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Bring to Light

Recensione - Bring to LightXbox One DigitalGame

Lo sviluppatore canadese Red Meat Games porta anche sulle nostre console l'horror game in prima persona Bring to Light, che ci vede intrappolati nelle gallerie della metro insieme a dei terrificanti esseri. Scopriamone le caratteristiche.

Il Gioco

L'inizio di Bring to Light sembra quasi un omaggio al capolavoro di Valve dell'ormai lontano 2004, Half-Life: cominciamo infatti nei vagoni di una metropolitana, con il viaggio che si interrompe però a causa di un incidente. L'anonimo e muto protagonista di Bring to Light è quindi costretto a trovare una via d'uscita dai rottami e dai tunnel oscuri della metro, scoprendo però ben presto che ulteriori crolli hanno bloccato ogni via d'uscita. Come se non bastasse, delle misteriose creature assetate di sangue hanno invaso i sotterranei (e forse anche la superficie, chissà), portando il protagonista a doversi difendere usando i suoi limitati mezzi; una persona qualunque in viaggio sulla metro non porta infatti con sé nulla di utile per resistere ad un'invasione di creature da incubo.

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A livello di gameplay, Bring to Light prende spunto dagli horror games in prima persona tanto di voga in questi anni come Outlast o Layers of Fear. Il protagonista può spostarsi camminando o correndo, può interagire con alcuni oggetti come leve, collezionabili o porte è farsi luce col proprio telefono o con delle torce ben più potenti trovate in giro per il mondo di gioco che, però, hanno una batteria molto limitata (il telefono, invece, sembra avere una batteria eterna). Il giocatore deve quindi passare di stanza in stanza in questo labirinto sotterraneo trovando chiavi, chiudendo fughe di gas e così via per trovare la strada giusta per salvarsi.

MX Video - Bring to Light

Le fonti di luce funzionano anche come arma, visto che i nemici si incendiano alla luce, ma nonostante ciò possono risultare letali ed è quindi in generale meglio stargli alla larga. E questo non è difficilissimo, visto che solitamente i mostri seguono dei percorsi predefiniti ed hanno peraltro vista e udito ridotti, cosa che ci rende facile sgattaiolare senza essere notati. Sicuramente un bene per chi cerca un'esperienza di gioco rilassante, ma toglie molta tensione all'incontro con questi demoni. Ci sono anche delle aperture sui muri e sui soffitti che generano dei coni di luce, utilizzabili come rifugio nonché come posto per curarsi qualora si sia persa troppa salute.

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L'avventura ben presto però smette di essere confinata agli ambienti della metropolitana, perché il protagonista è costretto a scendere sempre più in basso alla ricerca della verità su questa invasione. Si scopre così una bizzarra creazione che a prima occhiata pare una tomba egizia, con altrettanti eventi e creature misteriose, e dove gli enigmi non sono più legati alla ricerca di fusibili o di chiavi ma ad aperture di porte tramite riflessi di luce e altre stranezze degne dei film di Indiana Jones o i videogiochi di Tomb Raider. Le ambientazioni risultano in realtà abbastanza ripetitive e prevedibili anche in quest'area, ma c'è sempre del fascino nel vedere architetture di millenni fa mischiarsi a quelli dei giorni nostri.

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Nel corso dell'avventura si trovano anche alcuni collezionabili che regalano un po' di storie aggiuntive e contesto ulteriore agli eventi, ma la rigiocabilità non è molta trattandosi di un titolo davvero lineare con poche deviazioni e senza modalità aggiuntive. Anche osservando bene ogni angolo alla ricerca di segreti, è difficile che Bring to Light vi regali più di 3-4 ore di contenuti: non moltissimo, ma sicuramanete in linea con i canoni del genere. Manca tra l'altro anche la localizzazione italiana, con i pochi testi presenti tutti in inglese (peraltro pieni di refusi ed errori di ogni genere).

Amore

Metro 1996

- Le prime fasi del gioco sembrano un bizzarro mix tra i giochi della serie Metro e gli horror classici come Resident Evil, pur con tutte le differenze del caso. L'esplorazione di un ambiente "normale" come una metropolitana in seguito a un feroce incidente porta il giocatore attraverso corridoi, scale a pioli, uffici e magazzini decisamente ordinari, con il paranormale che però prende sempre più il sopravvento portando mostri ed avvenimenti sempre più bizzarri sul percorso del giocatore. Pur avendo una resa grafica non eccezionale e un costante riutilizzo di asset, l'atmosfera funziona abbastanza bene, e scoprire cosa nasconde questa metropolitana ha il suo fascino.

