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Doom 3: Resurrection of Evil
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Recensione - Doom 3: Resurrection of EvilXboxGame

Non è facile scrivere una articolo di sittale portata: il solo nome di questo titolo dovrebbe costringere chiunque ad almeno mezz’ora di religioso silenzio. Doom è un’icona sacra, Doom è un monumento ai videgiochi, Doom è il videogioco stesso! Solo pochi altri videogame hanno avuto il merito di essere i pionieri di un nuovo genere videoludico. Conosciamo ormai tutti la cronistoria della id Software, da Wolfstein 3D a Quake: la nascita e l’evoluzione degli sparatutto in prima persona grazie a John Carmack ed a questa gloriosa software house che ha aperto di fatto la strada verso numerosi cloni di cui solo alcuni di pregevole fattura. Chissà se questo nuovo esponente dei gloriosi FPS ci deluderà.



E’ più oscuro del crepuscolo...
Doom 3: Resurrection of Evil è una espansione di Doom 3 titolo uscito tempo addietro per PC ed Xbox. A differenza del personal computer però, nella versione Xbox non è necessario possedere il gioco originale per far partire questo, anche se sarebbe riduttivo chiamarlo così, data disk. La popolarità di Doom 3 RE, e prima ancora della sua versione originale, è nata da diversi fattori, in primis un impianto tecnico mostruoso (in tutti i sensi), accompagnato dal fortissimo impatto emotivo che questo titolo riesce a trasmettere al giocatore. L’oscurità regna sovrana, così come il senso di angoscia e claustrofobia che permea qualsiasi cosa. La scelta dei programmatori di far svolgere quasi l'intera vicenda all'interno della base marziana risulta particolarmente azzeccata: i richiami ai classici dell'horror, come Aliens per fare un esempio, non si contano. La cosa particolare è che, oltre alle ambientazioni, anche le atmosfere di questi film sembrano riprodotte alla perfezione tenendo sulle spine il giocatore ad ogni angolo buio.

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Facciamo un piccolo passo indietro e vediamo come il nostro marine questa volta si sia messo nei guai. La vicenda si svolge dopo gli eventi narrati in Doom 3, quando una squadra viene mandata su Marte a controllare la situazione. Ovviamente in un videogioco qualcosa deve andare storto e, a seguito del ritrovamento di uno strano manufatto alieno, la situazione precipita. Le porte dell’inferno si aprono di nuovo e toccherà al protagonista, con l’aiuto del manufatto cardiaco appena scovato, risolvere l’ennesima, videoludicamente parlando, resurrezione del male. La trama non è certo delle più originali però svolge la sua parte, insomma per sterminare demoni non c’è certo bisogno di argomenti validi. Come ne precedente capitolo avremo a che fare con dei PDA disseminati per i livelli, questi utili oggettini ci permetteranno di avere informazioni, il più delle volte inutili però, come codici di sicurezza e combinazioni numeriche dei vari armadietti dislocati per gli schemi di gioco. Questi PDA, anche se non necessari al completamento del gioco aiutano enormemente l’immedesimazione del giocatore dando la sensazione che, prima del nostro arrivo, vi fossero state veramente altre persone che lavoravano e vivevano nel complesso.

Il gameplay non risulta diverso dal titolo originario, i livelli sono estremamente lineari e basati tutti sulle imboscate dei mostri che spuntano dai luoghi più impensati. L’adrenalina che questo tipo di situazioni comporta è molto alta, capita spesso di saltare sulla sedia all’apparizione di una creatura inaspettata. Come avrete capito la situazione non è cambiata molto dalla precedente edizione e allora cosa potrebbe spingere gli utenti ad acquistare questo titolo essendo già in possesso del vecchio, si fa per dire, Doom 3? Ma le mastodontiche novità introdotte da Carmack e soci, che domande! Il levitatore al plasma ionizzato (simile alla gravity gun di Half-Lifiana memoria), i poteri del manufatto e la doppietta sono le new entry di questo update. Un po’ pochini? In effetti si, ma influiscono parecchio sulla giocabilità del titolo. Prima di parlare di questi nuovi gingilli bisogna ricordarsi di quelli che non risultano più presenti dal precedente capitolo. Diremo addio alla mitica motosega, alla torcia-manganello che è stata piazzata sopra la pistola ed al cubo delle anime. Torniamo alle novità introdotte e vediamole in dettaglio:

Levitatore al plasma: arma stupenda che non va ricaricata, con essa potrete spostare oggetti di piccole dimensioni e masse di energia. Il primo Imp che vi lancia una fireball se ne pentirà amaramente, perchè potrete catturarla e rispedirgliela indietro.

Il manufatto: vi donerà temporaneamente dei poteri, si inizia con il bullet time, per poi passare al berserk ed infine alla invincibilità. Una volta acquisita una magia si sommerà alla precedente rendendovi alla fine un incrocio fra Speedy Gonzales e la Morte Nera. Ha i suoi lati negativi: funziona ad anime umane.

Doppietta: prima come abbiamo fatto senza? Visti gli spazi angusti è l’arma per eccellenza: devastante a corto raggio, inutile sulla distanza. Peccato che prima che ricarichi vi vengano i capelli bianchi

Il multiplayer è molto buono, uno dei migliori titoli da usare in Live. E’ supportato anche il system link fino a quattro giocatori. Le modalità di gioco sono le classiche: Deathmatch, da soli o a squadre, il Last Man Standing (ne rimarrà solo uno) e Cooperative. Da segnalare che sono presenti anche le versioni classiche di Ultimate Doom, Doom 2 e Doom 2 Master Levels anche loro giocabili in multiplayer in deathmatch e modalità cooperativa a schermo condiviso.


E’ più rosso dello stesso sangue
Il lato tecnico di Doom 3: Resurrection of Evil è impressionante. Le creature demoniache rasentano la perfezione con texture ottimamente disegnate, e la sensazione di trovarsi dinnanzi a delle bestie assetate di sangue è estremamente tangibile. Le location illuminate dalla fioca luce della torcia risultano eccezionalmente definite, sembra che il male pulsi in ogni stanza della base marziana. La situazione non cambia nelle poche uscite all'esterno della base spaziale. Il pianeta rosso è sferzato dal vento che alza un pulviscolo dalle colorazione arancione rendendo il tutto un forte richiamo ai vecchi film western. Anche a livello sonoro siamo a livelli di eccellenza. Mugolii e crepitii delle base fanno da sfondo alla vostra avventura mentre in lontananza si può udire il ringhio di una creatura infernale. Mentre si è concentrati un rumore viene da dietro di voi e vi fa sobbalzare presagendo un agguato alle spalle. Raramente ho sentito un sonoro così coinvolgente. Come avevo già accennato, anche il doppiaggio in italiano delle registrazioni audio presenti nei vari PDA aiuta il già enorme senso di coinvolgimento del gioco. Sia i testi che il parlato sono nella nostra amata lingua.

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Pianeta ROSSOOOO!!!
Solo una parola, stupendo. Sono stati pochi i titoli che mi hanno emozionato così, il senso di tensione si potrebbe tagliare con il coltello per quanto è denso e vivido. Le aberrazioni demoniache si materializzano davanti (e soprattutto dietro) a noi senza uno schema preciso e gli scossoni emotivi sono all’ordine del giorno. Il più che buono sistema di controllo aiuta a non cadere vittima dei demoni mandati contro il nostro marine. Peccato che il tutto duri troppo poco...
9.2

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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