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Marc Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure
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Recensione - Marc Ecko's Getting Up: Contents Under PressureXboxGame

Un vicolo buio e sporco, due senzatetto discutono del più e del meno mentre alle loro spalle un ragazzo incappucciato disegna su una saracinesca un "graffio" con la bomboletta spray. Nello stesso istante un gruppo di teppistelli irritati dalle abilità artistiche del ragazzo cercano di gonfiarlo come una zampogna. Dopo la rissa il ragazzo lascia a terra gli sventurati che ha appena incrociato e allontanandosi si avvicina al prossimo obbiettivo da impiastricciare. Avete visualizzato la scena? Bene! Benvenuti nel mondo di Marc Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure.



United colors... of doom!
A dire la verità questo titolo mi ha inizialmente impressionato: l’idea di sporcare muri con graffiti e murales era anche intrigante, peccato che qualcosa non funzioni. Ma facciamo un piccolo salto indietro e accenniamo qualcosa sul famosissimo Mark Ecko! Non lo conoscete? A dir la verità non l’avevo mai sentito nominare fino all’uscita del gioco quindi faccio una piccola ricerca e scopro che questo personaggio è, oltre che un graffittaro (da pronunciarsi con chiaro accento romanesco), uno stilista underground in voga fra i giovani "pittari"! Insomma vuoi per un intento altruistico (diffondere lo stile di vita degli autori di graffiti) vuoi per pura pecunia, il nostro Ecko entra nel mondo dei videogiochi. Sembra un caso particolare che, dopo aver scritto un editoriale sulla violenza nel mondo dei videogame, mi trovi a recensire un titolo così controverso.

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Che io non ami chi imbratta i muri è assodato ma, visto e considerato che questo è soltanto un gioco, non mi dispiacerebbe dipingere con viola e fucsia le vecchiette per la strada quindi senza indugio incominciamo l’analisi di questo titolo. Come avevo precedentemente accennato il gioco parte bene: nell’introduzione conosceremo il nostro alter ego digitale che in un monologo ci esprime le sue idee e le sue perplessità riguardo alla città in cui vive, New Radius. Secondo uno schema narrativo già collaudato il gioco inizia a narrare gli ultimi eventi della trama per poi portarci tre mesi prima a quando tutto è incominciato. Il punto migliore per iniziare una cosa è proprio l’inizio (come diceva Monsieur Lapalisse): dopo aver colloquiato con la saggia nonna del protagonista ci ritroveremo in un palazzo fatiscente a familiarizzare con il sistema di controllo. I tasti del joypad vengono usati praticamente tutti, si ha il pulsante del salto, quello del calcio e quello del pugno, si può rotolare premendo la B e attaccare stickers o disegnare la propria firma con il grilletto destro (da premere insieme al pugno). La visuale è in terza persona tranne quando si è in modalità "intuito" attivabile tramite la pressione del tasto nero, dove la stessa passa in soggettiva dandoci un’idea più particolareggiata dei livelli di gioco.

Addentrandoci nel tutorial incontreremo un membro di una banda rivale che scapperà lasciandoci un muro insudiciato da un suo sporco murales. Qui impareremo la parte più importante del gioco, disegnare. Avvicinandoci alla nostra "tela" ci apparirà il contorno del graffito che vogliamo eseguire che potrà essere cambiato con i tasti direzionali in base al nostro book (di cui parleremo fra poco): con la pressione del grilletto destro ci prepareremo a creare la nostra opera d’arte ed inizierà una sorta di mini gioco. Con gli stick indirizzeremo il getto della nostra bomboletta, mentre con la X spruzzeremo la vernice, ma dovremo stare attenti che questa non coli (nel disegno appariranno delle macchie rosse che indicheranno l’insorgere di questo problema). Un’altra difficoltà è che la nostra creazione dovrà essere finita entro un limite di tempo prefissato pena la non acquisizione di punti rispetto. Detto così si potrebbe pensare che ciò sia divertente ed all’inizio è così, dopo di che la noia incomincia a far capolino: dopo il ventesimo murales vi colpirete alle parti basse con la bomboletta imprecando contro i programmatori ed inneggiando alla fine del mondo.

