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Cuffie Wireless Astro A50 + Base Station - messe alla prova

Dopo uno dei lanci più pasticciati della storia, arriva finalmente sul mercato la terza generazione di cuffie wireless Astro A50, dotate di un nuovo look e interessanti aggiunte rispetto ai modelli precedenti. Questo nuovo top di gamma firmato Astro Gaming sarà riuscito a conquistarci? Scopritelo nel nostro articolo.
Presentato ufficialmente sullo showfloor dell’E3 2016, l’headset wireless di terza generazione e di fascia alta (con un prezzo che si aggira attorno ai 300 Euro), Astro A50 ha saputo subito attirare la curiosità di tutti. Stavolta infatti non si tratta di un passaggio generazionale che aggiunge solo orpelli estetici, bensì di un restylng completo, che rende questo headset uno dei più interessanti sistemi audio senza fili di fascia alta presenti sul mercato. Attese sulle prime per la fine di Luglio, le Astro A50 + Base Station hanno avuto dei seri problemi di produzione, costringendo Astro Gaming a posticipare a data da destinarsi l’uscita sul mercato, generando non poca delusione tra le migliaia di utenti in grande attesa che avevano già effettuato il preorder. Dopo un lungo silenzio stampa da parte di Astro e le successive scuse per il clamoroso ritardo attraverso i canali social, alla fine il 4 novembre, quando le speranze erano quasi svanite, finalmente le Astro A50 + Base Station approdano anche sul mercato europeo.

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Una volta aperta la scatola, quello che colpisce immediatamente del nuovo headset di Astro Gaming è il restyling subito dal MixAmp, il cervello di A50, che in questa nuova veste cambia forma e nome in Base Station e gestisce a tutto tondo il sistema wireless di Astro Gaming. Le forme stondate e affusolate del precedente hub, infatti, cedono il passo a un elegante ed essenziale parallelepipedo, che funge da centralina di segnali audio ed è in grado di ricaricare le cuffie semplicemente appoggiandole sopra i contatti posti sul piano della basetta. Su ogni lato della centralina sono presenti selettori e connessioni: oltre alla solita porta micro USB type B adibita all’alimentazione, sul retro della Base Station troviamo il canonico ingresso ottico, a cui si aggiunge anche un’uscita dello stesso tipo, fattore che rende l’hub di Astro un passante di segnale audio digitale, qualora aveste necessità di utilizzarlo in concomitanza di un amplificatore o di una soundbar. E’ presente inoltre un ingresso ausiliario jack 3,5 mm, da utilizzare per ascoltare un’altra sorgente sonora analogica in parallelo, come ad esempio la nostra musica preferita dallo smartphone o da un qualsiasi lettore mp3 mentre stiamo giocando. Collegandovi un jack 3,5 mm a quattro poli, è anche possibile utilizzare l'ingresso ausiliario per gestire le nostre telefonate. Sul fianco destro della Base Station sono infine presenti un selettore Console/PC che commuta le funzioni dell’hub in base al sistema su cui sceglieremo di utilizzarlo, e una porta USB accessoria a cui potremo decidere di collegare le cuffie (mediante un cavo USB/micro USB type B non in dotazione) qualora avessimo necessità di ricaricarle mentre stiamo giocando.

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Una volta prese in mano le cuffie, è possibile notare il restyling estetico che lima le forme bombate tipiche dei padiglioni delle generazioni passate di A50 e che conferisce un look più aggressivo e affilato. Grazie all’esperienza fatta sui modelli di fascia più bassa votati alla personalizzazione, come le Astro A38 e le Astro A40, le nuove Astro A50 + Base Station presentano padiglioni e archetto in schiuma intercambiabili, per ora, con la sola variante in pelle acquistabile separatamente. La colorazione nera lucida che caratterizzava il primo modello della gamma A50 cede il passo a un grigio scuro, che dona un look un po’ più giocattoloso, ma che aumenta l’effetto di contrasto delle aste metalliche poste ai lati dei padiglioni di plastica, presenti in due accese colorazioni metallizzate: verde, se si sceglie la versione da utilizzare con Xbox One e blu se invece si opta per quella da abbinare a PlayStation 4. Per evitare di incorrere in problemi di incompatibilità derivati dalla presenza di un headset unico sul mercato, infatti, Astro Gaming ha deciso di produrre due headset gemelli, differenti nelle colorazioni e negli hardware installati sulle Base Station, adibiti alla gestione proprietaria della chat vocale sui rispettivi modelli di console. Per cui sappiate che se il vostro scopo è giocare e chattare online, dovrete acquistare il modello espressamente concepito per la vostra console da gioco, mentre se la chat vocale non vi interessa, potrete scegliere il modello di Astro A50 + Base Station che più vi piace.

Dopo aver collegato la Base Station alla console mediante il cavo USB e quello ottico in dotazione, vedremo accendersi degli indicatori presenti sulla piastra lucida frontale della piattaforma, che confermeranno l’avvenuta connessione all’alimentazione e indicheranno la quantità di energia residua presente nella batteria montata sull’headset senza fili. Anche questa volta Astro Gaming ha optato per una batteria non removibile a bordo delle Astro A50 + Base Station, incrementandone però l’autonomia quasi del doppio, portandola da 8 a circa 15 ore di durata. A differenza di quanto provato sui precedenti modelli di A50, non è necessaria alcuna fase di pairing tra le cuffie e la Base Station, per cui una volta acceso l’headset mediante l’interruttore a slitta posto in cima al padiglione destro, saremo subito in grado di giocare. Non c'è bisogno di settaggi o connessioni particolari per utilizzare la cuffie su console, neppure su Xbox One, come invece avveniva nelle passate generazioni di A50, che richiedevano la connessione cablata ad un adattatore e al pad per poter usufruire della chat vocale. Stavolta su entrambe le macchine da gioco si è davvero liberi dai cavi, per quanto la qualità del microfono non stupisce per qualità di segnale, schiacciando un po' troppo il suono della voce e rendendolo medioso.

