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The Saboteur
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Recensione - The SaboteurXbox 360Game

Parigi, anni 40. La Francia è schiacciata ed oppressa dall’occupazione nazista, mentre la resistenza si muove di soppiatto dietro le linee nemiche per cercare di sabotare il Reich ed aiutare l’avanzata europea degli alleati. Il meccanico irlandese Sean, dopo aver perso un amico, si aggrega alla resistenza per cercare di scovare e uccidere i responsabili dell’omicidio. Questo è lo sfondo storico di The Saboteur, l'ultima fatica di Pandemic: scopriamone insieme pregi e difetti.

Il Gioco

The Saboteur è strutturato come un classico titolo free roaming: sviluppato dell’esperto team di Pandemic, già autori di Mercenaries 1 e 2, ci porta ad impersonare un irlandese mosso da desideri di vendetta. Piuttosto che metterci nei panni del classico soldato alleato, il gioco si muove verso una strada meno esplorata dal mondo dei videogiochi, quella della resistenza. La storia si basa su fatti reali, creandovi attorno fatti puramente inventati per rendere ovviamente il titolo più interessante e giocabile. Fin dai primi minuti il titolo si presenta come un miscuglio di caratteristiche già viste in altri titoli. Sean ha un addestramento tout court: è in grado di nuotare, guidare macchine, sparare e addirittura arrampicarsi su ogni tipo di palazzo. Oltre a tutto questo, come se non bastasse, il protagonista è anche in grado di Rubare le uniformi nemiche per penetrare all’interno degli edifici più protetti e sorvegliati del Reich senza essere notato. E proprio qui sta la prima particolarità del titolo: a differenza di altri giochi free roaming, infatti, per ogni missione possiamo scegliere se affrontarla in maniera diretta, sparando e uccidendo apertamente tutti i nemici, oppure mantenendo un profilo più basso e dai toni decisamente stealth.

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La mappa all’interno della quale si muove il protagonista è decisamente ampia; oltre ad una fedele ricostruzione di Parigi, nel corso della nostra avventura visitiamo anche la campagna circostante, le Ardenne e persino la Normandia. I veicoli guidabili sono numerosi e abbastanza fedeli a quelli che si potevano veder girare per le strade di Parigi e dintorni in quel periodo. Avendo un’impostazione free roaming, siamo liberi di girare in lungo e in largo tutta la mappa senza nessuna limitazione, con molte cose da fare. Insieme alle classiche missioni che portano avanti la trama principale, troviamo numerose missioni secondarie assegnateci da personaggi particolari. Oltre a queste, sparsi per tutti i punti della mappa, sono presenti dei punti di interesse – stazioni radio, posti di blocco, torri e quant’altro occupati dai – nazisti che dobbiamo cercare di sabotare per liberare definitivamente la Francia. Particolarmente impressionante il numero di questi punti di interesse: durante la mia prova sono arrivato a contarne la bellezza di più di quattrocento. Un espediente che allunga non di poco la longevità del titolo.

Trovandoci in tempo di guerra, il denaro non ha il valore che dovrebbe in realtà meritarsi: per sostituirlo gli sviluppatori hanno inserito come “moneta” la merce di contrabbando. Per racimolare armi e munizioni dobbiamo infatti barattarle con cioccolato, pane, vino e sigarette, recuperabili in delle casse sparse per la mappa di gioco. Nel corso dell’avventura, inoltre, possiamo comprare anche upgrade per mezzi, armi e migliorare le caratteristiche del protagonista compiendo determinate azioni. L’arsenale a disposizione del personaggio è abbastanza vario, disponiamo di quasi tutti i tipi di armi che venivano usati dai nazisti durante la guerra – MP40, MP44, Luger ecc. Durante le sparatorie è stato inoltre implementato l’ormai onnipresente sistema di copertura sdoganato da Gears of War, mentre durante fasi stealth e in generale quando ci si trova vicino ad un nemico è possibile utilizzare un buon sistema di combattimento a mani nude.

La particolarità del titolo risiede però nella scelta cromatica dei colori. Tutta la mappa è divisa in zone, e in quelle controllate dai nazisti viene tutto mostrato in bianco e nero, con soltanto alcuni oggetti colorati di rosso (a simboleggiare le proprietà del Reich) e blu (per la resistenza) – un po' come avviene nel film “Sin City”. Compiendo azioni di sabotaggio, e cercando di liberare la zona dall’oppressione nazista, ridaremo colore a quella determinata zona. Una scelta curiosa, ma che dopo averla messa alla prova è risultata vincente e originale.

Amore

Atmosfera

- Pilastro del gioco. La scelta della musica, della paletta cromatica dei colori, la perfetta ricostruzione del design urbano dell’epoca rendono il gioco decisamente immersivo. Spesso sarete tentati a girare a zonzo per la mappa solamente per ammirare la perfetta ricostruzione dei paesaggi: sembra di essere realmente presenti in quell’epoca.

Il protagonista

- Sean è un personaggio ben riuscito sotto tutti i punti di vista. Non impiegherete molto ad affezionarvi a lui e a sposare la sua causa. I modi di fare e il linguaggio che usa sono sempre azzeccati e acquista moltissimo carisma grazie anche al doppiaggio, che gli conferisce la classica voce da duro hollywoodiano, una sorta di John MClain degli anni 40. Raramente nel corso della storia lo troverete anonimo o fastidioso, anzi, probabilmente vi scapperà qualche risata.

Longevità

- The Saboteur è un gioco ampio, che vi porterà via molto tempo se apprezzate le missioni secondarie. Al di là della trama principale, che richiede tra le 12 e le 14 ore per essere portata termine, la città è infarcita di ogni sorta di alternativa. Potremo condurre attività clandestine, aiutare personaggi secondari o sabotare le strutture nemiche. In particolare quest’ultima opzione, come già accennato, propone oltre 400 punti d’interesse che vi terranno impegnati per un bel po'.

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Odio

Grafica

- Se dal punto di vista del design il lavoro è ineccepibile, lo stesso non si può dire della realizzazione tecnica. Il titolo soffre di parecchi problemi, a volte veramente fastidiosi. Pop-up, palazzi che si materializzano dal nulla e alcune compenetrazioni tra poligoni potrebbero minare la vostra esperienza di gioco. Da uno studio esperto come Pandemic era lecito aspettarsi di più.

IA nemica

- Altro tallone d’Achille del titolo. Giocato anche a livelli difficili, i soldati nazisti risultano decisamente stupidi: il più delle volte li troverete a vagare sparando a caso. Mi è poi capitato nel corso dell’avventura di trovarmi quasi circondato da un gruppo di soldati che mi trivellavano di colpi ma che scalfivano in maniera irrisoria la vita del mio eroe.

Caricamenti

- Molto spesso l’azione di gioco è spezzata da frequenti, seppur brevi, caricamenti, che alla lunga risultano piuttosto fastidiosi.

Tiriamo le somme

The Saboteur presenta molti spunti positivi con diverse trovate originali, ma per via di una certa negligenza nella realizzazione tecnica da parte degli sviluppatori il titolo rimane nel limbo dei giochi riusciti a metà. Tuttavia consiglio almeno di provarlo: se sarete in grado di sorvolare sui problemi evidenziati, vi regalerà ore di sano divertimento.
7.5

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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