Recensione - Sea of Thieves
di
Mirko Rossi / Thor
P
Il Gioco
Sea of Thieves, per stessa definizione di Rare, è un'avventura piratesca giocabile in un mondo condiviso, ma si tratta di una descrizione estremamente riduttiva. Volendo essere davvero precisi bisognerebbe dire che il nuovo gioco della storica software house è un titolo multigiocatore in prima persona ambientato in un immaginario paradiso caraibico popolato da altri aspiranti pirati, giocabile esclusivamente online da soli o con altri 3 compagni. Ma, in parole povere, questo cosa significa? Significa che l’ultima fatica della casa di sviluppo inglese mette i giocatori al centro di un mondo persistente nel quale possono essere presenti anche altri utenti, ognuno dei quali vive le proprie avventure ma sempre all’interno di un universo condiviso nel quale i confini della cooperazione e del PVP non sono mai così definiti. Se siete confusi, vi capisco. Sea of Thieves non può infatti essere inquadrato con precisione in un genere, e qualunque descrizione scritta, anche la più dettagliata, rischia di non rendere a dovere l’idea. L’unico modo per capire davvero di cosa tratta il gioco è abbandonare ogni preconcetto e andare “fisicamente” per mare. Per farlo il giocatore, come in molti altri titoli simili, deve innanzitutto creare il proprio alter-ego, ma non tramite un comune editor fatto di menu più o meno strutturati. Al primo avvio veniamo infatti messi di fronte ad un carosello di personaggi generati in modo casuale dal sistema, tra i quali possiamo selezionare quello che più gli aggrada. Se nessuno di quelli proposti è di nostro gradimento, non dobbiamo fare altro che “girare” la ruota e chiedere al gioco di generare dei nuovi modelli, avendo magari l’accortezza di marchiare come preferiti quelli dubbi, così da portarli con noi nei vari tentativi.Una volta individuato il nostro pirata è finalmente possibile accedere al gioco, ma solo dopo aver assistito ad un breve filmato introduttivo che ci ricorda il nostro “ruolo” nel mondo di Sea of Thieves. Siamo dei pirati, e come tali viviamo solo per uno scopo: esserlo. Nel gioco di Rare non troviamo quindi nessuna trama, nessuna missione principale e nemmeno degli incarichi secondari. I pirati non ne hanno bisogno. Loro inseguono l’avventura, le ricchezze e la fama. Solo quelle. I più ambiziosi, quelli che vogliono scolpire il loro nome nella leggenda, possono decidere di giocare a dadi con il destino mettendosi sulle tracce della fortuna di Atena, il tutto all’interno di una mappa di gioco liberamente esplorabile disseminata di isole di varie dimensioni, abitate per lo più da pericolosi scheletri ed avamposti nei quali trovare ristoro ed incontrare alcuni personaggi del gioco. Con chi e in che modo affrontare questo cammino sta solo a noi deciderlo, istante per istante.
La prima scelta, quella legata alla ciurma, deve necessariamente essere effettuata ogni qualvolta si avvia una nuova partita e ha una diretta conseguenza sulla tipologia di imbarcazione messa a disposizione nella sessione di gioco. Scegliendo di iniziare da soli o in un gruppo composto da 2 pirati è possibile utilizzare la Sloop, una piccola imbarcazione ad un solo albero, mentre aumentando il numero di membri della ciurma a 3 o 4, si ottiene un classico Galeone a tre vele. Una volta radunata la ciurma si può finalmente accedere al mondo di gioco vero e proprio e decidere come vivere la propria avventura piratesca, in totale libertà. Sea of Thieves è infatti un titolo open world nel senso più letterale del termine. Ad ogni avvio il giocatore e la sua eventuale ciurma si ritrovano su una delle numerose isole presenti nel gioco, generalmente un avamposto, e da qui prende il via il loro viaggio. Un viaggio che, come già detto, esula da qualunque tipo di binario o imposizione di design. In Sea of Thieves possiamo decidere di oziare tutto il giorno sulla spiaggia ingurgitando grog e suonando insieme alla nostra allegra brigata, possiamo salpare per mettere a ferro e fuoco l’intera area nel tentativo di saccheggiare più navi possibili, possiamo navigare senza meta alla ricerca di tesori o, perché no, decidere di collaborare con una delle 3 Compagnie Commerciali presenti nel mondo di gioco accettando gli incarichi assegnati, previo pagamento di una piccola somma di denaro, dai rappresentanti presenti in ogni avamposto.
