risorse organiche, Rapidium (essenziale per creare gli Alters e motivo della spedizione della Ally Corp), ecc.
Se nelle prime fasi il gameplay dell’esplorazione risulta alquanto semplice, procedendo nell’avventura le cose possono farsi più complicate. Pareti troppo alte da scalare, rocce franate lungo la strada e fiumi di lava possono bloccare la vostra esplorazione. Diventa quindi fondamentale craftare diversi strumenti utili ad avanzare (da sbloccare sempre tramite il laboratorio di ricerca). Jan quindi mentre avanza nel gioco può utilizzare rampini, laser per fondere la roccia, ancore per creare ponti e via discorrendo. Una volta trovate delle risorse, bisogna estrarle attraverso degli estrattori minerari da alimentare attraverso l’energia della Base Mobile. Quindi liberare passaggi per poter costruire i cavi di alimentazione diventa necessario per avere avamposti d’estrazione sempre efficienti e operativi, dove poter incaricare magari alcuni Alters a seguirli ed lavorare per estrarre risorse, permettendo a voi così di continuare l’esplorazione o svolgere altri incarichi.

L’esplorazione però può rivelarsi anche pericolosa. Oltre a dover craftare strumenti, alcuni di questi per funzionare devono usare l’energia della vostra tuta, che ne dispone in riserva limitata. Quindi è essenziale pianificare bene l’esplorazione del pianeta, sfruttando ogni risorse in maniera intelligente e evitando i pericoli mortali presenti nel pianeta. Non voglio fare spoiler, ma durante le vostre esplorazioni potreste incontrare qualcosa di “anomalo” che non dovrebbe essere li… occhi bene aperti.
Per quanto riguarda il concetto di sfruttare in maniera intelligente le risorse, menzione particolare va alla risorsa più preziosa di tutte: il tempo. Il gioco è scandito in giornate che vanno dalle 7 di mattina alle 23 di sera e ogni attività che svolgete, che sia estrarre risorse, preparare da mangiare o semplicemente esplorare il pianeta, consuma tempo. Fenomeni casuali come tempeste elettromagnetiche o l’avanzata del sole impongono un’organizzazione rigorosa: senza dimenticare che andare a dormire troppo tardi può compromettere l’intera giornata. La consapevolezza che bisogna spostare la Base Mobile appena si può per ritardare di qualche giorno l’alba fatale, vi chiede davvero di non perdere troppo tempo e pianificare al meglio la giornata vostra e quella degli Alters.
La durata del gioco si attesta intorno alle 15 ore, a seconda dell’esplorazione e dell’impegno (e tempo) che dedicherete alle missioni secondarie. Oltre alla missione principale che consiste nel fuggire dal pianeta, Jan deve “affronta” alcune quest secondarie proposte dagli Alters, che approfondiscono tematiche che toccano Jan e le sue variazioni, come il fallimento, senso di colpa, responsabilità e redenzione. L’interazione con le varianti di Jan contribuisce alla decostruzione del protagonista stesso, mostrando poco alla volta le sue paure e vulnerabilità, portando alla luce infine chi è Jan davvero. La rigiocabilità del gioco è garantita dalle scelte multiple e dalla gestione della creazione degli Alters, anche se il loro impatto potrebbe non essere così profondo come previsto. Non aspettatevi quindi variazioni troppo impattanti in una ipotetica seconda run, nonostante qualcosa in più da scoprire ci sia.

Sul versante tecnico il gioco si difende molto bene, tenendo bene a mente la portata dell’opera. Il gioco non presenta diverse modalità grafiche, proponendo un’unica possibilità dalla resa grafica pulita e dettagliata, ancorata ai 60 fotogrammi al secondo. Gli ambienti all’interno della Base Mobile convincono, caratterizzando uno stile industriale dettagliato e ben realizzato, mettendo in scena un’atmosfera immersiva piuttosto opprimente. Gli scenari esterni, benché non molto vari, rendono efficacemente l’idea di un mondo ostile e inospitale. Menzione speciale per gli Alters, che mostrano vita grazie ad animazioni facciali realistiche e ad un doppiaggio di qualità, dove nonostante utilizzino la stessa voce, grazie a una sapiente modulazione di timbro, riescono a riflettere personalità ed esperienze uniche.
La colonna sonora accompagna gli avvenimenti a schermo con misurazione, senza mai sovrastare l’impatto complessivo, ma contribuendo a un costante senso di malinconia e tensione. Gli effetti sonori, curati e realistici, amplificano l’immersione nel mondo ostile del gioco. Il gioco si presenta in lingua completamente in inglese, sia per quando riguarda l’audio che i testi.
Commenti