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Assassin's Creed Mirage
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Recensione - Assassin's Creed MirageXbox Series X | S Xbox OneGame

Dopo oltre quindici anni dal primo episodio, come ci ricorda la schermata celebrativa posta all'avvio di Assassin's Creed Mirage, e a tre anni dal precedente Valhalla, è tempo per un nuovo Assassin's Creed. Per l'occasione Ubisoft si è guardata indietro, puntando a realizzare un "ritorno alle origini" della saga e alle atmosfere dei primi titoli della serie. Missione compiuta? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!
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Il Gioco

La saga dedicata alla lotta secolare tra Assassini e Templari vanta ormai una lunghissima sequenza di episodi, seguiti, prequel, remaster, DLC che sembrano giochi, giochi che sembrano DLC e chi più ne ha più di metta. Nel corso di tutti questi anni e di queste incarnazioni, il gioco ha subito costanti evoluzioni, ma è sicuramente con la più recente trilogia che la svolta è stata più netta: drasticamente ridotta l'importanza della furtività e ampliato a dismisura il mondo di gioco, Origins, Odyssey e Valhalla hanno portato Assassin's Creed a diventare una serie action-rpg open world, parecchio lontana dal suo spirito iniziale. Pur non rinnegando questo approccio (sappiamo che è in lavorazione un nuovo titolo che prosegue su questa linea), con Assassin's Creed Mirage Ubisoft ci propone una decisa inversione di rotta, realizzando un gioco dalle dimensioni più "ragionevoli" e decisamente più simile ai primi titoli della serie, richiamandosi in particolare al titolo fondatore della saga (c'è persino una opzione per applicare alla visuale il "filtro blu" tipico del primo Assassin's Creed).

MX Video - Assassin's Creed Mirage

I richiami all’Assassin’s Creed del 2007 si ritrovano già nell’ambientazione e nel periodo storico prescelti per questa nuova avventura. Assassin's Creed Mirage si svolge infatti a Baghdad nel 861 DC, nell’epoca d’oro del califfato abbaside. Sono circa 700 chilometri e 300 anni di distanza dalla Damasco del XII secolo in cui opera Altair, che non bastano a differenziare poi più di tanto i due contesti: la stessa presenza dominante del deserto intorno alla città, gli stessi dedali di case d’argilla dei quartieri popolari, gli stessi slanciati minareti (ottimi punti di osservazione!), le stesse architetture imponenti dei palazzi del Potere. Anche il protagonista che siamo chiamati ad impersonare, Basim, può facilmente portare alla mente Altair ed è peraltro una vecchia conoscenza per tutti coloro che abbiano giocato ad Assassin’s Creed Valhalla. Insomma, pur volendo sparigliare le carte nelle scelte di game design, Ubisoft ha come sempre messo gran cura nel rendere questo nuovo gioco assolutamente canonico ed inserito in maniera rigorosa della complessa timeline ufficiale della saga.

All’inizio del gioco il nostro Basim è poco più di un abile ladruncolo che, aiutato dalla fidata amica Nehal, campa di furti su commissione. E’ proprio durante una di queste “missioni”, che serve anche da tutorial per i controlli di gioco, che accade un evento imprevisto che lo mette in guai grossi ed in contatto con la setta clandestina degli Occulti, i precursori degli Assassini. Comincia così il percorso di crescita di Basim nei ranghi degli Occulti e, dopo un lungo ed intenso apprendistato nella covo segreto di Alamut (una fortezza, a proposito di somiglianze, che non può non ricordare la Masyaf del primo episodio), inizia finalmente la sua e nostra avventura tra i quartieri di Baghdad. Basta muovere i primi passi ed effettuare le prime arrampicate sui tetti della capitale, per rendersi conto che il sistema di controllo del personaggio è quello che la serie ci ha abituato a ben conoscere. A differenza delle ultime uscite, però, l’ambientazione urbana in cui si svolge gran parte della vicenda fa sì che in Assassin's Creed Mirage tornino al centro dell'attenzione l’agilità e le capacità acrobatiche di Basim, valorizzando al massimo la capacità del protagonista di effettuare in autonomia le opportune (e spesso spettacolari) manovre. Il feeling delle fasi di parkour è spesso ottimo, si percepisce un’appagante sensazione di rapidità e di libertà... quando tutto fila liscio! Eh sì, perché comunque l’altra faccia della medaglia di questo parkour quasi-automatico è la tipica tendenza del nostro Assassino a prendere iniziative impreviste, effettuando spostamenti arbitrari o mostrando imprevedibili difficoltà nell’utilizzare appigli in apparenza comodi. Bisogna però rimarcare che nel corso degli anni Ubisoft ha compiuto seri progressi in merito, e per quanto certamente non impeccabile, nel complesso il sistema di controllo di Assassin's Creed Mirage è probabilmente il più preciso di sempre.

