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img Call of Duty: Black Ops III
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Recensione - Call of Duty: Black Ops IIIXbox One Xbox 360Game (Xbox One)

Treyarch torna alla guida della saga FPS più venduta di sempre, forte stavolta di un periodo di sviluppo di tre anni e di una conoscenza ormai solida delle nuove console. Le innovazioni promesse in Call of Duty: Black Ops III sono tante, ma riusciranno a surclassare gli acclamati precedenti capitoli di Black Ops?

Il Gioco

Le vicende di Call of Duty: Black Ops III iniziano nel 2065, ben 40 anni dopo gli eventi di Black Ops II, ma i riferimenti ai capitoli precedenti sono ben pochi ed il gioco risulta quindi pienamente godibile anche dai neofiti della serie; tutto quello che serve sapere è che il futuro rappresentato nel titolo è una diretta conseguenza dell'attacco coi droni di Raul Menendez alla fine dell'ultimo capitolo. A questo seguì infatti una massiccia campagna di armamento antiaereo, riportando così il focus delle battaglie sui Black Ops, soldati addestratissimi dotati di tutte le migliori tecnologie sperimentali e inviati a risolvere le situazioni più scottanti.

E' con questa premessa che incontriamo il/la protagonista (è infatti possibile scegliere look e sesso del proprio personaggio) del gioco, oltre al comandante John Taylor (Christopher Meloni, il detective Stabler nel telefilm Law & Order), la soldatessa Sarah Hall (Katee Sackhoff, la Starbuck di Battlestar Galactica), Sean Douglas nel ruolo del nostro compagno di battaglia Jacob Hendricks e vari altri personaggi che animano una storia alquanto surreale e imprevedibile e che, per la prima volta nella storia di Call of Duty, è affrontabile in cooperativa fino a 4 persone, sia in locale che online, con il supporto allo split-screen per due giocatori che volendo possono unirsi ad altre persone online.

Il tutto inizia con una missione andata male, dove il nostro personaggio perde entrambe le braccia in seguito al sanguinario attacco di un'orda di robot ribelli; questo dà l'opportunità ai medici che ci curano di impiantarci, oltre a due braccia bioniche, anche un nuovissimo sistema neurale che ci permette di avere il pieno controllo del campo di battaglia, fornendoci informazioni in tempo reale sui nemici e consentendoci anche di poterli hackerare. Le nostre nuove abilità ci permettono inoltre di ottenere informazioni da qualsiasi dispositivo elettronico, persino da altre persone con impianti teconologici.

Il comandante Taylor accompagna quindi il protagonista in un percorso di riabilitazione virtuale, e quando finalmente torna sui veri campi di battaglia qualcosa è cambiato. Assieme al nostro compagno, il soldato Hendricks, partiamo alla ricerca della verità riguardo all'attacco dei robot indagando anche su un gravissimo attentato terroristico avvenuto in precedenza, e diventa presto palese che potrebbe essersi trattato di un atto di tradimento dall'interno. Da qui parte una bizzarra caccia alla spia in scenari di guerra surreali, dove ogni passo verso la verità è un colpo di scena (e al cuore) e dove la realtà si va sempre più a confondere con sogni e ricordi grazie all'impianto neurale capace di far vivere al protagonista i pensieri altrui, che risultano spesso molto astratti ed artisticamente provocanti. Un'autentica discesa nella follia più totale, con tanto di sorprendenti citazioni a precedenti capitoli di Call of Duty.

Ma le innovazioni tecnologiche introdotte in Call of Duty: Black Ops III non sono solo un elemento della trama: vanno anche a stravolgere il gameplay della serie, aggiungendo nuovi modi per vincere le battaglie. Il giocatore può infatti usufruire di una tuta Exo simile a quella vista in Advanced Warfare ma molto più controllata, cosa che fa letteralmente tornare Call of Duty con i piedi per terra. E' possibile scavalcare muri non troppi alti, correre su di essi e saltare abbastanza in alto così come fare delle scivolate di potenza, ma l'autonomia dei jet è ridotta e le spinte non sono mai eccessive, facendo sì che il combattimento rimanga comunque credibile e tattico piuttosto che uno svolazzare esagerato. Il nostro impianto neurale ci permette inoltre di usare la visione notturna e, cosa più importante, quella tattica che permette di individuare i nemici e la loro tipologia anche dietro ai muri, oltre a segnalare la posizione di granate o indicare quando un cecchino è pronto a colpirci. Una volta che ci si abitua ad avere questi strumenti a disposizione, è difficile farne a meno.