MX Video - Sea of Thieves
La prima Compagnia, quella dei Cercatori d’Oro, chiede ai giocatori di esplorare le tre regioni presenti nel gioco in cerca di forzieri nascosti di varia natura, mentre la seconda, conosciuta come l’Ordine delle Anime, ci mette sulle tracce degli scheletri di leggendari pirati e dei loro preziosi teschi. L’Alleanza del Mercante, infine, sprona i giocatori a viaggiare per il mondo con l’intento di recuperare animali rari e merce di varia natura, che andrà riconsegnata entro un tempo limite in uno specifico avamposto. Allo stato attuale Sea of Thieves include una discreta varietà di forzieri differenti, tra cui due “maledetti” capaci di mettere in crisi anche i pirati più esperti, diverse tipologie di scheletri, ognuna dotata di punti di forza e debolezze, una gamma di reliquie più o meno preziose ed una selezione di casse ricolme di materie prime perfettamente il linea con l’ambientazione del titolo come tè, sete e zucchero. Tra le risorse di tipo animale troviamo invece galline, maiali e serpenti, disponibili in un vasto assortimento cromatico e dotati di qualità che possiamo definire peculiari. I maiali devono essere nutriti con regolarità dopo la cattura, i serpenti non perdono occasione per avvelenare chiunque commetta l’errore di passargli a tiro senza suonare della buona musica, e le galline non smettono mai di fare rumore rendendo il vascello individuabile da chiunque sia nei paraggi.
A differenza di altri titoli, l’accettazione di un Viaggio (così vengono definite queste missioni nel gioco) non coincide però con l’inizio dello stesso. Per avviarlo è necessario posizionare la pergamena in nostro possesso sul tavolo del capitano a bordo della nostra nave e sottoporla al voto dell’intera ciurma. Una volta raggiunta la maggioranza, tutti i partecipanti ricevono le indicazioni per portare a termine l’incarico sotto forma di un numero variabile di mappe, indovinelli, taglie o "liste della spesa" con animali e risorse da raccogliere. Ai giocatori, a questo punto, non resta che individuare sulla mappa dei mari presente a bordo della nave il loro primo obiettivo e salpare in cerca di ricchezze e fortuna. Ma non fate l’errore di pensare che in Sea of Thieves basti trovare un tesoro o sconfiggere lo spirito di un capitano per ottenere una ricompensa. Bisogna anche riportarli ad uno dei diversi avamposti presenti e consegnarli alle relative Compagnie, così da ottenere oro e reputazione per avanzare di grado in ognuna delle organizzazioni. E niente paura: non serve azzuffarsi per decidere chi consegna un tesoro. Tutti i membri di una ciurma ricevono infatti la stessa ricompensa e reputazione. Salendo di livello si possono sbloccare nuovi gradi, così da garantirsi l’accesso ad incarichi via via sempre più complessi e remunerativi in ciascuna delle compagnie. Ma le cose non sempre filano così lisce.
Come già detto avviando una partita di Sea of Thieves si entra in un universo popolato anche da altri giocatori, ognuno dei quali vive le proprie avventure ma sempre all’interno di un mondo condiviso. Questo significa che nel corso di ogni sessione può sempre capitare di incontrare altri pirati in carne ed ossa, ed è qui che entra davvero in gioco l’ambiziosa struttura messa in piedi da Rare. I tesori e le risorse, una volta raccolti, non diventano di proprietà del giocatore e tantomeno spariscono in un ipotetico inventario. Sono degli elementi di gioco tangibili, che devono essere trasportati da una parte all’altra, che continuano a galleggiare se la nave che li trasporta affonda e che possono ovviamente essere rubati visto che le eventuali ricompense vengono elargite alla ciurma che consegna effettivamente gli oggetti, al di là di eventuali incarichi attivi. Come se non bastasse, Rare ha deciso di non inserire limitazioni o aree sicure, così da non condizionare in nessun modo l’esperienza di gioco. Può capitare quindi di imbattersi in ciurme amichevoli con le quali collaborare, di scambiare quattro chiacchiere sfruttando la chat di prossimità presente nel gioco o di incrociare equipaggi avidi che non esiteranno ad attaccarci per trafugare le ricchezze accumulate con fatica nella stiva della nave. O, perché no, potremmo essere noi i pirati assetati di sangue e ricchezze che solcano i mari in cerca di navi da mandare a picco a suon di cannoni o che tendono imboscate alle altre ciurme, per avidità o semplice spirito di competizione. Sea of Thieves è un gioco di pirati e l’etica, si sa, non rientra nelle caratteristiche peculiari della categoria. Allo stesso tempo il gioco include inoltre una serie di attività collaterali, come la possibilità di suonare insieme ad altri giocatori o bere grog fino a non riuscire più ad andare dritti, pensate principalmente per favorire l’interazione pacifica tra i giocatori insieme ad un interessante sistema di comunicazione non verbale, attivabile attraverso la croce direzionale e perfettamente contestualizzato all’oggetto in uso, che consente di comunicare facilmente con chi ci sta di fronte anche se non si dispone di un microfono o si parlano lingue diverse.
