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Battlefield: Bad Company
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Battlefield: Bad Company - Multiplayer hands-on

Electronic Arts e DICE puntano molto sul nuovo capitolo di Battlefield, e proprio per questo le due case hanno avviato una beta chiusa del gioco in cui un numero relativamente limitato di giocatori ha potuto scaricare e provare in anteprima su Xbox Live il multiplayer di Battlefield: Bad Company. Ovviamente noi di Mondoxbox non potevamo mancare all’appuntamento, ed eccoci qui per raccontarvi le nostre impressioni sul gioco.

Battlefield: Bad Company - Multiplayer hands-on

Una volta scaricata la beta dal Marketplace (1,1 GB), possiamo avviarla direttamente dalla sezione Demo, esattamente come accadde a suo tempo con le beta di Halo 3 e Call of Duty 4. Dopo il caricamento veniamo catapultati nella schermata principale, accolti da una colonna sonora decisamente bizzarra che fa subito intendere come Battlefield: Bad Company sia un gioco con sfumature ironiche. Insomma, si vive la guerra ma soltanto per gioco. Nel menu la sezione Single Player è ovviamente bloccata, essendo questa una beta multigiocatore, mentre risultano sbloccate quella del Multiplayer e delle Opzioni. Ovviamente ci gettiamo nella mischia selezionando l’ opzione Multiplayer che a sua volta si divide in altre schermate: Quick Match (partita veloce), Custom Match (ci permette di creare partite personalizzate anche con gli amici), Unlocks (mostra le nostre armi e la schermata dove sbloccarle, ma di questo ne parleremo dopo), ed ultima è la schermata Stats, dove troveremo tutte le nostre statistiche e le medaglie che ci vengono assegnate giocando.

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Tornando a parlare della schermata Unlocks, rimaniamo un momento scossi in positivo, ma anche in negativo, dalla “curiosa” offerta che Electronic Arts ci propone. Nella parte alta, in chiaro, troviamo le armi sbloccate che possiamo utilizzare, mentre nella parte bassa abbiamo una sezione denominata Unlocks, dove le armi sono da acquistare utilizzando i punti esperienza guadagnati in battaglia. Fin qui tutto bellissimo, ma poi ci accorgiamo che nella sezione inferiore della parte alta ci sono alcune armi sbloccabili solo con soldi veri. Dal Marketplace infatti possiamo acquistare UZI, M60 e molto altro. A quanto pare, Electronic Arts sfrutterà questo gioco per avere guadagni extra vendendoci singole armi, ovviamente a prezzi ridotti.

Lo scopo delle Beta è gettarci a capofitto nella mischia, quindi scordatevi le famose stanze di attesa dove organizzare partite ed altre opzioni che verranno implementate soltanto nella versione che acquisteremo. Le mappe disponibili sono due e si distinguono per il diverso approccio tattico che dovremo usare. In Ascension dovrete adottare un’ azione più ragionata, perché vi ritroverete catapultati in un paesaggio di campagna ricco di edifici, grandi dislivelli ed una cattedrale difficilmente espugnabile se non tramite azioni concertate e ben studiate. Oasis è invece una mappa molto più livellata ma più ampia ed estesa. Qui gettarsi nella michia con un carro armato o prendere posto con un cecchino (a proposito: almeno in questa versione del gioco non possiamo stenderci a terra e strisciare, piuttosto penalizzante per i cecchini) su una collina non ha prezzo. L’ ambientazione qui per certi versi è simile ai paesaggi visti in titoli come Desert Storm: ecco quindi sconfinati deserti, palme ed un corso d’acqua che taglia a metà la mappa dove sarà possibile provare un mezzo anfibio, uno dei tanti mezzi che il gioco ci metterà a disposizione.

Per coprire in fretta le grandi distanze che le sconfinate mappe ci offrono, in Battlefield: Bad Company avrete la possibilità di mettervi alla guida di Jeep, Carri Armati ed Elicotteri, mezzi pesanti sicuramente utili anche per aumentare a dismisura la potenza di fuoco. Ovviamente i programmatori non si sono dimenticati i mezzi di supporto, includendo batterie di contraerea montate su postazioni fisse. La modalità proposta è una sola al momento: due squadre da 12 persone si affrontano a turno in attacco ed in difesa. Quando sarete chiamati all’attacco, il vostro obbiettivo sarà far detonare delle casse situate nel quartier generale nemico, innescandole dopo aver fatto fuori i nemici nei dintorni. La cosa non è per niente semplice, visto che i soldati in difesa sono sempre molti ed in più hanno la possibilità di disinnescare la carica di esplosivo che noi con tanta fatica avevamo innescato un istante prima che il fuoco incrociato di tre mitra ci crivellasse di colpi.