Troviamo poi anche uno stravolgimento rispetto alla natura da sempre molto lineare della serie: per raggiungere gli obiettivi delle missioni sono spesso disponibili almeno due o tre vie diverse, ognuna con i propri pericoli e insidie ma anche con diversi vantaggi tattici. Ad esempio, nel caso di una missione urbana sta a noi decidere se passare in mezzo alle stradine, correre da un edificio all'altro o addirittura passare per i tetti. Oltre a conferire un'ottima rigiocabilità alla storia, questo diventa interessante specialmente nella cooperativa dove appunto i diversi approcci possono essere affrontati dai giocatori andando così a coprire al meglio l'intero campo di battaglia. Questo non intacca comunque lo stile narrativo della serie, infatti cut-scene o sezioni scriptate sono sempre poste in punti di passaggio impossibili da evitare.

La novità principale nel gameplay della Campagna di Call of Duty: Black Ops III sta però nel sistema Cybercore. I giocatori possono infatti scegliere tra una serie di abilità da portarsi in battaglia che si dividono in tre categorie: Chaos per mandare i nemici in confusione e renderli incapaci di combattere, Control per disattivare o controllare le tecnologie nemiche e Martial per attacchi mirati a sorprendere gli avversari. Ognuna di queste categorie offre 6 abilità diverse che si potranno usare di volta in volta (ma con un tempo di ricarica tra un utilizzo e l'altro) e con ben due livelli di potenza sbloccabili proseguendo nella trama; questo ci mette di fatto a disposizione 36 abilità diverse tra loro, con la possibilità di averne 6 sempre con noi, permettendoci così di personalizzare le nostre strategie e lo stile di gioco. Una cosa che diventa fondamentale vista la mole di nemici e di pericoli da affrontare, specie nelle difficoltà alte: se Veterano l'avete trovato in passato una sfida che fa sudare, aspettate di provare Realistico, dove si muore con un singolo colpo.

Qualora si giochi in cooperativa, è possibile scegliere qualsiasi livello della storia, senza la necessità di aver finito quelli precedenti: questo serve ovviamente a favorire chi vuole giocare con gli amici e magari è rimasto indietro con la storia. Se si gioca da soli, invece, va ovviamente seguito l'ordine progressivo dei livelli nella storia. Davvero intrigante poi il Vault, la nostra base operativa sempre accessibile tra una missione e l'altra dove possiamo modificare i nostri armamenti, leggere le centinaia di pagine di storia e dettagli tecnici riguardanti il mondo di gioco, consultare i collezionabili raccolti e anche cimentarci in un'esperienza di realtà virtuale a punti per migliorare le nostre capacità di combattimento.

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La Campagna è ricca di suspance, esplosioni e varietà grazie anche a diverse sezioni veicolari; la trama è una delle più complesse viste finora nella storia di Call of Duty, con 3-4 sottotrame sovrapposte che al primo impatto si mostrano in un modo ma che man mano che procediamo acquisiscono nuovi significati grazie ad eclatanti colpi di scena. Tutto questo richiede circa 6-8 ore a difficoltà standard, ma la più grande sorpresa arriva dopo i titoli di coda. C'è infatti una seconda Campagna, resa nota solo negli ultimi giorni, chiamata Nightmares. Si tratta essenzialmente di una rivisitazione dei livelli della storia che hanno subito però... un'apocalisse zombie.

