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Ghost Recon: Advanced Warfighter (360)
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Recensione - Ghost Recon: Advanced Warfighter (360)Xbox 360Game

Ghost Recon è un grande classico delle console ed in particolare di Xbox, ed ora al pupillo di Tom Clancy è toccata la responsabilità del salto generazionale dei giochi di guerra in prima persona. E’ stata una lunga attesa quella che ci ha separato dal nuovo, splendido (è bene dirlo subito), capitolo della squadra dei Fantasmi. Il titolo era inizialmente previsto al lancio di Xbox 360 e molti lo avevano scelto come gioco da prendere il 2 dicembre: poi, è storia recente, Ubisoft ha annunciato il rinvio al primo trimestre 2006 ovvero, precisandolo successivamente, il 9 marzo. Finalmente, dopo aver provato una versione beta, abbiamo messo le mani sulla versione definitiva del gioco per provarlo senza remore e raccontarvi le nostre impressioni conclusive.



Il panorama storico
Nell’anno 2013 l’esercito americano farà nascere un nuovo tipo di soldato: la tecnologia ne moltiplicherà le capacità sia offensive che difensive. Ciò permetterà una potenza operativa impressionante anche per un piccolo gruppo di soldati ben addestrati. Le squadre Ghost sono le prime ad adottare la nuova tecnologia ed ad utilizzarla sul campo nelle missioni più rischiose ed importanti: il mondo è sempre sotto la minaccia terroristica ed i paesi cercano alleanze per avere maggiore protezione del proprio territorio e dei propri cittadini. I Ghost sono impegnati nella caccia ad uno dei principali trafficanti di armi che ha rubato un sistema di decodifica al quale hanno preparato un agguato per recuperare la merce e decapitare l’organizzazione. Sullo sfondo di questa azione si svolge la cerimonia per la firma di un accordo di reciproca protezione tra Messico, USA e Canada, la cui stipula si tiene a Città del Messico: nel corso dell'evento scatta un colpo di stato che mette a repentaglio la vita del VIP ONE (il presidente USA). Come vedete la storia ha il marchio di fabbrica di Tom Clancy e costituisce una componente non secondaria di Ghost Recon Advaced Warfighter. L’azione si svolge dunque inizialmente a Città del Messico, in cui i Ghost hanno l’obbiettivo di salvare i presidenti USA e Messicano che nel frattempo sono in grave pericol: fantasmi sono chiamati ad una serie di missioni di disturbo per evitare il successo del colpo di stato in Messico, prima salvando il presidente ed in seguito con azioni di disturbo e guasto degli insorti preparando la strada all'intervento dell'esercito regolare.

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Il soldato del futuro
In Ghost Recon Advanced Warfighter vengono introdotte molte novità che riguardano le azioni possibili per i soldati e l’interazione col mondo esterno. Innanzitutto ora il capitano Michell, da noi impersonato, è dotato del sistema Cross-Com e fa parte di un network militare dedicato allo svolgimento di azioni in supporto ai soldati sul campo: l’area video è dunque quella che si vede attraverso il nuovo sistema di comunicazione che pone nell’angolo in alto a sinistra il video trasmesso dagli elmetti dei propri compagni d’azione (qualunque essi siano) e un sistema che tramite il D-Pad impartisce loro gli ordini. Il tipo di ordine da dare è contestualizzato alla situazione ed a ciò che in quel momento è al centro della nostra visuale. Ad esempio puntando un avversario il comando disponibile varia da Avanzare a Sparare, e così via. Alla console comandi si aggiungono, sul lato in una maniera molto simile ai Blades della Xbox 360 Dashboard, tutte le unità che è possibile controllare. Immediatamente sotto ci sono gli indicatori dello stato di saluto dei componenti della squadra.

Grazie al Cross-Com è possibile controllare, oltre alla squadra Ghost, anche elicotteri e carri armati che in talune situazioni possono rivelarsi fondamentali per concludere la missione, e novità assoluta è rappresentata dalla possibilità di pilotare un UAV, ovvero un veicolo automatico di ricognizione che, unitamente alla mappa tattica tridimensionale, da la possibilità di pianificare tatticamente l’azione. I comandi possono essere, come avviene da alcune edizioni della serie, anche impartiti col riconoscimento vocale anche se, vista la facilità dell’interfaccia e la sua precisione reputo sia un’opzione poco utilizzata. Va detto che, mutuando un sistema di comandi molto simile a quello di Full Spectrum Warrior, è ora possibile stabilire il posizionamento esatto dei componenti della squadra sul terreno di battaglia.

