MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Army of Two
copertina

Recensione - Army of TwoXbox 360Game

Army of Two nacque in casa EA un paio d'anni fa con il solo scopo di sviluppare un gioco avente come punto di forza la cooperatività tra due giocatori. Dopo lunghi mesi di attesa e parecchi rinvii dovuti ad alcune critiche mosse al titolo soprattuto per quanto riguardava la qualità, che secondo molti non era al passo con i giochi di nuova generazione usciti negli ultimi mesi, EA riesce finalmente a mettere sugli scaffali uno degli shooters più attesi dell'anno. Massima e innovativa cooperazione, ottima IA e puro divertimento, questa è la formula che gli sviluppatori hanno utilizzato per descrivere il loro nuovo lavoro. Saranno state mantenute le promesse? Scopriamolo.



In Army of Two saremo chiamati a impersonare Tyson Rios e Elliot Salem, degli ex-Rangers arruolati ora nella SSC, Strategy and Security Corporation, una sorta di agenzia per soldati mercenari altamente addestrati a cavarsela in situazioni critiche, con il solo scopo di ottenere profitti. La storyline presentata riprende eventi terroristici reali come l'attacco alle torri gemelle e ne inserisce di nuovi completamente inventati per rappresentare un mondo colpito da numerose guerre che i "comuni" eserciti non riescono più a controllare, ed è per questo che si cerca sempre di più di fare affidamento su queste società di mercenari che assicurano minime perdite di uomini e risultati ottimi. Ovviamente non c'è niente che un mercenario faccia senza il dovuto compenso, quindi ogni obiettivo raggiunto ed ogni informazione aggiuntiva recuperata sarà prontamente pagata andando a gonfiare il nostro conto in banca.

  • img
  • img
  • img


In questa storyline, che non fa certo dell'innovazione il suo cavallo di battaglia, viene però inserita l'idea del combattere per soldi, di raggiungere gli obiettivi non per il solo scopo di diventare degli eroi, ma solo per poter ottenere dollari da spendere al termine di ogni missione dove una schermata ci darà la possibilità di entrare in un negozio virtuale per acquistare armi di tutti i tipi e particolari tipi di maschere o protezioni per personalizzare al meglio la nostra macchina da guerra. Iraq, Somalia, Cina: ovunque ci sia bisogno di fronteggiare possibili minacce terroristiche, ecco che i nostri due mercenari saranno subito paracadutati nel mezzo dell'azione, abbandonati a sè stessi direttamente sul campo di battaglia, circondati da decine e decine di nemici di ogni tipo, dai soldati semplici, ai kamikaze, ai soldati corazzati, e solo collaborando tra loro potranno riuscire a raggiungere tutti gli obiettivi e uscirne sani e salvi.

Army of Two si presenta come uno sparatutto in terza persona stile Gears of War, da cui riprende le meccaniche di copertura, capriole e azioni corpo a corpo. Al di là però delle meccaniche ormai classiche dei TPS di nuova generazione, AoT si focalizza non tanto sull'azione, quanto sulla cooperazione attraverso alcune innovazioni che EA ha inserito per rendere unico il proprio titolo. Gli scontri a difficoltà più elevate possono risultare anche molto difficili se non affrontati nella giusta maniera, e soprattutto rendono quasi indispensabili le numerose coperture presenti nei vari scenari. Accucciarsi dietro una copertura non basta per primeggiare, ed è qui che entra in campo il sistema escogitato dagli sviluppatori, denominato “Aggro”, che consiste nel far attirare l’attenzione degli avversari su uno dei due protagonisti, in modo da rendere l’altro libero di colpirli alle spalle. L’“Aggro Meter”, indicatore inserito nella parte superiore dello schermo, indica la concentrazione di fuoco dei nemici, sottolineata oltretutto dal bagliore rossastro che si sprigiona da chi dei due è particolarmente bersagliato, e dalla semitrasparenza che avvolge chi non lo è. Questa funzione, per certi versi neanche troppo innovativa, rende però l'idea di quanto sia indispensabile la collaborazione. Le altre innovazioni introdotte dal gioco sono senz’altro meno influenti, come ad esempio il tiro combinato, cioè la possibilità di sincronizzare i colpi con il fucile da cecchino, abilità tranquillamente trascurabile e ben poco utile.