Attaccare a testa bassa però non porterà quasi mai a nulla di buono, questo perché in alto viene visualizzata una barra dei dispiegamenti disponibili e del tempo che ad ogni perdita si svuota inesorabilmente. Ad ogni conquista di un campo base però, la barra torna a salire. Nella parte alta dello schermo invece trovano posto due barre più piccole che indicano il grado di resistenza delle casse, che possono anche essere distrutte con armi esplosive. Se le forze alleate subiscono gravi perdite o il tempo finisce, la vittoria viene assegnata alla squadra in difesa e viceversa. Ogni campo base ha due casse d’oro, distrutte le quali la formazione in difesa deve retrocedere al prossimo campo, e la cosa interessante è che man mano che si avanza, le cose si fanno più ostiche perché le ultime postazioni sono meglio difendibili.

Decisamente azzeccato poi il sistema di respawn: quando moriamo abbiamo una decina di secondi per decidere con quale classe di soldato rinascere, semplicemente premendo il tasto X dal menu. Se amate essere sempre al centro dell’azione, la classe Assault è la scelta più giusta da fare grazie all’abbinamento di mitragliatore, granate e lanciagranate (attivabile con il tasto RB). Con il tasto Y possiamo anche sfoderare un letale coltello, utile per gli agguati visto che basta un colpo per uccidere il nemico, mentre premendo in basso lo stick sinistro attiveremo una corsa simile a quella vista in Call Of Duty 4.

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Per ottenere la vittoria ci deve essere un giusto equilibrio fra le classi scelte dalla nostra squadra, e fortunatamente abbiamo notato come ai nostri compagni online la varietà non manchi. Il campo di battaglia vedrà quindi tutte le classi come il cecchino, lo specialista, l’esperto in artiglieria pesante oppure l’uomo della provvidenza come il soldato da supporto. Questo individuo ha il difficile lavoro di rimanere defilato, il suo mestiere è quello di distribuire medikit a chi ne ha bisogno, ma anche uccidere se ce ne sarà occasione. Cambiare classe in Battlefield è facilissimo e se ci si stufa non si deve per forza attendere la morte per cambiare “mestiere”. Ogni nemico abbattuto infatti lascia una sacca a terra, e con la pressione del tasto B possiamo raccoglierla e prendere la classe del nemico abbattuto abbandonando la nostra. Altra cosa graditissima è il sistema che ci permette di decidere se rinascere dal campo base oppure direttamente alle spalle di un nostro alleato, sicuramente un’ottima trovata che ci evita ogni volta di ripercorrere a piedi le sconfinate mappe.

Analizzando il comparto tecnico, possiamo già sbilanciarci sul fatto che Battlefield: Bad Company stia venendo su benissimo. I programmatori di DICE sono riusciti a creare delle mappe enormi dotate di texture decisamente valide e varie. Uno dei difetti di giochi dalle mappe così vaste è che spesso per non appesantire troppo il motore grafico risultano troppo vuote, in Battlefield invece sono sempre ben fatte ed interessanti. La tanto decantata interazione con gli scenari è a tratti impressionante, quasi spiazzante. A volte ci è capitato di trovarci spaesati perché rinascendo non riuscivamo a riconoscere una sezione della mappa che pochi istanti prima presentava edifici e staccionate integre ed ora era invece completamente rasa al suolo. La sensazione di sicurezza che la protezione di un muro può darci in questo gioco è pari a zero, non si è mai al sicuro in nessun rifugio perché bastano un paio di granate o un lanciamissili per colpire il nostro riparo e, se siamo fortunati, lasciarci ancora vivi ma con l’energia dimezzata.

