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BlackSite
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Recensione - BlackSiteXbox 360Game

A tre anni di distanza dal primo controverso Area 51, titolo che molti non ricordano certo come uno dei migliori della passata generazione, Midway sforna un nuovo titolo della serie con il suo BlackSite. Dopo le vicende vissute all’interno della mitica base segreta americana, torniamo alle prese con una nuova invasione aliena vestendo i panni di Aeran Pierce, marine di fanteria USA. Scopriamo insieme cosa ci attende.



Come alcuni di voi ricorderanno, in Area 51 il corso della narrazione si svolgeva esclusivamente all’interno della famosa base militare nel deserto del Nevada. In BlackSite, invece, la storia viene condotta al di fuori di essa e ciò ha comportato un netto cambiamento di rotta, sopratutto per quel che riguarda ambientazioni e stile narrativo.

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In realtà il gioco (che in USA presenta il titolo esteso di BlackSite: Area 51 mentre in Europa ha perso il riferimento alla base americana, forse per problemi di diritti), non è da considerarsi un vero e proprio seguito dell'FPS uscito nel 2005, poiché risulta narrativamente distaccato da quest’ultimo. Anzi, sarebbe più corretto parlare di un punto di vista completamente stravolto rispetto al primo e questo lo si intuisce dal prologo che fa da introduzione alla vicenda. Alcuni anni prima degli eventi narrati nel gioco, infatti, tre soldati del corpo dei marine fra cui il protagonista Aeran Pierce, si trovano in Iraq con l’intento infiltrarsi in una base terroristica, all’interno della quale si sospetta la presenza di armi nucleari. Ma un’altra e terribile minaccia si presenta ai loro occhi: esseri deformi e dall’orribile aspetto cominciano a sbucare da laboratori abbandonati e dal sottosuolo circostante. Pierce e i suoi due compagni riescono a trovare una via di fuga, ma uno dei tre rimane vittima di un agguato alieno e viene creduto morto.

Giunti al presente, la situazione risulta ormai del tutto fuori controllo: l'invasione aliena è al culmine e solo il coraggio delle forze militari mantiene ancora accesa una speranza di salvezza. Tutto ciò che sappiamo ci viene rivelato via radio dalla base militare, gestita da un generale poco raccomandabile e in preda ad un evidente delirio. Nelle prime battute ci aiuta tuttavia una giovane scienziata, la quale è stata incaricata di salvaguardare e curare i soldati in modo da prevenire un’eventuale infezione. A questo punto si può intuire quanto la storia di Blacksite ci veda protagonisti di un’operazione militare che si svolge sia parallelamente che conseguentemente agli eventi di Area 51, nel quale l’infezione aliena era ancora marginale, e il nostro compito sarà quello di sventare definitivamente l’insorgente invasione aliena.

Gli alieni sono ora maggiormente diversificati, con la presenza di più fazioni, prima fra tutte quella della "Rinascita". Durante la storia, infatti, il nemico dominante è rappresentato da questa nuova forza, costituita da esseri antropomorfi modificati geneticamente, evidentemente frutto di accurati esperimenti. A seguire incontreremo anche razze aliene classiche e stereotipate come vermi giganti che sbucano da terra o mostri aracnidi che riportano alla mente film di fantascienza come Tremors e Starship Troopers. Per non parlare poi di insetti extraterrestri che ci vengono addosso con attacchi esplosivi kamikaze, che ricordano molto i reietti esplosivi di Gears of War o i flood di Halo. Strane coincidenze di questo tipo, come somiglianze con personaggi e creature di altri giochi o film, non sono rare nel gioco, mostrando come i creatori abbiano saccheggiato a destra e a manca piuttosto che partorire delle proprie idee originali. Questo penalizza molto il gioco sul lato dell'atmosfera, perchè molto sa di già visto e viene quindi meno l'effetto stupore che un titolo come questo dovrebbe provocare nel giocatore.


Se BlackSite risulta scarno e poco convincente dal punto di vista dell’originalità e della profondità della trama, lo stesso si può purtroppo dire per il gameplay. Infatti, nonostante i comandi ricalchino quelli ormai standard per il genere FPS, risultando quindi piuttosto intuitivi fin dall’inizio, il gioco risulta spesso e volentieri molto macchinoso. L’unico elemento che conferisce un pizzico di varietà al gameplay consiste nell’impartire ordini multipli ai propri compagni di squadra, ma senza l'introduzione di una vera componente tattica: tali ordini si limitano infatti all’apertura di porte o all’attivazione di terminali e interruttori vari. Oltre questo, il gioco si riduce ad una monotona e metodica corsa verso il raggiungimento dell’obiettivo senza avvalersi del reale contributo della squadra, mai utile ai fini di un miglior esito in battaglia, anzi. Solo in alcuni livelli la squadra si rende realmente essenziale, ossia quando ci si sposta a bordo di un veicolo corazzato dotato di torretta: in quei casi saremo noi a guidare e il nostro compagno a sparare o viceversa.