A bordo del padiglione destro troveremo tutta una serie di comandi: la ghiera senza fine che gestisce il volume, il canonico selettore a slitta con cui potremo scegliere la nostra equalizzazione preferita tra i 3 preset audio disponibili e un nuovo pulsante, un tempo montato sul MixAmp, che accende e spegne la codifica Dolby Digital 7.1. Sulla base del padiglione è inoltre presente una porta micro USB type B per effettuare la ricarica durante l’utilizzo dell’headset, mentre sotto entrambi gli scudi troviamo i contatti metallici per agganciare le cuffie alla Base Station e ricaricarle dopo l’uso. Proprio come sui precedenti modelli di A50, la parte esterna del padiglione destro è di per sé un grosso selettore che da la possibilità di dosare l'intensità del volume della chat vocale rispetto a quello del gioco. Sul padiglione sinistro invece non troviamo nessuna connettività, quest’ultimo infatti presenta solo l’asta microfonica orientabile.

In quanto a ergonomia, le Astro A50 + Base Station si riconfermano un headset comodo, sebbene un pochino più pesante della passata generazione, fattore probabilmente legato alla nuova batteria più capiente a polimeri di litio. Rispetto al modello passato ho notato poi una differente aderenza alla testa, per cui le cuffie tendono a comprimere i lobi dei padiglioni auricolari, forse proprio per l’esigenza dell’archetto superiore e dei supporti metallici annessi di dover distribuire un peso maggiore. Per fortuna, a tamponare la questione ci pensano i cuscinetti in schiuma, molto morbidi, che abbracciano le orecchie completamente e in modo confortevole.

Parlando della resa sonora di Astro A50 + Base Station, è impossibile non menzionare il Command Center. A fronte delle critiche mosse dal pubblico (e anche da me in sede di recensione) sulla pochezza di preset audio presenti sulle precedenti generazioni di A50, stavolta Astro Gaming ha studiato un’applicazione per PC e Mac con la quale è possibile personalizzare a piacimento ognuno dei tre preset presenti sull’interruttore a slitta delle cuffie. Collegando infatti l’headset al proprio computer e avviando il Command Center, è possibile modificare le tre equalizzazioni tramite l’equalizzatore parametrico standard, oppure utilizzando quello più avanzato per utenti esperti, in cui è possibile agire sulle singole frequenze da equalizzare e decidere l’ampiezza di banda del nostro intervento. Potremo inoltre utilizzare il Command Center per aggiornare il firmware dell’headset, per gestire i parametri di attenuazione del rumore ambientale durante la chat e agire sulle funzioni di sistema, tra cui la luminosità dei led presenti sulla Base Station e il volume degli avvisi acustici di servizio, come quello che ci avvisa di ricaricare la batteria. Parlando di quest’ultima poi, è impossibile non notare i miglioramenti di autonomia rispetto alle generazioni passate dell’headset, dovuti in buona parte anche alla funzione di stand by automatica, che in mette in modalità risparmio energetico le cuffie pochi secondi dopo che queste vengono poggiate su una superficie orizzontale, per poi riaccenderle quando vengono nuovamente indossate.

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Fin dai primi test, effettuati ancor prima di aver personalizzato i parametri audio standard delle cuffie, le Astro A50 + Base Station sfoderano il loro tipico sound eccellente, mediante i due driver da 40 mm che simulano il Dolby Digital 7.1, immergendo chi le indossa in un ambiente sonoro ampio e credibile senza distorsioni sonore anche a volumi più elevati. Il suono delle Astro A50 + Base Station è tendenzialmente caldo e corposo di basse frequenze, queste ultime spesso non riprodotte al meglio dagli headset della concorrenza, neppure da quelli di fascia più alta. Durante la mia prova, la portante da 5.8 Ghz del segnale wifi a cui si agganciano le cuffie non ha mai sofferto di sganci o interferenze, neppure collocando la Base Station a pochi centimetri dal router wifi, proprio come accade nella mia configurazione casalinga.

Anche stavolta Astro Gaming ha confezionato un prodotto solido e di tutto rispetto, che sceglie di fare solo poche cose ma di farle molto bene, mantenendo inalterata l'ottima resa sonora, che ha da sempre contraddistinto i prodotti della linea Astro. L'implementazione della piattaforma Command Center poi ci mette in mano uno strumento tanto potente quanto utile per personalizzare a piacimento il nostro sound preferito, a patto di sapere dove mettere le mani. A conti fatti, l'unico vero contro di Astro A50 + Base Station rimane anche in questa generazione il prezzo, che resta ancorato ai 300 euro e che rende l'headset piuttosto impopolare, specie per chi non ambisce a un sistema audio particolarmente costoso o chi ha necessità di gestire un headset con caratteristiche polifunzionali.

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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