Non pensiate però che si tratta semplicemente di una riproposizione a mò di copia-incolla della Campagna con i soldati nemici sostituiti da zombie: Nightmare presenta una nuova storia oltre a meccaniche che ricordano la famosa modalità Zombie, scatole magiche, power-up e munizioni limitate comprese. E' un'aggiunta davvero ben riuscita che offre nuove prospettive su una trama già di per sé piuttosto dettagliata, dando ulteriori motivi ai giocatori per riaffrontare certe aree già completate visto che gli zombi e le nuove meccaniche stravolgono totalmente il gameplay. Nightmares dura 1-2 ore in più della Campagna originale raddoppiando così la longevità della storia, ed è anch'essa giocabile in tutte le difficoltà fino a 4 giocatori in cooperativa. Questo porta la durata complessiva delle due campagne a circa 13-15 ore, davvero niente male.

Nightmares non va comunque a sostituire la vera modalità Zombie, che torna più in forma che mai nella nuovissima mappa, Shadows of Evil (i possessori del Season Pass e delle edizioni speciali del gioco hanno accesso anche a The Giant, che continua gli eventi narrati nella mappa Origins di Black Ops 2). Questa mappa offre 4 nuovissimi personaggi giocabili in cooperativa, che troviamo alle prese con una misteriosa invasione di zombie (e demoni!) nella tetra Morg City degli anni '40. Il gameplay non è stato troppo stravolto rispetto alle vecchie mappe Zombie anche perché mancano le avveniristiche tecnologie della Campagna, ma sono rimaste la velocità di movimento e le scivolate potenziate. A detta degli sviluppatori, Shadows of Evil contiene più easter eggs di tutte le altre mappe Zombie di tutti gli altri giochi Treyarch messi insieme, e dopo qualche ora di gioco in cui ancora e ancora trovavo indizi, dettagli e stramberie di ogni tipo, non ho avuto dubbi sulla veridicità di questa affermazione.

La mappa è enorme, tant'è che è dotata di un sistema di ferrovie che collega le diverse aree della città e, con portali misteriosi e porte da aprire, le novità si nascondono ovunque. Una delle novità principali è la possibilità per un giocatore di trasformarsi per un breve periodo in un demone: in questo modo non verrà attaccato dagli zombie e potrà usare la scossa elettrica per azionare meccanismi spenti, usare una specie di rampino per aggrapparsi a zone altrimenti irraggiungibili e sfrerrare colpi per aprire porte, scatole e passaggi alternativi - oltre ovviamente a poter usare tutto questo per fare strage di morti viventi. C'è anche un inedito sistema di progresso dove, similmente a quanto visto in Campagna, si guadagnano punti esperienza utilizzabili poi per aggiornare le armi con vari accessori e per sbloccare le cosiddette Gubblegums. Queste non sono altro che dei potenziamenti temporanei, non troppo diversi dalle bibite che ancora esistono, che offrono bonus di ogni tipo al giocatore; vengono elargite in maniera casuale da un distributore di palline al costo di un po' di punti guadagnati, aggiungendo un pizzico di fortuna a una modalità già di per sé molto complessa. Per il resto c'è tutto quello che vi aspettereste se avete giocato in passato questa modalità: zombie da abbattere, armi da comprare, scatole magiche, oggetti da trovare e combinare, rituali e molto altro ancora, ma tutto su una scala di grandezza che i ragazzi di Treyarch non hanno mai provato finora. Ed è una mappa che sprizza stile ed originalità da tutte le parti, dall'ambientazione agli scambi di battute dei personaggi a quanto troverete nel livello... che siate fan della modalità o giocatori alle prime armi, troverete in ogni caso un'infinità di sorprese e colpi di scena anche in Shadows of Evil.

Torna poi il minigioco del primo Black Ops: Dead Ops Arcade 2, un twin-stick shooter nel quale guidiamo il nostro soldato con visuale dall'alto e che non ha nulla da invidiare a titoli stand-alone di questo tipo. Completo e raffinato, presenta ben 64 livelli di difficoltà crescente, un sistema di punti, combo e power-up, con tanto di storia e cut-scene in stile 8-bit ma alimentato dal potente motore del gioco. I controlli risultano precisi e ben fatti, la varietà dei livelli è tanta e anche i power-up sono davvero creativi: il migliore è sicuramente quello che porta i giocatori in prima persona, ritrasformando il titolo in un FPS. Sarà anche un easter egg, ma anche qui ci vengono offerte tantissime ore di divertimento e, come per il resto del gioco, anche questo è affrontabile in co-op a 4 giocatori.

