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Thomas Was Alone

Recensione - Thomas Was AloneXbox One DigitalGame

A distanza di ben due anni dall’esordio su Steam, arriva anche su Xbox One Thomas Was Alone, una piccola perla sviluppata dal game designer indipendente Mike Bithell e pubblicata da Curve Studios. Pronti a fare conoscenza di Thomas e dei suoi colorati amici? Allora leggete la nostra recensione del gioco.

Il Gioco

Thomas Was Alone ci racconta di una software house, la Artificial Life Solutions e del suo progetto di creare l’intelligenza artificiale perfetta. Inspiegabilmente durante il processo di programmazione, alcuni glitch modificano le routine di sistema dotandole di una personalità propria. Nello specifico, il piccolo rettangolo rosso Thomas è proprio una di queste routine senzienti che assieme ad altri 14 compagni di varie forme e colori, cerca di scappare via dalle righe di codice del mainframe in cui si riscopre imprigionato. Il gioco all’inizio ci mette ai comandi del solo Thomas, proponendoci alcuni schemi piuttosto semplici in cui dovremo spostare il rettangolo verso l’uscita del livello di turno, saltando e superando ostacoli di varia natura che ci troveremo davanti. Le cose cambiano quando non saremo più soli ma incontremo gli altri compagni di sventura di Thomas, ovvero il lungo rettangolo giallo Jonh, il piccolo quadrato arancione Chris e il grosso rettangolo azzurro Claire. Ad ogni forma geometrica, oltre ad un colore ben definito, corrisponde un’abilità ed un carattere propri. Ad esempio Chris non è un gran saltatore ma può sgattaiolare attraverso gli spazi angusti mentre Claire riesce a galleggiare nelle pozze di liquido dove invece gli altri personaggi non sopravvivono, sciolgliendosi come delle aspirine. John invece è un acrobata nato e riesce a compiere balzi molto lunghi rispetto ai suoi compagni, ma essendo anche uno spilungone non se la cava bene negli spazi ristretti. Insomma, l’elemento cruciale di Thomas Was Alone è il gioco di squadra, aspetto fondamentale per risolvere i rompicapo ambientali proposti dal curatissimo level design e proseguire nell’avventura, conducendo di livello in livello tutte le forme geometriche nei loro relativi alloggiamenti vuoti, proprio come accadrebbe in un gioco di logica per bambini in cui bisogna incastrare i mattoncini di legno colorati nei fori corretti. Ci troveremo quindi di volta in volta ad utilizzare e condividere col gruppo le capacità dei singoli personaggi per superare gli ostacoli creando per esempio dei gradini di fortuna accostando tra loro Thomas e John per permettere il piccolo Chris di raggiungere delle sporgenze irragiungibili per le sue scarse doti di saltatore, o ci troveremo ad utilizzare Claire come zattera improvvisata per permettere a tutto il gruppo di guadare una pozza di liquido. Il layout dei tasti a disposizione è veramente minimale: con il tasto A si salta, mentre con i grilletti dorsali è possibile passare da un personaggio all’altro per assumerne il controllo.

La vera forza di Thomas Was Alone risiede nella sua trama, interamente raccontata dalla voce di Danny Wallace, autore e attore britannico, la cui ottima performace di narratore è stata premiata al BAFTA dello scorso anno. La storia, intrisa del tipico umorismo british, è simpatica e surreale nel descrivere i caratteri peculiari e i sentimenti di Thomas e dei suoi compari, che sfociano anche in relazioni amorose, come nel caso del quadratino Chris che si innamora perdutamente di Claire o nei dissapori tra John e lo stesso Chris. Il titolo non è provvisto di doppiaggio italiano, ma niente paura: anche se non siete anglofoni, potrete comodamente leggere la trama attraverso le didascalie tradotte su schermo. Un altro aspetto fondamentale del gioco è la sua colonna sonora, firmata dal grandissimo compositore David Housden che in Thomas Was Alone ha realizzato dei temi musicali davvero ipnotici che enfatizzano tutta la natura surreale del titolo.

