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Gears of War
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Recensione - Gears of WarXbox 360Game

Dopo una grande attesa e quintali di hype, arriva finalmente la prima vera Killer Application di Xbox 360, un gioco capace di mettere d'accordo tutta la critica ed in grado di lasciare sbalorditi tutti coloro che lo provano. Insomma, il tanto atteso Halo della nuova generazione. Scopriamo insieme pregi e difetti del nuovo Re, Gears of War.



E' il Giorno dell'Emersione
Dopo anni di battaglie per il controllo di una fonte energetica vitale trovata nel sottosuolo del pianeta, la popolazione di Sera sembrava aver finalmente raggiunto un'epoca di pace e prosperità, con il fiorire di nuove città intrise di cultura e saggezza. Gli abitanti del pianeta vivevano un sogno utopico, destinato ad essere infranto quando le Locuste, una razza dormiente nelle profondità del pianeta, decisero di attaccare la superficie sbucando contemporaneamente dal suolo all'interno di tutte le città, in quello che divenne tristemente noto come il Giorno dell'Emersione. In seguito a questo evento, gli abitanti del pianeta non trovarono altro modo per combattere le Locuste che trincerarsi nell'unico luogo sicuro: l'altopiano di Jacinto, protetto da un duro strato di granito sotto la superficie, distruggendo tutte le altre città per evitare che le Locuste potessero impossessarsene. Ma la speranza di liberarsi dalla minaccia degli abitanti del sottosuolo non si è mai spenta.

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Gears of War ha inizio con l'attacco delle Locuste ad una prigione di Jacinto nella quale Marcus Fenix, il protagonista del gioco, è rinchiuso per aver disobbedito agli ordini dei suoi superiori ed aver cercato - invano - di salvare il padre la cui casa era sotto attacco da parte dei nemici. Prendiamo il controllo di Marcus nel momento in cui viene liberato da un ex compagno di squadra: un uomo in più fa sempre comodo per fronteggiare l'attacco. Dopo un breve filmato introduttivo, scopriamo subito una delle caratteristiche del gioco: i percorsi multipli. Usciti dalla cella veniamo posti davanti ad un bivio, con la domanda di quale percorso seguire: buttarci subito nella mischia oppure passare per un percorso più sicuro che servirà da addestramento per apprendere tutti i meccanismi del gioco. In seguito capiterà in altre occasioni di dover scegliere quale strada prendere tra due diversi percorsi: un buon motivo per rigiocare GOW una volta terminato, così da poter esplorare i percorsi esclusi in precedenza.


Parola d'ordine: semplicità
Sin dall'inizio impariamo ad utilizzare i meccanismi di gioco che utilizzeremo per tutta la durata della campagna multigiocatore, denominata "Battaglia" e composta di 5 "atti" ognuno dei quali diviso in più sottocapitoli. Sin dai primi momenti è evidente che lo scopo degli sviluppatori ed in primis del designer di GOW, Cliff "CliffyB" Bleszinski era quello di realizzare un sistema di controllo estremamente semplice ed intuitivo: la visuale è in terza persona ma possiamo spostare Marcus e mirare sui nemici come in qualsiasi FPS, con il grilletto destro si spara ed il pulsante più usato di tutti è il tasto A. Tutti i livelli di Gears of War sono strutturati in modo da fornire molti ripari dal fuoco nemico (dopotutto siamo in un mondo distrutto dai suoi stessi abitanti, quindi troviamo macerie e rovine ovunque), e su questo è incentrata tutta la giocabilità: utilizzando il tasto A vicino ad un riparo possiamo infatti "agganciarlo" rimanendo al sicuro dal fuoco che proviene dall'altra parte, e da questa posizione possiamo sporgerci per sparare e nasconderci di nuovo oppure saltare velocemente verso un altro riparo vicino. Il tasto A viene utilizzato inoltre anche per la corsa, in modo da attraversare velocemente delle aree scoperte e raggiungere un riparo lontano. L'effetto della corsa è reso splendidamente, con la telecamera che balla alle spalle di Marcus. Il gioco quindi scorre splendidamente, anche se ogni tanto non manca qualche problema: a volte può capitare di non riuscire ad agganciare un riparo rimanendo esposti al fuoco nemico il tempo che basta per essere fatti fuori, oppure che un nemico scavalchi il muretto al quale ci siamo riparati e che non riusciamo a sganciarci e reagire abbastanza velocemente, finendo vittima dei suoi colpi.