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Le fasi di parkour beneficiano di un set di mosse e animazioni davvero completo, che fa tesoro di quanto proposto da Ubisoft nel corso degli anni: ritroviamo tutte le movenze introdotte nei vari episodi, dai ganci agli angoli delle case che consentono di cambiare lato dell’edificio, pertiche da far ricadere dall’altro lato di un fossato, i contrappesi da far scattare per farsi proiettare in alto a mo’ di ascensori ante-litteram... c’è praticamente tutto, o quasi. In termini di gameplay, poi, troviamo anche un combat-system rinnovato, ma non particolarmente sofisticato. Una volta ingaggiati in combattimento, possiamo scegliere se sferrare un colpo leggero oppure uno pesante, nonché impegnarci a parare gli attacchi avversari e a schivare quelli imparabili (in questo caso il nemico viene evidenziato in rosso quando sta per colpire). Null’altro, se non qualche contromossa speciale, tra cui spicca la possibilità di compiere un’assassinio con la lama celata a seguito di una parata perfetta. Il sistema è quindi alquanto semplice e peraltro non ottimamente calibrato (il tempismo delle parate può facilmente “regalare” qualche frustrazione), ma i combattimenti risultano comunque appaganti anche grazie a una IA abbastanza reattiva: sono lontani i tempi in cui gli avversari attendevano pazientemente il proprio turno per venire macellati, in Assassin's Creed Mirage le guardie nemiche attaccano in gruppo, provano ad aggirarvi, vi incalzano se provate a fuggire e fanno buon uso delle particolari armi in dotazione (troviamo anche soldati dotati di un rudimentale lanciafiamme a base di “fuoco greco”!). Va detto che il combattimento, almeno a difficoltà normale, causa poche preoccupazioni, in particolare una volta che il nostro Basim inizia a beneficiare dei vari potenziamenti e perk di cui possiamo dotarlo. Ma il punto è che di regola, il fatto stesso di venire ingaggiati in combattimento rappresenta comunque una sorta di “sconfitta” per chi gioca, in quanto la missione del Perfetto Assassino è in teoria sempre quella di agire nell’ombra e lontano dal clamore.

Assassin's Creed Mirage è infatti fondato con decisione su meccaniche da stealth game: con la rara eccezione di qualche boss o mini-boss fight, non ci viene mai imposto di risolvere una situazione in campo aperto, l’approccio furtivo è sempre quello consigliato e anche quello più curato come level-design, con un ventaglio di diverse soluzioni messe a nostra disposizione. Molto spesso ci viene data la possibilità di corrompere e/o garantirci i servigi di determinate categorie di persone che è facile trovare nei dintorni della zona in cui Basim deve agire. Servono però speciali Monete dei Favori (si possono trovare nei forzieri, oppure derubando i passanti) per poter convincere costoro ad aiutarci: con le Monete dei Favori del Sapere potremo contare su studiosi ed artisti (ad esempio un musicista di strada potrà distrarre le guardie), quelle del Potere servono per corrompere guardie o ingaggiare mercenari, quelle del Valore sono da usare nelle trattative coi mercanti. Naturalmente siamo sempre liberi di avvalerci di queste opportunità, a patto di avere sufficienti risorse, oppure di fare le cose da soli e anche in questo caso abbiamo spesso l’opportunità di scegliere tra strategie effettivamente diverse.

