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Ryse: Son of Rome - visto e provato alla GC 2013

All'E3 aveva spiazzato tutti con una demo estremamente pilotata e ricca di QTE ed animazioni automatiche, seppur visivamente molto spettacolare. Alla GamesCom è stato quindi il momento del riscatto per Ryse: Son of Rome e Crytek: non solo abbiamo potuto ammirare un nuovo livello della modalità storia, ma siamo riusciti anche a provare con mano la modalità multiplayer co-op annunciata all'evento. Eccovi le nostre impressioni.
Di cosa si tratta
Ryse: Son of Rome é il titolo di lancio di Xbox One realizzato da Crytek ed ambientato nella Roma imperiale, dove vestiremo i panni di Marius Titus, un generale romano che con le sue gesta costruisce la propria fama tra gli eroi della cttà eterna mentre cerca di vendicare la morte dei propri genitori. Nel gioco prenderemo parte ad epiche battaglie in numerosi territori dell'impero, come quella contro i barbari in Britannia: il titolo ci vedrà sia agire direttamente sul campo di battaglia, affrontando i nemici in cruenti combattimenti corpo a corpo, che impartire comandi alla nostra legione tramite controller o Kinect.

Alla GamesCom è stata inoltre annunciata la modalità multiplayer cooperativa Gladiatore, che ci vede combattere insieme ad un amico (unicamente online) contro gruppi di nemici sempre più potenti. Questa modalità prende ispirazione dalle pedane semoventi che venivano usate nel Colosseo per variare la geometria degli scenari e ricostruire battaglie famose: qui il concetto è ovviamente estremizzato, e di round in round vedremo l'arena trasformarsi notevolmente, con la presenza anche di trappole, meccanismi interagibili e strutture su più livelli.

Cosa abbiamo visto
Alla GamesCom ho potuto assistere ad una dimostrazione riservata alla stampa svolta direttamente dai ragazzi di Crytek, potendo poi testare in più occasioni la modalità Gladiatore grazie alle postazioni Xbox One presenti in fiera. L'evento ci ha anche riservato un'imprevista rivelazione: durante l’attesa dei bagagli all'aeroporto di Colonia, abbiamo scoperto che Ryse: Son of Rome è parzialmente made in Italy. Abbiamo infatti incontrato un artista romano che, con il suo studio (del quale purtroppo non ricordo il nome) ha curato parte della creazione degli oggetti del gioco, e nello specifico del Colosseo.

Il gioco sfrutta il motore CryEngine 3, che qui dà vita ad un comparto grafico assolutamente mozzafiato sia per quanto riguarda il multiplayer che, per quello che ho visto, il single player. La riproduzione del Colosseo nella modalità Gladiatore è assolutamente spettacolare e la scena d’ingresso dei gladiatori è suggestiva tanto visivamente che dal punto di vista audio, in una libera ricostruzione di quello che, nell’immaginario collettivo alimentato da narrativa e cinema, poteva essere nella realtà. La modellazione tridimensionale è fantastica, le texture sono estremamente definite, i modelli e i movimenti dei personaggi di gioco assolutamente realistici e curato. Se volessi proprio muovere qualche appunto alla grafica potrei dire che i colori sono forse un po’ troppo saturi rendendo meno realistica la riproduzione del tutto, almeno se facciamo paragoni con pellicole come Il Gladiatore; ma in quel caso si tratta di un film e qui di un videogioco, dove la grafica deve essere anche strumentale per rendere tutto chiaro e immediato per il giocatore.

E se la grafica già rende alla grande in multiplayer, vi posso assicurare che la campagna si svolge in un’ambientazione assolutamente ricca e verosimile. Durante la dimostrazione di un livello svolta da Crytek, Marius è passato attraverso un bosco con tantissima vegetazione e continua alternanza di zone di luce, penombra e ombra rese con assoluto realismo e cura sia negli elementi che nell’illuminazione. Ho rivissuto, per qualche attimo, lo stesso stupore che ho avuto la prima volta che ho utilizzato, su un PC adeguatamente equipaggiato, Crysis: mai visto niente di simile fino ad ora. E sembra che il gioco offrirà anche di meglio: gli sviluppatori hanno infatti commentato affermando: "e non avete ancora visto Roma: vi lascerà a bocca aperta!” Beh, non vedo l'ora!

Un buon (anzi ottimo) comparto grafico e audio sono un buon punto di partenza, ma non basta per assicurarsi il titolo di miglior gioco della prossima generazione: servono un buon gameplay ed una storia che possano far vivere al giocatore un'esperienza videoludicamente appagante. Sul gameplay erano molti i dubbi e le critiche, non solo all’interno della nostra redazione ma anche nei vari articoli sul web, rispetto a quanto era stato mostrato all’E3: questo Microsoft e Crytek lo sanno bene, ed è per questo che parte della dimostrazione alla quale ho assistito era dedicata proprio al sistema di combattimento, in un'arena nella quale è stato mostrato il nuovo sistema di esecuzioni e, più in generale, le dinamiche di gioco ed i rispettivi controlli. Questi risultano estremamente intuitivi e l’uso dei tasti uniti al movimento della levetta sinistra permettono l’esecuzione di mosse di attacco e difesa in maniera semplice ed immediata. Dopo che avremo inflitto al nemico un sufficiente numero di ferite, sulla sua testa apparirà un teschio bianco ad indicare la possibilità di avviare un'esecuzione: premendo B la sia avvia e parte un'animazione al rallentatore, mentre intorno all’avversario comparirà un alone il cui colore indica il tasto da premere. La sequenza di uccisione prevede la pressione massima di tre tasti consecutivi, e sbagliandoli il nemico sarà ucciso comunque ma non guadagneremo i punti derivati dal corretto svolgimento della combo. Le esecuzioni sono contestuali all'ambiente: mi è capitato ad esempio di spingere nemici verso strutture infuocate, farli affogare in pozze d'acqua ed anche di compiere esecuzioni di coppia insieme al mio compagno di gioco.

