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Layers of Fear 2

Recensione - Layers of Fear 2Xbox One DigitalGame

Dopo l'inquietante Layers of Fear e l'avventura cyberpunk >observer_, i ragazzi di Bloober Team tornano all'orrore con Layers of Fear 2, portandoci nel mondo della cinematografia di inizio 1900, su una nava piena di misteri. Ecco cosa aspettarvi.

Il Gioco

Nonostante il "2" nel titolo, Layers of Fear 2 può essere tranquillamente goduto senza aver mai sentito parlare del primo episodio. Il gioco ci propone personaggi, ambienti ed eventi completamente slegati dal primo titolo, mantenendo però come filo conduttore la paura, l'angoscia e la follia. Il protagonista del gioco è un attore chiamato a girare un film nella prima metà del novecento, a bordo di una nave da crociera piena zeppa di ricchi turisti. Ben presto però iniziano a succedere cose strane: oggetti che prendono vita, bizzarre creature che tormentano il protagonista, l'architettura della nave che cambia in modi che vanno contro ogni legge fisica e logica. Quanto di tutto ciò è follia pura, e quant'è reale? Ma soprattutto, cosa sta accadendo?

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Layers of Fear 2 è in sé un'avventura abbastanza lineare. Poche scelte, poche deviazioni anche se alcune portano ad oggetti collezionabili come locandine cinematografiche o delle foto, visualizzabili nella propria stanza di questa nave che funge da albergo lussuoso tra le onde. Si tratta di un'avventura in prima persona di stampo abbastanza classico, sulla falsariga del primo episodio della saga: si esplorano corridoi, stanze e tutto ciò che il gioco mette davanti al giocatore. Non ci sono combattimenti, gli enigmi sono pochi e abbastanza semplici, ci sono alcune parti di abilità di cui parlerò più tardi, ma il clou di tutto è la narrazione, la creazione di un mondo di gioco che muta davanti agli occhi del giocatore. In Layers of Fear il "trucco" era che tutto ciò che circondava il giocatore poteva cambiare in maniera inaspettata. Si entrava in una stanza, si guardava indietro e la porta non c'era più, sostituita da un corridoio. Si girava un angolo e ci si ritrovava nello stesso corridoio di prima. Questa peculiarità trova posto anche nel nuovo episodio, ma non è più il tema principale del gioco, ed è quindi usata più sporadicamente per rendere alcune situazioni di maggiore impatto. Layers of Fear 2 punta su altri elementi per far leva su paure ed emozioni dei giocatori.

MX Video - Layers of Fear 2

Bisogna dire che il gioco è capace di variare molto rispetto alla relativa monotonia del primo capitolo grazie a molti tipi di enigmi, scene surreali di ogni genere che nella pazzia del protagonista lo catapultano all'interno di ricordi dell'infanzia o a vivere vere e proprie scene di film. Elemento quasi costante di questo mondo brutale sono i manichini di scena, che all'inizio del gioco sono giustamente fermi e in posizioni consone, ma che col dilagare della follia iniziano a prendere vita e animare anche stanze che sembrano prive di vita. Elementi di terrore sono però soprattutto dati dalla presenza quasi costante di un mostro umanoide che ricorda un po' il mitico Slenderman, che terrorizza e insegue il giocatore a più riprese in vere e proprie sessioni di fuga feroce attraverso i corridoi e stanze strette della nave che, per l'appunto, possono mutare in maniera inattesa. Ci sono anche altre sezioni con l'utilizzo di luci accecanti che attraversano un gran numero di stanze o fiamme bianche che vengono sparate dal cielo e che vanno evitate per proseguire. Si tratta sempre di un'avventura in prima persona sulla falsariga dei "walking simulator" più famosi, ma questa volta i ragazzi di Bloober Team prendono qualche minuscolo spunto da giochi un po' più movimentati di questo genere come per esempio Outlast.

