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Splinter Cell: Conviction
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Recensione - Splinter Cell: ConvictionXbox 360Game

Dopo i drammatici avvenimenti di Double Agent, Ubisoft è finalmente pronta a rivelarci il destino di Sam Fisher; Splinter Cell: Conviction arriva a quasi quattro anni di distanza dal capitolo precedente a conclusione di uno sviluppo travagliato, fatto di cambi di rotta e ripensamenti. Dopo averlo testato a fondo, siamo pronti ad offrirvi il nostro giudizio sul gioco giusto in tempo per l'uscita nei negozi.

Il Gioco

Gli eventi narrati in Double Agent hanno lasciato Sam Fisher profondamente turbato: prima la perdita della figlia Sarah e poi l'essere stato costretto a uccidere Lambert, il suo migliore amico (dei finali possibili in Double Agent, è questo quello che Ubisoft ritiene "ufficiale"), hanno convinto l'agente segreto a tagliare definitivamente col passato ritirandosi in incognito nell'isola di Malta. Ma nonostante i suoi tentativi, Sam viene rintracciato dalla sua vecchia partner operativa Anna Grimsdóttír la quale lo rimette in azione contro la stessa Third Echelon, con la promessa di rivelargli tutta la verità sulle morti di Sarah e Lambert. Sam Fisher torna quindi in azione, più arrabbiato e determinato che mai.

Splinter Cell: Conviction offre una giocabilità in linea con la tradizione della serie, accompagnata da vari cambiamenti e miglioramenti. Tra le conferme ritroviamo pressochè invariate le meccaniche stealth di base come la possibilità di nascondersi al buio, sparare alle fonti di luce, arrampicarsi su tubi e cornicioni, sbiricare sotto le porte prima di aprirle e uccidere silenziosamente i nemici alle spalle, così come anche gli scontri a fuoco seguono meccaniche molto simili a quelle viste in passato. Tra le novità più importanti troviamo invece il nuovo sistema di copertura, che ci permette di passare velocemente da un riparo all'altro senza essere notati, ed il sistema "marca e colpisci": questo ci dà la possibilità di selezionare e uccidere a colpo sicuro due o più (a seconda dell'arma usata) nemici nel nostro campo visivo, ed è attivabile solo dopo aver fatto fuori un nemico in corpo a corpo. Interessante novità anche l'"ultima posizione nota": se veniamo avvistati dai nemici per poi sparire nuovamente nell'ombra, sulla mappa rimane impresso un "fantasma" dell'ultima posizione in cui siamo stati avvistati. Sapremo così che i nemici tenderanno a cercarci in quella posizione e potremo attuare delle tattiche per sfruttare a nostro vantaggio questa informazione.

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Il gioco presenta anche altre novità mirate ad una maggiore immersività e cinematograficità dell'esperienza. E' sparito l'indicatore che ci dice quando siamo nascosti o visibili dai nemici, sostituito da un sistema che mostra lo schermo in bianco e nero quando siamo nascosti e a colori quando siamo visibili, inoltre ora quando qualche nemico si sta per accorgere della nostra presenza appare una sorta di "bussola" a schermo che ci avverte del fatto che stiamo per essere scoperti e indica anche la direzione da cui siamo osservati, così che possiamo trovare riparo più efficacemente. Troviamo poi il "proiettore ingame", un sistema che proietta sulle ambientazioni le indicazioni di missione oppure delle sequenze animate che mostrano quello che ci stanno raccontando i nemici che interroghiamo. E proprio gli interrogatori sono una delle novità più spettacolari del gioco: in diverse missioni dobbiamo far parlare alcuni individui, convincendoli con le maniere forti e usando i vari elementi dell'ambiente che ci circonda, attivando così sequenze come lo scaraventare qualcuno fuori da una finestra oppure sbattergli la testa su un lavandino o su un albero. Torna infine l'armamentario tecnologico di Sam: oltre alle molte armi che possiamo anche potenziare, troviamo un nutrito set di granate (frammentazione, flashbang, EMP e telecamera remota sono alcune di queste) e l'immancabile visore "a tre occhi", che però stavolta funziona più come un sonar che come un visore notturno, permettendoci di tenere d'occhio la posizione dei nemici anche dietro le pareti.

A livello di feeling generale di gioco, Splinter Cell: Conviction si conferma ancora come un ottimo stealth game: gli sviluppatori hanno avuto un occhio di riguardo per gli amanti dell'azione, ma non mancano le missioni in cui dovremo agire completamente senza essere visti, pena il fallimento delle stesse. Anche il livello di sfida è rimasto piuttosto alto: soprattutto nella seconda metà del gioco non mancherete di ripetere più volte determinate sequenze (il sistema di salvataggio è a checkpoint) per capire come affrontare al meglio i nemici.

La storia principale offre 11 missioni per un totale di circa otto ore di gioco a difficoltà normale, ma non finisce qui perchè Splinter Cell: Conviction ci propone diverse possibilità per prolungare l'esperienza di gioco. Gli amanti del gioco in solitario trovano le Operazioni Speciali, sei livelli extra eseguibili con tre diversi set di regole: Cacciatore ci vede eliminare tutti i nemici nella mappa (il cui numero aumenterà se faremo dare l'allarme), in Ultimo Uomo dobbiamo difendere dei generatori EMP dalle ondate d'attacco nemiche e nella modalità sbloccabile Infiltrazione dobbiamo eliminare tutti i nemici senza far scattare l'allarme e stando attenti ai molti sistemi di sicurezza dislocati nell'ambiente.