Thomas Was Alone è quindi caratterizzato da un level design molto elaborato e da enigmi ambientali di logica ben costruiti. Il tutto è accompagnato da una narrazione intrisa di umorismo e freddure, che ci racconta una storia surreale di amicizia, di amore e di cooperazione di gruppo, che ci terrà compagnia per i 120 livelli di gioco.

Amore

L’unione fa la forza

- La cooperazione è il letmotiv di Thomas Was Alone. Come in un gioco di logica, il titolo ci invita costantemente a ragionare con calma e ad agire come un gruppo, non privilegiando il singolo individuo ma mettendo in comunione le abilità di tutti per riuscire a superare gli ostacoli.

Una trama ben scritta

- La trama di Thomas Was Alone è il perno rotante dell’intera avventura. La storia è narrata dalla voce di Danny Wallace, intrisa di umorismo inglese e dalle tinte surreali. Ci farà sorridere più di una volta con le sue trovate e le sue freddure, descrivendoci le vicissitudini sentimentali e le sfumature caratteriali di Thomas e degli altri personaggi.

Colonna sonora strepitosa

- Scritta dal compositore David Housden, la colonna sonora propone dei temi musicali indimenticabili che catapultano letteralmente il giocatore nell’universo surreale del titolo tramite ritmi melodici e compulsivi che restano impressi nella mente anche dopo aver smesso di giocare.

Level design elaborato

- Il titolo offre una costruzione dei vari livelli di gioco molto elaborata. Tutti gli stage da superare sono creati in modo intelligente e la curva di apprendimento proposta dal gioco è ottimale. Sebbene graficamente il titolo sulle prime appaia estremamente minimale, la sua genialità risiede nei dettagli. Il motore Unity infatti si rivela generoso nell’offrire costanti giochi di luce e una buona fisica dei corpi in movimento, sebbene quest’ultimo fattore venga sfruttato solo marginalmente ai fini del gameplay.

Odio

Difficoltà moderata

- Per la sua natura di puzzle game, Thomas Was Alone rappresenta una sfida fattibile per qualsiasi tipologia di giocatore. Non serve avere riflessi particolarmente pronti, basta solo avere attenzione e deduzione. Onestamente proprio per la sua fattura indipendente mi sarei aspettato un vero titolo spaccacervello e invece risulta piuttosto scorrevole. Forse alcuni di voi potrebbero ritenerlo addirittura troppo facile.

Qualche perplessità sui controlli

- Il vero tallone di Achille del gioco risiede nella giocabilità, che pad alla mano talvolta risulta un po’ ostica. La cosa si verifica per lo più quando bisogna compiere movimenti millimetrici e in questo lo stick analogico non aiuta. Stesso dicasi per il salto, comando che non sempre risulta puntuale nel momento in cui lo si esegue e che per questo ci porta a dover ripetere varie sezioni di gioco più volte.

Tiriamo le somme

In un clima odierno ricco di titoli tecnicamente pompati, Thomas Was Alone rappresenta una piccola perla dal sapore indipendente che propone un intrattenimento minimalista solo in apparenza, fatto di rompicapo geniali e una gradevole trama di fondo molto curata. Tuttavia non riesce ad eccellere altrettanto in giocabilità, in cui spesso pad alla mano, si soffre un pochino la mancanza di precisione degli spostamenti, fattore necessario per giocare al meglio il titolo. Sebbene ben distante dalla sontuosa qualità visiva di altre produzioni similari, il titolo di Mike Bithell rappresenta una rarità tutta da giocare all’interno del panorama videoludico indie e vale ogni centesimo del suo prezzo, complice anche la splendida colonna sonora, composta di temi musicali indimenticabili.
8.0

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L'autore

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Classe '79, sound designer di professione. La sua incrollabile passione per i videogiochi nasce solo all'inizio degli anni '90 e viene presto affiancata da quella per il doppiaggio. Col passare del tempo la sua carriera di videogiocatore onnivoro si focalizza sulla scena PC, ma poi assume sembianze più mature con l'avvento di PlayStation e di tutte le successive console che prenderanno lentamente possesso di casa sua.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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