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DOOM Eternal
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DOOM Eternal - anteprima hands-on

Nella giornata di ieri abbiamo avuto l’opportunità di passare qualche ora in compagnia di Bethesda e del nuovo DOOM Eternal, giocando in anteprima le missioni iniziali del nuovo capitolo della saga creata da id Software, in arrivo a marzo. Siete curiosi di conoscere le nostre impressioni a caldo? Non vi resta che continuare a leggere.
Presentare la saga di DOOM mi sembra francamente superfluo. Chiunque abbia un minimo di conoscenza del mondo dei videogiochi ha sicuramente sentito parlare di una delle serie FPS più importanti della storia di questo settore, capace di resistere al passare del tempo mantenendo quasi del tutto inalterato il feeling “demoniaco” originale. Feeling tornato prepotentemente alla ribalta con l’uscita del 4 capitolo, pubblicato nel 2016 e che si presentò al pubblico come una sorta di reboot, sia per quanto riguarda la trama sia per quanto riguarda il gameplay. DOOM Eternal è il seguito diretto di questo episodio e, come tale, sembra volerne ereditare molti tratti distintivi, quali il focus sui combattimenti incalzanti e le meccaniche di progressione, ma allo stesso tempo sembra voler proporre tante novità. A sottolineare questo aspetto ci pensa Davide Morrone, Community Manager di Bethesda, che inizia la sua presentazione nella location allestita presso il MOBA di Milano etichettando il nuovo titolo come “il DOOM più grande di sempre”. Una definizione molto ambiziosa e che, per sua stessa ammissione, non riguarda solo l’estensione delle mappe presenti nel gioco ma anche le tipologie di avversari, più che raddoppiate rispetto al passato, e soprattutto, le meccaniche alla base dello stesso. DOOM Eternal infatti metterà come sempre al centro dell’esperienza gli scontri a fuoco, ma senza sacrificare la trama, attorno alla quale gli sviluppatori stanno costruendo un intero universo narrativo, l’esplorazione e la componente strategica.

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Per quanto riguarda la trama preferisco ovviamente non rivelare nulla più del necessario, così da non rovinare la sorpresa prima dell’uscita. Vi basti sapere che le orde demoniache, dopo gli eventi narrati nel precedente capitolo, hanno invaso la Terra . Oltre il 60% del pianeta è stato distrutto e noi, nei panni del DOOM Slayer, siamo l’unica speranza della UAC e del genere umano. Una sceneggiatura tutto sommato semplice ma che, almeno per quanto visto durante la prova, sembra poter garantire la giusta profondità al vasto mondo di gioco concepito da id Software. Lo scopo finale è quello di far immedesimare progressivamente il giocatore nel ruolo del “killer di demoni”, sia attraverso una crescita costante sia attraverso una recitazione di buona qualità affiancata alla completa localizzazione in lingua italiana. A rendere le cose ulteriormente più interessanti ci penserà poi il level design, che propone il consueto mix di ambientazioni tecnologiche e elementi soprannaturali fatto di città in rovina, zone di tortura, strutture dal vago sapore industriale e luoghi di culto. Il risultato finale, per quanto appagante per gli occhi, mi è parso comunque abbastanza lontano da quello del precedente episodio, con location più articolate e epiche, ma allo stesso tempo decisamente più luminose e meno claustrofobiche. Le mappe di gioco, oltre a garantire una maggiore verticalità e una maggiore varietà di ambientazioni, saranno poi ricolme di passaggi alternativi, di segreti da scoprire e di zone da raggiungere a suon di salti millimetrici e combinazioni di abilità. Oltre al doppio salto, disponibile sin dall’inizio, nel nuovo capitolo il protagonista potrà infatti effettuare dei rapidi scatti in avanti, potrà utilizzare alcuni elementi sporgenti come appigli per darsi uno slancio e potrà arrampicarsi su alcune superfici particolari. Tutte queste capacità devono necessariamente essere sfruttate, singolarmente o in modo combinato, sia per raggiungere ogni punto delle mappe sia per garantirsi un vantaggio durante gli scontri più concitati.

MX Video - DOOM Eternal

Qui entra infatti in gioco la componente strategica dei combattimenti, sulla quale gli sviluppatori sembrano aver puntato molto. In DOOM Eternal, se si vuole sopravvivere più di qualche minuto, non basterà sparare a tutto quello che appare sullo schermo. Bisognerà tenere in considerazione la conformazione della zona, i punti deboli dei nemici e sfruttare fino allo stremo il proprio arsenale e le proprie abilità speciali, tra le quali non mancano alcune interessanti novità capaci di rendere gli scontri ancora più dinamici e appaganti. Oltre alla consueta varietà di armi personalizzabili tramite moduli, tra le quali troviamo anche la storica doppietta e l’immancabile motosega, il DOOM Slayer può contare su diversi tipi di granate, selezionabili con la croce direzionale, su un pratico lanciafiamme da spalla e su un potente attacco corpo a corpo, conosciuto con il nome di Pugno di Sangue. Oltre ad aumentare le capacità distruttive del protagonista, l’utilizzo di questi accessori consente di massimizzare il drop dei nemici sulla base delle proprie necessità, a patto di tenere sempre in considerazione i tempi di ricarica e le energie necessarie per attivarli. Per poter utilizzare il Pugno di Sangue e spappolare senza pietà un discreto numero di avversari con un solo colpo, per esempio, bisogna accumulare uccisioni epiche, ovvero abbattere in modo scenografico gli avversari dopo averli indeboliti, ottenendo così punti salute e munizioni. L’utilizzo del lanciafiamme, che colpisce solo a corto raggio e che necessita di un tempo ricarica, incrementa invece il rilascio di frammenti di corazza da parte degli avversari per un breve lasso di tempo.