Ed ovviamente non poteva mancare il piatto forte della serie: il multiplayer, quello che permette ai Call of Duty di rimanere nelle console dei giocatori per mesi o anche anni dopo il lancio. Come si era capito anche dalla beta, il sistema di movimento è veloce, preciso, più verticale di prima ma decisamente più incollato a terra rispetto ad Advanced Warfare, e il tutto è fatto con la solita cura maniacale per i dettagli tipica di Treyarch: nella mia prova, svolta in condizioni di server scarichi visto che è avvenuta prima del lancio, il netcode è risultato efficace e stabile e le 12 mappe del lancio sono apparse davvero ben fatte con una logica di design simile a Black Ops II, ma con l'aggiunta dei salti potenziati e delle corse sui muri, nonché dell'acqua dove si può nuotare e sparare; bisogna fare attenzione a molte più aree della mappa, con diverse superfici che di fatto diventano strade alternative offrendo vie di accesso multiple ad ogni area nel solito sistema a 3 corsie che è tipico delle mappe Treyarch. Le mappe risultano poi molto fantasiose - alcune presentano suggestivi edifici futuristici tra cui battagliare, ma c'è anche l'atmosferico Redwood ambientato in mezzo a una foresta che ricorda molto la battaglia con gli Ewok in Star Wars e in particolare emerge Infection, una mappa ambientata in un campo di battaglia della Seconda Guerra Mondiale completamente corrotto e stravolto similmente a quanto avviene nelle sezioni "mentali" della Campagna.

Il multiplayer di Call of Duty: Black Ops III è volutamente simile a quello di Black Ops II come sistema di movimento e velocità: nonostante lo scatto infinito e i nuovi movimenti cambino il modo di approcciare le battaglie, chi era a suo coi precedenti titoli Treyarch si sentirà comunque a casa sua. Per chi avesse problemi ad ambientarsi, però, può fungere da tutorial la nuovissima modalità Free Run, una serie di 4 livelli di difficoltà crescente ambientati nei già menzionati mondi astratti con piattaforme e muri fluttuanti, dove bisogna sfruttare le proprie abilità per finire i livelli con meno tentativi e meno tempo possibile, andando poi a sfidare altri giocatori online nei tempi da battere. Questa modalità ricorda molto i time trial di Mirror's Edge, e per quanto qui il sistema di parkour sia più futuristico e certamente meno realistico, la precisione e fluidità dei movimenti lo rendono estremamente divertente garantendo una sfida davvero appassionante.

Tornando al multiplayer, ritroviamo l'acclamato sistema Pick-10 per la gestione delle classi, che permette al giocatore di gestire i 10 elementi selezionabili con libertà assoluta: tramite anche apposite wildcard è possibile scendere sul campo di battaglia con una sola arma ma 6 perk, viceversa potrebbe avere 4 granate o 5 accessori per l'arma - è tutto nelle mani del giocatore. Le ricompense uccisioni non fanno parte di questo sistema, ma è come sempre possibile scegliere tre pointstreak da evocare quando si è raggiunto una certa soglia di punti; questi risultano essere abbastanza classici, dall'HC-XD che è l'evoluzione della macchina telecomandata esplosiva in grado stavolta di correre anche sui muri, passando per l'interessante Dart, un aeroplanino suicida capace di sparare missili, per finire col Wraith, un elicottero dotato di mitra e sistema di mimetizzazione all'avanguardia. C'è qualcosa per tutti i gusti.

Il tutto nelle più svariate modalità di gioco: dal ritorno di classici come Deathmatch a squadre, Uccisione confermata e l'amatissimo Gioco delle armi, passando per il nuovissimo Safeguard, una modalità dove le due squadre dovranno accompagnare a turno un robot alla base nemica, mentre gli avversari dovranno far di tutto per impedirglielo. Naturalmente ci sono anche varie playlist Veterano per chi volesse un realismo maggiore.

