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Grand Theft Auto IV (GTA 4)
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Recensione - Grand Theft Auto IV (GTA 4)Xbox 360Game

A tre anni e mezzo di distanza dal precedente episodio, arriva finalmente il nuovo capitolo della saga di videogiochi più venduta al mondo: Grand Theft Auto IV promette di infrangere tutti i record di vendita, e di settare nuovi standard nel genere dei titoli a giocabilità aperta. Analizziamo insieme pregi e difetti della nuova opera degli scozzesi Rockstar North.



Se c'è una cosa che, negli ultimi tre episodi, ha sempre contraddistinto la serie di GTA, a parte il gameplay che ha influenzato e condizionato due intere generazioni videoludiche, è l'elevata caratterizzazione dei personaggi, sia i protagonisti che quelli secondari. Grand Theft Auto IV non fa eccezione, presentandoci un main character incredibilmente definito e realistico, lontano anni luce dagli stereotipi dei classici protagonisti videoludici. Niko Bellic non è bello, non è muscoloso, non è un buono, e non è il tipico eroe americano: è un immigrato serbo che ha visto e compiuto crudeltà di tutti i tipi durante la guerra dei Balcani, e che ha deciso di trasferirsi in America per ricominciare da zero, incoraggiato dalle lettere del cugino Roman, il quale gli racconta sempre di esser riuscito a vivere il sogno americano tra lusso e belle donne.

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Sesso e sangue a Liberty City
Il gioco inizia proprio con l'arrivo di Niko a Liberty City, a bordo di una nave mercantile (con una sequenza che riporta alla mente l'inizio di Shenmue 2). Non ci vuole però molto perché le speranze ed i buoni propositi del protagonista si infrangano sul muro della realtà: il cugino Roman non è infatti il riccone che diceva di essere, vive anzi in un appartamento fatiscente e si è indebitato con la malavita locale per mantenere la sua piccola impresa di taxi. Niko non riesce a non aiutarlo cercando di pagare i debiti utilizzando le abilità maturate in guerra, dapprima con piccoli lavoretti trovandosi sempre più risucchiato in una spirale di violenza che, quasi senza accorgersene, lo vede alle prese con pesci sempre più grossi della criminalità organizzata di Liberty City. E come se questo non bastasse, ci si mette anche il ritorno di alcuni fantasmi del suo passato a peggiorare le cose.

La storia di Grand Theft Auto IV è uno dei tanti pregi, forse il maggiore, del titolo Rockstar: durante la nostra avventura entreremo in contatto con personaggi estremamente interessati, le cui strade apparentemente isolate finiscono per incrociarsi realizzando una trama degna delle migliori crime-stories hollywoodiane. E degno dell'industria cinematografica è anche il modo in cui tali vicende vengono narrate, con sequenze di intermezzo dall'ottima regia e splendidamente recitate dai personaggi virtuali del gioco. Se c'è un titolo che può dimostrare come il videogioco sia un mezzo narrativo all'altezza di quello cinematografico, quello è proprio GTA IV.

Purtroppo, e qui iniziamo ad affrontare anche i difetti del titolo, per noi italiani l'esperienza è parzialmente rovinata dall'assenza di doppiaggio nella nostra lingua: per tutta la durata del gioco siamo costantemente distratti dalla lettura dei sottotitoli, operazione resa inoltre più difficoltosa dalla ridotta grandezza dei caratteri utilizzati. Ovviamente la cosa riguarda più chi ha poca dimestichezza con l'inglese parlato, ma anche gli anglofoni più navigati potrebbero avere problemi a comprendere i molti slang ed accenti utilizzati, visto che spesso sentiremo parlare individui di varie etnie, compreso lo stesso Niko. La lettura dei sottotitoli è un problema sia durante le sequenze di intermezzo, perché ci distrae dalla recitazione dei personaggi, ma lo è ancor maggiormente quando i colloqui avvengono mentre guidiamo la macchina: è quasi impossibile essere concentrati sulla strada, controllare la mappa in basso a sinistra e contemporaneamente gettare l'occhio nella parte bassa dello schermo per capire quello che si stanno dicendo i personaggi. Senza considerare poi che le voci dei passanti, quelle degli speaker alla radio ed altre meno legate alla storia non hanno neanche i sottotitoli. In Italia abbiamo la migliore industria del doppiaggio cinematografico del mondo, ed è semplicemente ingiustificabile che un titolo così importante e che farà guadagnare montagne di soldi ai suoi produttori non venga tradotto nella nostra lingua, sottraendo molto all'esperienza ed all'immersività complessiva.