I misteri del profondo

- Ma è soprattutto andando più in là con l'avventura che si incontrano le cose più strane, in primis un sotterraneo che sembra un'antica tomba egizia. Ma cosa ci fa una cosa del genere sotto la metropolitana? E quali segreti nasconde quest'invasione di demoni che sembra originare proprio da qui? Ben presto la ricerca di un'uscita da un vagone della metro in fiamme si trasforma in un'avventura che mischia Indiana Jones e X-Files, con enigmi mistici e presenze occulte ad accompagnare il giocatore. Intrigante.

Odio

Tensione inesistente

- Pur essendo un titolo di stampo horror, in Bring to Light terrore e tensione vengono dosati proprio con il contagocce. Un comparto audio scarno e degli ambienti spogli non permettono alle aree del titolo di risultare inquietanti, rendendo il tutto una banale passeggiata d'esplorazione. Nemici lenti, impacciati e francamente stupidi ci sottraggono anche il terrore di incontrare mostri misteriosi, rendendo così questi eventi delle scocciature. Solo qualche jumpscare fine a sé stesso ha saputo farmi sbalzare un attimo sulla poltrona, rivelando quindi che il titolo funziona come horror solamente quando si appella al minimo comun denominatore: lo spavento senza preavviso. Su PC il titolo è giocabile anche in VR, e magari lì potrebbe funzionare meglio… ma come horror game classico fallisce nell'intento.

Trucchetti per aumentare la durata

- Bring to Light non certo un gioco lungo con le sue 3 ore di durata circa, ma il è che anche queste ore vengono raggiunte con tanta ripetizione e tanti stratagemmi per far perdere tempo al giocatore, scelte di design che provano con poco successo a mascherare il fatto che le aree di gioco sono davvero poche in fin dei conti.

Realizzazione approssimativa

- Qualche idea valida nel gioco c'è, ma una realizzazione tecnica deludente finisce per vanificare anche queste. A parte le prestazioni altalenanti, che si possono perdonare ad un titolo indie, uno dei principali problemi è l'IA dei mostri incredibilmente stupida e limitata che non li fa essere mai terrificanti. Ma anche tante altre situazioni del gioco risultano francamente più risibili che terrificanti. Un esempio concreto avviene all'inizio del titolo, quando una specie di scarafaggio gigante cade dal soffitto e scappa, in teoria offrendo un piccolo spavento al giocatore. Ebbene, la caduta rigida del mostro e il fatto che corre via senza un'animazione ma come se fosse tirato da una cordicella ha reso la scena goffa, quasi ridicola invece di essere spaventosa. Quando una scena horror spaventosa ha come effetto quello di rendersi ridicola, evidentemente qualcosa non va.

Ti ho mai detto qual è la definizione di follia?

- Citazione d'obbligo al memorabile e folle antagonista di Far Cry 3, Vaas Montenegro, che spiega al giocatore che la definizione di follia è rifare la stessa cosa più volte nella speranza che cambi qualcosa, quando questo è ovviamente improbabile se non impossibile. In Bring to Light questo concetto viene esplorato fino allo sfinimento, ma purtroppo non come scelta di design cosciente e voluta ma come una probabile conseguenza di poco tempo, poco budget, poca esperienza. Corridoi e stanze che presentano sempre lo stesso identico look e geometrie, enigmi totalmente identici che si ripetono più e più volte, imprevisti che risultano invece facili da prevedere visto che continuano ad essere riciclati, e così via. E nonostante il piacevole cambio di ambientazione dopo un terzo del gioco circa, i problemi di gameplay non si risolvono assolutamente, portando le tre orette di durata del titolo a sembrare anche più lunghe per via di una monotonia esagerata.

Tiriamo le somme

Bring to Light non è proprio un disastro: alla fin della fiera si lascia giocare e qualche idea interessante c'è, ma oltre alla scarsa realizzazione tecnica è colpevole del peggior crimine che un videogioco possa commettere: è semplicemente noioso da giocare. La tensione è inesistente, i puzzle noiosi più che stimolanti e destreggiarsi tra i mostri estremamente stupidi non è affatto interessante o adrenalinico. Insomma, un horror game men che mediocre.
4.5

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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