MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Stories of Bethem: Full Moon

Recensione - Stories of Bethem: Full MoonXbox One DigitalGame

L’ennesimo gioco partorito dalla pixel art, Stories of Bethem: Full Moon, fa capolino sullo Store a un prezzo accattivante. Il feeling a prima vista sembra quello dei vecchi Legend of Zelda per NES e SNES, ma in realtà, scavando più a fondo, il gioco nasconde interessanti sorprese. Scopriamo insieme quali sono.

Il Gioco

Sviluppato da GuGames Development, Stories of Bethem: Full Moon cerca di rifarsi ai vecchi action-RPG con visuale dall'alto alla The Legend of Zelda. La storia ci mette nei panni di Khoma, un ragazzo il cui padre è stato vittima di un maleficio da parte della Strega Blu; il ragazzo si reca quindi dalla sorella della strega, la Strega Rossa, per far rimuovere il maleficio. La strega, dopo averlo informato che le sue prestazioni hanno un prezzo, decide di aiutarlo a patto che lui ritrovi i sette oggetti onirici sparsi in tutta la regione. Ci troviamo così proiettati in un mondo di pixel che profuma degli RPG del passato, e che ne eredita gran parte delle meccaniche. Per aiutarci a difenderci la Strega ci dona il primo incantesimo di cui veniamo dotati, chiamato Wind Blow e che ci permette di spazzare via oggetti basilari come l’erba, nonché di danneggiare lievemente i nemici.

Più avanti otterremo anche un secondo incantesimo di fuoco. Il gameplay è molto semplice: il minuscolo personaggio si muove su una mappa con visuale dall'alto e pochi tasti necessari per fare le varie azioni e lanciare incantesimi. In ogni momento possiamo accedere all’inventario con l’elenco degli oggetti onirici, quelli speciali e una mappa che si compone automaticamente man mano che esploriamo la zona. La mappa di Stories of Bethem: Full Moon è molto vasta, anche se per completare il gioco dobbiamo tornare più volte sui nostri passi, rendendo il tutto a volte noioso.

MX Video - Stories of Bethem: Full Moon

E’ presente una vasta quantità di nemici che possono essere “collezionati” una volta che viene sbloccato il museo (un’oretta dopo l’inizio del gioco). I personaggi “buoni” che incontriamo lungo il gioco, invece, ci forniscono missioni secondarie, raccolgono collezionabili oppure semplicemente ci raccontano la storia della loro vita. Naturalmente ci sono una vasta gamma di personaggi “cattivi” e di boss che difendono i gli oggetti onirici. Questi ultimi però sono poco caratterizzati e risultano soltanto i “fratelli maggiori” dei vari mostri che troviamo in giro per il mondo. Parlando di collezionabili, Stories of Bethem: Full Moon ne è letteralmente infarcito. Molti possono essere scambiati presso determinati personaggi, tramutandoli in tesori bonus.

Vera peculiarità del gioco è però data dalla presenza di un numero molto elevato di enigmi di difficoltà variabile, alcuni davvero ostici, che possono svilupparsi anche su aree molto vaste invece che in singole zone come spesso accade: molti enigmi ci chiedono infatti di esplorare diverse aree risolvendo sotto-enigmi più piccoli mentre cerchiamo di risolverne uno più ampio.

Il personaggio si sviluppa raccogliendo i vari bonus sparsi all’interno di numerose casse che si trovano un po’ ovunque. Le statistiche principali sono due: i cuori, che rappresentano l’energia vitale e il mana, che serve per lanciare gli incantesimi. Nascosti fra l’erba oppure nelle casse troviamo poi dei power-up che ci permettono di recuperare energia e mana. Nelle casse si trovano inoltre le gemme, tramite le quali possiamo recarci negli shop e acquistare oggetti che possono aiutarci a proseguire nella nostra avventura. La grafica, come già accennato in precedenza, si rifà alla pixel-art ed anche il sonoro è a tema 8 bit per allineare l’esperienza sonora a quella video e dare quell’aspetto vintage che dona atmosfera a Stories of Bethem: Full Moon.

Amore

Un RPG d’altri tempi

- Il feeling che permea Stories of Bethem: Full Moon è lo stesso che si provava giocando ai vecchi RPG isometrici alla Zelda. Il mondo è pieno di NPC con i quali interagire, che vi parleranno e riveleranno segreti più disparati, cose inutili, missioni varie. Addirittura alcuni personaggi rompono la quarta parete, spiegandoci meccaniche di gioco o facendo battute sul gioco stesso. Il fascino del titolo risiede proprio in quel profumo di altri tempi, in cui i nemici non si adattano alla forza del protagonista ma sono quelli che sono, sempre e comunque. Il tutto viene condito da una serie di enigmi mai banali, anche se alla lunga piuttosto ripetitivi.

Longevo quanto basta

- Completare Stories of Bethem: Full Moon richiede circa 15-20 ore. Non è poco per essere un indie dal prezzo estremamente contenuto. La longevità deriva dalla difficoltà degli enigmi che dobbiamo affrontare, ma anche dalla vastità della mappa e dalla varietà delle quest secondarie.

Gotta catch ‘em all!

- Dopo un’oretta di gioco, appena raggiunta Central City, ci viene data la possibilità di partecipare alla creazione di un museo contenente tutti i mostri che si possono incontrare e combattere nel gioco. Una volta accettata la quest, da questo momento in poi uccidendo i mostri questi lasceranno cadere un oggetto che raccolto trasferirà il mostro stesso all’interno del museo. Probabilmente i ragazzi di GuGames hanno voluto così fare un omaggio a Pokèmon e Monster Hunter, offrendo al contempo un’altra chiave di lettura a Stories of Bethem: Full Moon, aumentandone ulteriormente la longevità.

Odio

Localizzazione italiana completamente assente

- Purtroppo, essendo un gioco che fa dei dialoghi il suo punto di forza, il fatto che manchi completamente una localizzazione in italiano è un grosso difetto. L’inglese è comunque abbastanza semplice e comprensibile anche per chi non mastica perfettamente la lingua, e comprendo anche che sia difficoltoso per un piccolo team concentrarsi sulla traduzione in lingue diverse dalla propria.

Colonna sonora ripetitiva

- Sebbene la colonna sonora sia perfettamente in linea con lo spirito 8 bit del gioco, questa risulta poco ispirata e anche poco varia, con motivetti di pochi secondi che si ripetono in loop per tutta la durata della zona che stiamo esplorando (che, a seconda della nostra abilità nel risolvere gli enigmi, può anche durare ore). Come risultato, il diventa snervante dopo pochi minuti, costringendoci ad abbassare a zero il volume.

Tiriamo le somme

Stories of Bethem: Full Moon è un gioco che gli amanti degli RPG vecchia maniera devono avere nella propria collezione. Fornisce circa 20 ore di gioco e molte variazioni sul tema che, per una produzione indipendente a così basso costo, non sono per nulla scontate. Uniche note stonate sono date dall’assenza di una qualsiasi localizzazione italiana e la colonna sonora molto sottotono.
8.5

c Commenti


L'autore

autore

Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...