La città della libertà
La struttura di gioco di Grand Theft Auto IV è basilarmente la stessa che abbiamo imparato ad apprezzare nei precedenti episodi della serie, con miglioramenti mirati nei comparti che in passato hanno ricevuto le maggiori critiche. Man mano che la storia si dipana, sulla mappa di Liberty City viene segnalata la posizione dei personaggi principali con i quali possiamo interagire, e recandoci da loro si attivano le missioni relative, tutte accompagnate da una sequenza animata iniziale in cui tali personaggi ci spiegano background e scopo della missione. La città è immensa, completamente esplorabile (eccezion fatta per le aree inizialmente chiuse da posti di blocco della polizia, che si apriranno con il prosieguo della storia), e le missioni ne tengono conto per offrirci una esperienza di gioco più variegata possibile. Ecco quindi che ci troveremo ad inseguire o seminare qualcuno in auto o moto, assaltare edifici pieni di criminali o poliziotti, fuggire dalla polizia, effettuare inseguimenti in barca o elicottero, fino alle missioni più improbabili come fingerci Gay per adescare la nostra vittima o inseguire in auto un treno sul quale viaggia l'obiettivo della nostra missione. Per ogni obiettivo sta a noi inventare il modo migliore per affrontarlo: rubare il mezzo più adatto per un inseguimento, presentarci con le armi giuste ed adottare la strategia più sicura. Se ad esempio ci viene chiesto di far fuori un capobanda in un edificio pieno di suoi scagnozzi, potremmo entrare dentro e far fuori tutti alla Rambo, oppure potremmo accorgerci che costui è visibile dalla strada, quindi ucciderlo dalla distanza con un fucile da cecchino risulta molto più sicuro. Ancora, se dopo un colpo in un edificio ci troviamo alle calcagna volanti della polizia ed elicotteri senza riuscire a divincolarci, potremmo decidere di lanciarci a piedi in una stazione della metropolitana nascondendoci nell'oscurità dei tunnel per far perdere le nostre tracce.

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Descrivere tutti gli elementi del gameplay del titolo sarebbe un'impresa titanica, ma non si può non accennare a quelli che ci vedranno impegnati per la maggior parte del tempo: i combattimenti e la guida dei veicoli. La maggior parte delle missioni richiedono che, prima di entrare nel vivo dell'azione, ci spostiamo da un punto all'altro della città, e molte di queste includono anche sezioni di inseguimento o fuga, quindi passeremo molto tempo al volante. Gli sviluppatori ci facilitano il compito di orientarci per la città sia offrendoci una mappa dettagliata delle strade, sulla quale è attivo anche un sistema GPS che ci indica sempre la via migliore e "legale", quindi evitando contromano e zone pedonali, per raggiungere il nostro obiettivo. Possiamo rubare tutte le auto e moto che troviamo sia parcheggiate che circolanti, con la possibilità di controllarle sia con visuale in terza persona che con vista dal cofano. Il modello di guida risulta troppo "estremizzato" per i nostri gusti: i veicoli risultano eccessivamente leggeri e "molleggiati", finendo per rovesciarsi anche in seguito ad urti minimi, ed inoltre le capacità di frenata sono sempre insoddisfacenti, indipendentemente dal tipo di veicolo che si sta guidando, cosa che ci fa spesso finire "lunghi" sulle curve, soprattutto quando si stanno conducendo inseguimenti concitati, col rischio di farci perdere l'obiettivo. Si tratta comunque di un difetto marginale e compensabile con l'esperienza: rende gli inseguimenti leggermente frustranti costringendoci a ripetere le missioni al minimo errore, ma non influisce pesantemente sull'esperienza di gioco complessiva. Peraltro Liberty City ci offre anche la possibilità di viaggiare da un punto all'altro della città senza perdere tempo guidando: possiamo infatti prendere un taxi o un treno della metropolitana per spostarci velocemente, al costo di qualche dollaro, e con la possibilità di goderci tutto il viaggio guardando i dintorni oppure di arrivare direttamente a destinazione.

Se la guida ci ha lasciato un po’ l'amaro in bocca, si sono fatti invece grandi progressi nelle fasi di combattimento con armi da fuoco: attingendo a piene mani dall'insegnamento di Gears of War, gli sviluppatori hanno inserito un sistema di copertura per rendere le sparatore più tattiche e durature, associandolo ad un sistema di mira che ci permette di lockare oppure mirare liberamente ai nemici a seconda di quanto si prema il grilletto sinistro del joypad. Le sparatorie risultano così molto divertenti ed avvincenti, ma non necessariamente facili: Niko è infatti estremamente vulnerabile e bastano pochi colpi per metterlo a terra, quindi è necessario sfruttare bene i ripari e magari presentarsi agli scontri più difficili con un bel giubbotto antiproiettile ed armi adeguate alla situazione, il tutto acquistabile nei negozi d'armi della città. In caso di morte, la missione attuale si interrompe e ci svegliamo fuori un ospedale, con qualche dollaro in meno per via delle spese mediche. Fortunatamente questo non causa la perdita delle nostre armi, così non dovremo rifornirci di nuovo ogni volta.