Quest'anno un aspetto fondamentale del multiplayer di Call of Duty risiede anche nella personalizzazione: ci sono una serie di specialisti tra cui scegliere, dei soldati predefiniti che, oltre a presentare aspetti distintivi, hanno a disposizione 2 diverse abilità selezionabili. Ogni tot di tempo (accorciabile se si fanno punti) queste possono essere attivate per ottenere effetti devastanti: troviamo un sistema di radar per rilevare ogni nemico intorno al giocatore in un determinato momento, la possibilità di evocare un mitra dal braccio nel caso si scelga il robot (c'è proprio ogni tipo di etnia, sesso e tecnologia insomma!), è presente un arco esplosivo molto stiloso così come un'abilità capace di aumentare per un breve periodo i punti ottenuti nei poinstreak, ma è interessantissima anche l'abilità Glitch che permette al giocatore di teletrasportarsi nella posizione che occupava pochi secondi prima, potendo così non solo scappare dalle situazioni di pericolo ma attaccare alle spalle eventuali inseguitori. Continuando poi ad usare gli specialisti è possibile sbloccare ulteriori modifiche al look tra capigliature, caschi d'avanguardia, armature e tute di ogni stile, nonché gestualità che poi è possibile sfoggiare alla fine delle partite per vantarsi e sbeffeggiare gli sconfitti. Per sbloccare contenuti inediti c'è anche il Mercato Nero, dove con i punti guadagnati giocando online è possibile acquistare pacchetti normali o rari: il primo offre 3 elementi casuali, mentre il secondo garantisce la presenza di un elemento raro o ancora più particolare. Cosa sono questi elementi? Modifiche estetiche che non influiscono sulle prestazioni in partita, come animazioni del personaggio, personalizzazioni del look, skin per le armi e decalcomanie; stavolta è infatti possibile creare armi personalizzate nel look con colori e stickers, con un sistema che aggiunge ulteriore pepe al multiplayer pur senza intaccarne il bilanciamento.

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Call of Duty ha da anni anche una forte presenza nell'eSports, negli stream online e nei tornei personalizzati, e pertanto Treyarch ha riportato tutto il meglio di Black Ops II per favorire questo mondo aggiungendo tante novità. Ritorna la modalità Cinema, più comoda che mai, per creare replay e video di ogni tipo. C'è poi la modalità CODcasting per fare stream delle partite, potendo questa volta personalizzare anche colore, logo e nome dei team oltre a poter attivare e disattivare una miridare di opzioni per favorire lo spettacolo agli spettatori - ad esempio stabilendo quali elementi delle classi far vedere, o addirittura azionando la vista a raggi X per permettere a chi segue di capire sempre dove si nascondono i giocatori, naturalmente senza che questo abbia effetto sul gameplay. Scompare la modalità Lega che viene però sostituita da Arena, un nuovo modo di intendere il pro-gaming dove si deve continuare a giocare bene per aumentare il proprio livello invece del solito sistema a punti XP, e dove si viene associati a nemici ed alleati del proprio livello. A differenza del vecchio sistema, Arena offre ora la possibilità di giocare con un gruppo di amici, con il matchmaking che si occupa di livellare il gioco in base al giocatore più forte, perciò attenzione a chi scegliete come amici per la battaglia! Altro elemento che aggiungerà pepe ai tornei di tutto il mondo è il sistema Ban & Protect, che permette ai giocatori di scegliere a turni un elemento di gioco da bandire e uno da proteggere, dando quindi la possibilità a tutti di eliminare qualcosa che trovano poco divertente o poco bilanciato ed al contempo di proteggere quello che è reputato come elemento fondamentale della propria classe. Questo porta anche a dover essere flessibili con le proprie classi, dato che è un attimo per perdere diversi elementi chiave del proprio stile di gioco.

Tutto questo e le 11 modalità di gioco sono anche disponibili naturalmente nelle partite private, dove possiamo sbizzarrirci con ognuna delle novità elencate finora e con la possibilità di aggiungere i bot per riempire i posti vacanti o anche per occuparli tutti qualora volessimo giocare da soli. Questa modalità è un ottimo modo per sperimentare gli sblocchi, visto che a differenza del multiplayer pubblico qui è già tutto automaticamente disponibile per tutti, persino le armi più potenti e i pointstreak più devastanti.