Durante le battaglie non siamo da soli ma avremo sempre dei compagni di squadra a coprirci le spalle: questi potranno tenere occupate le Locuste mentre noi cerchiamo magari di aggirarle o di colpirle da una posizione migliore. E' anche possibile impartire ai compagni dei semplici comandi come raggrupparsi, attaccare e cessare il fuoco, ma durante tutto il gioco non è mai servito usarli. Una cosa importante è invece imparare a soccorrere i nostri amici quando vengono colpiti mortalmente: non moriranno mai definitivamente ma rimarranno a terra senza poterci aiutare finché non corriamo da loro a ravvivarli premendo il tasto X. Per quanto riguarda invece Marcus, la sua energia vitale è gestita con il sistema a "ricarica" che è stato reso ormai popolarissimo da Halo: man mano che si subiscono i colpi del nemico, si forma sullo schermo un teschio rosso sempre più intenso, ad indicare la gravità della situazione. Bisognerà quindi ripararsi ed aspettare per qualche secondo che il teschio svanisca, il che significa che la salute è di nuovo ok. Se invece si prendono troppi colpi, Marcus muore e si ricomincia dall'ultimo checkpoint.

Una menzione la meritano anche le armi: mantenendo il paradigma della semplicità, gli sviluppatori non ne hanno inserito moltissime. Senza rovinarvi la sorpresa per quelle più "particolari", vi basti sapere che potrete usare mitra, uno dei quali dotato di una baionetta a motosega per sventrare i nemici nel combattimento corpo a corpo, pistole da usare solo nei momenti di estrema necessità, e fucili a pompa e da cecchino. Marcus può trasportare solo tre armi di cui una deve essere una pistola, quindi sarà importante selezionare quelle più adatte tra quelle che si trovano in giro per i livelli. Ogni arma ha un certo numero di colpi a disposizione, e per ricaricarla è necessario un certo tempo: è però presente un meccanismo chiamato "ricarica attiva" che vi permetterà di ricaricare più velocemente se riuscirete a premere il pulsante destro del joypad in un certo momento: se vi riuscirete, i vostri colpi saranno anche più potenti, ma se fallirete la ricarica ci metterà ancora di più, mentre Marcus cercherà di disinceppare, imprecando, l'arma.

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GOW è quindi una sorta di grande nascondino bellico, in cui vince chi riesce a sfruttare al meglio i ripari. Il rischio maggiore di un simile approccio è che il gameplay possa velocemente noioso, ma fortunatamente si tratta di un rischio assolutamente scongiurato: tutte le battaglie sono realizzato in modo che offrano sempre nuovi elementi e nuove sfide, e l'interesse del giocatore è quindi sempre tenuto vivo. Vi capiterà di combattere su treni in corsa, a bordo di un veicolo militare (fase purtroppo non molto riuscita), su montacarichi in movimento all'interno di un complesso industriale, di scappare da bestioni di due metri, esplorare vicoli infestati da dei pipistrelloni killer che odiano la luce e così via: insomma la varietà non manca, sia nelle ambientazioni che nelle situazioni affrontate. Una volta iniziato a giocare vi sarà difficile smettere, perchè la storia ed il modo in cui sono raccontanti gli eventi rendono l'esperienza estremamente assuefante.

L'unico vero problema del gioco è purtroppo la scarsa lunghezza della campagna in singolo: a seconda del livello di difficoltà scelto, normale o difficile, potrà impegnarvi tra le 8 e le 12 ore. Sicuramente una volta terminato avrete diversi motivi per rigiocarlo: lo sblocco della modalità a massima difficoltà "Folle" per provare a fare sul serio, e la possibilità di giocare la storia in compagnia di un amico. Unito all'ottima modalità multigiocatore, questo mantiene la longevità a buoni livelli, ma ciò non toglie che, per un gioco che abbiamo atteso tanto, ci sarebbe piaciuta una storia almeno un 40% più lunga.


La bellezza della distruzione
In una delle tante interviste condotte prima del lancio del gioco, CliffyB ha affermato che uno dei motivi ispiratori per Gears of War era quello della "bellezza distrutta" (Destroyed Beauty): con questo ci si riferisce ai paesi dalle splendide architetture rovinate dalla devastazione della guerra. Come già accennato infatti durante tutto il gioco infatti esploreremo ambientazioni dallo stile post-atomico, con ruderi e macerie ovunque, ma i monumenti e gli edifici ancora in piedi ci fanno intravedere la bellezza architettonica di Sera prima del emersione delle Locuste. Le ambientazioni sono molto varie, si va da città disabitate ad impianti energetici a case decadenti che nulla avrebbero da invidiare alle ambientazioni di Resident Evil (e, come nella serie Capcom, non mancheranno i momenti di terrore).

