Recensione - UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi
Il Gioco
Un'operazione come UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi, che per la prima volta nella storia dei videogame occidentali ci permette di vivere la storia del possente Goldrake; non poteva non iniziare dal ripercorrere le tappe principali del cartone, proponendoci la storia dei 74 episodi trasmessi dal 1978 al gennaio 1980. Per quelli di voi che non conoscono la storia (e per questo meritano una punizione divina), il robot Goldrake ed il suo pilota Actarus sono dei profughi del loro mondo sfuggiti all’attacco distruttivo dell'impero di Vega. Nella sua fuga, il disco robot finisce sulla Terra dove, accolto dallo scienziato Dottor Procton, vive in pace per qualche anno, fino all’arrivo di Vega sulla terra. Da quel momento in poi, Goldrake diventa il difensore del nostro pianeta opponendosi ai vari mostri inviati dal comandante Hydargos nel tentativo di piegare la resistenza del piccolo pianeta blu.
MX Video - UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi
Su questa storia si innestano le varie missioni che partono dalla fuga di Actarus alla difesa della Terra ed in particolare del martoriato Giappone. Tra una missione e l’altra si innestano dialoghi, in stile fumettistico, tra i personaggi principali. Lo stile e il design di questi dialoghi sono fedeli riproduzioni della serie originale TV, e i doppiatori seguono fedelmente timbrica e intonazione dell’originale. L’operazione nostalgia continua con la colonna sonora che riporta le musiche originali provenienti dall’edizione giapponese riarrangiate da Marcin Przybyłowicz (Cyberpunk 2077 e The Witcher), e lo stile cartone, con diverse viste dello stesso evento, che irrompe durante il combattimento quando si utilizzano le armi speciali di Goldrake (come il mitico Maglio perforante).
Il gioco è costellato di richiami all’opera originale, non solo dal punto di vista dei personaggi, dei dialoghi e della storia, ma anche nella struttura narrativa che alterna sapientemente, come nel cartone, scene bucoliche della fattoria con dialoghi all’interno del laboratorio. Situazioni tranquille si alternano a momenti di tensione in cui è possibile visitare la famosa sala controllo, nonché le stanze adiacenti al mitico corridoio in cui Actarus corre per raggiungere il tunnel che portava alla sua trasformazione e insediamento in Goldrake. Scena iconica e fedelmente riprodotta nel videogame: il cuore di ogni appassionato di questo cartone non potrà non sussultare, rivendendo la scena forse più nota dell’anime.
La dinamica di gioco è sicuramente l’aspetto più delicato di un progetto come UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi: il gameplay va adattato al contesto attuale dei videogiochi e non può ricalcare fedelmente le dinamiche del cartone. Endroad ha quindi realizzato un motore di gioco che permettesse il pieno rispetto dei ritmi e delle dinamiche del combattimento dell’anime originale, sia pure adattate e variegate il giusto per non risultare piatte rispetto allo storytelling. Per gran parte del tempo sarete alla guida del robot sul terreno di battaglia rappresentato dai settori sulla mappa (consultabile anche dall’interno del centro di ricerche nella sua inconfondibile sagoma a semisfera) e dovrete raggiungere dei punti indicati sulla mappa nelli quali sono presenti le missioni. Queste, piuttosto variegate come obbiettivi finali, consistono comunque nell’abbattimento di mostri di vario tipo a forza di calci, pugni, magli rotanti, raggi antigravità e alabarde spaziali, in maniera non molto diversa di qualunque altro action game di combattimento.
Nel corso della storia, la varietà e le modalità di abbattimento dei mostri di Vega si fanno progressivamente più complesse ma sempre riconducibili a meccaniche ben note in questo tipo di videogame. Per diversificare il gameplay, in linea anche con alcuni degli episodi del cartone, alcune missioni comportano la guida dello Spacer (il disco volante di Goldrake) in percorsi all’interno di canyon oppure della navetta di Alcor, in livelli shoot'em up con scrolling verticale e dischi volanti che sparano in tutte le direzioni. Non mancano obiettivi logistici da distruggere come cannoni, fonti di energia e forge che i Veghiani (sì, non Vegani… meglio evitare problemi legali) disseminano sul territorio per appropriarsi delle risorse della terra creando nuove armi.
Per completare ognuno dei settori della mappa, è necessario distruggere uno dei mostri di Vega presi dalla infinita collezione che è possibile apprezzare guardando il cartone. I mostri più iconici sono gli avversari che si oppongono allo strapotere di Goldrake con tanto di presentazione che ricalca le modalità del cartone animato. Tra un’area e l’altra della mappa non mancano gli intermezzi nella fattoria Betulla Bianca di Rigel, in cui Actarus si rifugia da quando è arrivato sulla terra. È possibile intrattenere chiacchierate con tutti i membri della fattoria in seguito agli eventi della storia o su temi sempre in linea con quanto già visto ed apprezzato nel cartone animato. Appena fuori della fattoria si trova la mitica moto a tre ruote che ci permette di recarci rapidamente al Laboratorio di Scienze Spaziali in cui è possibile parlare con alcuni dei tecnici, con il dottor Procton, oltre a poter potenziare Goldrake grazie alle sostanze trovate o ricevute abbattendo i mostri di Vega.
Tutto richiama le scene viste nel cartone animato, sostenendo quella operazione nostalgia che culmina nella mitica trasformazione di Actarus accompagnata dal mitico urlo “Goldraaake!” per terminare nello sgancio dal disco Spacer e la discesa del robottone sulla terra al grido “Goldrake, Avanti”. Roba da lacrimoni di nostalgia. Con tutti questi richiami all’originale cartone animato, alla sua vera essenza e formato, non è possibile giudicare il gioco con i parametri di giocabilità o qualità visiva. Entrambe sono strumentali al richiamo dei più bei ricordi di infanzia che prepotentemente risalgono fino a sgorgare in occhi lucidi quando si sconfigge un mostro di Vega, che esplode proprio come nel cartone.
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