MX Video - Ryse: Son of Rome


Nella mia prova di circa 15/20 minuti, in due partite nell’arena Gladiatore, ho visto come i controlli siano sufficientemente facili da usare e nel contempo conservino un po’ di quella difficoltà che, con l’esperienza, vi consentirà di far valere la vostra bravura verso avversari esordienti. Il sistema di combattimento ricorda molto quello del Batman di Rocksteady: grande importanza ricoprono infatti le parate, mentre un tasto è associato all'attacco semplice e l'altro all'attacco con lo scudo, indispensabile per infrangere la guardia avversaria. Colpi più potenti sono inoltre ottenibili tenendo premuti i relativi tasti. E’ possibile usare anche la lancia - dopo averla raccolta sul campo - per colpire avversari da una certa distanza ed il sistema di mira e lancio è piuttosto efficace anche se richiede un minimo di freddezza nelle fasi concitate del combattimento. Parlando piú in generale del gameplay multiplayer non poteva mancare un sistema di perks che sono intelligentemente associati in gruppi legati alla venerazione di déi di epoca romana. In base alle preghiere e alle offerte fatte ad Apollo, piuttosto che a Mercurio, potrete aggiugere abilità differenti al vostro personaggio. Personalmente la trovo una perfetta interpretazione del sistema di miglioramenti in piena sintonia con l’ambientazione del gioco.

L’arena si modifica ad ogni incontro realizzando varie ambientazioni e fornendo diversi obiettivi da perseguire con il nostro compagno: il primo round era una semplice lotta tra gladiatori, ma una volta finiti questi il tutto si è trasformato in un ambiente boschivo con un ruscello che lo attraversava e numerose lame rotanti, per poi passare al termine di questo ad un accampamento di barbari dove oltre a fronteggiare i nemici dovevamo anche versare dei pentoloni d'olio bollente sulle tende per farle incendiare, fino a confrontarci con i leader dell'accampamento. Gli avversari attaccano anche in gruppi e questo aumenta progressivamente la difficoltà di gioco, rendendo la capacità di parare i colpi, schivare e rotolarsi in terra per uscire da posti pericolosi una ulteriore mossa vincente. Ho trovato particolarmente avvincente la possibilità di scivolare dietro l’avversario e tramortirlo con un fendente alle spalle. Esaltante!

Elemento importante è poi l’entusiasmo del pubblico, che cresce alla realizzazione di azioni di gioco ed esecuzioni particolarmente spettacolari, aumentando il boato della folla e rendendo l’esperienza veramente avvincente: vi garantisco che sentire, alla fine di un round, il boato della folla che vi osanna e che chiede ancora di più fa davvero effetto e vi fa sentire dei veri gladiatori. Immancabile infine, in un sistema multiplayer che si rispetti, la possibiltà di personalizzare il proprio personaggio grazie a diversi livelli d’armatura. Il supporto alle microtransazioni permetterà l’acquisto di accessori o interi set di personalizzazione all’interno del gioco anche con l’utilizzo di Smartglass per una più agevole navigazione via telefono, tablet o PC Windows.

Tiriamo le somme
Qualunque cosa dica Neural riguardo ad altri titoli ignoratela: Ryse: Son of Rome è a mio avviso il vero Game of the Show della GamesCom 2013, un vero capolavoro. Che questo fosse un titolo che potesse rappresentare, soprattutto dal punto di vista grafico, pienamente la next-gen non credo ci siano stati mai dubbi, ma grazie a quello che ho visto e provato sono ormai convintissimo che tutte le promesse saranno mantenute.

Ovviamente la versione provata non era ancora pronta per il grande pubblico ed erano visibili ancora degli elementi da sistemare dal punto di vista dell’implementazione. Quella che era maggiormente evidente nel multiplayer era l'assenza di animazioni durante le esecuzioni al rallentatore del nostro compagno: lui vedeva tutta l'animazione, mentre io vedevo semplicemente lui ed il suo nemico congelati fino al termine dell'azione. Ma su questo i tecnici di Crytek ci hanno rassicurato: il gioco non è ancora completo e questo fa parte delle diverse cose in via di implementazione. La versione che hanno portato alla GamesCom è comunque stata chiusa circa un mese e mezzo fa e non riportava le ultime migliorie inserite.

In conclusione posso affermare che Ryse: Son of Rome è un titolo che non potrà mancare sulla vostra Xbox One ed è lecito aspettarsi che diventi un franchise esclusivo di primissimo livello come lo sono stati Halo e Gears of War in passato.

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L'autore

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Nato nel 72, cresciuto ad insalate di matematica e libri di cibernetica non poteva che sviluppare una naturale inclinazione verso tutto quello che è tecnologia. Ha iniziato a giocare a Radar Rat Race sul Vic-20, a International Soccer su C64 e da quel momento in poi non ha mai tradito la sua passione, passando per quasi tutte le piattaforme di gioco e finendo ancor oggi per consumare tutto il suo tempo libero tra hobby e lavoro. Sperando che prima o poi coincidano perfettamente: ci siamo quasi.

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