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In DOOM Eternal faranno ritorno praticamente tutti i nemici che abbiamo imparato a conoscere sul suolo marziano, ai quali si andranno a sommare alcune creature inedite (o quasi) di varia natura e dimensione. Nel corso delle tre ore di prova mi sono imbattuto negli Zombie e negli Imp, ovvero la classica carne da macello utile per ripristinare le scorte di energia e munizioni durante gli scontri più impegnativi, ma anche nei Revenant, i leggendari nemici volanti armati di lanciarazzi, nei Cavalieri Infernali, nei Mancubus e negli Aracnotron, i simpatici ragni robotici capaci di colpire il protagonista praticamente da qualunque punto grazie alle loro implacabili torrette. A queste vecchie conoscenze, ognuna delle quali presenta comunque delle differenze rispetto al passato, si affiancano poi alcune nuove tipologie di demoni come i Gargoyle, delle creature volanti cha attaccano in gruppo, e le Carcasse, ovvero soldati infernali dotati di un potente scudo, che può però essere facilmente fatto esplodere usano un fucile al plasma. Tutti i nemici, come detto prima, hanno infatti dei punti deboli, che vanno sfruttati con perizia e costanza quando il gioco deciderà di riversare senza sosta su di noi la consueta sovrabbondanza di avversari. Di volta in volta potrà poi capitare di imbattersi in avversari “epici”, ovvero creature estremamente pericolose che “invadono” la nostra partita dopo aver sconfitto un altro giocatore. La combinazione di tutti questi elementi dovrebbe tradursi in un’esperienza FPS diversa dal solito, che la software house ha definito come “Combat Puzzle” proprio per enfatizzare e dare risalto alla volontà di creare uno sparatutto unico nel suo genere.

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Conclusa la doverosa presentazione siamo passati alla prova su strada basata sulle prime tre missioni del gioco, per un totale di circa tre ore. 180 minuti durante i quali ho potuto saggiare con mano le numerose novità introdotte, a partire da quelle legate alla componente principale del gameplay, ossia gli scontri a fuoco. DOOM Eternal, come prevedibile, è uno sparatutto frenetico, anche più del precedente capitolo. Il ritmo dell’azione è sempre elevato e questo si traduce in una maggiore velocità dell’azione, resa ancora più evidente dalla necessità di sfruttare costantemente le proprie abilità e le piattaforme presenti nel gioco per saltare, scattare e spostarsi rapidamente sul campo di battaglia mentre si scaricano sui nemici tutte le munizioni in proprio possesso. Le scorte, soprattutto nelle fasi iniziali, risultano però abbastanza limitate e questo costringe spesso il giocatore ad affrontare da vicino le orde demoniache usando i pugni o la fida motosega. Il continuo alternarsi di queste situazioni, sottolineato con maestria dall’incalzante colonna sonora composta da Mick Gordon, si traduce in una sorta di “danza” dalla quale è difficile staccarsi dopo aver preso confidenza con il sistema di gioco. Per poter sopravvivere è infatti necessario familiarizzare rapidamente con tutto l’arsenale a propria disposizione e, soprattutto, usarlo con cognizione di causa in ogni situazione, anche quando si cerca di sfuggire a una selva di razzi scagliati da un Revenant utilizzando lo scatto o sfruttando una piattaforma di salto.

DOOM Eternal propone infatti un sistema di controllo più elaborato e complesso rispetto al predecessore, che richiede qualche minuto per essere metabolizzato come si deve. La presenza di un maggior numero di abilità, unita alla possibilità di cambiare rapidamente la tipologia di granate e i moduli arma in uso attraverso la croce direzionale, senza quindi passare dal menù, aumenta notevolmente il grado di complessità del gameplay, contribuendo però a garantire una maggiore profondità e una maggiore fluidità dell’azione. Lo stesso discorso vale per le fasi esplorative. Il nuovo DOOM propone infatti il consueto level design stratificato, che alterna la classica struttura di gioco fatta di percorsi lineari e zone di combattimento circoscritte alla presenza di numerose aree segrete e scorciatoie, ma su scala decisamente più vasta. Le ambientazioni, almeno quelle oggetto della prova, mi sono sembrate sensibilmente più ampie rispetto al passato, tanto da spingere gli sviluppatori a inserire una sorta di viaggio rapido che si sblocca in prossimità della fine del livello, e questo impatta inevitabilmente anche sulla disposizione delle aree segrete e sui percorsi nascosti, che mettono alla prova in più di un’occasione le capacità intuitive del giocatore. Il livello di difficoltà generale, per quanto non particolarmente permissivo, mi è sembrato comunque ben calibrato, con il giusto quantitativo di informazioni e una curva di apprendimento corretta.