In Army of Two ogni livello è pensato per essere affrontato in due; porte da aprire che richiedono la forza di entrambi per essere sfondate, muri da scavalcare con l'aiuto del compagno, oppure barche o mezzi da guidare mentre l'altro si occupa di sparare con la mitragliatrice. A parte però queste azioni combinate, il livello di cooperazione del titolo non fa gridare al miracolo, i personaggi si limitano a darsi pacche e anche il tiro da cecchino combinato torna utile raramente durante il gioco. L'unica cosa davvero utile è il soccorso al compagno caduto, che può essere trascinato al sicuro e curato con calma.

  • img
  • img
  • img


A questo punto molti si chiederanno se sia possibile giocare a Army of Two anche senza un amico reale al proprio fianco o senza una connessione a Xbox Live: ebbene si, il nostro compagno virtuale ci accompagnerà nelle missioni giocando in modalità single player, guidato da una IA di nuova generazione. Provando Army of Two ci si rende subito conto di quanto sforzo sia stato fatto in questo senso, il nostro compagno infatti reagisce in modo molto intelligente, cercando coperture, facendo fuoco di soppressione e muovendosi senza rischiare di rimanere bloccato dai numerosi ostacoli presenti negli scenari. EA ci mette a disposizione pochi semplici comandi per guidare i movimenti del nostro compagno virtuale, attivabili tramite il d-pad del controller, che ci permettono di richiamarlo e ordinargli azioni come il seguirci, ripararsi o l'andare all'attacco. L'IA infatti è sembrata in grado di adattarsi perfettamente allo stile del giocatore, muovendosi molto rapidamente quando necessario, ma essendo anche in grado di trovare coperture e portare soccorso nei momenti di difficoltà. Davvero un ottimo lavoro da questo punto di vista, che si è invece visto solo in parte per quanto riguarda l'IA nemica; i nemici sono infatti molto abili nel muoversi e coprirsi rendendo più tattici gli scontri, però si sono dimostrati limitati in alcuni spostamenti correndo per la mappa spesso dandoci ingenuamente la schiena e diventando così bersagli facili, incapaci peraltro di fronteggiare adeguatamente i nostri tentativi di accerchiamento. L'abilità "Aggro" precedentemente descritta, si è infatti rivelata nella maggior parte dei casi fin troppo riuscita, tanto che se uno dei due protagonisti riesce a focalizzare l'attenzione su di sè, l'altro può muoversi praticamente in totale libertà per la mappa, tanto da attaccare quasi frontalmente i nemici che appaiono improvvisamente ciechi e non in grado di valutare la minaccia incombente.

A parte però questi deficit, il gioco è ben bilanciato e anche i nemici sono molto ben disposti sul campo di battaglia; più di una volta abbiamo concentrato il nostro fuoco su un nemico corazzato, facendoci magari prendere alle spalle da altri soldati sbucati da diverse direzioni, questo per dire che l'azione non è del tutto scontata e i nemici possono saltare fuori da diverse posizioni, sfruttando anche la loro buona abilità nel coprirsi e nello spostarsi cercando sempre di coglierci di sorpresa.


La libertà di azione, come per la maggior parte dei titoli del genere, è limitata al seguire determinate vie, indicate da una apposita linea arancione che appare una volta premuto il tasto “select”. Questo pulsante attiva infatti la funzione GPS che, oltre a indicarci la via da seguire, ci indica anche gli obiettivi e i punti in cui è possibile interagire per superare gli ostacoli. Tra le note dolenti, c'è da segnalare la sistemazione delle coperture che come in Gears of War, sembrano inserite apposta dai programmatori per fornirci un riparo e poco "naturali". Blocchi di roccia in mezzo alla strada o portiere delle auto utilizzabili come scudo non sembrano mai capitare per caso, ma sembrano situati in punti pilotati.

Tra le cose positive da segnalare c’è la possibilità di potenziare il proprio arsenale attraverso una finestra alla quale si potrà accedere al termine di ogni missione, e che ci permette di modificare o acquistare nuove armi spendendo i soldi guadagnati attraverso il raggiungimento degli obiettivi. Il titolo è strutturato in sei missioni, che in tutto assicurano circa 6-8 ore di gioco a livelli di difficoltà medio/alti.