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Ulteriore varietà al gameplay è data dagli strumenti di cui possiamo dotare Basim e dalla possibilità di sviluppare alcuni suoi peculiari talenti. A questo proposito, va subito chiarito che Assassin's Creed Mirage riduce ai minimi termini la componente “da RPG” a cui nel corso degli ultimi episodi era stato concesso spazio sempre maggiore. Rimane la possibilità di configurare l'attrezzatura, scegliendo l’abito da indossare e le armi (una spada e un coltello) di cui dotarci, ma l’effettiva incidenza delle statistiche e qualità di questi oggetti sul gameplay e sulle nostre possibilità di avanzare nella campagna è abbastanza marginale. Ad esempio, ho mantenuto praticamente per tutta la campagna il Completo dell’Iniziato di Alamut, che si ottiene nelle prime fasi di gioco e che garantisce una maggior silenziosità delle uccisioni furtive (partendo al 50% per arrivare ad una silenziosità totale del 100%, livellandolo al massimo), ma non ho mai avuto la sensazione che questo perk si sia rivelato davvero decisivo.

Sicuramente è invece molto importante il progresso nell’albero dei Talenti di Basim. Queste abilità sono organizzate in tre rami, ciascuno dedicato a far progredire le capacità del nostro Assassino in una determinata area: il ramo Fantasma migliora le sue doti di furtività, Ingannatore amplia le possibilità di utilizzare strumenti e gadget ed infine Predatore consente di aumentare le capacità di ricognizione e di individuazione di bersagli ed oggetti utili. I gettoni necessari per sbloccare questi talenti vengono attribuiti progredendo nella storia, quindi il gioco mantiene un certo controllo sulla crescita del personaggio: in altri termini, in Assassin's Creed Mirage non è possibile “farmare” livelli di esperienza per presentarsi poi a compiere determinate missioni con un personaggio esageratamente potenziato, rendendole triviali. D’altro canto, anche in questo caso le meccaniche RPG risultano assai ammorbidite ed il progresso nello skill-tree non pone mai di fronte a scelte difficili e definitive: arrivati al termine della campagna avrete accumulato gettoni sufficienti per sbloccare la quasi totalità dei talenti e soprattutto il “respec” dei gettoni spesi è concesso senza penalità in qualsiasi momento del gioco, al punto che è tranquillamente possibile riconfigurare i propri talenti di volta in volta, a seconda della natura della missione da svolgere.

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Interessante l’interdipendenza tra i Talenti e gli Strumenti messi a disposizione del nostro Assassino. In totale sono sei i gadget di cui Basim può dotarsi, ma mentre la torcia viene automaticamente sbloccata a inizio gioco, la gestione degli altri Strumenti è lasciata in gran parte alla nostra discrezione. L’avanzamento nella Campagna porta a sbloccare altri due slot, ma siamo a noi a dover decidere quale Strumento prediligere, scegliendo tra: coltelli da lancio, dardi soporiferi, bombe fumogene, petardi e trappole. I rimanenti tre slot vengono invece sbloccati tramite l’albero dei Talenti, lasciandoci dunque la scelta se investire i nostri preziosi gettoni in nuovi Talenti, oppure se puntare a sbloccare uno slot per un nuovo Strumento. Sono scelte che hanno un impatto potenzialmente importante e che consentono di plasmare lo stile di gioco secondo le nostre preferenze: ad esempio, nella mia run ho scelto di equipaggiare il prima possibile un grande classico ed un mio personale preferito, il dardo modificato per fare infuriare la guardia colpita in modo che si scagli contro i suoi stessi commilitoni.