Ho parlato di punti rispetto, questi saranno indispensabili per sbloccare nuovi colpi nel corpo a corpo e features varie, si possono ottenere in diversi modi: ad esempio con i Free Form, prove bonus che consistono nel "bombardare" una parete o un bersaglio con un numero prefissato di firme, oppure disegnando graffiti e murales, se come già detto si finiscono entro il tempo limite, senza sgocciolare ecc. Anche la dimensione dei disegni è fonte di punti come lo è la posizione degli stessi, infatti i sadici programmatori hanno deciso di far disegnare al protagonista dei graffiti in posizioni assurde come per esempio su di una putrella o su di un cornicione. Fotografare le opere degli altri artisti (fra i più famosi graffittari americani e amici di Ecko) è invece un ottimo modo per riempire il nostro book (che non è altro che la raccolta dei nostri disegni che andremo a imprimere poi sui muri).

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Ho parlato di posizioni sopraelevate? Allora è anche un plattaform? La risposta è ni - diciamo che saltare a destra e a manca è utile solo dove lo hanno deciso i game designer e queste posizioni non sono molto diffuse, oltre a questo ci si rende subito conto che questi salti sono un po' troppo coadiuvati dalla CPU. Il protagonista potrà inoltre aggrapparsi alle sporgenze e arrampicarsi su tubi e grondaie come un novello e artritico emulo di un principe persiano che molti di noi conoscono.

Ora passiamo ai combattimenti con le bande rivali: questo titolo camaleontico cambia ancora trasformandosi in un picchiaduro a scorrimento. I colpi a nostra disposizione non sono molti ma è possibile alternare calci e pugni in serie di tre colpi come più ci aggrada. Se alla fine della combo si tiene premuto l’ultimo pulsante il nostro baldo figliolo partirà con un colpo potenziato che sfonderà la parata avversaria sempre, se la barra relativa sarà al massimo; picchiando i pischelli, infatti, questa si riempirà dandoci questa gustosa alternativa. Nonostante questa sia la parte migliore del titolo (si possono usare anche armi come catene e mazze), risulta lacunosa per via della pessima IA dei nemici che possono essere facilmente elusi con capriole per poi essere assaltai alle spalle. Una volta messi a terra si può infierire su di essi picchiandoli prima che si rialzino e sfottendoli con frasi ingiuriose. Sono presenti anche delle prese, ma niente di trascendentale comunque.

Se ora vi dico che questo titolo ingloba anche delle stupende fasi stealth? Non ci credete? Nemmeno io, ma sta di fatto che le hanno implementate ed in maniera alquanto approssimativa. Basta tenere premuto un pulsante, avvicinarsi al cattivone di turno e premere due pulsanti per vedere crollare a terra il malcapitato vittima della vostra bomboletta assassina. Non si salvano neanche le telecamere di sorveglianza la cui visuale si sposta con incedere così lento da permetterci un cappuccino ed una brioche. Da quello che abbiamo visto il titolo sembra un minestrone di verdure o un polpettone riscaldato, non si salva neppure il level design visto che gran parte dei livelli sembrano delle arene dove, una volta sbloccato un obbiettivo, si aprono le strade per le prossime location. Esiste anche il multiplayer, uno contro uno sulla stessa console con i personaggi sbloccati nell'avventura principale.

Una città in rovina
Devo dire che l’impianto tecnico di questo gioco non è male. Graficamente i livelli sono ben realizzati, così come il senso di degrado della città. Le texture dei vicoli e degli interni sono molto definite, idem per i murales che, oltre ad essere gradevoli da vedere, risultano la vera "anima" del titolo. Le animazioni non sono quello che si dice un capolavoro ma risultano comunque nella norma, senza infamia nè lode. Per quanto riguarda il sonoro devo segnalare delle buone musiche: un misto di hip hop e ritmi da strada ma alcune mi hanno sorpreso, come quella iniziale molto soft. Discreti gli effetti sonori anche se alcuni, come l’agitare della bomboletta spray sono fatti molto bene. Per quanto riguarda il doppiaggio in italiano sottolineo il pessimo lavoro in questo senso, oltre anche le scurrilità gratuite che rendono questo gioco vietato ai minori. L’unica voce che si salva è quella del protagonista mentre le altre voci sono poco espressive, si poteva sicuramente fare di più. Un’ultima annotazione è la totale mancanza di sincronia fra i movimenti facciali e le frasi dette, date un’occhiata alla nonna all’inizio del gioco...

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Il mio regno per una bomboletta
Mi chiedo se ci fosse bisogno di un gioco come questo. Dopo le polemiche sollevate da GTA, Marc Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure si accoda al gruppo di quei titoli che saranno ricordati non tanto per il gioco in sé quanto per le polemiche che hanno suscitato e susciteranno in futuro. Non basta appiccicare un nome di grido ad un videogame ed inserire nello stesso molti generi diversi per assicurarsi il successo, ma alcuni questo non lo sanno.
7.0

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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