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Come detto, però, il focus rimane quello di narrare una storia, cercare di dare un perché alle strane visioni del protagonista e dare un contesto agli strani eventi che avvengono sulla nave - ammesso che siano veri e non tutto frutto dell'immaginazione. Per fare ciò, Layers of Fear 2 presenta ai giocatori tante situazioni di gioco diverse tra loro, molte delle quali davvero raccapriccianti e inquietanti che non hanno paura di affrontare anche tematiche come la morte, l'omicidio, la violenza fisica e gli abusi. Per farlo, usa il potentissimo e versatile Unreal Engine 4, utilizzato egregiamente per creare scenari al limite del fotorealismo, e con un'attenzione nei dettagli impressionante. E' così possibile raccogliere indizi leggendo fogli di giornale sparsi, farsi un'idea dell'epoca e del tipo di persona che viveva in una stanza in base agli oggetti che ci sono in giro, portando peraltro anche ad enigmi dove bisogna interagire con piccoli oggetti trovati in mezzo a tanti altri. Le interazioni con l'ambiente sono comunque abbastanza limitate e fattibili solo in determinate circostanze, pertanto non si rischia di dover raccogliere o osservare centinaia di oggetti inutili per le finalità della trama e del progresso.

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Layers of Fear 2 non disdegna i jumpscare come elemento horror, ma l'effetto lo genera soprattutto con l'incertezza dei propri sensi (visto che il mondo circostante può mutare senza preavviso) e con la presenza sempre incombente del già citato mostro. E' più angoscia che paura, poiché la difficoltà del titolo è piuttosto bassa e morire non ha conseguenze particolarmente gravi, se non quella di tornare in dietro di pochi minuti di gioco al massimo. Si tratta tra l'altro anche di un gioco molto lineare, anche se ci sono alcuni momenti più concitati della trama dove è possibile scegliere tra due opzioni, con risultati differenti tra loro. La longevità si attesta sulle 9-10 ore, con una limitata rigiocabilità se non per la presenza di qualche collezionabile e le già citate scelte nella trama. Il titolo è inoltre tradotto in italiano per quel che riguarda testi e sottotitoli, mentre il parlato rimane in inglese.

Amore

Motore... azione!

- Il tema del gioco, il cinema d'inizio novecento, è indubbiamente affascinante. Diverse aree della nave sono piene di manichini da set cinematografico, telecamere, pellicole di registrazioni già completate, e la pazzia del protagonista che si fa sentire ben presto gli fa vivere degli incubi di stampo decisamente cinematografico, con questo approccio che influenza i suoi flashback e pensieri, ad esempio applicando un filtro bianco e nero a diversi avvenimenti o vedendo i manichini reinterpretare scene che lo tormentano da decenni. Il titolo è una lettera d'amore alla settima arte, usando come mezzo l'ottava: i videogiochi.

Follia più variegata

- Se il primo Layers of Fear avveniva quasi interamente all'interno di stanze e corridoi di una casa in costante evoluzione, il seguito porta scenari più variegati. Il gioco si svolge su una nave nella prima metà del novecento dove si sta girando una pellicola, ma tra illusioni, incubi e allucinazioni si finisce in diverse epoche e aree davvero differenti tra loro, tra cui anche caverne buie e aree urbane. La varietà aumentata rispetto al primo titolo della saga si nota anche nel gameplay, poiché ci sono numerose sequenze che portano il giocatore a scappare da pericoli, risolvere enigmi, addirittura qualche occasionale parte di abilità che non specifico meglio per evitare spoiler. Si tratta ancora di un horror in prima persona che punta tutto sull'esplorazione e sulla paura, ma constatiamo con piacere che il gioco osa tentare di stravolgere la formula ogni tanto.