La fluidità si assesta sui 30 frame al secondo con rari cali dovuti alle enormi quantità di esplosioni che ci si presentano su schermo a ritmo incessante, tutte rese alla perfezione così come eccellenti sono gli effetti particellari di nebbia e fumo. In molte partite disputate, inoltre, non sono mai stati riscontrati problemi di lag, sicuramente una buona notizia visto che questo fenomeno potrebbe rovinare l’intera esperienza di un gioco del genere. Il netcode sviluppato da DICE quindi appare già ben programmato e decisamente valido. Riscontrati lievi problemi di v-sync soprattutto quando ci troviamo all’ interno di un edificio, problemi sicuramente sopportabilissimi e non vistosi come quelli riscontrati nei filmati rilasciati prima della beta: presi dalla frenesia dell'azione, poi, è difficile farci caso.

Altra cosa poco convincente sono alcune ombre. Ad esempio nella mappa Oasis, correndo verso le palme queste proiettano delle ombre a terra che il motore grafico costruisce gradualmente man mano che ci avviciniamo a loro. Decisamente migliorabile la rappresentazione delle superfici acquatiche, che ancora non sono rese in modo gradevole ma siamo sicuri che questo è dovuto allo stadio ancora incompleto del codice.

Siamo sicuri che questi piccoli problemi spariranno nella versione finale che, come ben sappiamo, arriverà fra tre mesi. Non ci è piaciuto poi il sistema di evidenziazione dei nemici, che risultano poco distinguibili dai nostri alleati. Un misero puntino rosso, poco visibile se non si punta il mirino direttamente addosso al nemico, ci ha fatto spesso scambiare uno di loro per un alleato, almeno fin quando non è stato lui a farci fuori con una mitragliata. Ci è capitato addirittura in una occasione di combattere appostati per cinque minuti con un compagno di squadra, almeno fin quando non ci siamo accorti che lui sparava ai nostri compagni: avevamo il nemico a mezzo metro da 5 minuti e non ce n'eravamo accorti. Ovviamente non è durato molto di più. Insomma, piccoli problemi che i programmatori di DICE pare abbiano già risolto visto che, in un recente comunicato, hanno spiegato di aver fatto tesoro delle molte osservazioni arrivate dai giocatori.

Sul versante sonoro invece ottime notizie. Seppur l’accompagnamento musicale sia inesistente, ma è normale trattandosi di una demo multiplayer, si segnalano gli ottimi effetti delle armi e le fragorose esplosioni. Per valutare la colonna sonora quindi dovremo aspettare giugno, quando finalmente potremmo mettere le mani anche sull’ attesa Campagna.

Da segnalare infine un grosso bug che blocca la console con la sola possibilità di spegnere e riavviare. Quando si vince o si perde, se si preme il tasto A per andare avanti in fretta il gioco si blocca. Il bug pare non manifestarsi se non si tocca nessun tasto e si attende il naturale caricamento della schermata: da quando abbiamo scoperto questo rimedio non abbiamo avuto più il problema.

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Conclusioni
Tre parole per definire Battlefield: Bad Company: frenetico, stordente e divertentissimo. Dopo centinaia di partite e, bisogna ammetterlo, migliaia di Respawn, la nostra convinzione che questo Battlefield: Bad Company possa veramente combattere almeno su Xbox Live ad armi pari con mostri sacri del Multiplayer come Halo 3 o Call Of Duty 4 si è rafforzata decisamente. Ancora si sa poco sulla modalità in single player, ma se i programmatori faranno un buon lavoro su quello che da sempre è il punto debole della serie, siamo sicuri che il successo sarà assicurato. Pur basandoci su una semplice Beta, possiamo già sbilanciarci col dire che questo gioco online fa mangiare la polvere a molti nomi illustri.

Già adesso le impressioni della beta sono positive ed i pochi difetti riscontrati sono ampiamente recuperabili, vista la data di uscita ancora lontana. Quello che abbiamo tra le mani adesso è un semplice codice provvisorio, ma gia riesce a raggiungere un divertimento ed una frenesia che molti FPS non riescono neppure a sfiorare. Appuntamento a giugno quindi, quando in sede di recensione sveleremo anche la modalità Campagna e finalmente potremo dirvi se varrà la pena acquistarlo.

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L'autore

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Nasce nel 1979, dopo qualche mese vede Galaxian e da allora è amore per i vg. Da quando negli anni 80 il fratello maggiore acquista un Commodore 64, ha comprato praticamente tutti i videogiochi e le console che poteva permettersi e che ancora conserva gelosamente. Nel 2005 conosce Neural proponendosi come recensore, e da lì in poi oltre ad una collaborazione è nata una grande amicizia.

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