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Qualche novità anche per quanto riguarda la tipologia di oggetti che possono essere raccolti e le sfide opzionali affrontabili nel corso dell’avventura. Oltre alla consueto catalogo di collezionabili, in DOOM Eternal potremo infatti attivare alcuni interessanti power-up, come quelli che ci rendono più letali o più rapidi o quello che ci consente di tornare in vita istantaneamente dopo essere morti senza passare da un check-point, e affrontare una vasta gamma di sfide extra. Alcune di queste vengono attivate di default in base alla missione e prevedono di eseguire particolari azioni o completare obiettivi secondari mentre altre, come quelle segrete e i cosiddetti Cancelli Slayer, dovranno essere avviate dal giocatore dopo aver raggiunto una specifica zona. Le prime richiedono particolari oggetti mentre per aprire un Cancello Slayer è necessaria una chiave, che generalmente è custodita in una zona segreta posta nelle immediate vicinanze. Completare queste sfide consente di guadagnare punti esperienza, punti arma e punti per la propria armatura Praetor, che possono essere utilizzati, proprio come capitava in passato, per migliorare il proprio equipaggiamento attivando modalità di fuoco alternative, migliorando le prestazioni di quelle già sbloccate o ottenendo nuove abilità di supporto attraverso un sistema di progressione simile in tutto e per tutto a quello del precedente capitolo. Le uniche vere differenze riguardano la presenza di alcuni cristalli che consentono di migliorare le capacità del protagonista e la necessità di raccogliere sul campo di battaglia quante più Batterie delle Sentinelle possibili. Queste fonti di energia consentono al giocatore di sbloccare oggetti aggiuntivi e attivare nuove aree della sua astronave, che in questo capitolo funge da hub centrale nel quale torneremo dopo ogni missione e dove sarà possibile modificare il proprio equipaggiamento e testare le proprie capacità in un’area dedicata, conosciuta con il nome di Prigione Demonica. Qui il giocatore potrà mettersi alla prova in scenari dinamici che, a quanto sembra, varieranno dinamicamente nel corso dell’avventura per offrire al giocatore un terreno di allenamento adeguato alle sue capacità e ai progressi raggiunti fino a quel momento.

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Dal punto di vista tecnico, DOOM Eternal mi è sembrato davvero in gran forma. Premesso che la demo provata era una versione PC fatta girare per l’occasione su macchine di alto livello a 1080p e 60fps, devo ammettere di essere rimasto piacevolmente colpito dalla solidità del motore grafico di Id Tech 7 e della spettacolarità dell’azione, resa ancora più coinvolgente da una sovrabbondanza di effetti truculenti, dalle animazioni brutali e da alcuni momenti “tamarri” in perfetto stile DOOM. Personalmente non sono un fan della nuova ambientazione terrestre (sono un nostalgico, lo so…), ma questo non mi ha impedito di apprezzare l’ottimo livello di dettaglio raggiunto e la bontà del lavoro svolto nel fondere nel migliore dei modi tecnologia e elementi mistici. Ammetto poi di aver davvero apprezzato il feeling “grezzo” conferito alle sessioni platform, se così le vogliamo chiamare. Anche quando saltavo, mi appendevo o mi arrampicavo su una parete rocciosa, non avevo la sensazione di trovarmi nei panni di Lara Croft o di Natan Drake, ma bensì di un marine estremamente pesante e decisamente poco agile. Onestamente non so se il risultato sia voluto, ma in ogni caso mi è piaciuto. Niente da dire invece per quanto riguarda la gestione dei controlli o la risposta dei comandi. Io ho giocato l’intera prova utilizzando un pad Xbox ritrovando lo stesso feeling e la stessa precisione dei controlli vista nel precedente capitolo. Ottima come sempre la gestione dell’audio e della splendida colonna sonora originale, che si scambiano di ruolo dinamicamente durante l’azione per enfatizzare nel migliore dei modi il caso presente sullo schermo.

In conclusione le impressioni su DOOM Eternal non possono che essere positive. Il nuovo titolo di id Software non solo si è dimostrato convincente sotto tutti i punti di vista, ma l’impressione è che all’interno del gioco ci sia molto più di quello che abbiamo potuto vedere e provare in sole tre ore, almeno per quanto riguarda la componente single player oggetto della nostra anteprima. Per fortuna non dovremo attendere ancora tanto tempo per scoprire se il nuovo DOOM riuscirà a rendere omaggio nel migliore dei modi alla saga visto che l’uscita è prevista per il 20 marzo 2020. Nel frattempo, voi continuate a seguirci per rimanere costantemente aggiornati sullo sviluppo del titolo!

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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