Grande novità di questo episodio è poi il cellulare del protagonista, vero e proprio "assistente di gioco" tramite il quale potremo ricevere telefonate dai nostri contatti, SMS con indicazioni sulle nostre missioni e chiamare gli altri personaggi per organizzare appuntamenti anche amorosi. In pratica parte della storia ci viene narrata anche tramite le comunicazioni che abbiamo via telefonino tra una missione e l'altra, così da rendere più verosimili i rapporti con gli altri personaggi. Quando falliamo una missione, poi, ci arriva un SMS che ci chiede se vogliamo rieseguirla, ed in tal caso veniamo automaticamente trasportati all'inizio della stessa: una bella comodità che ci evita frustranti perdite di tempo.

Ovviamente le possibilità offerte dal gioco non si fermano qui: Liberty City è una città enorme e gli sviluppatori l'hanno farcita di attività interessanti, citazioni e punti d'interesse, con una cura che ha del maniacale. Basti pensare che ci sono degli Internet Point in cui poter navigare siti, leggere le notizie della città, cercare l'anima gemella, ricevere mail, scaricare suonerie e sfondi per il cellulare e molto altro. Non mancano poi le attività secondarie alla storia principale: vari personaggi ci offriranno lavori per guadagnare soldi extra, utili anche per prolungare l'esperienza di gioco. Non che ve ne fosse bisogno, visto che solo seguendo le missioni della storia si va tranquillamente oltre le 40 ore di divertimento.

In definitiva, il gioco offre un gameplay avvincente e coinvolgente, tanto che vi troverete per ore incollati al joypad senza riuscire a staccare, oppure vi troverete ad aspettare impazienti il momento in cui potrete di nuovo immergervi in Liberty City per proseguire la storia o semplicemente esplorare e svolgere attività secondarie.

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Luci e ombre di Liberty City
Dal punto della realizzazione tecnica, il nuovo titolo Rockstar mostra punti di assoluta eccellenza insieme a compromessi probabilmente inevitabili: ottima la quasi totale assenza di tempi di caricamento e, quando presenti (all'inizio di una missione o quando si salta da una parte all'altra della città in taxi), sono talmente brevi da risultare trascurabili. Tranne che per il primo caricamento di inizio gioco, possiamo esplorare tutta la città senza la minima pausa, anche quando entriamo all'interno dei palazzi (ma sono pochi quelli che ce lo permettono). Osservare la città dai punti più panoramici poi ci offre visuali mozzafiato, mostrando edifici anche lontanissimi. Non possiamo certo dirci stupiti di ciò, visto che già titoli come Crackdown avevano raggiunto simili obiettivi, ma visto l'elevato livello di dettaglio messo nelle ambientazioni, si tratta decisamente di un risultato eccellente.

Ottima anche l'illuminazione dinamica di tutti gli ambienti, che permette un completo ciclo giorno/notte con tanto di temporali occasionali. Grandiose le animazioni dei personaggi, sia durante le scene di intermezzo, con una vera e propria recitazione virtuale, sia durante il gioco, quando il nuovo motore Euphoria entra in azione simulando in tempo reale il comportamento di tutti i personaggi quando vengono urtati, investiti, colpiti e così via. Con piccoli colpi di classe come ad esempio i guidatori delle auto che s'accasciano sul volante e sul pedale dell'acceleratore quando uccisi, trasformandosi in proiettili di metallo che travolgono tutto ciò che hanno davanti, oppure il barcollare di personaggi feriti o ubriachi.

Non ci soddisfa molto invece la realizzazione poligonale dei personaggi, spesso spigolosi, così come le texture che un po’ ovunque oscillano dalla bassa alla media qualità, rovinando un po’ il lavoro certosino fatto dagli sviluppatori per riempire la città di dettagli. Il motore grafico poi non sempre riesce a tenere il passo, e notiamo nelle situazioni più affollate cali di frame-rate anche notevoli, mentre correndo per le strade può capitare non di rado di scorgere oggetti, alberi o anche interi palazzi sbucare dal nulla. Purtroppo problemi come questi non permettono al gioco di raggiungere il massimo dei voti nel comparto grafico.

