MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



Deliver Us Mars

Recensione - Deliver Us MarsXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Dopo averci fatto apprezzare l'ottimo Deliver Us the Moon con la sua atmosfera unica, lo studio KeokeN Interactive ci porta ora su Marte con Deliver Us Mars, ponendoci circa 10 anni dopo gli eventi narrati nel primo capitolo. Scopriamolo insieme!
img

Il Gioco

Deliver Us the Moon riuscì a far innamorare molti giocatori, come il sottoscritto, per la sua atmosfera, storia e accuratezza scientifica (sebbene contenesse qualche licenza narrativa, come anche nel nuovo gioco); Deliver Us Mars è arrivato quindi con le migliori premesse. Come il titolo fa intendere, il gioco è ambientato principalmente su Marte ma non manca qualche piccola sezione sulla Terra e sulla Luna. La protagonista è Katie, il cui padre è un astronauta membro del Consiglio Lunare che ha rubato una delle Arche per fuggire su Marte, abbandonando figlia e terrestri a una morte lenta su una Terra ormai arida a causa del cambiamento climatico. E’ proprio questo uno dei temi forti che vengono trattati in Deliver Us Mars, che ci racconta di una vera e propria distopia in cui l’umanità non è riuscita a far fronte all’aumento smisurato di CO2, trasformando il nostro pianeta in una realtà “come Marte”.

MX Video - Deliver Us Mars

Come il predecessore, Deliver Us Mars è estremamente lineare nella narrazione e non c'è azione oltre all'interazione con oggetti e dispositivi. Possiamo quindi qualificarlo senza dubbio nella categoria dei cosiddetti “walking simulator”, infatti non esiste nessuna occasione in cui siamo in reale pericolo di vita, se non quando con un’azione sbagliata si cade nel vuoto, o si rimane coinvolti in un’esplosione di qualche oggetto sparso nell’ambiente. A dire la verità l’unico momento realmente pericoloso è durante le varie sessioni di scalata alla piccozza che si trovano di tanto in tanto. Qua e là infatti, sono presenti lunghe sessioni di scalata che non vengono gestite automaticamente come in molti action game moderni, ma che devono essere effettuate manualmente valutando la distanza della falcata e la durezza della superficie in cui piantare i picconi. Un po’ frustrante all’inizio, soprattutto se pensate di cavarvela velocemente come in Tomb Raider, ma una volta imparata, questa meccanica sa regalare soddisfazioni.

La prima cosa che salta all’occhio una volta lanciato il gioco è purtroppo la pochezza del comparto grafico. In particolare i modelli poligonali e facciali dei personaggi sembrano presi e piazzati direttamente dai modelli di default dell’Unreal Engine. Tuttavia i problemi non finiscono qui, perché in generale il gioco è stato tecnicamente concepito come un gioco di un paio di generazioni fa; sembra quasi di giocare a una remastered di un gioco per Xbox 360, nonostante lo stiamo invece giocando su Xbox Series X. Animazioni legnose, personaggi che invece di camminare “pattinano”, salti sproporzionati (ho pensato che magari questo potesse essere una chicca dovuta alla gravità di Marte che è inferiore a quella della Terra, in realtà i salti sono uguali anche nelle sezioni sulla Terra), muri invisibili, niente tracce di impronte sulla sabbia né del personaggio né dei veicoli, fastidioso pop-up delle textures e intere ambientazioni che sembrano proprio non averle. Non proprio incoraggiante per un gioco uscito nel 2023, pur essendo in una fascia budget e dopo aver visto l’ottimo lavoro fatto con Deliver Us the Moon, che nonostante fosse anch’esso un gioco “budget”, aveva un comparto tecnico al top.

img
A fare da contraltare a questo, però, c’è una colonna sonora da pelle d’oca che in certi temi mi ha ricordato quella di Interstellar. In realtà il gioco nel suo insieme mi ha ricordato più volte il capolavoro di Nolan, per motivi che non andrò a indicare per evitare spoiler. Lungo il viaggio, per proseguire con la narrazione, è inoltre necessario risolvere alcuni enigmi. Quello che preferisco è quello che permette di sbloccare gli ologrammi che spiegano cosa è successo su Marte negli anni che hanno preceduto il nostro arrivo. Un disco olografico ha tre parti staccate che gli fluttuano intorno. Il compito è ricongiungere tutte e tre le parti al disco principale attraverso il movimento della visuale del robottino volante che accompagna la protagonista sui territori marziani.