Novità assoluta di Assassin's Creed Mirage è invece la Prontezza dell’Assassino. Si tratta di un'abilità speciale che permette a Basim di eliminare istantaneamente i nemici presenti entro un certo raggio d’azione, in un numero che dipende dal livello di potenziamento dell’abilità (si arriva ad un massimo di ben 5 nemici) e di carica dell’abilità stessa. Le uccisioni furtive caricano questa devastante abilità, a ulteriore riprova di come la furtività non sia in questo gioco una delle opzioni ma senza dubbio la strada maestra da seguire. All’attivazione dell’abilità si assiste ad una sospensione dello scorrere del tempo che ci permette di taggare con RB i bersagli individuati, nell’ordine che poi sarà seguito da Basim per insta-killare i malcapitati di turno. Sfruttare al meglio la Prontezza può permettere di risolvere senza patemi situazioni potenzialmente complesse, come la presenza di più guardie in uno spazio aperto. Può legittimamente venire il dubbio che risulti fin troppo potente, specialmente tenuto conto che può essere usata anche per compiere le uccisioni dei bersagli principali, ma d’altro canto è vero che viene sbloccata solo in una fase inoltrata della Campagna e che come detto il suo caricamento è collegato al saper realizzare uccisioni furtive in buon numero: rushare “alla Rambo” in campo aperto sperando di poter contare sulla Prontezza non è un’opzione percorribile.

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Per quanto concerne la struttura di gioco e dell’avanzamento nella Campagna, ci troviamo essenzialmente di fronte ad un Assassin’s Creed “vecchia maniera”. Baghdad è suddivisa in quartieri, in ciascun quartiere possiamo contare su uno Studio degli Occulti, che funge da nascondiglio e da centro di gestione della gioco. Nello Studio è possibile infatti interagire con i principali mission-giver per far avanzare la Campagna, potenziare i propri Strumenti e accettare Contratti, missioni secondarie del tutto opzionali, utili però per guadagnare materiali necessari per i potenziamenti di armi e indumenti, Monete del Favore e denaro. Ciascun quartiere va “conquistato”, ma solo metaforicamente. Non c’è in Assassin's Creed Mirage una vera e propria presa di possesso dei quartieri, come avveniva ad esempio ai tempi di Ezio Auditore: gli Occulti sono e rimangono un’organizzazione che opera in clandestinità, senza mirare a scalzare il potere ufficiale.

Ad ogni modo, il loop di gioco è quello ben noto: per prima cosa conviene dare la scalata ai punti di osservazione presenti, per poterli sfruttare come punti di viaggio veloce e per avere una panoramica di collezionabili e altri elementi di valore presenti sul territorio circostante. A quel punto, è nostra la scelta se indulgere nelle attività collaterali, dedicandoci a forzieri, collezionabili e contratti, oppure dare impulso alla storyline principale. La Campagna, di cui diciamo poco o nulla per non rischiare di rovinare la vostra esperienza di gioco, è strutturata come una lunga avventura investigativa, articolata in cinque indagini, ciascuna volta a dare un volto ed un nome ad altrettante misteriose figure che dall’anonimato detengono il reale potere a Baghdad in nome dell’Ordine degli Antichi (gli antesignani dei Templari) ed i cui destini sono intrecciati con quello di Basim. Ciascuno di questi misteriosi personaggi opera nell’ambito di un determinato quartiere: una volta raccolti gli indizi sufficienti alla sua individuazione avremo a disposizione l’incarico per il loro assassinio, che segna la chiusura dell’indagine ed in sostanza il “completamento” di un dato quartiere. Decisamente interessante la libertà che ci viene concessa di seguire senza troppi vincoli (a parte la prima e quella finale relativa al “capo dei capi”) le diverse indagini, potendo decidere di svolgerle nell’ordine preferito, o addirittura si può scegliere di portarle avanti parallelamente.