L’angolo superiore destro dello schermo è invece dedicato ai flussi video di comunicazione da cui si ricevono le istruzioni e/o comandi unitamente a video televisivi che fungono da racconto di raccordo tra una missione e l’altra. Come avevamo già detto nel nostro hands-on, le schermate di caricamento sono praticamente nulle e il briefing pre-missione si svolge direttamente sull’elicottero o nel Cross-Com senza introdurre schermate e attese. In questo modo la tensione non scende mai a livello di "waiting syndrom" e la storia scorre come se la si stesse vivendo sul serio. Considerando che vi sono poi alcune missioni in cui il BlackHawk che ci porta da un punto all’altro del teatro di guerra deve cannoneggiare la superficie con noi alla mitraiatrice, la varietà di gioco è veramente buona.

Altra novità del gameplay è rappresentata dalla possibilità di raccogliere le armi degli avversari abbattuti ed utilizzarle per la propria missione. Mi è capitato in alcune missioni che questa opportunità facilitasse di molto la missione in quanto l'arma trovata era più efficace di quella in uso al momento. Nell’angolo in basso a destra dello schermo c’è l’indicatore di armamento in cui viene mostrato sia l’attuale livello di carica dell’arma selezionata che, nel caso si tratti di un fucile, le varie modalità di fuoco, ed infine, nell’angolo in basso a sinistra, è presente il solito diagramma dello stato di salute del nostro personaggio unitamente ad una icona che segnala la sua attuale posizione (in piedi, accosciato, steso). Tra questi due indicatori appare un nuovo quadrato che visualizza una azione possibile nella attuale condizione di gioco attraverso la pressione del tasto Y: si può rotolare quando sdraiati per terra oppure arrampicarsi su un ostacolo quando si è vicini. Dunque il Cross-Com rappresenta la principale innovazione introdotta in questa nuova avventura della squadra Ghost, da cui derivano altre piccole innovazioni di cui abbiamo già lungamente parlato nel nostro hands-on e che sono tutte confermate.

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Gameplay, grafica e Live
Il Cross-Com e le altre innovazioni hanno sicuramente un impatto sul gameplay che risulta notevolmente migliorato rispetto alle precedenti edizioni senza rendere il gioco troppo facile. La tattica rimane una componente fondamentale del gioco e grazie alla nuova mappa interattiva tridimensionale è molto più facile da usare e molto più efficace per la riuscita della missione. La tecnica di fuoco e posizionamento è molto intuitiva e realistica in particolare quella quando si è in copertura dietro un muro: se ci si sporge per troppo tempo o per colpi di precisione non è improbabile la morte. Con un sistema Dolby 5.1 potete gustarvi il fischio delle pallottole intorno a voi o picchiettare delle stesse contro la vostra protezione, le esplosioni sono assolutamente verosimili e la loro fisica, come tutta quella del gioco in single player, è ben curata e realistica.

Gli effetti grafici sono assolutamente fantastici, in linea con le migliori promesse della next-gen, realistici e incredibilmente dettagliati. Certo all’occhio più attento non scappano i piccoli "trucchi del mestiere" quando i riflessi sui vetri sono fatti con una reflection map e non con una riflessione reale del mondo circostante. Altra cosa poco realistica è la totale assenza di traffico o di civili che, anche per sbaglio, si trovino nel bel mezzo dell’azione. Forse questa è la pecca maggiore di questo gioco altrimenti assolutamente fedele alla realtà. Da non perdere la missione in elicottero all’interno della città: vedere una tale quantità di oggetti visualizzati sullo schermo reagire alla luce in base alla posizione del nostro elicottero è veramente sbalorditivo. Parimenti, le ombre dinamiche durante tutto il gioco sono una cosa veramente fantasistica ed a cui ci abitueremo presto in questa nuova generazione di console.