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L’intelligenza artificiale non è delle migliori; i nostri compagni di squadra rimangono frequentemente scoperti durante gli assalti nemici facendosi spesso abbattere senza alcun tentativo di procurarsi riparo. Stessa cosa vale per i nemici, soprattutto i membri della Rinascita, i quali non sempre si premurano di coprirsi dalle nostre raffiche, preferendo al contrario attacchi a viso aperto. Decisamente privi di qualsivoglia logica e senso di sfida si dimostrano invece gli scontri con i boss di turno, forse troppo inconsistenti per essere considerati tali: quasi sempre vi basterà aggirarli per colpirli tranquillamente senza assistere ad alcun tipo di reazione da parte loro.

Sostanzialmente, solo la presenza di un discreto arsenale da guerra vi permetterà di rendere più variegati del solito gli scontri a fuoco con il nemico. Escludendo i classici fucili d’assalto e da cecchino, nel corso del gioco avremo la possibilità di raccogliere anche le armi nemiche, tra cui un fucile a corto raggio simile allo shotgun che si impugna quasi a mo’ di guanto, oppure un potentissimo fucile al plasma. Armi che peraltro contribuiscono alla distruzione parziale di alcune parti di scenario, come colonne o pilastri di cemento e ringhiere di marmo di scalinate o balconcini. Ma questo è tutto, infatti sia le pareti solide che qualsiasi altra superficie organica e inorganica rimangano illese dopo un conflitto a fuoco, e assolutamente prive di fori o scalfitture dovute ai proiettili.

Insomma, BlackSite risulta essere fortemente minato da problemi di fondo, l'IA su tutti, e da una struttura di gioco poco curata ed incapace di sorprenderci.


L'aspetto del titolo che merita sicuramente più attenzione è quello tecnico. Parlando nello specifico del comparto audio-visivo, BlackSite raggiunge dei livelli più che accettabili, almeno considerando il tasso qualitativo generale di cui abbiamo goduto finora. I modelli dei personaggi e delle creature aliene vantano una discreta mole poligonale così come gli ambienti, in particolar modo quelli urbani, caratterizzati oltretutto da numerose insegne luminose che danno vita a un discreto gioco di luci e ombre. Le textures, che ricoprono superfici di vario genere, non subiscono mai perdite di qualità, rimanendo discretamente dettagliate anche a distanza ravvicinata. Un po’ meno curati, invece, si presentano i modelli alquanto spigolosi delle catene rocciose che dominano gli scenari delle zone aride e desertiche tipiche del Nevada. Inoltre, come portavoce di un tasso tecnico sicuramente sopra la sufficienza, si presenta il pieno supporto all’alta definizione, con supporto nativo della risoluzione 1080p per i televisori che la supportano.

Purtroppo non mancano i problemi anche su questo fronte: il gioco soffre vistosamente di un frame-rate particolarmente instabile, davvero inaccettabile per un titolo di nuova generazione. Difatti, più di una volta è capitato che il titolo, soprattutto nelle fasi più concitate, risultasse addirittura ingiocabile, per quanto fossero continui e costanti i cali di fluidità. Un problema questo che, oltre al giudizio tecnico, affligge anche la giocabilità complessiva.

Esente o quasi da critiche è invece il comparto audio; il gioco offre un doppiaggio interamente in italiano e di discreta fattura, caratterizzato da dialoghi abbastanza adeguati al contesto, che vede come unica pecca le solite frasi di circostanza dei compagni di squadra che vengono continuamente ripetute nel corso dell’azione. Abbastanza realistiche comunque le comunicazioni radio fra i soldati, che rendono veritiera, almeno su questo fronte, l’esperienza sul campo di battaglia.


Oltre la campagna in singolo, suddivisa in sei capitoli, BlackSite offre anche una componente online. Il multiplayer è costituito dalle classiche modalità deathmatch a squadre o tutti contro tutti, cattura bandiera ed un’ultima, esclusiva del gioco, denominata "Rapimento", che consiste nel formare due squadre da due giocatori ciascuno, con l’obiettivo di sopravvivere al contagio o meglio al rapimento da parte della squadra avversaria. Purtroppo il gioco è frequentato davvero poco sul Live e, nonostante questo, quasi tutte le partite soffrono di un fastidiosissimo lag generale che rende l’esperienza online frustrante.

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In definitiva, consigliamo vivamente di provare a fondo il gioco prima di pensare ad un eventuale acquisto. Purtroppo BlackSite non offre nulla di nuovo rispetto ai colossi che hanno dominato gli ultimi mesi, disattendendo quasi tutte le aspettative che si erano create per via delle ottime impressioni scaturite dalle due demo rilasciate nel Marketplace. In questo periodo il mercato dei videogiochi offre di meglio, ma potreste considerarlo comunque come "recupero" per i mesi post-natalizi.
6.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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