Viste pazzesche

- Layers of Fear 2 è uno di quei giochi dove ogni pochi minuti si sente il bisogno di fare uno screenshot: un po' perché il comparto grafico è davvero eccezionale, ma soprattutto perché a livello artistico è pieno zeppo di situazioni e viste affascinanti. Parti a colori e in bianco e nero, mondi distorti, scene animate "a scatti" come le pellicole d'epoca e altre degne dei migliori film horror in circolazione. Il mondo di gioco è davvero ricco di fascino ed elementi disturbanti, e la loro realizzazione tecnica li rende anche altamente spettacolari. Le aree prevalentemente piccole del titolo hanno permesso agli sviluppatori di concentrare un livello di dettaglio impressionante anche su piccoli oggetti dello scenario come bicchieri o vasi, e il risultato è davvero uno dei videogiochi più fotorealistici su console al momento.

Odio

Filler su filler

- Quando recensii il primo capitolo, criticando la scarsa durata del titolo, scrissi però questo: "è meglio avere 3-4 ore di alta qualità che una minestra riscaldata che dura il doppio". Ecco, probabilmente gli sviluppatori non la pensano allo stesso modo visto che è esattamente quanto avvenuto in Layers of Fear 2: ci sono tante ottime idee che avrebbero creato un altro memorabile horror da 3-4 ore, ma queste sono state spalmate nell'arco di 9-10 gonfiando artificialmente il titolo con la ripetizione di tanti elementi. Preparatevi quindi a rifare enigmi uguali 5-6 volte, esplorare la stessa area altrettante volte per esigenze di trama, ma anche ad attraversare zone davvero poco interessanti che fanno solo da corridoi tra un punto e l'altro. Il terzo atto del titolo, in particolare, è qualcosa a cui non volevo credere: dover attraversare lo stesso condotto di aerazione per la sesta volta per tornare per l'ennesima volta nella stessa casa era un'esperienza da sbattere la testa contro il muro. E questo ha un impatto non indifferente anche sulla narrativa: una volta che si inizia a capire qualcosa su quanto sta accadendo, il gioco è già in una parabola qualitativa discendente.

Esercizi di frustrazione

- Magari è per rendere il gioco più vario, o forse si tratta di una scelta mirata ad allungare ulteriormente la durata, sta di fatto che ci sono alcune sezioni che non fanno paura e non mettono a dura prova le meningi, finendo piuttosto per risultare frustranti. Ad esempio nelle fasi in cui dobbiamo fuggire dal mostro è molto facile inciampare senza accorgercene in ostacoli celati dall'oscurità, facendoci raggiungere e costringendoci a ricominciare da capo. Ci sono poi enigmi la cui soluzione è tutto fuorché logica portandoci a provare qualsiasi cosa finché non incappiamo per caso nella soluzione.

Ancora problemi tecnici

- Il gioco presenta qualche problema di frame-rate, rendendo le fasi di fuga un po' più frustranti, inoltre ci sono occasionali problemi di caricamento degli asset, che talvolta si caricano qualche istante dopo che il giocatore si gira verso di essi. Il problema più strano l'ho trovato invece nei comandi, che in certe fasi del gioco non sembravano funzionare correttamente, costringendomi a ridare uno stesso input più volte. E a tutto questo si aggiungono caricamenti abbastanza frequenti e lunghi. Non problemi gravissimi, ma sicuramente un po' fastidiosi.

Tiriamo le somme

Layers of Fear 2 compie un passo indietro rispetto all'ottimo primo titolo della serie: le idee creative non mancano e la varietà è nettamente superiore, ma ben presto ci si scontra con numerose sezioni ripetute e/o frustranti, che diluiscono quelle invece davvero ben riuscite con lo scopo di portare il gioco a durare almeno il doppio di quanto sarebbe stato necessario. Il gioco parte bene come concept e atmosfera, ma dopo poche ore diventa semplicemente noioso. Un vero peccato, perché Layers of Fear 2 ci presenta tantissime scene affascinanti ed aree mozzafiato, ma sono accompagnate da fin troppe scelte di design sbagliate per poter risollevare il gioco.
6.5

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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