Sul fronte audio abbiamo già avuto modo di lamentare l'assenza del parlato in italiano, fattore che sottrae immersività ed a nostro avvisto sicuramente penalizzante. Per il resto il sonoro si dimostra eccellente, con ottimi effetti sonori ma soprattutto una splendida selezione di stazioni radio, ascoltabili quando si è in macchina o in moto, con pezzi memorabili appartenenti a tutti i generi musicali. I rumori ambientali della città sono poi riprodotti in maniera pregevole, a seconda dell'orario e del luogo un cui ci si trova. Provate a trovarvi in riva al mare la mattina presto, al levarsi del sole, e sentirete che con la comparsa delle prime luci il rumore del mare sarà coperto dai versi dei gabbiani: davvero evocativo.


Quando l'illegalità entra in rete*
Se il gioco in singolo ci ha proposto meccaniche simili a quelle conosciute, seppur con vistosi miglioramenti, la vera rivoluzione di questo capitolo di GTA è il supporto al multiplayer online: e non si tratta di modalità inserite tanto per fare presenza, come a volte accade in altri titoli, ma di qualcosa capace di tener testa anche a più gettonati titoli online del momento. Senza passare per noiose lobby o menù, le modalità online di Grand Theft Auto IV sono accessibili direttamente dal cellulare di Niko, selezionando l'apposita voce Multiplayer sulla sua interfaccia. Potremo così creare o partecipare a partite con un massimo di sedici giocatori, con la possibilità di spaziare per tutta Liberty City, sia in modalità con obiettivi precisi che anche in modalità libera, girovagando senza una meta o creando nuovi stimoli di divertimento con i nostri amici. Sul telefonino appare inoltre un'opzione attraverso la quale potremo decidere se prendere il controllo di un personaggio preimpostato, tra cui un poliziotto, un teppista, un evaso o un ragazzino alle prime armi, oppure se personalizzare il nostro alter ego tramite un essenziale editor. Certo, le possibilità di personalizzazione non sono ai livelli eccelsi di altre produzioni, ma abbiamo comunque molte possibilità; possiamo scegliere se vestire i panni o di un uomo o di una donna, definirne l’aspetto del viso, il pool genico e vari indumenti come cappellini, occhiali, maglie e pantaloni.

Nelle molte partite online giocate (principalmente con italiani) il lag è stato praticamente inesistente, il motore del gioco gira fluido anche nei momenti di azione più concitata, e soprattutto le modalità presenti sono molte e divertentissime. Non mancano modalità classiche come Deathmatch a squadre, Corsa a Liberty City e Tutti contro tutti, ma le vere novità di questa esperienza “illegale” online sono Hangman’s Noose, Mafiya Works e Modalità Libera. Nella prima fronteggeremo un’intera banda per portare in salvo un personaggio, mentre nella seconda dovremo giocare ad una sorta di story mode con obbiettivi vari. In Modalità libera, invece, non saremo legati da alcun vincolo di missioni e potremo girovagare per le strade senza meta, salire sui terrazzi dei palazzi per cecchinare le bande rivali, pilotare elicotteri e compiere chissà quante altre azioni nella città dei nostri sogni, dove il peccato è legge. Per porvi l’esempio di quanto soddisfacente può essere “vivere” in Liberty City, vi raccontiamo di come durante una partita online fra le varie scorribande, ad un certo punto della serata, ci siamo ritrovati a chiacchierare in chat vocale con gli amici della stanza scendendo dalle nostre auto o moto e proseguendo a piedi per le strade, come farebbe un gruppo di amici a passeggio dopo una pizza. Lo scopo dei ragazzi di Rockstar era quello di farci integrare in una città verosimile per creare la nostra community, e possiamo dire che vi sono riusciti appieno.

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Un gioco speciale
In conclusione, non c'è molto da aggiungere se non che Grand Theft Auto IV si è dimostrato davvero un gioco speciale, sotto tutti i punti di vista: una storia superlativa e con una narrazione all'altezza delle migliori produzioni cinematografiche, azione varie e divertente, completa libertà di scelta per il giocatore e tantissimi episodi che ci faranno meravigliare, sorridere o ci sorprenderanno in modi inaspettati. Siamo di fronte ad un gioco che fa moltissime cose e le fa quasi tutte bene, ad eccezione di qualche scivolone che passa facilmente in secondo piano. Non ci è andata giù l'assenza di doppiaggio in italiano e questo penalizza il giudizio finale, ma per il resto è indubbio che siamo di fronte ad un vero capolavoro videoludico. Consigliatissimo a tutti: da comprare ad occhi chiusi, se siete tra i pochi che non l'hanno ancora fatto.


*Approfondimento della componente multiplayer a cura di Valentina
9.6

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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