Prima di passare alle nostre usuali sezioni di amore/odio è bene infine chiarire due aspetti. Il primo è relativo alla localizzazione: il gioco è completamente tradotto e doppiato in italiano ma non ho purtroppo avuto la possibilità di valutare il lavoro svolto dai doppiatori, visto che per questa recensione ho avuto a disposizione solo la versione inglese. Il secondo è invece relativo alle differenze tra versioni current e old-gen del titolo: questa recensione è stata svolta sulla versione per le nuove console e non è indicativa né della qualità, né dei contenuti di quella per le console di vecchia generazione, visto che lì non è presente la Campagna, il gioco gira a 30 fps invece di 60 e manca anche il supporto per i DLC. Ovviamente in tal caso anche il prezzo è inferiore.

Amore

Sogno e son desto

- Grazie all'engine di gioco aggiornatissimo, Call of Duty: Black Ops III offre scenari e grafica di tutto rispetto, magari non eccellendo in ogni elemento ma con personaggi dettagliatissimi, un sistema di illuminazione all'avanguardia e molto altro ancora, il tutto a 60fps stabili (la versione testata era quella PS4, ma Treyarch mi ha garantito che non ci sono differenze su Xbox One: non posso quindi far altro che prendere per buone le loro rassicurazioni). A questo si va ad aggiungere un design artistico (della Campagna soprattutto) impressionante, dove se alcuni livelli sembrano abbastanza standard per la linea generale di Call of Duty, altri invece risultano totalmente innovativi ed originali presentando mondi astratti all'interno delle menti dei personaggi. E così si vedono isole che fluttuano, mondi che si rivoltano su sé stessi alla Inception, nemici che esplodono in stormi di corvi, elementi della Seconda Guerra mondiale e... zombie!

Morti viventi... morti viventi ovunque!

- Treyarch si è sempre fatta apprezzare per le mappe Zombie e i relativi easter eggs, ma con Call of Duty: Black Ops III si è davvero superata. Oltre a proporci la più grande mappa di questa modalità mai fatta, con un numero di easter egg che supera quelli degli altri giochi messi insieme, c'è tutta la campagna Nightmares e ritorna poi Dead Ops Arcade, senza considerare la mappa The Giant riservata ai preordini. Se siete appassionati di zombie, Call of Duty: Black Ops III potrebbe soddisfarvi più di qualunque altro capitolo.

Che storia!

- Non fatevi ingannare dalle fasi iniziali della Campagna, che sembrano proporre il solito via vai in location di mezzo mondo tra missioni a malapena collegate. Man mano che la storia della Campagna procede, infatti, ne emerge la complessità con un eccellente sviluppo dei personaggi e con 3-4 storie che si vanno a sovrapporre; per poterle comprendere appieno servirà più di un playthrough. Se a questo aggiungiamo la pazzia che prevale nella seconda parte del gioco, il fatto che realtà e immaginazione diventano sempre più difficili da distinguere e una serie di colpi di scena che lasciano di stucco, si può tranquillamente parlare di una delle trame più riuscite nell'ormai lunga tradizione di Call of Duty. Forse ci sono state campagne più rivoluzionarie e d'impatto (come il primo Modern Warfare ai tempi), ma la profondità di Call of Duty: Black Ops III rappresenta sicuramente un primato. E tutto questo senza considerare la campagna alternativa Nightmares o le oltre 300 pagine di testo consultabili che spiegano storia, tecnologie ed eventi.

Gioca come vuoi e con chi vuoi

- Tutte le modalità di Call of Duty: Black Ops III sono collegate tra loro, con le opzioni di personalizzazione del look e delle classi in comune. In Campagna la giocabilità viene stravolta in base a quali abilità Cybercore si vanno a scegliere, in Zombie è possibile modificare le armi a proprio piacimento con accessori a scelta, nel multiplayer ci si può affidare ai tanti diversi Specialisti. Se a tutto ciò aggiungiamo che pressoché ogni elemento del titolo è giocabile coi propri amici, sia online che in locale, diventa chiaro come gli sviluppatori abbiano mirato ad offrirci un'esperienza altamente personalizzata e personale.

