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Crisi dei retailer: EA preoccupata per la situazione europea

Dall'ultima riunione finanziaria di Electronic Arts emerge un quadro preoccupante per la situazione dei maggiori retailer (coloro che vendono i videogiochi nelle classiche confezioni) che si trovano in territorio europeo e che sono costretti a ridimensionarsi a causa della crisi economica che imperversa ormai in tutta Europa e non solo. Ma andiamo con ordine partendo appunto dalla riunione con gli investitori in cui John Riccitiello ha portato alla luce la questione.

Riccitiello ha espresso preoccupazione per "la situazione finanziaria di uno dei nostri principali partner europei nella vendita al dettaglio che potrebbe portare ad un aumento del debito e ad una perdita nelle vendite". A confermare la situazione è stato poi Eric Brown che ha fornito un quadro ancor più negativo: "Ci stiamo concentrando su alcuni problemi isolati da parte di alcuni retailer europei. Un risultato negativo potrebbe influenzare i risultati del quarto trimestre". Al termine di questa riunione si è subito pensato a GAME in quanto nei precedenti giorni si era parlato di problemi economici e di debito per la più grande catena di videogiochi nel Regno Unito, ma Brown ha anche parlato al plurale in riferimento ai retailer.

Poche ore dopo le prime indiscrezioni, GAME ha confermato in un comunicato di voler riorganizzare l'azienda, ridimensionando probabilmente la sua presenza e rimanendo unicamente in Europa dove risulta leader del mercato, oltre ovviamente al Regno Unito, in Spagna, Scandinavia e Repubblica Ceca mentre risulta quarta in Francia ed in Australia. GAME non è però l'unica a dover metter mano ai propri conti: Gamestop ha chiuso di recente tutti i suoi negozi nell'Irlanda del Nord e in Portogallo rimandando tutti i consumatori ai rispettivi siti per mantenere gift card e promozioni allegate. Nonostante questo, nell'ultimo trimestre, Gamestop aveva dichiarato di aver migliorato ancor di più le sue prestazioni in Italia e Francia con l'apertura di 25 nuovi negozi e di aver chiuso unicamente quelle attività che erano in perdita rimanendo però sul mercato con uno store online.

Se l'Italia non sembra essere interessata dalla crisi delle maggiori catene di videogiochi, la situazione sembra essere generalmente negativa: in un futuro in cui il digital delivery prende sempre più piede in quei territori raggiunti da una banda adeguata a coprire il servizio e aumenta la concorrenza degli store online, i retailer fisici devono ora fare i conti anche con la crisi. Il mercato si riprenderà o verrà sempre di più privilegiata la via dell'e-commerce?

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