Nello svolgere tutti questi compiti Basim può naturalmente contare su tutte le caratteristiche tipiche di un Assassino. Abbiamo a disposizione il preziosissimo Occhio dell'Aquila per evidenziare nemici e oggetti importanti (ma come da tradizione inaugurata dal fondatore Bayek, Basim è accompagnato anche da Enkidu, una vera acquila!), così come l’imprescindibile Lama Celata per compiere uccisioni in massima furtività. Bisogna però fare attenzione perché in Assassin's Creed Mirage ritorna in grande spolvero il sistema di notorietà, che fa di Basim un ricercato ogni qualvolta sia visto compiere qualche reato. La notorietà ha tre livelli crescenti di severità, a cui corrispondono una maggiore facilità da parte dei passanti di riconoscerci e segnalarci alle guardie, così come una maggiore severità da parte delle forze dell’ordine nel darci la caccia: al secondo livello spuntano arcieri sui tetti delle case, pronti ad individuarci e colpirci da lontano, mentre al terzo scendono in campo per darci la caccia anche gli Shakiriyya, le temibili guardie d’elite.Per riconquistare la tranquillità perduta, abbiamo due opzioni, entrambe riprese dal passato della serie: possiamo stracciare i poster affissi alle pareti con il nostro “identikit”, oppure corrompere uno degli araldi per ripristinare immediatamente il nostro buon nome.

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Tecnicamente parlando, Assassin's Creed Mirage si è dimostrato un prodotto decisamente solido. Ero incappato in un paio di improvvisi crash utilizzando la primissima versione del gioco messami a disposizione, ma già dalla prima patch pre-rilascio non ho più riscontrato problemi gravi. Durante le fasi di gioco capita di notare qualche occasionale compenetrazione di poligoni, ma nulla di davvero importante: d’altra parte mi pare abbastanza evidente (e comprensibile) che il gioco condivida con i predecessori non solo l’utilizzo dell’engine proprietario Anvil, ma direttamente interi blocchi di implementazione, per cui pregi e difetti sono in sostanza quelli “tipici” degli Assassin’s Creed più recenti. Ciò che semmai un po’ viene a mancare è la sensazione di un comparto grafico di punta, che spesso ha contrassegnato l’uscita dei vari episodi della saga, a cominciare proprio dal primo. Sotto questo aspetto, Assassin's Creed Mirage fa indubbiamente una figura più che buona, sia chiaro, ma è lontano dal rappresentare lo “stato dell’arte” ed è abbastanza palese (ad esempio constatando la totale assenza o comunque la drastica semplificazione di certe animazioni come l’apertura delle porte, o il passaggio di Basim attraverso dei tendaggi) che questo discenda più da precisi limiti di budget e tempi, che non da limiti tecnici. In particolare, mentre un comparto artistico ispirato e di alto livello riesce a sopperire nel caso di ampi panorami e dettagli d’interni, è soprattutto l’animazione e l’espressività dei volti a mostrare spesso qualche caduta qualitativa.

In conclusione di questo esame, una nota per rimarcare la presenza di una localizzazione italiana completa e di ottima qualità. Quasi un atto dovuto per un Assassin’s Creed, ma di questi tempi in cui abbiamo visto parecchie produzioni anche blasonate rinunciare al doppiaggio, fa senz’altro piacere segnalarlo. Così come fa piacere rilanciare il suggerimento proposto da Ubisoft: approfittare della presenza del doppiaggio anche in lingua araba per poter vivere una immersione ancor più realistica nella Baghdad di Assassin's Creed Mirage !