Ad aggiungere ulteriore dinamicità al gioco ci pensano poi una serie di eventi casuali come la possibilità di raccogliere nuovi incarichi trovando messaggi in bottiglia o leggendo specifici libri, di incappare in relitti sommersi esplorabili avventurandosi sotto la superficie dell’acqua, o di imbattersi nei giganteschi tentacoli del Kraken, che non esiterà ad attaccare le imbarcazioni o a scagliare il più lontano possibile qualunque essere umano gli capiti a tiro. A completare l’offerta troviamo poi gli assalti ai fortini controllati dagli scheletri, degli eventi globali pensati specificamente per essere affrontati da più ciurme e ai quali possono prendere parte tutti i giocatori presenti sullo stesso server, che vengono “attirati” in zona dalla comparsa di una minacciosa nuvola a forma di teschio visibile ad occhio nudo anche a grande distanza. Durante un assalto ad un fortino i giocatori sono chiamati ad abbattere una decina di ondate di scheletri via via sempre più pericolose prima di affrontare un coriaceo capitano che, una volta sconfitto, lascerà sul terreno la chiave per accedere ai preziosi tesori custoditi nel cuore dell’insediamento.
A fare da “collante” tra tutte queste attività ci pensano le fasi di navigazione, che in Sea of Thieves rivestono un ruolo a dir poco fondamentale. Nel gioco non è infatti presente nessun tipo di viaggio rapido, e l’unico modo per spostarsi da una parte all’altra della mappa, come prevedibile, è quello di salire a bordo della propria nave, spiegare le vele, issare l’ancora e mettersi al timone per affrontare le onde. Tutte queste azioni devono essere compiute in prima persona e, per quanto possibile, in modo coordinato dai membri delle equipaggio che le ripeteranno costantemente nel corso dell’avventura per adattarsi dinamicamente alle situazioni. In Sea of Thieves le navi non sono però dei semplici mezzi di trasporto o da battaglia. Rappresentano la “base galleggiante” di ogni equipaggio, dove è necessario nascondere i tesori raccolti prima di tornare ad un avamposto e dove è possibile accumulare tre tipologie di risorse trovate durante l’esplorazione, ovvero palle di cannone, assi di legno e banane.
Le prime non credo abbiano bisogno di presentazioni, mentre le assi di legno servono per riparare lo scafo della nave al fine di evitare di diventare mangime per gli squali dopo essere stati colpiti dal nemico o dopo aver urtato uno scoglio in seguito ad una manovra azzardata. Le banane invece possono essere consumate, rigorosamente senza togliere la buccia, per recuperare le energie e rimandare, per quanto possibile, la dipartita del proprio pirata. Nel caso questo dovesse accadere, comunque, non avete comunque motivo di preoccuparvi se non per l’eventuale bottino lasciato incustodito. Il vostro alter-ego infatti rinascerà poco dopo sulla propria nave o in un avamposto se questa sarà affondata, dopo una breve permanenza sul Traghetto dei Dannati. Nel caso dovessimo invece allontanarci troppo dalla nostra barca o qualora questa finisse a far compagnia ai pesci sul fondo del mare, il gioco invierà in nostro soccorso una sirena attraverso cui potremo facilmente tornare a bordo della nostra nave o riceverne una di nuova di zecca.