Multiplayer per tutti

- Se alla base il multiplayer di Call of Duty: Black Ops III non appare troppo rivoluzionato tranne che per il sistema di movimenti avanzato e l'aggiunta degli Specialisti, è il nocciolo del tutto che funziona alla grandissima, con un netcode apparentemente stabilissimo (per quello che una prova pre-lancio mi ha permesso di valutare) e un bilanciamento già ora quasi impeccabile. A questo va aggiunto un alto livello di personalizzazione delle classi e dei personaggi anche a livello di look grazie al Mercato nero, dove un misterioso personaggio (che ricorda molto Xur di Destiny) ci vende elementi estetici casuali di ogni tipo. Troviamo poi la modalità Cinema, più comoda da usare che mai e la modalità Arena che offre una competizione livellata e competitiva con un sistema basato sull'abilità e non sui punti XP, il tutto disponibile anche nelle partite private con tanto di CODcasting più ricco che mai per permettere agli spettatori di godersi tornei di alto livello. Manca qualcosa?

Ma quanta roba avete messo?

- La quantità di contenuti presenti in Call of Duty: Black Ops III non solo è nettamente superiore a qualsiasi Call of Duty mai uscito, ma sbaraglia la concorrenza degli altri FPS. Ben due campagne affrontabili anche in co-op a 4, con quella principale che presenta un massiccio lore dato da oggetti collezionabili e log enormi visualizzabili nella propria base e la seconda, Nightmares, che stravolge quanto già visto e offre una trama nuova di zecca con tanto di zombie e un sistema di punti per la competizione. Lo split-screen e la modalità Free Run, dove poter sfidare i giocatori di tutto il mondo in dei veri e propri time trial alla Mirror's Edge. La mappa Zombie più grande e più dettagliata che mai, Dead Ops Arcade 2 ed ovviamente il multiplayer con tutti gli aspetti già discussi. Davvero impressionante.

Odio

Campagna a partenza lenta

- L'inizio della storia di Call of Duty: Black Ops III è molto intrigante e l'ultimo terzo del gioco rappresenta senza dubbio una delle fasi più memorabili di tutta la saga, ma la Campagna a volte si perde un po' nelle missioni che stanno nel mezzo, con elementi che sanno di già visto e che non offrono tantissimi spunti per la trama.

Chiamiamola... ispirazione

- Un po' com'era successo con Advanced Warfare, l'ultima opera di Treyarch sembra prendere in prestito tantissimi elementi da altri giochi. Le parti astratte dentro le menti delle persone ricordano molto lo stile di Remember Me, la modalità Free Run ricorda i time trial di Titanfall e Mirror's Edge, le abilità Cybercore e gli Specialisti prendono spunto dal sistema del già citato Titanfall e Destiny, con quest'ultimo che pare l'ispirazione anche per il Mercato Nero. C'è persino un arco, che sembra andare molto di moda tra Battlefield 4, Crysis 3 e Tomb Raider, ed un livello stealth orientale che richiama molto i giochi di Hitman. Non siamo certamente a livelli di plagio e Call of Duty: Black Ops III offre una marea di innovazioni e migliorie originali, ma l'influenza di altri giochi appare abbastanza palese anche se va dato credito ai ragazzi di Treyarch di aver saputo amalgamare il tutto in maniera naturale e divertente, ottenendo in più casi in un prodotto finale superiore ai titoli da cui ha tratto ispirazione.

Tiriamo le somme

Con Call of Duty: Black Ops III Treyarch ha creato il suo capolavoro: una mole di contenuti impressionante con una doppia Campagna originalissima e per la prima volta cooperativa, personalizzazione notevole e lore massiccio; più zombie che mai con easter egg a non finire e stile che sprizza da tutti i pori, modalità interessanti come Dead Ops Arcade 2 e Free Run ed infine un multiplayer che, pur non stravolgendo la formula già nota, risulta sufficientemente nuovo e allo stesso tempo familiare, ben bilanciato e completo anche di tante novità per gli eSports. In un mercato dove i giocatori si lamentano spesso per l'assenza di contenuti o funzionalità nei giochi che comprano, una simile abbondanza e qualità è assolutamente lodevole. Call of Duty: Black Ops III è il Call of Duty definitivo, capace di regalarvi dozzine se non centinaia di ore di divertimento da qui fino al prossimo capitolo e oltre.
9.4

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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