Amore

Una Baghdad tutta da scoprire

- Il risultato più evidente del “ridimensionamento” di Assassin's Creed Mirage rispetto ai suoi immediati predecessori, è quello di ricollocare al centro del gioco una città, in questo caso Baghdad. E la città con l’avanzare del gioco diventa sempre più splendida protagonista: a partire dall’umile zona popolare da dove il gioco ci fa iniziare, fino ad arrivare ai ricchi ed imponenti palazzi del quartiere centrale è stato un piacere scoprire continuamente nuove zone e nuovi monumenti, prendere via via confidenza con la conformazione della città, goderne il panorama da qualche punto sopraelevato oppure immergersi nella brulicante vitalità dei suoi abitanti: Baghdad è una città densamente abitata e ho molto apprezzato il lavoro svolto da Ubisoft nel renderla viva e vibrante. Assai di rado ci si trova a percorrere strade vuote, semmai tocca destreggiarsi tra capannelli di persone, mercanti, viandanti a cavallo, guardie di ronda, araldi... (a proposito di araldi, importante anche ciò che arriva alle nostre orecchie: le declamazioni degli araldi, il brusio delle conversazioni , i canti dei muezzin danno il loro sostanziale contributo a rendere vitale la ricostruzione) e sono numerosissime le animazioni che coinvolgono passanti e npc in generale. Ovviamente capita di essere concentrati sulla missione da svolgere e di non godere appieno di questo egregio lavoro: consiglio ogni tanto di prendere una pausa dai nostri incarichi e di concederci una semplice passeggiata per le vie della città!

Furtività protagonista

- Probabilmente conta anche la “crisi di astinenza” vissuta durante i più recenti Assassin’s Creed, ma ho accolto con sincero entusiasmo la scelta di mettere l’approccio furtivo al centro del gameplay. Sbaragliare con implacabile freddezza intere guarnigioni di guardie armate per giungere infine a contatto diretto con il proprio bersaglio rappresenta a mio parere la quintessenza di questa IP ed in Assassin's Creed Mirage tutto è pensato per premiare ed incoraggiare questo approccio. Se nella prima parte di gioco si è un po’ limitati nelle proprie opzioni, una volta sbloccati diversi perk ed abilità, Basim diventa una vera e propria “macchina da stealth”, lasciandoci la scelta ed il divertimento di puntare su una delle diverse strategie a nostra disposizione.

Un giusto mix di vecchio & nuovo

- Pur prendendo gli inizi della saga come preciso punto di riferimento, con l’intento di ricrearne il gameplay di base, va dato merito ad Ubisoft Bordeaux di averlo fatto senza “sacri furori” che avrebbero potuto portare ad ignorare quanto di buono introdotto nel corso del tempo. In fondo il 2023 non è il 2007 e nel corso degli anni la saga ha saputo introdurre numerosi elementi interessanti. Per cui, bello che tornino i manifesti da strappare per ridurre la propria notorietà, ma bello anche sia rimasta l’aquila che accompagna e assiste Basim; bello tornare alle meccaniche stealth dei primissimi giochi, ma altrettanto bello che si siano abbandonati i collezionabili “da incubo” di quei primi giochi, per far posto a contenuti più integrati nel gioco e più stimolanti, come gli Enigmi ed i Libri Perduti.

Ricostruzione storica sempre al top

- Ho sempre apprezzato la cura e la dedizione riposte da Ubisoft nella ricostruzione storica dei setting dei vari Assassin’s Creed. Ci eravamo abituati da ultimo ad avere anche dei DLC educativi in cui l’immane lavoro di ricerca svolto veniva messo a frutto non solo nella creazione del mondo di gioco, ma appunto anche a beneficio diretto dei giocatori interessati. In Assassin's Creed Mirage la scelta di Ubisoft Bordeaux è stata quella di integrare direttamente nel gioco una sezione enciclopedica, le cui voci sono legate al ritrovamento di 66 collezionabili disseminati nella mappa di gioco, e che costituisce una vera miniera di curiosità e informazioni su una civiltà lontana e non molto conosciuta dalle nostre parti. In generale, il lavoro di world building svolto si dimostra ancora una volta eccellente: dalle mercanzie esposte nei mercati ai testi letterari rinvenuti nelle biblioteche, sono innumerevoli i piccoli particolari che rendono immersiva l’esperienza, consentendoci per quanto possibile di “teletrasportarci” nella Baghdad del IX secolo.

Odio

Al lavoro, Assassino!

