Recensione - Slain: Back from Hell
di
Győző Baki / Baboy
P
Il Gioco
Slain: Back from Hell ci mette nei panni del guerriero Bathoryn, chiamato a sconfiggere demoni infernali in un mondo di stampo gotico e satanico, pieno di trappole mortali e nemici sanguinari, il tutto accompagnato da una colonna sonora heavy metal potente ed atmosferica. Il gioco si propone con una grafica 2D vecchio stile che ricorda molto i primi Castlevania dell'era NES e SNES, ma non certo povera di dettagli: pozze di sangue, spuntoni, statue, l'atmosfera infernale c'è tutta. Inoltre nonostante l'aspetto old school, le animazioni estremamente fluide tradiscono la genesi moderna del titolo, così come la colonna sonora non era certo realizzabile in questo modo con le tecnologie dell'epoca.Al posto di semplici sequenze MIDI o chiptune, Slain: Back from Hell ci propone infatti una colonna sonora realizzata nientemeno che da Curt Victor Bryant, ex-membro della nota band metal Celtic Frost, che coi suoi splendidi arrangiamenti dà un'atmosfera davvero infernale ad ambientazioni che già sono piuttosto macabre e brutali, ma che con queste musiche diventano davvero complete. E con una simile "cattiveria" nelle musiche, il gameplay stesso non poteva che risultare brutale e sanguinolento, non trovate?
MX Video - Slain: Back from Hell
Ed è così infatti. Il gioco prende spunto da classici come Ghosts 'n Goblins e Castlevania e porta il protagonista dotato di una grande ascia in giro per ambientazioni bidimensionali a combattere contro demoni, scheletri, e pericoli di ogni genere. Il sistema di combattimento è abbastanza semplice: si attacca con un solo tasto per creare attacchi singoli o concatenati, ma si possono anche parare colpi e schivare, nonché sferrare colpi critici contrattaccando proprio prima di essere colpiti. E' anche possibile usare qualche semplice magia per dei colpi a distanza quando il mana è sufficientemente carico, ma anche qui nulla di complicato. La semplicità di gameplay però non si traduce in una difficoltà bassa, anzi!
I nemici sono infatti tostissimi. A parte pochi nemici più deboli, tutti richiedono numerosi colpi per essere abbattuti, e non basta spammare attacchi perché anche loro possono attaccare in qualunque momento facendoci fuori con pochi colpi, quindi diventa essenziale alternare parate e schivate agli attacchi. Tutti gli avversari che hanno punti deboli e strategie diverse per sconfiggerli, quindi ogni combattimenti diventa una piccola sfida scacchistica alla ricerca del momento giusto per affondare e non subire un attacco: un po' come Dark Souls insomma, con le dovute proporzioni ovviamente. Troviamo comunque dei checkpoint che ci permettono di ricaricare la vita e da dove si può ripartire tutte le volte che si vuole dopo essere morti.
Oltre ai nemici, in Slain: Back from Hell troviamo anche altri ostacoli a sbarrarci a strada come piccoli enigmi da risolvere, sezioni platform dove schivare spuntoni, sangue bollente mortale o dardi sparati da statue. Queste sezioni spesso risultano essere più complicate dei combattimenti stessi, perché basta essere colpiti una sola volta da un proiettile o da un nemico mentre saltiamo da una piattaforma per cadere irrimediabilmente in un'area mortale. Per fortuna comunque i checkpoint sono abbastanza numerosi.
Il gioco si completa in circa 3 ore che volano via che è un piacere, anche se non manca qualche morte un pochino frustrante. Il gameplay di base non cambia mai molto dall'inizio alla fine, anche se è possibile dopo qualche livello sbloccare nuove armi e trovare segreti, ma la sostanza raramente cambia. E non c'è molto altro nemmeno come endgame: nessuna difficoltà ulteriore, niente modalità aggiuntive, zero multiplayer o classifiche. Il tutto si riduce a dover rigiocare il gioco cercando di completare obiettivi difficili come il superamento di interi livelli o sezioni boss senza mai perdere vita, o finire tutto il gioco senza mai morire (buona fortuna con questo!). E' bene infine segnalare che tutti i testi del gioco che sono in inglese: anche se la trama non è certo uno degli elementi chiave, una buona comprensione della lingua anglosassone è consigliata.
Commenti