Chi invece preferisce il gioco in compagnia (online, in split screen sulla stessa console o system link) ha la possibilità di giocare le tre modalità di Operazioni Speciali in cooperativa con un amico, con l'aggiunta di una modalità extra competitiva che ci vede fronteggiare l'altro giocatore in mappe popolate di nemici, che vedendoci cercheranno di attaccarci rivelando la nostra posizione al nostro avversario: alla fine vince chi allo scadere del tempo ha fatto più punti, conteggiati in uccisioni di nemici e uccisioni dell'altro giocatore (che vale quanto cinque nemici standard). Aggiunta importante è infine quella della campagna cooperativa, una vera e propria storia per due giocatori che fa da prologo alle vicende della storia in singolo: qui impersoniamo due agenti, l'americano Archer e il russo Kestrel, in uno sforzo congiunto USA-URSS per indagare in un traffico di vecchi armamenti russi, investigazione che svelerà degli intrighi ben più pericolosi e che finiranno poi sotto il mirino di Sam Fisher nella storia principale. Concorrono infine a prolungare ulteriormente la longevità le "sfide P.E.C.", una serie di obiettivi da raggiungere durante il gioco come ottenere un tot di uccisioni dall'oscurità, nascondersi dopo essere stati scoperti e così via, il cui conseguimento ci permette di guadagnare punti spendibili poi per potenziare Sam Fisher oppure i personaggio usato in multiplayer.

Amore

Impatto visivo

- L'altissima qualità grafica di Splinter Cell: Conviction risalta sin dai primi minuti di gioco: gli sviluppatori di Ubisoft Montreal hanno svolto un lavoro eccellente, consegnandoci un titolo che spinge al massimo le capacità di Xbox 360 e che può essere senza dubbio annoverato tra quelli visivamente più belli di questa generazione di console. Textures definitissime, tavolozza di colori estremamente varia, ottima illuminazione dinamica e animazioni curatissime concorrono a offrirci uno splendido colpo d'occhio. Senza contare l'incredibile cura per il dettaglio infusa nel gioco: gli ambienti sono ricchissimi di oggetti e particolari, il tutto gestito da un ottimo motore fisico e con tocchi di classe come gli schizzi di sangue sui muri quando si colpisce alla testa un nemico in prossimità di una parete. I vari posticipi subiti dal gioco sono senza dubbio serviti per offrirci un prodotto estremamente rifinito.

Marca e colpisci

- Quando Ubisoft annunciò questa feature del gioco, molti temevano una semplificazione eccessiva del gioco ed uno spostamento troppo spinto verso l'azione. In realtà non è così: il fatto che sia utilizzabile solo dopo aver ucciso in corpo a corpo un nemico aggiunge anzi un ulteriore strato di tatticità al gameplay classico di Splinter Cell. Analizzare l'ambiente, individuare i nemici, cercare e raggiungere quelli attaccabili in corpo a corpo senza farci notare per poi guadagnare una posizione favorevole per marcare e uccidere gli altri sono tutte azioni che confermano la natura fortemente stealth del gioco; portare a termine azioni simili senza essere scoperti vi darà grandi soddisfazioni.

Narrazione

- Ottimi i passi avanti compiuti dagli sviluppatori per quanto riguarda lo storytelling: sembra di vivere un vero film spionistico, con personaggi convincenti ed una narrazione che si fonde completamente col gameplay anche grazie ad alcuni flashback in cui siamo protagonisti dell'azione. L'assenza totale di caricamenti visibili, visto che sono nascosti dalle sequenze di intermezzo tra una missione e l'altra, aumenta poi notevolmente l'immersività.

Varietà

- I designers si sono sforzati moltissimo per offrirci un'esperienza più varia possibile, creando situazioni sempre diverse e offrendoci delle inaspettate sorprese. Mi hanno stupito particolarmente una missione flashback con un gameplay che mai mi sarei aspettato in questo gioco ed una parte di un'altra missione, un concitatissimo inseguimento a piedi, che mi ha ricordato molto un'altra nota serie Ubisoft.

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Odio

Soundtrack

- Visto l'estremo livello di cura e rifinitura posto dagli sviluppatori nel gioco, c'è poco di cui lamentarsi e questo è uno degli aspetti più soggettivi. Personalmente non ho gradito la musica elettronica dai ritmi martellanti impiegata dai compositori della soundtrack, soprattutto perchè a mio avviso rovina l'atmosfera di alcuni momenti più stealth.

Screen tearing

- Anche se è sicuramente diminuito rispetto alla versione Preview del gioco testata un paio di mesi fa, è ancora presente un minimo screen tearing soprattutto negli ambienti aperti e pieni di dettagli. Per la maggior parte del tempo non si nota e non rovina l'esperienza complessiva, ma è un peccato che gli sviluppatori non siano riusciti ad ottimizzare il motore a tal punto da rimuovere del tutto il problema.

Tiriamo le somme

Splinter Cell: Conviction è un ottimo candidato al titolo di miglior gioco della serie e un degno erede di Chaos Theory, finora considerato la migliore avventura di Sam Fisher. La splendida veste grafica, una grande attenzione per il dettaglio, la storia immersiva e le varie novità di gameplay concorrono a rendere il gioco un acquisto obbligato per tutti gli amanti dell'azione stealth, compresi quelli di voi che non hanno mai messo mano ad un titolo della serie Splinter Cell. Un must!
9.4

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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