Pad alla mano Sea of Thieves mette subito in chiaro la sua natura ibrida miscelando senza troppa difficoltà gli elementi derivati dal genere FPS con una gestione dell’inventario tanto semplice quanto intuitiva, che gli sviluppatori di Rare hanno deciso di affidare ai due tasti dorsali. Premendo LB si accede infatti alla ruota degli oggetti, tramite cui è possibile passare in rassegna tutte le attrezzature a disposizione. Oltre alle tre risorse di cui ho parlato poco sopra, ogni pirata che si rispetti non può infatti rinunciare ad un utile cannocchiale, ad una bussola, fondamentale per orientarsi sia in mare che sulla terraferma vista l’assenza di una mappa richiamabile dal menu di gioco, ad una lanterna, ad un pratico secchio, ad un orologio, ad un boccale e ad un paio di strumenti musicali. Molti di questi oggetti hanno utilizzi alternativi o modalità di condivisione delle informazioni. Le lanterne, per esempio, possono essere utilizzate per illuminare la via, ma anche per indebolire alcune tipologie di nemici o risolvere alcuni indovinelli, mentre il secchio può essere utilizzato non solo per svuotare la stiva della nave dall’acqua accumulata ma anche per lanciare liquidi verso compagni ed avversari. Bussola ed orologio, una volta impugnate, possono invece essere consultate o, in alternativa, mostrate a chi ci sta vicino, nel caso fosse necessario. Premendo RB si attiva infine un’altra ruota che raccoglie eventuali mappe o incarichi attivi e che possono essere impugnati alla stregua degli altri oggetti presenti nell’inventario. Premendo il tasto Y si passano invece in rassegna le 2 armi presenti nell’inventario, che possono essere selezionate tra le 4 attualmente disponibili nel gioco interagendo con un apposito baule presente negli avamposti o sulla nostra imbarcazione. Oltre ad un’immancabile spada, in Sea of Thieves troviamo tre armi da fuoco, ovvero una pistola, un archibugio ed un moschetto, che si differenziano per capacità offensiva e rateo di fuoco.
Questi strumenti offensivi vengono consegnati al giocatore sin dal primo istante e rimangono tali per tutta la durata dell’avventura, così come tutti gli altri oggetti presenti nell’inventario. Per una precisa scelta degli sviluppatori in Sea of Thieves non sono infatti presenti sistemi di progressione dell’inventario o del personaggio, ma solo modifiche di carattere estetico. Recandosi dai vari venditori presenti negli avamposti è possibile acquistare modelli di armi differenti, oggetti più curati, nuovi capi di abbigliamento e personalizzazioni per la propria imbarcazione, ma la loro funzione è puramente estetica. Come diretta conseguenza di questo, il titolo di Rare non prevede lo sviluppo del personaggio tramite statistiche, punti abilità o power-up ma consente semplicemente di acquistare alcune modifiche estetiche per il proprio alter-ego, così da poterlo adattare meglio alle nostre preferenze. Salendo di grado nelle varie compagnie è però possibile sbloccare nuovi oggetti o titoli, utili per mostrare al mondo il nostro grado di esperienza. Raggiungendo il livello 50 in tutti e tre i “business” si accede infine al grado di “pirata leggendario”. Ottenendo questo status il giocatore si garantirà l’accesso ad una serie di contenuti aggiuntivi come dei nuovi Viaggi legati alla misteriosa Fortuna di Atena, un rifugio popolato dai fantasmi dei pirati ed una serie di personalizzazioni aggiuntive. Raggiungere questo status è però tutt'altro che impresa semplice, visto che scalare i livelli di ogni compagnia è un'impresa molto lunga e, nel momento in cui scrivo ci è riuscito un solo giocatore, uno streamer su Twitch.
Dal punto di vista tecnico Sea of Thieves sfrutta le potenzialità dell’Unreal Engine per raggiungere i 1080p su Xbox One e One S ed il 4k nativo su One X, sempre a 30fps e con pieno supporto alla tecnologia HDR (dove disponibile). Il motore di gioco gestisce inoltre senza difficoltà l’alternanza giorno-notte ed un sistema meteo dinamico completo di altissima qualità. Ottimo anche il comparto audio, che riesce ad avvolgere il giocatore in ogni situazione e ad accompagnare i momenti più importanti con una colonna sonora discreta ma di ottima fattura. Vale comunque la pena di sottolineare che Sea of Thieves include pochissimi dialoghi, non doppiati nella nostra lingua a differenza delle parti scritte, che sono completamente localizzate.
Concludo con una doverosa parentesi legata al matchmaking (che supporta il cross-play con la versione Windows 10) e alla stabilità generale del sistema. Durante le mie molte sessioni sono incappato in un'unica disconnessione e non ho mai riscontrato particolari difficoltà, ma è comunque giusto segnalare che nei primi giorni dopo il lancio ci sono stati alcuni problemi (lag, bug di varia natura ed errori in fase di log-in), causati principalmente dal sovraffollamento dei server e che sono stati in buona parte i risolti grazie ad alcuni tempestivi interventi di manutenzione straordinaria, ai quali ha fatto seguito la prima patch ufficiale.
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