Recensione - The Medium
Il Gioco
The Medium ci vede seguire la storia di Marianne, giovane polacca che per tutta la vita ha convissuto con un dono speciale: la capacità di visitare il mondo spiritico, un luogo dannato ed angosciante in cui le anime dei morti stazionano prima di trovare la pace e raggiungere l'aldilà. Marianne ha sfruttato più volte questo dono per aiutare le anime intrappolate nel limbo a scogliere il loro legame col mondo mortale, e la troviamo all'inizio del gioco alle prese con un'anima per lei molto importante. L'avventura inizia a Cracovia, nell'appartamento del proprietario della sottostante agenzia di pompe funebri Jack, molto caro a Marianne e recentemente deceduto: la ragazza ha il compito di prepararlo per il suo ultimo viaggio, ed è qui che, dopo aver sbrigato una serie di faccende che ci aiutano a familiarizzare con i controlli del gioco, ha uno dei suoi attacchi che la trasportano nel mondo spiritico, dove può dare l'ultimo saluto a Jack.
MX Video - The Medium
Subito dopo questo intenso momento, squilla il telefono del negozio: dall'altra parte la voce di un uomo, che chiama Marianne per nome spiegandole che sa cosa lei è e che può darle le risposte che ha cercato per tutta la vita. Dopo averle detto di chiamarsi Thomas, l'uomo afferma che lei è la sua unica speranza per sfuggire all'oscurità e le chiede di raggiungerlo all'Hotel Niwa, un vecchio resort abbandonato fuori Cracovia. Marianne l'avrebbe preso per uno scherzo di cattivo gusto, se non fosse per una frase pronunciata dall'uomo: "Inizia tutto con una ragazza morta", chiaro riferimento ad un sogno ricorrente della protagonista in cui vede una ragazza su un molo che sta per essere uccisa dal colpo di una pistola.
Marianne si reca quindi presso l'hotel abbandonato, dove entrando nel mondo spiritico fa la conoscenza di una misteriosa ragazzina chiamata Tristezza; è solo il primo di una serie di drammatici avvenimenti e colpi di scena che ci accompagneranno fino alla fine del gioco. E qui ovviamente mi fermo, visto che non voglio svelare troppo a chi deve ancora giocarlo. Posso però raccontarvi le caratteristiche del gioco e le meccaniche sulle quali si basa la nuova storia ideata da Bloober Team: a differenza delle precedenti opere del team polacco, ossia Layers of Fear 1 e 2, Blair Witch e >observer_, qui non abbiamo a che fare né con un gioco in prima persona, né con un "walking simulator" a basso livello d'interazione ambientale: The Medium ricorda più le avventure interattive 3D dei tempi andati come i primi Alone in the Dark e Syberia, ad inquadratura fissa (anche se qui la telecamera non è immobile e ci segue spesso) e con tanti enigmi da risolvere.
Ma la particolarità del gioco, sulla quale si basano peraltro quasi tutti gli enigmi presenti, è però un'altra e risiede nei "poteri medianici" di Marianne. Lo spostamento nel mondo spiritico non avviene come una sorta di teletrasporto né come una trance durante la quale la protagonista rimane immobile nel nostro mondo per muoversi nell'altro: i due mondi in realtà sono fisicamente sovrapposti, con la forma degli ambienti, oggetti ed ostacoli del mondo reale che influenza quella dei costrutti del mondo spiritico, e Marianne li esplora in contemporanea muovendosi in sincrono in entrambi i piani della realtà. Per rappresentare questo meccanismo, Bloober ha ideato uno speciale "split screen" che non è quello che siamo abituati a vedere nei titoli multigiocatore ma una vera rappresentazione sincronizzata delle due realtà, con due schermi affiancati in orizzontale o verticale, a seconda della regia del momento, nei quali vediamo la protagonista muoversi in base ai nostri comandi. Nel caso delle cut-scenes, se la medium interagisce con un personaggio nel mondo spiritico, la vedremo parlare e gesticolare con il nulla in quello reale.
I due mondi non sono solo sovrapposti, ma anche interconnessi: può capitare che nel mondo reale incontriamo una porta chiusa che ci impedisce di avanzare anche nel mondo spiritico, oppure che per accendere un quadro elettrico nel mondo reale dobbiamo "fulminarlo" con una sorta di scossa elettrica spiritica nel mondo etereo. Attorno a quest'idea gli sviluppatori hanno creato tutta una serie di meccaniche d'interazione ed enigmi che si sono rivelati essere anche piuttosto vari: oltre alla classica ricerca di oggetti per sbloccare nuove aree, ci sono anche momenti in cui possiamo attraversare degli specchi per controllare completamente Marianne nel mondo spiritico, finché non troviamo un altro specchio che, attraversato, ci fa emergere in un altro punto prima irraggiungibile, nel mondo reale. Inoltre la protagonista può concentrarsi per scollegare il proprio corpo spiritico da quello fisico e farlo muovere indipendentemente per un tempo limitato: immaginate ad esempio una porta chiusa nel mondo reale che però corrisponde ad un varco aperto nel mondo spiritico: essendo bloccata dalla porta, Marianne può attraversare il varco solo ricorrendo a questa "dissociazione temporanea", magari per trovare nel mondo spiritico qualche elemento che le permetterà poi di aprire la porta.
A quelle accennate si aggiungono anche altre meccaniche che non vi svelo perché legate all'evoluzione della storia, ma comunque i ragazzi di Bloober Team hanno dimostrato di essere piuttosto creativi ed efficaci al riguardo. Ma non è tutto: per aggiungere un elemento di tensione (non siamo certo in presenza di un horror game ma più di un thriller paranormale), ogni tanto incappiamo anche in sezioni stealth o di fuga che movimentano un po' le cose. Nulla di particolarmente elaborato: un certo essere sembra avercela con Marianne sia nel mondo spiritico che in quello reale, e dovremo cercare di evitarlo nascondendoci dietro ripari (nel mondo spiritico) o trattenendo il respiro per non farci sentire (in quello reale).
Oltre a questo, quello che rimane è l'ossatura di un'avventura in cui possiamo ispezionare numerosi oggetti, che spesso ci rivelano parti di trama o frammenti del passato del posto e dei personaggi coinvolti, con la possibilità di tenere determinati oggetti nell'inventario per combinarli ed utilizzarli per proseguire nella storia. La narrazione non avviene comunque solo tramite l'esame degli oggetti ma sono presenti anche un buon numero di cut-scenes che vedono interagire Marianne con dei personaggi o rivelano flashback del passato.
Tra esplorazione, enigmi, colpi di scena e sezioni più movimentate, The Medium ci conduce al drammatico finale in circa 7-8 ore, in base a quanto impieghiamo a risolvere gli enigmi e quanto tempo perdiamo ad esplorare ogni ambiente per non perderci nessun dettaglio e - di conseguenza - obiettivo. Il titolo è parlato in inglese ma presenta un'ottima traduzione italiana di testi e sottotitoli: si tratta peraltro uno dei pochi giochi che permettono di impostare la grandezza dei sottotitoli, una manna per chi fa fatica a leggere i sottotitoli più piccoli.
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