Il lato multiplayer del titolo è piuttosto trascurato, con solo quattro scenari disponibili e poche modalità di gioco, tra l'altro tutte molto simili, che cercano di mantenere l'aspetto cooperativo anche in modalità Versus. E' possibile organizzare una partita selezionando fra tre modalità (due classiche ed una a obiettivi), in ognuna delle quali si scontrano squadre di due giocatori con il compito di affrontare i vari obiettivi che verranno presentati durante il gioco. Il tutto però è reso complicato dalla possibilità di scontro sia contro la squadra rivale, sia contro i numerosi personaggi guidati dalla CPU sparsi per le mappe che non vedono l'ora di scaricarci addosso i loro caricatori. Sinceramente le modalità multiplayer di questo titolo ci sono sembrate parecchio pasticciate, e il sistema di puntamento non viene sicuramente incontro ai giocatori meno esperti, un po' perchè, a differenza di Gears of War, la mira soffre della classica tendenza a scomporsi quando si usano armi automatiche, un po' perchè tra i nemici della squadra avversaria, i vari boss da uccidere e i terroristi guidati dalla CPU sparsi a caso per la mappa, si rischia di far molta confusione.

Soprattutto il fatto che molte partite siano minate dal lag rischierà di limitare irrimediabilmente l’entusiasmo per queste modalità. Inoltre la fretta di dover ottenere gli obiettivi prima della squadra rivale impedisce un qualsiasi tipo di approccio tattico, rendendo quasi inutile la cooperazione tra i compagni di squadra, che si riduce praticamente al solo rianimare il compagno steso a terra. Se a tutto questo aggiungiamo anche una scarsa cura nella costruzione dell’ambiente e delle mappe, otteniamo un multiplayer molto poco interessante e decisamente approssimativo.

Dal punto di vista grafico, Army of Two si assesta su un livello medio-alto, dove più che la qualità grafica si segnala la poca varietà nella costruzione delle mappe e la scarsa distruttibilità ambientale, che se già ai tempi di GoW aveva fatto discutere, ancor più lo fa ora dopo aver provato la fisica e la perforabilità dei materiali di Call of Duty 4. E' diventato frustrante sparare a un nemico sistemato dietro una grata e vedere che nonostante questa sia praticamente aperta i proiettili non infliggano alcun tipo di danno. Sono dettagli che i programmatori non hanno fatto in tempo a sistemare e che minano pesantemente il giudizio su un titolo che probabilmente avrebbe dovuto essere presentato almeno un anno fa.

Il comparto sonoro è buono, le musiche di sottofondo accompagnano bene il titolo e gli effetti sonori sono discretamente riprodotti, anche il doppiaggio è di ottimo livello, cosa al giorno d’oggi mai scontata.

  • img
  • img
  • img


Concludendo, potremmo dire che Army of Two esce nel periodo sbagliato: un anno fa avremmo parlato di un ottimo gioco, ma ad oggi sono usciti numerosi titoli importanti che hanno portato innovazioni tecniche non più trascurabili, anche per quel che riguarda il gioco in cooperativa. Army of Two dà l’impressione di un già visto, e ricalca le meccaniche di Gears of War sotto troppi punti di vista, trascurando però alcuni punti di forza come il gioco online e caricandosi di molti dei difetti del titolo come la mancanza di perforabilità dei materiali. La cooperazione riesce a essere un punto di forza del gioco solo se lo si gioca in compagnia di un amico, sia in locale che su Xbox Live. Per il resto, nonostante un’IA di buon livello, non si respira aria di nuovo. Le poche idee inserite sono spesso poco utili e piuttosto pilotate. La longevità del titolo è bassa, ed inoltre aggravata da delle modalità multiplayer trascurate e senza fantasia che non saranno facilmente apprezzate dai più. Quello che ci resta è un discreto sparatutto con una trama abbastanza insipida e una cura delle ambientazioni piuttosto approssimativa, incapace di farsi apprezzare se non dagli amanti del genere, che però non potranno non storcere il naso per via della grande attesa non ripagata da un degno risultato finale.
7.2

c Commenti

copertina

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...