Tutte le ambientazioni sono rese con un realismo ai massimi livelli: Gears of War mantiene la promessa di essere il gioco graficamente più sbalorditivo su Xbox 360, di quelli che si mostrano agli amici esclamando "guarda che roba!". Un modello di illuminazione perfetto, textures definitissime ed una cura maniacale per i più minuti dettagli rendono GOW una vera gioia per gli occhi: i personaggi sono poi resi come mai prima d'ora, con corpi animati perfettamente, corazze definitissime e dai metalli realistici e volti "veri", rugosi, rovinati e lontani anni luce dall'aspetto "lucido" propinato da molti titoli anche recenti. Per non parlare poi degli schizzi di sangue quando affettiamo un nemico con la motosega, l'esplosione della testa quando colpita da un colpo di precisione o il frantumarsi del corpo dopo un colpo di fucile ravvicinato: non a caso, GOW è sconsigliato ai minori di 18 anni. Vi ritroverete più volte a guardare intorno, con il mirino zoomato verso edifici, colonne o monumenti per ammirarne la bellezza ed i dettagli: ad oggi sicuramente la grafica più bella che si sia vista in un videogioco, per qualsiasi piattaforma.

Alla grandiosità grafica del gioco si affianca un sonoro di alto livello: la colonna sonora è in grado di accompagnare i momenti di gioco dando il giusto pathos, e tutti gli effetti sonori sono riprodotti magistralmente, anche se ci sarebbe piaciuto un po' più di realismo nel suono delle armi. La presenza del doppiaggio interamente in italiano completata l'opera: ascoltare i personaggi parlare tra loro ed i nemici imprecare nell'italico idioma aggiunge molto all'immersività. Chissà come mai le Locuste abbiano la stessa voce dei Covenant... che siano parenti?


Battaglia in compagnia
Un altro dei punti fermi di Gears of War sin dai primi momenti dello sviluppo era che doveva essere giocabile in cooperativa: il requisito è stato rispettato, e potrete infatti invitare un amico a giocare con voi sia sulla stessa console, a schermo condiviso, che via Xbox Live. Ospitando una partita in cooperativa potete portare avanti la storia principale con l'aiuto di un amico, e questo oltre che essere molto più divertente e rendere maggiormente rigiocabile il titolo, vi consente anche di chiedere un aiutino quando trovate troppo difficile qualche parte del gioco. Oltre alla cooperativa, GOW offre anche una componente multigiocatore estremamente solida: potrete partecipare a partite online a squadre massimo 8 giocatori, 4 contro 4, all'interno delle 10 mappe inserite dagli sviluppatori. A differenza di altri giochi più frenetici, in GOW il gioco di squadra è essenziale sia per coprirsi a vicenda che per evitare la morte propria o dei compagni. Infatti anche qui esiste il meccanismo della rianimazione: un compagno può ravvivare un altro morente, a meno che questo non venga raggiunto prima da un nemico che, schiacciandogli la testa con lo stivale, mette fine alla sua vita virtuale. Le modalità disponibili sono la Zona di Guerra, ossia il tipico deathmatch a squadre, Esecuzione, una variante della prima in cui i giocatori possono rianimarsi da soli premendo ripetutamente il pulsante A e l'Assassinio, in cui ogni squadra ha un giocatore che deve essere ucciso ed i compagni devono proteggerlo. Sia in cooperativa che in multigiocatore le partite filano quasi sempre abbastanza lisce senza particolari problemi di lag: ovviamente può capitare il giocatore con la connessione lenta, ma il codice del gioco riesce a gestire bene le connessioni standard.

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L'alba di una nuova era
Durante una conferenza londinese tenutasi nei mesi scorsi, il vice presidente di Epic Mark Rein affermò "la next generation inizierà quando lo dico io", alludendo all'uscita di Gears of War come il vero inizio della nuova generazione. Dopo aver ammirato e provato il gioco non sappiamo dargli torto: GOW si pone come la nuova pietra di paragone per tutti i futuri giochi di nuova generazione, mostrando cosa sia possibile fare con una console next-gen e soprattutto facendoci capire cosa dovremo aspettarci per i prossimi anni. Gears of War è una gioia per gli occhi, ha un gameplay intuitivo ed assuefante, è capace di instillarvi emozioni di stupore o terrore, vi farà ridere e giocare con i vostri amici. E' ancora presto per dire se possa essere il nuovo Halo, questo lo diranno le vendite, ma è sicuramente il nuovo gioco da avere.
9.4

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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