Recensione - Legendary Eleven
Il Gioco
Eccoci a parlare del ventennio fantastico che ha spaziato dagli anni ’70 agli ’90, durante i quali la musica, il cinema, lo sport e il mondo dei videogiochi hanno prodotto dei capolavori unici. Se ci fermiamo al mondo dei videogiochi, gli anni ’80 hanno visto la loro nascita a livello di massa mentre gli anni ’90 sono stati una sorta di consacrazione con le vendite delle prime vere console domestiche e quei titoli come Kick Off e Sensible Soccer (restando sul tema della nostra recensione) che ci hanno tenuto incollati al monitor per ore e ore. Poi sono arrivate le macchine più potenti e con esse i franchise più evoluti come quelli di PES (assoluto dominatore della scena di fine anni ’90, primi anni 2000) e di FIFA, che hanno cominciato a dominare la scena per poi monopolizzarla da qualche anno a questa parte con le loro innovazioni in termini di grafica e giocabilità, innovazioni tali da rendere inaccessibile quel mercato ad altri concorrenti. Ma il videogiocatore, soprattutto quello cosiddetto ”hardcore”, alla fine è anche un vecchio sentimentale e non può non tornare indietro nel tempo e sognare di rivedere i ventidue omini creati da Dino Dini anche al giorno d’oggi. Ecco, quindi, che sono nati diversi progetti, alcuni dei quali discretamente riusciti, altri meno in quanto si tratta per lo più di titolo sviluppati con budget estremamente contenuti e che, quindi, devono puntare molto sull’immediatezza e sull’aspetto arcade, piuttosto che sulla simulazione.Nelle righe che seguono parleremo di Legendary Eleven, cratura dei programmatori spagnoli di Eclipse Games che mette in evidenza sin da subito due caratteristiche peculiari: uno stile grafico d’annata ed una patina, neanche tanto velata, di nostalgia grazie alla presenza delle nazionali di calcio in stile anni ’70, ’80 e ’90. Si tratta di gioco di calcio arcade nel quale possiamo affrontare la CPU o altri giocatori sia in locale che in multiplayer online, utilizzando una delle nazionali presenti e selezionabili da quattro continenti (Europa, Asia, Africa, America Latina e USA).
MX Video - Legendary Eleven
Una volta lanciato il gioco ed entrati nel menu iniziale è possibile scegliere tra diverse opzioni: Match Esibizione (ossia la classica amichevole), Campionato del Mondo e Coppe Continentali (coppa Europa, Coppa d’Africa, Coppa Asiatica, Coppa America); troviamo inoltre la possibilità di rigiocare incontri storici del calcio internazionale, come una finale mondiale o una della diverse coppe continentali. A tal proposito è ottima la trovata di aver a che fare con delle varianti in grado di incrementare la longevità del gioco: vincere senza subire reti, farne due in più dell’avversario e così via.
Sul piano delle opzioni, non vi sono elementi caratterizzanti particolari e abbiamo un ventaglio di scelte piuttosto classico quali il tempo (3/5/8/10 minuti per tempo), le condizioni atmosferiche (sole, pioggia, neve), il tipo di arbitraggio (dal più permissivo in stile anglosassone al più severo) ed il livello di difficoltà (da principiante ad esperto). In pieno stile “old school” non è possibile cambiare il luogo o lo stadio nel quale disputare la partita.
Le partite sono sufficientemente frenetiche (anche se un pizzico di velocità in più non avrebbe guastato) ed abbastanza intense, soprattutto giocando contro le nazionali più forti come Argentina, Germania, Brasile ed Italia. Non è assolutamente facile condurre in porto la vittoria anche giocando ai livelli di difficoltà medio-alti. Il consiglio è quello di iniziare giocando contro squadre apparentemente più deboli della vostra, anche per fare pratica alla luce della mancanza di un tutorial. Naturalmente, oltre alle nazionali del periodo indicato (alcune delle quali non esistono più), nel titolo di Eclipse Games troviamo anche alcune delle regole in vigore in quegli anni, come ad esempio il Golden Gol, (regola abolita nei primi anni 2000) che fa sì che quando il match finisce in parità, la vittoria andrà alla prima squadra in grado di segnare una rete nei tempi supplementari.
A questo punto è ora di infilarsi gli scarpini e scendere sul terreno di gioco: a livello tecnico è ben evidente il fatto che si tratti di un prodotto low budget, e non fa certo gridare al miracolo anche se la grafica in stile cartoon esercita il suo fascino ed è funzionale agli obiettivi del gioco. Possiamo dire che, sostanzialmente, qualche animazione in più non avrebbe fatto male ad un gameplay che, talvolta, appare un po’ troppo legnoso. I comandi sono semplici e gestiti tramite pochi tasti grazie ai quali potremo far effettuare ai nostri giocatori passaggi veloci, passaggi filtranti (non sempre precisissimi a dire il vero), e tiri con potenza variabile; non può poi mancare la possibilità di effettuare degli scatti repentini che andranno ad influenzare la barra della resistenza posta nella parte bassa dello schermo. Esiste anche la possibilità di eseguire delle mosse speciali, un po’ come avviene nei giochi di basket arcade, una volta che il giocatore si potenzia dopo avere effettuato una serie di colpi andati a buon fine. In fase difensiva, invece, abbiamo la possibilità di cambiare velocemente il giocatore in nostro controllo ed effettuare delle scivolate e dei tackle più energici, stando sempre attenti a non esagerare pena una pioggia di cartellini gialli e rossi. I menu di gioco sono in italiano (una volta selezionata la lingua dal menu delle opzioni), mentre la telecronaca è in lingua inglese.
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