La vostra fida Xbox 360 farà faville su uno schermo HD Ready, e se riuscirete (difficile visto il livello di coinvolgimento che si raggiunge il gioco) a guardarvi intorno con attenzione noterete che tutto, ma proprio tutto, è vivo. Insomma, anche se abbiamo dovuto attendere qualche mese in più, in cambio abbiamo avuto un gioco assolutamente superlativo il cui unico difetto è, forse, quello di essere un po’corto. Certo che, nell’era del Live, non è difficile immaginare che ben presto saranno disponibili nuove missioni single player e nuove arene multiplayer.


Per il multiplayer sono disponibili tre modalità di gioco: il System Link, lo schermo condiviso ed Xbox Live. Non appena si è connessi è necessario impostare la propria identità online in base all’immagine, alla classe e al grado: sull’immagine è possibile, come tradizione in GR agire con svariati parametri a cui è stata aggiunta la possibilità di cambiare alcuni aspetti del viso. Le modalità di gioco sono: in solitaria (ognuno per se), a squadre, cooperativa (i giocatori collaborano contro l’IA del gioco). Ognuna di queste modalità è contraddistinta dalle seguenti tipologie di gioco: Territorio (combatti per la conquista e il controllo di alcune postazioni), Obbiettivi (consegui gli obbiettivi che via via ti verranno comunicati), Eliminazione e Campagna (una nuova serie di missioni in cooperativa). Le possibilità di personalizzazione delle opzioni di gioco sono tantissime ed è possibile customizzare ogni modalità nei minimi dettagli, ad esempio limitando l’arsenale del giocatore o stabilendo le regole di gioco.

Arriviamo quindi a parlare del supporto Xbox Live di questo piccolo gioiello: diciamo innanzitutto cosa si troverà di diverso rispetto al single player. Certo non ritroverete la fisica dettagliata degli oggetti e sicuramente salterà all’occhio la differenza di motore grafico tra le due modalità di gioco: la differenza è dovuta alla limitatezza delle informazioni da trasferire in tempo reale per avere una esperienza di gioco senza problemi. Ed è proprio questa forse l’unica pecca del multiplayer Live di Ghost Recon: le nostre connessioni ADSL sono fortemente asimmetriche e l’host deve disporre di una linea molto buona per reggere tutti i giocatori. Nella mia esperienza, fino a 4 contro 4 con una normale linea ADSL il gioco è perfetto e la presenza di lag veramente sporadica: disponendo di connessioni in fibra o simmetriche è possibile raggiungere gli 8 contro 8 giocatori.

Il gameplay è leggermente diverso dal single player per adattarlo al contesto multigiocatore: ad esempio non è possibile accostarsi al muro e questo, a mio giudizio è una differenza che era meglio risparmiarsi. Per il resto il gioco è fantastico, coinvolgente e soprattutto divertente quando si riesce finalmente ad entrare in una lobby. Siamo fiduciosi che nella patch già in corso di sviluppo verranno risolti questi piccoli problemi ed ottimizzato il codice di networking al fine di rendere questo gioco nella sua versione multiplayer superlativo come nel single player.

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Conclusione
Ghost Recon Advaced Warfighter è attualmente il miglior gioco in circolazione su Xbox 360 dal punto di vista dell’eccellenza grafica, del gameplay e dell’on-line. E’ uno dei primi che sfrutta a dovere la potenza della console di casa Microsoft (anche se non completamente, a mio giudizio) ed è il più fulgido esempio di cosa dobbiamo aspettarci dalla next-gen (o current gen visto che ormai è una realtà?). Non è esente da problemi ed in particolare la parte on-line risente di limitazioni di banda tipiche dei provider del belpaese: speriamo che la patch già annunciata sistemi quanto adesso non va proprio bene. Detto questo, se siete anche minimamente interessati al genere degli sparatutto bellici, non è possibile che questo titolo manchi nella vostra collezione, rappresentando ad oggi il massimo esponente esistente nel genere.
9.4

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L'autore

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Nato nel 72, cresciuto ad insalate di matematica e libri di cibernetica non poteva che sviluppare una naturale inclinazione verso tutto quello che è tecnologia. Ha iniziato a giocare a Radar Rat Race sul Vic-20, a International Soccer su C64 e da quel momento in poi non ha mai tradito la sua passione, passando per quasi tutte le piattaforme di gioco e finendo ancor oggi per consumare tutto il suo tempo libero tra hobby e lavoro. Sperando che prima o poi coincidano perfettamente: ci siamo quasi.

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