img
Un altro minigioco con cui si avrà parecchio a che fare serve a ripristinare l’energia a determinate parti dell’area in cui siamo per aprire porte necessarie a proseguire. Per fare ciò dobbiamo manovrare un fascio di microonde per collegare alcuni collettori. Avremo a disposizione a un certo punto anche riduttori di tensione e sdoppiatori. Quest’ultimo enigma è quello che mi ha lasciato più pensare e che mi ha rovinato più l’atmosfera perché, capisco le esigenze di gameplay, ma se mi stai narrando una storia realistica non puoi inserire continuamente una tipologia di puzzle che non avrebbe nessun senso in una stazione spaziale vera. Questo genere di puzzle va bene nel contesto narrato in un titolo come Portal, non qui, o perlomeno non così spesso.

img

Amore

Trama e tematiche di altissimo livello

- Il bello di Deliver Us Mars parte sicuramente con una trama appassionante e capace di tenere il giocatore incollato al pad fino alla fine nonostante tutto. Collegato alla trama poi c’è il tema principale che era alla base anche di Deliver Us the Moon, ovvero il riscaldamento globale e l’inevitabile precipizio verso cui ci stiamo dirigendo con i freni rotti. Il tema è trattato in modo estremamente nichilista. Bravi KeokeN, bisogna parlare di più e più seriamente di queste tematiche.

Musiche di atmosfera

- La musica che ci accompagna durante tutto il gioco è da brividi, assolutamente perfetta per l’ambientazione. Soprattutto nei primi minuti di gioco, anche complice l’atmosfera pre-apocalittica, la colonna sonora mi ha ricordato molto quella di Interstellar.

La sequenza di lancio

- Tutta la fase di lancio del razzo all’inizio del gioco l’ho trovata fantastica, capace di farmi sentire davvero parte di una missione spaziale. Purtroppo, non ho le competenze per sapere se sia realistica (credo di no, considerato che il numero di pulsanti da premere è limitato a una manciata), ma rappresenta davvero quella parte che ritengo fondamentale per immergermi nel mondo che gli sviluppatori volevano creare.

Il finale

- Non posso spiegarvi cosa succede (ovviamente), ma gli ultimissimi secondi del gioco mettono la parola fine nel giusto modo. Arrivateci e fatemi sapere nei commenti che ne pensate.

Odio

Tecnicamente povero

- Ho giocato la campagna integralmente su Series X, e trovo che nel 2023 questo livello di dettaglio grafico in generale non sia accettabile. Solitamente sorvolo su questo aspetto soprattutto con le produzioni indipendenti, perché lo ritengo marginale quando alla base c’è una storia ben raccontata come in questo caso. Ma qui si è abbassata troppo l’asticella anche per una produzione di questo tipo, soprattutto considerato come il primo gioco fosse invece tecnicamente ottimo e visivamente spettacolare. I volti dei personaggi sono delle specie di maschere appiccicate (male) in faccia ai dummies dell’Unreal Engine. Le animazioni sono rigide, il personaggio quando corre “pattina”, il modulo marziano non lascia nemmeno le tracce nella polvere. Potevo ignorare questi aspetti se il gioco fosse uscito 10 anni fa, e prima di Deliver us The Moon, ma non oggi.

Troppo ripetitivo

- Ringrazio KeokeN di aver creato una storia sufficientemente interessante da spingermi ad arrivare in fondo, altrimenti avrei lasciato il gioco alla quarta ora di puzzle identici. Tutto il gioco si esplicita così: cut-scene, puzzle “elettrico", puzzle “olografico”, cut-scene, puzzle “elettrico” un po’ più difficile, arrampicata, puzzle “olografico”, cut-scene ecc ecc ecc, non introducendo nulla di variabile, ma semplicemente aumentando il livello di complessità rispetto al puzzle precedente. Il gioco dura circa 6 - 7 ore, non poco per essere un gioco dal prezzo ridotto e circa il doppio del predecessore. Però almeno le ultime due ore si sentono pesanti come macigni, proprio a causa di questi puzzle che vengono ripetuti e resi più complicati solo per allungare il brodo.

Tiriamo le somme

Deliver Us Mars appare come un passo indietro, soprattutto grafico/tecnologico e sul fronte della varietà, rispetto al predecessore, ma rimane comunque un'esperienza che racconta una storia appassionante, con un tema profondo e una colonna sonora da brividi. Se amate le atmosfere spaziali più scientifiche che "fanta" e siete disposti a chiudere un occhio su alcune pecche pur di vivere una storia che saprà soddisfarvi fino al finale, è sicuramente un titolo da considerare.
7.0

c Commenti (2)


L'autore

autore

Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...