- Nonostante la minore vastità del mondo di gioco rispetto agli Assassin's Creed più recenti, anche in Assassin's Creed Mirage i giocatori meno motivati potrebbero avvertire una certa "fatica" di fronte alle molte attività proposte, con una narrazione a tratti un po' debole che lascia il campo alla sensazione di trovarsi alle prese con una lunga lista di compiti da svolgere: sbloccare punti di osservazione, borseggiare passanti per accumulare risorse, raccogliere collezionabili e via dicendo. Se da un lato non si può che apprezzare la generosità di contenuti, dall'altro ne risente il ritmo della vicenda, tant'è vero che nella parte finale della Campagna, quando il passo si fa più serrato, l'esperienza risulta decisamente più coinvolgente.

Stealth migliorabile

- Agire in furtività è in grado di regalare grandi soddisfazioni, ma ciò non toglie che la componente stealth abbia anche le sue manchevolezze, dovute soprattutto ad un'implementazione migliorabile della IA avversaria. Certo, ci sono all'origine problemi tipici di questo genere (ad esempio, un nemico allertato non può rimanere allertato per sempre, per quanto possa risultare poco credibile), però in Assassin's Creed Mirage comportamenti e movimenti delle guardie spesso rivelano palesemente il loro fondamento algoritmico, risultando un po' troppo schematici ed innaturali. A ciò si deve aggiungere la convivenza problematica con un sistema di movimento pesantemente assistito: è divertente prodursi in spettacolari mosse da parkour sui tetti di Baghdad con la semplice pressione del tasto A, ma è un divertimento che poi presenta il conto quando c'è bisogno di piccoli ed accurati movimenti e magari capita che il gioco prenda iniziative impreviste spostando Basim in posizioni... indesiderabili. Non si tratta di problemi particolarmente gravi: come ho avuto di scrivere più volte, lo stealth di Assassin's Creed Mirage risulta nel complesso molto godibile, ma trattandosi di un gioco che davvero attribuisce all'azione furtiva un ruolo assolutamente centrale, sono difetti che trovo giusto segnalare.

...e il Presente?

- La timeline del Presente, che ha avuto un'incidenza sempre più ridotta nel corso degli episodi, è stavolta del tutto assente. Se ne sente la mancanza ed è quantomeno singolare che ciò accada in un progetto come Assassin's Creed Mirage, che esplicitamente si rifà ai primi episodi della Serie dove questa componente aveva un ruolo più che mai centrale. Qui tocca invece accontentarsi di un certo "contributo" (non diciamo altro per non spoilerare) da parte della Prima Generazione, ma nulla di più. Ad esempio, rimane del tutto dietro le quinte l'escamotage narrativo dell'Animus, con conseguenze quasi paradossali, come l'ormai tradizionale messaggio di "Desincronizzazione" al game-over, che risulta di fatto inspiegabile per chi non abbia familiarità con la serie.

Tiriamo le somme

La direzione intrapresa da Ubisoft con Assassin's Creed Mirage mi ha convinto, la scelta di ridurre la scala del mondo di gioco, rifacendosi ai primi episodi della saga, si è rivelata vincente: ritrova centralità la capacità di Ubisoft di creare contesti urbani dinamici ed affascinanti, fornendo nel contempo una quantità di contenuti in linea con le attese per un gioco moderno, ma senza esagerazioni. E vale la pena sottolineare che, nonostante i quindici anni di onorato servizio, i molti tratti distintivi del gameplay di Assassin's Creed continuano a funzionare egregiamente, garantendo un'esperienza appagante, riconoscibilissima e unica. Cosa manca, allora, per un Assassin's Creed davvero clamoroso? Forse soltanto un guizzo a livello di qualità grafica ed una maggiore profondità a livello narrativo, così come nel design dei protagonisti... quando tornerà un vero arci-nemico carismatico, come furono Rodrigo Borgia o Warren Vidic? La formula però è azzeccata e c'è da augurarsi che per la saga di Assassin's Creed questo Mirage costituisca solo un primo passo, migliorabile ma sicuramente riuscito, lungo questo percorso.
8.0

c Commenti (9)

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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